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14 febbraio - Amore, nome astratto che diventa concreto

Post n°94 pubblicato il 13 Febbraio 2014 da pasquale.zolla

San Valentino: la Festa degli innamorati

La festa degli innamorati ricorre annualmente il 14 febbraio in concomitanza della festa di San Valentino; festa che, tra l’altro, oggi viene celebrata in tutto il mondo e che fu diffusa dai benedettini, primi custodi della basilica dedicata al santo in Terni, attraverso i loro monasteri, prima in Italia e poi in Francia e Inghilterra.

In questo giorno la parola AMORE, nome astratto che diventa concreto, si manifesta in tutta la sua apoteosi. Tragedie, intrighi, atti eroici e chi più ne ha più ne metta, sono stati celebrati sotto di Esso. Oggi, però, l’ingiustizia sociale l’ha fatto quasi del tutto sparire dalla circolazione e Valentino, nel giorno a lui dedicato, ci vuole riportare al suo significato più vero, grazie anche alle leggende di cui trattate, seppur brevemente, in seguito.

Ma chi era Valentino?

Di nobile famiglia, fu convertito al cristianesimo e consacrato vescovo di Terni nel 197, a soli 21 anni.

Nel 270 Valentino si trovava a Roma per predicare il Vangelo e convertire i pagani. L’imperatore Claudio lo fece imprigionare e lo invitò ad abiurare la propria fede. Valentino non solo rifiutò, ma cercò di convertire al cristianesimo lo stesso imperatore che lo graziò dall’esecuzione capitale affidandolo ad una famiglia di nobili.

Venne arrestato una seconda volta sotto Aureliano e decapitato il 14 febbraio 273, a 97 anni, per mano del soldato romano Furius Placidus lungo.

Le sue spoglie furono sepolte sulla collina di Terni nei pressi di una necropoli. Su quel posto sorse, nel IV secolo, una basilica nella quale sono custodite le reliquie del Santo.

Molte sono le leggende riguardanti la vita di San Valentino. Una di esse dice che compì il miracolo di ridare la vista alla figlia cieca del suo carceriere, alla quale fu teneramente legato fino al giorno in cui venne giustiziato, tanto che la salutò con un messaggio d’addio che si chiudeva con le parole “Dal tuo Valentino”.

Un’altra narra che un giorno, vedendo due giovani litigare, andò loro incontro porgendo una rosa e invitandoli a tenerla nelle loro mani unite. I giovani si riconciliarono immediatamente. Pare, anzi, che intorno ai due giovani fece volare numerose coppie di piccioni che si scambiavano dolci gesti d’affetto. Il che diede origine all’espressione, nel vedere due ragazzi innamorati: sembrano due piccioncini.

Bellissima è la storia del matrimonio tra la giovane cristiana Serapia e il centurione romano Sabino, la cui unione era ostacolata dai genitori di lei. Quando si scoprì che la ragazza era affetta da grave malattia, il centurione chiese a Valentino di non voler essere mai separato dalla sua amata. Valentino lo battezzò, lo unì in matrimonio a Serapia, dopo di che morirono entrambi.

Come tutte le cose belle c’è sempre qualcuno che cerca di mettere il bastone tra le ruote.

Proprio come avviene in politica quando si comincia a fare passi per cambiare il Paese.

Infatti la figuara di Valentino come Santo Patrono degli innamorati viene messa in discussione perché ritengono che sia un altro sacerdote romano, anch’egli decapitato pressappoco negli stessi anni ma di cui non si conosce il nome.

A tutti gli innamorati del mondo il mio augurio più fervido per Un Amore che non abbia mai fine!

A tutte le coppie innamorate di una certa età va la mia poesia in vernacolo di Lucera, con traduzione in lingua madre.

 

 Aùrje a ttè ammóre mìje

Aùrje a ttè ammóre mìje

ka sèmbbe date m’haje assaje

de cchjù de kuille ka tagghje

addummannate, pure akkuanne

‘a tenzzjòne  è i kase d’u kambbà

‘a vedute è u sennemènne skurà

parene. Aùrje a ttè ka me faje

semóve u kóre è l’alme

è kka daje òggnè jurne

‘a lustre nd’u skurde d’i penzzire

mìje. Aùrje a l’ammóre nustre

ka paróle cchjù ne ndéne pe ddì

‘a grannèzze de kuille ka sime,

paróle k’avarrèmme mmendà,

paróle ka ne nge nnènnene

ma ka ìje è ttè bbune sapime.

Paóle ditte sóp’a vòkke, paróle

ka decime ssckitte ke l’ucchje,

sènzza sune ma ka fanne rremure

dinde. Aùrje p’u tuje, p’u nustre

kambbà, ka pòzza ghèsse cchjù mmègghje

nda stu timbbe ka da matte fuje

ma ka ne ngaggne kuille ka sendime.

Aùrje a ttè ammóre mìje

k’angóre muzzjune me daje

kuanne addurmènnete a mmè avvecine

u live fjate tuje sènde

è i sunne nustre se fònnene

è sse kumbbònnene tramènde

l’alma tuje s’astrèngge fórte

a’ mìje. Aùrje a ttè ammóre

mìje ka da sèmbbe avvecine

a mmè staje pe arrjalà kujéte

è kkalóre a l’alma mìje

ka, pe kuande pòzze ngire jì,

a’ fine sèmbbe éje da tè k’arrive!

Auguri a te amore mio

Auguri a te amore mio

che sempre mi hai dato molto

di più di quello che ti ho

chiesto, anche quando

la tensione e le pressioni

la vista e il sentimento oscurare

sembrano. Auguri a te che mi fai

muovere il cuore e l’anima

e che dai ogni giorno

la luce nel buio dei pensieri

miei. Auguri al nostro amore

che non ha più parole per esprimere

la grandezza di ciò che siamo,

parole che dovremmo inventare,

parole che non esistono

ma che io e te ben sappiamo.

Parole dette sulle labbra, parole

che diciamo solo con gli occhi,

senza suono ma che fanno rumore

dentro. Auguri per la tua, la nostra

vita, che possa essere migliore

in questo tempo che passa veloce

ma che non cambia ciò che sentiamo.

Auguri a te amore mio

che mi dai ancora emozioni

quando addormentandoti al mio fianco

il lieve tuo respiro sento

e i nostri sogni si fondono

e si confondono mentre

la tua anima si stringe forte

alla mia. Auguri a te amore

mio che da sempre a fianco

a me stai per donare pace

e calore alla mia anima

che, per quanto possa vagare,

alla fine è sempre da te che arriva!


 

 

 

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