Creato da Giuranna il 05/07/2008
Blog di Giovanni Giuranna - consigliere comunale della lista civica Insieme per cambiare di Paderno Dugnano

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Paderno e il Villaggio Ambrosiano sono quartieri diversi ma non tanto da non poter camminare insieme!
Varie cose li uniscono: le due scuole dell'infanzia e le due elementari appartengono all'I.C. De Marchi, le due parrocchie dal 1° settembre 2007 formano un'unica Comunità Pastorale con un solo parroco.
La nostra scommessa è che possiamo crescere insieme, valorizzando le rispettive risorse e potenzialità.

 

La scommessa è un blog di Paderno Dugnano Responsabile Giovanni Giuranna (da giugno 2014 consigliere comunale per la lista civica Insieme per cambiare).

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Messaggi del 14/12/2014

P. MARCO PRADA: SE HAI MANGIATO IL FRUTTO DI UN ALBERO MOLTO ALTO

Post n°6118 pubblicato il 14 Dicembre 2014 da Giuranna
 

Video SMA pubblicato su YouTube il 18 agosto 2013
(al minuto 5 splendida descrizione del lavoro di padre Marco Prada)

 

Ricevo e pubblico molto volentieri la lettera del palazzolese padre Marco Prada, missionario SMA in Costa d'Avorio:

Carissimi
              quest’anno il Natale mi trova non più a Madinani, dove ho passato gli ultimi 3 anni, ma a 160 km più a est, precisamente a Korhogo. Dall’inizio di agosto ho cambiato di parrocchia e di diocesi. È una scelta del mio istituto, la Società delle Missioni Africane, che non ha più personale sufficiente per provvedere ai bisogni delle due diocesi del nord della Costa d’Avorio, Odienné e Korhogo. Così è stato deciso di concentrare le poche forze rimaste nella seconda.

Korhogo è una città di circa 600.000 abitanti, la più grande del nord del paese. La mia parrocchia è l’ultima creata, delle 6 che coprono il territorio della città, e ha solo 9 anni di vita. È stata dedicata a Louis Wandeté, il primo catechista della nostra regione, la cui beatificazione è in corso.

Oltre agli abitanti del nostro quartiere, che si chiama Téguéré, ed è situato nella periferia sud-est di Korhogo, abbiamo 16 villaggi, di cui la metà hanno una presenza cristiana e una cappella dove celebrare regolarmente la messa.

In tutto il nord i cattolici sono una minoranza, che con molte difficoltà cerca di difendere il suo spazio nella società. La maggioranza mussulmana non è sempre ben disposta al dialogo e alla tolleranza, e con molta pazienza bisogna ricordare loro che la Costa d’Avorio è un paese laico e pluralista.

La popolazione della regione è di etnia senufo, una popolazione tra le più antiche del paese, stanziata in questa regione da più di un millennio, e da sempre dedita all’agricoltura. In tutta la Costa d’Avorio senufo è sinonimo di contadino laborioso e tenace.

Fino a pochi anni fa Korhogo era una tranquilla città di piccole dimensioni, abbastanza omogenea, ma gli anni della guerra civile, dal 2002 al 2011 ne hanno sconvolto la fisionomia: il numero degli abitanti è cresciuto a ritmo esponenziale e la città è divenuta un crogiuolo di etnie. E di conseguenza sono cresciuti i motivi e le situazioni di tensione e conflitto.

Un vecchio proverbio senufo dice: “Il bambino che ha mangiato a sazietà e il bambino che ha fame non possono giocare insieme”. E in effetti è difficile creare coesione sociale quando le disuguaglianze sono così stridenti tra una classe di cittadini che si è arricchita a dismisura negli anni di guerra civile e in questi ultimi di liberalismo sregolato, e la grande maggioranza che vive di espedienti e che mangia una sola volta al giorno.

Il popolo senufo è reputato per la sua docilità e il rispetto per l’autorità, ma questo clichè non vale più per la massa di giovani disoccupati, ingannati dalle promesse elettorali e sempre più tentati dall’uso della violenza. Ma questa situazione non riguarda solo il nord: le tensioni sociali sono evidenti in tutto il paese, e sfociano spesso in proteste non sempre pacifiche. Alla fine di novembre Korhogo e altre città della Costa d’Avorio sono state bloccate per due giorni da una decina di migliaia di giovani militari, ex-ribelli inquadrati nell’esercito, che esigevano un miglior trattamento economico. A Odienné la protesta di un centinaio di giovani ha provocato la distruzione feroce dei commissariati e delle sedi della prefettura e del comune. Episodi del genere sono sempre più frequenti in tutto il paese.

La missione della chiesa non è facile in questo contesto, e purtroppo anche tra i cristiani a volte prevale lo spirito rivendicativo e tribalista. C’è un bisogno urgente di creare unità, comprensione reciproca, solidarietà, superamento dei pregiudizi e delle ferite del passato. È un compito che mi spaventa. Bisogna inventare nuove soluzioni, perché quelle a cui mi sono abituato in questi 30 anni di vita missionaria sono del tutto inadeguate. E per questo vi chiedo di continuare a sostenermi con la vostra preghiera: che il Signore dia a noi missionari e a tutti i responsabili della chiesa ivoriana occhi profetici, che sappiano leggere i segni del momento presente, e possano indicare ai nostri cristiani il cammino da intraprendere per costruire un futuro di pace.

