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AREA METROPOLIS 2.0
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Scommettiamo?
Paderno e il Villaggio Ambrosiano sono quartieri diversi ma non tanto da non poter camminare insieme!
Varie cose li uniscono: le due scuole dell'infanzia e le due elementari appartengono all'I.C. De Marchi, le due parrocchie dal 1° settembre 2007 formano un'unica Comunità Pastorale con un solo parroco.
La nostra scommessa è che possiamo crescere insieme, valorizzando le rispettive risorse e potenzialità.
VITTORIA!!!
La scommessa è un blog di Paderno Dugnano Responsabile Giovanni Giuranna (da giugno 2014 consigliere comunale per la lista civica Insieme per cambiare).
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Messaggi del 02/12/2016
Come sapete, la lista civica Insieme per cambiare ha scelto di non dare indicazioni di voto con la seguente motivazione: "l'interesse specifico della nostra azione è la città di Paderno Dugnano. Tra di noi e tra coloro che ci sostengono sono presenti sensibilità e opinioni diverse".
Per evitare che nascessero equivoci tra le mie convinzioni personali e la posizione del gruppo che rappresento in Consiglio Comunale sono rimasto in silenzio fino ad ora, cercando di privilegiare il confronto e l'approfondimento dei temi su cui, come cittadini, siamo chiamati a decidere.
In questi mesi ho ascoltato molto, ho letto opinioni diverse, mi sono documentato...
Giunti al termine di questa campagna elettorale, che ha assunto toni eccessivi e virulenti, esprimo la mia posizione personale:
domenica 4 dicembre voterò NO
con profondo rispetto per chi invece sceglierà il SI'
dopo aver ampiamente riflettuto
sul merito della questione.
Lo stesso rispetto mi auguro che prevalga, nei prossimi giorni, da parte di tutti, perché una consultazione referendaria sulla Carta Costituzionale non può trasformarsi in una corrida tra tori scatenati e toreri sanguinari.
Ci sono molti aspetti della legge di revisione costituzionale che, in generale, mi trovano d'accordo: il superamento del bicameralismo paritario, la ridefinizione del Senato quale espressione dei territori, la riduzione del numero dei parlamentari e dei costi della politica, la necessità di rivedere alcuni aspetti delle relazioni tra Stato e Regioni, il fatto che non si siano toccati direttamente "gli articoli della Carta riguardanti la Magistratura e la Corte costituzionale, i poteri del presidente del Consiglio dei Ministri e del Governo" (come osservato nel documento elaborato dall'associazione Città dell'Uomo, fondata da Giuseppe Lazzati)...
Nonostante la condivisione di queste linee di fondo, devo dire che la soluzione concreta a cui il Parlamento è giunto non mi convince a sufficienza perché io la possa approvare.
Non mi piace la nuova configurazione del Senato, in particolare la non eleggibilità diretta dei senatori che assomiglia troppo allo sfortunato caso della Città Metropolitana che ha sostituito in modo del tutto insufficiente la Provincia di Milano. Ora è abbastanza noto che le Città Metropolitane, così come sono state disegnate dalla Legge Delrio n.56/2014, non funzionano né sono dotate di un particolare profilo democratico. Le recenti elezioni di secondo livello, a cui come consigliere comunale ho partecipato, non sono state a mio avviso un'esperienza di democrazia reale, ma uno strumento in cui si è fatto sentire prevalentemente il peso degli apparati di partito.
Non mi piace inoltre il fatto che il Senato tratteggiato dalla riforma si configuri come una sorta di "tram istituzionale", sul quale - ad ogni fermata - alcuni salgono ed altri scendono (i senatori infatti perdono la propria qualifica allo scadere del mandato amministrativo nelle regioni e nei comuni per i quali sono stati eletti). Questo costante turn over mi pare una condizione non favorevole per la creazione di un gruppo di lavoro che necessita invece di continuità.
Anche l'assenza di un vincolo di mandato fa sì che i senatori non abbiano di fatto il dovere di votare in modo corrispondente all'orientamento della Regione di provenienza, come accade nel Bundesrat tedesco. Lo spiega, a mio parere con chiarezza, il Prof. Valerio Onida: "I rappresentanti delle Regioni, eletti indirettamente, andrebbero infatti a Palazzo Madama a titolo individuale, senza vincolo di mandato, e quindi esprimendo posizioni politiche di partito e non la voce delle istituzioni territoriali che dovrebbero rappresentare".
Non condivido poi la tendenza prevalente al centralismo che emerge, secondo più commentatori, dal dettato della revisione costituzionale e che contraddice il principio fondamentale di autonomia definito nell'articolo 5.
C'è un punto della riforma di cui praticamente non si è parlato e che invece, per me, va considerato con grandissima attenzione: mi riferisco all'articolo 78 che affida la deliberazione dello stato di guerra alla sola Camera.
Per inquadrare l'argomento consulta le pagine 127-128 delle Schede di lettura della riforma costituzionale.
