Creato da Giuranna il 05/07/2008
Blog di Giovanni Giuranna - consigliere comunale della lista civica Insieme per cambiare di Paderno Dugnano

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La scommessa è un blog di Paderno Dugnano Responsabile Giovanni Giuranna (da giugno 2014 consigliere comunale per la lista civica Insieme per cambiare).

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MASSETTI, COLORETTI, FIGUS E GRASSI (PD): APPELLO PER IL SI

Post n°7496 pubblicato il 09 Aprile 2016 da Giuranna
 

 

Ricevo e volentieri segnalo l'appello lanciato da quattro esponenti del PD padernese. Chi volesse aderire può farlo postando un commento sul blog Qui Paderno Dugnano.


Appello per il SI al Referendum del 17 aprile

Il 17 aprile ci sarà il Referendum per decidere se i contratti di concessione in essere per le trivellazioni in mare entro le 12 miglia debbano valere all’infinito, come prevede la finanziaria 2016, o invece scadere o sottoporsi a procedura di rinnovo come per tutte le altre concessioni.

Nove Regioni italiane, di cui sette governate dal PD (Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Calabria, Campania, Molise) più altre due (Liguria e Veneto) hanno chiesto il Referendum.

Noi firmatari – iscritti, simpatizzanti ed elettori del PD – abbiamo valutato che le questioni sollevate  siano importanti perché legate ai temi dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile e perché pongono un principio di regolamentazione dell’uso del bene pubblico che va oltre il Referendum.

Pur nel rispetto di tutte le opinioni, riteniamo che sia debba andare a votare e  votare SI.

Intanto perché crediamo che i referendum siano uno strumento di democrazia da rispettare sempre e che non possano esistere, per principio, concessioni di beni comuni senza limiti di tempo, qualsiasi sia il tema: idrocarburi, acqua, litorali o altro, e che i beni comuni debbano essere utilizzati, semmai, a vantaggio dei cittadini e non solo per produrre reddito, fosse anche per la pubblica amministrazione.

Riteniamo inoltre che il territorio del nostro Paese non abbia bisogno di ulteriori accanimenti sotto il profilo urbanistico, geologico, o viario ma abbia bisogno di amministratori lungimiranti che difendano la qualità naturale dei nostri territori ed una politica governativa ambientale che sappia coniugare il bisogno energetico con l’innovazione tecnologica, nel nome della salute di tutti e del rispetto dell’ambiente in cui c’è dato vivere e di cui siamo debitori nei confronti delle future generazioni.

Per questi motivi invitiamo gli iscritti e gli elettori del PD di Paderno Dugnano e tutti i cittadini a recarsi alle urne domenica 17 aprile e a votare SI, a favore di uno sviluppo compatibile con la salvaguardia dell’ambiente e la salute delle persone, vere ricchezza di una società più libera e a misura d’uomo.

Paderno Dugnano, 8 aprile 2016

Marco Coloretti, Oscar Figus , Giorgio Grassi, Gianfranco Massetti

 
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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
vincenzo cicoria il 10/04/16 alle 14:59 via WEB
Anch'io sono un tesserato del PD e esprimo le mie ragioni perché voterò no, in questo caso si chiede di poter procedere alla scadenza della concessione se il giacimento risulta essere ancora attivo. Questo non proclude che a 12.1 miglia dalla costa non si possa continuare a fare ricerca e installare piattaforme? Inoltre bisogna considerare la possibilità di sfruttamento di tali giacimenti sulla sponda opposta, Croazia, Montenegro, Albania. Mentre noi saremmo costretti ad importare questo 10% del nostro fabbisogno, con aumento di traffico marittimo, costretti a realizzare altri impianti di gassificazione, come quello vicino a Venezia, quello di Livorno, che in tanti non vogliono, per il loro impatto ambientale e rischio di incidente, che non risulta molto dissimile da quello che si possa verificare in una piattaforma che estrae metano (anzi il rischio in questo caso aumento quanto il rigassificatore e posto in mare in prossimità della costa per permettere alla nave matanifere l'attracco e le operazioni di scarico, operazioni di per se pericolose, in quanto questo impianti rientrano nella direttiva Seveso- Rischi di Incidente Rilavante, oltre all'inquinamento dovuto all'aumento del traffico di navi metanifere e petroliere). Poi non bisogna non tener conto dei posti di lavoro, della tecnologia che viene sviluppata dalle nostre società, con ricaduta sulla stessa sicurezza, ( perche se una piattaforma è oltre le 12 miglia oppure sulla costo Croata, noi non abbiamo il controllo e in caso di incidente ne subiamo le conseguenze. Ad oggi incidenti in queste zone non si sono verificate, la società ENI ( non sono un loro sponsor) con la tecnologia che possiede estrae petrolio nel mare del nord in condizioni climatiche molto più sfavorevoli, in acque Norvegesi, che non possiamo definire paese che non abbia un attenzione per l'ambiente. Il continuare a sfruttare il giacimento fino alla sua fine naturale lo trovo del tutto leggettimo economicamente e questo non vuol dire che l'Italia non debba proseguire, anzi sviluppare le fonti rinnovabili!! Richiamandomi al settore dei rifiuti solidi urbani, dove si chiede un continuo miglioramento della percentuale di recupero, così si deve proseguire per il settore energetico, aumento delle fonti rinnovabili che andranno sempre più a sostituire le fonti di origine fossile!!! Inoltre vorrei ribadire che a richiedere il referendum sono state le regioni adriatiche con governo del PD? Ma tra queste c'è l'Emilia Romagna che non ha aderito alla richiesta di referendum, le piattaforme presenti al largo della costa romagnola sono più del 50% (22 piattaforma), e la Romagna ha come attività prevalente il turismo, pertanto alcune regioni che affermano che questo possa ridurre il flusso turistico e forviante, anche perché non è piu permesso di trivellare entro le 12 miglia! Inoltre come Molisano ricordo benissimo la guerra tra Abruzzo e Molise per dove l'eni posizionassse la propria sede, tra Termoli o Ortona, alla fine ha vinto Ortona essendo una regione più di peso, questo per il personale da assumere. Inoltre è bene ricordare che ad oggi tutti i paesi industrializzati compreso il nostro, hanno bisogna di una quantità di energia di base per il funzionamento dei trasporti, delle fabbriche, dei servizi che le fonti rinnovabili non assicurano, ma sono di integrazione, come l'idroelettrico utilizzato per rispondere ai punti di massima richiesta di energia. Quesi sono i motivi per cui voterò no e confermo un mio pensiero, è stata una scelta sbagliata quella di trasferire la politica energetica in mano alle regioni, con la modifica al titolo quinto della costituzione. Una politica energetica nazionale avrebbe di sicuro avuta una distribuzione e sviluppo di fonti rinnovabili più accentuate con una logica generale che poteva evitare il proliferare di pali eoloci in molise, puglia, ecc. che molto spesso sono ferme e sono anche in odore di camorra!!!
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