E concludo presentandovi i miei auguri per questo Natale 2014, richiamandomi a un altro proverbio senufo: “Se hai mangiato il frutto di un albero molto alto, ringrazia il vento”. Se quest’anno non ci sono mancati la forza e il coraggio nei momenti di dolore e di difficoltà, se la speranza è sempre nel nostro cuore e ci premunisce dal pessimismo, se attorno a noi abbiamo saputo vedere tanti gesti di amicizia e di solidarietà, ringraziamo il Signore che ci ha fatto questi doni!

Buon Natale!

                p. Marco Prada

 

Korhogo, 13 dicembre 2014

 
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MALEODORANTI E PERICOLOSE VASCHE DI LAMINAZIONE

Post n°6117 pubblicato il 14 Dicembre 2014 da Giuranna
 

 

Nell'ambito della riflessione sul progetto vasche di laminazione è utile vedere stasera il servizio di Giulio Valesini dedicato ad AIPo: La cricca del Po (guarda l'anteprima). Sarà trasmesso all'interno del programma REPORT su RAITRE oggi alle ore 21,45.

L’AIPo è l’agenzia pubblica che si occupa della manutenzione e della sicurezza del fiume Po. Decide come e dove intervenire per mettere in sicurezza gli argini del fiume e dei suoi affluenti: appalti che ogni anno valgono circa 200 milioni. Nel 2013 la Procura di Rovigo ha concluso un’indagine su alcuni lavori assegnati dall’AIPo. Sono indagati quattro funzionari pubblici e tre imprenditori. Uno di questi ha raccontato ai magistrati come ha funzionato il sistema per alcuni appalti: chi ha dovuto pagare per lavorare e come si fa la cresta sui lavori.

Su SkyTg24 merita grande attenzione anche il servizio pubblicato oggi sul web:  Seveso, SkyTG24 verifica rischi di contaminazione falda

Il timore che le vasche di laminazione possano rappresentare un pericolo per la falda acquifera è stato paventato anche dall'assessore Andrea Tonello durante la riunione della Commissione Territorio del Comune di Paderno Dugnano, svoltasi in data 20 ottobre u.s.: "Il progetto, così com'è, non offre garanzie. Costruire vasche che lambiscono la falda freatica non è cosa intelligente...".

 
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CORRUZIONE DILAGANTE: SERVE UN CAMBIAMENTO PROFONDO

Vignetta di don Giovanni Berti, prete di Verona,
a commento del vangelo della terza domenica di Avvento (Rito Romano)


Bisognerebbe riflettere con attenzione sui profili antropologici - oggi drammaticamente diffusi - dell'homo corruptor e dell'homo corruptibilis.

Come mai nel nostro Paese dilaga (impunemente!) l'idea che sia possibile e vantaggioso corrompere ed essere corrotti?

Se siamo arrivati a questo punto, qualcuno avrà delle responsabilità...

Ora però non mi interessa fare una disamina delle cause, quanto piuttosto trovare una via d'uscita per costruire insieme un futuro diverso.

Annoto alcuni sentieri da percorrere:

1) Denunciamo con forza i gravi limiti della società consumista e individualista nella quale viviamo. Dobbiamo ripetere fino alla noia che l'uomo non è un consumatore, né una monade a sé stante. Persona vuol dire relazione; individuo significa separazione e autosufficienza.

2) Non si tratta qui di fede o non fede, ma di pulizia interiore. Nella nostra società, in cui contano soprattutto le pulsioni e le cose, occorre riscoprire in gran fretta il primato dello spirito. E' socialmente pericoloso chi nella propria giornata non trova momenti di silenzio e di ascolto.

3) E' tempo di riscoprire la pratica, caduta in disuso, dell'esame di coscienza: fermarsi e guardarsi allo specchio per riconoscere nella propria vita il bene e il male e, conseguentemente, per cambiare il male in bene. Ma occorre precisare che la coscienza non è "ciò che io penso e decido", ma "il bene che mi chiama e mi mette in cammino".

4) In tempi di confusione è necessario spiegare con pazienza ciò che di per sé sembrerebbe banale e scontato: il bene è meglio del male, l'onestà è più sana di ogni furberia, il rispetto di sé e degli altri è più vantaggioso dell'egoismo. Non è libertà quella che ti porta a fare ciò che ti pare... Gli anziani erano soliti distinguere tra libertà e licenza.

5) Non è vero che i buoni fanno il bene. Nella realtà succede esattamente il contrario: il bene ci fa buoni. Il segreto allora è quello di camminare con impegno sulle vie del bene. Mi direte che ognuno ha le sue idee e che è impossibile - soprattutto oggi - trovarci d'accordo. A mio parere ciò è vero solo in parte: ognuno di noi infatti, per il semplice fatto di essere uomo o donna, è in grado di percepire una chiamata interiore che lo spinge a crescere. Il bene si riconosce dai frutti: se ti fa crescere in purezza e trasparenza, se ti rende più responsabile e umano, è bene. Non mancare di rispondere a quell'appello!

6) Uno da solo non ce la fa. La via del bene esige comunione, confronto, collaborazione, aiuto reciproco, anche rimprovero e correzione fraterna... Nella società di oggi diventa sempre più urgente creare occasioni di riflessione comunitaria e di confronto a partire dalle diverse prospettive di senso. In fondo siamo tutti cercatori di una via d'uscita e nessuno (neanche il credente) ha la verità in tasca. La verità non si porta in tasca e soprattutto non è mai una soluzione facile. Occorre cercarla insieme la verità, con umiltà e pazienza.

7) Per metterti in cammino non aspettare di avere capito tutto. Fai subito quel poco che hai intuito e la luce che riceverai da questa esperienza ti aiuterà a comprendere il resto. Un passo dopo l'altro. Questo significa camminare!

 
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