Su un tema così delicato e fondamentale ritengo che sia necessaria - a titolo di garanzia e in conformità al principio forte del "ripudio della guerra" contenuto nell'articolo 11 della Costituzione - la deliberazione di entrambe le Camere, come avviene peraltro nelle questioni più importanti.
Molte altre cose, naturalmente, andrebbero richiamate ma il discorso si farebbe troppo lungo e dunque noioso. D'altra parte, in queste ultime ore che precedono il voto esistono svariate possibilità di approfondire il tema per cui è opportuno che io mi fermi qui.
Auguro a tutti di affinare il pensiero e di votare sul merito della legge di revisione costituzionale e non sui motivi di contorno (vantaggi/opportunità dal punto di vista strategico) che agitano le menti di tanti.
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Carola Colnago (ex consigliera comunale PD e convinta militante pro riforma costituzionale) ha tentato una personale confutazione del volantino del Comitato del No.
Voterò SI… naturalmente.
Ho ricevuto un volantino che promuove il NO.
L’ho letto e commentato, per quanto posso avere capito pur non avendo competenze, studi e conoscenze giuridiche, ma così da semplice cittadina che si informa e prova a capire.
Cordiali saluti
Carola Colnago
- pagina 1
- pagina 2
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In vista del referendum del 4 dicembre ricevo da Alberto Manzoni questa dichiarazione:
Anche se non mi ritengo all’altezza di personalità che hanno ritenuto “doveroso” far conoscere la propria intenzione di voto sul referendum di domenica, mi sento di condividere con voi qualche brevissima considerazione, rimandandone altre al dopo.
La prima è che mi spiace di non essere riuscito – per ragioni di tempo – ad organizzare un dibattito pubblico, insieme con altre persone o gruppi che avrebbero gradito collaborare. La mia intenzione era, non tanto di chiamare rappresentanti del sì e del no, quanto di invitare normali cittadini che esprimessero la loro opinione, con due sole condizioni: essersi minimamente informati sul contenuto della riforma costituzionale ed esprimere un parere sui contenuti, appunto, e non pro o contro il governo.
Purtroppo abbiamo assistito, invece, ad un dibattito pesantemente condizionato da quest’ultimo aspetto: da una parte, un susseguirsi di slogan e proclami su “l’Italia che dice sì” e l’idea (secondo me illogica) di tanti per cui «la riforma è pasticciata ma almeno si incomincia a fare qualcosa»; dall’altra la variopinta schiera dei contrari in cui si è sentito urlare più forte chi vuol mandare a casa questo governo, che non è il tema del referendum.
Io vorrei che il mio voto rimanesse – come recita l’art. 48 della nostra beneamata Costituzione quasi settantenne – «libero». È per questo che mi sto orientando a fare la scelta della scheda bianca. Non si tratta di uno scarico di responsabilità, perché io a votare ci vado e non voglio neppure optare per la scheda nulla, piuttosto è per dire che a mio giudizio la nostra classe politica non è capace di agire con responsabilità.
Può darsi che altre due notti mi facciano cambiare idea e opti per il “no”, che sarebbe dovuto a quanto ho pensato guardando ai contenuti, che – come detto prima – sono (avrebbero dovuto essere ...) al centro del dibattito.
Tutti dicono di voler eliminare la casta... forse è per questo che mi riesce difficile trovare qualche (politicamente) vergine fra quelli che ne parlano.
Alberto Manzoni
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Il CCIRM (Comitato Cittadini Interramento Rho-Monza) ha diffuso un comunicato sull'esito della Commissione Territorio di ieri: “INFRASTRUTTURA VERDE” INIZIA IL SUO DIFFICILE CAMMINO
La lista civica Insieme per cambiare ha pubblicato il seguente resoconto: MITIGAZIONI RHO-MONZA: AMMINISTRAZIONE COMUNALE E CITTADINI INSIEME
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Sull'Albo Pretorio del Comune è stata esposta la Delibera di Giunta n. 205 del 24 novembre 2016 che definisce l'impiego delle risorse derivanti da sanzioni per violazioni del Codice della Strada.
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L'incidente Eureco è, purtroppo, un fatto rimosso dalla memoria collettiva di Paderno Dugnano. Persino a Palazzolo, dove è avvenuta l'esplosione che ha provocato la morte di quattro lavoratori, questo evento non pare essere entrato nella coscienza condivisa della comunità.
Credo che sia importante dare un segnale diverso: dobbiamo riappropriarci di una pagina terribile della nostra storia cittadina e costruire insieme un futuro differente.
Per questo vi invito a partecipare a questo appuntamento, ideato e realizzato dal Comitato a sostegno dei familiari delle vittime e dei lavoratori Eureco.
Buongiorno
Il nostro Comitato sta organizzando una cena solidale per gli ex lavoratori dell' Eureco che si trovano ancora in una situazione di grave disagio.
L'evento si svolgerà il giorno 17 dicembre prossimo alle ore 20.00 presso il centro Ein Karem (Via Gadames 47 - Paderno Dugnano).
Per prenotare telefonare al seguente numero: 3331272404
Passaparola invitando i tuoi amici e conoscenti): Evento facebook
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