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Il Santo che dialogò col Bimbo Gesù

Post n°145 pubblicato il 11 Giugno 2015 da pasquale.zolla

Antonio di Padova: il Santo dei poveri e dei diseredati

Fernando de Bouillon nacque a Lisbona il 15 agosto 1195 e la madre lo considerò un protetto speciale della Madonna.

Entrato in convento a dodici anni sentì la necessità di allontanarsi da Lisbona per entrare tra gli Agostiniani di Santa Croce di Coimbra, per seguire il Cristo in povertà, lasciando il paese natio e lo stesso nome Fernando, per scegliere Antonio, in onore dell’abate a cui era intitolato l’eremo (S. Antonio degli Olivi), in cui aveva conosciuto il nuovo ordine.

Si dice che la sua vocazione fosse maturata nel gennaio 1220 ai funerali dei protomartiri francescani, martirizzati in Marocco nonostante il permesso di predicazione del sultano. Ma l’unica notizia certa è la scelta del nome Antonio d’Olivares e lo sfortunato tentativo di una missione, fallita a causa del mal di mare.

Difatti dal porto di Ksar-e-Kebir Antonio chiese di imbarcarsi su di una caravella per la Spagna, ma il viaggio fu catastrofico perché all’infermità si aggiunse anche il naufragio, che lo portò sulle coste della Sicilia.

Un francescano laico, Giovanni, ex  soldato di Federico II, convinse i naufraghi che Dio stesso li aveva guidati in Italia perché partecipassero al Capitolo di Pentecoste, alla Porziuncola.

Non si sa se in tale occasione Antonio incontrasse Francesco, ma è certo che in detto luogo ebbe la prima apparizione della Vergine col Bambino Gesù, a cui era particolarmente devoto.

Padre Graziano, provinciale francescano di Montepaolo di Romagna, gli propose di seguirlo. E così fu!

Nella primavera del 1222 sentendo discutere i confratelli dell’eresia catara, intervenne quasi senza accorgersene con tale foga che fu, per lui, la prima predica, che lo porterà ad essere predicatore itinerante a Rimini, dove converte Bonillo col miracolo della mula.

Sempre a Rimini si ebbe anche il miracolo della predica ai pesci, in quanto predicando in riva al mare i pesci accorsero in gran numero e misero la testa fuori dall’acqua per ascoltarlo.

A differenza di Francesco d’Assisi, egli non ebbe alcun bisogno di ritirarsi fisicamente dal mondo per entrare in contatto con Dio; la sua cella all’interno del monastero gli garantì l’intimità sufficiente e dopo una notte passata in contemplazione egli tornava sempre più sereno del solito ai suoi impegni comunitari.

La sua povertà fu vissuta non come fine a se stessa, ma come strumento di soccorso per gli indigenti, per i quali venne istituito il cosìdetto pane di S. Antonio.

Si distinse come predicatore itinerante in Italia e in Francia, con un’ottima preparazione teologica che lo mise in grado di spiegare agli umili i dogmi delle scritture.

Si trovava in un convento provenzale quando gli fu recapitata una lettera di Francesco in cui veniva nominato Vescovo ed autorizzato a predicare teologia.

La sera del 3 ottobre 1226, mentre predicava ad Arles, apparve nitida ai presenti l’immagine di San Francesco. Più tardi si verrà a sapere che in quel preciso momento Francesco era spirato.

Nel 1227 venne eletto padre provinciale dell’Emilia e della Lombardia; nel 1229 fissò la sua sede a Padova, che diverrà famosa per la sua presenza. Qui vedrà di nuovo il Bambino Gesù e morirà nel 1231.

Il conte di Camposampiero, Tiso, fu testimone dell’apparizione di Gesù ad Antonio, che conversava con lui in carne ed ossa. Quando Antonio si accorse di essere osservato, il Bambino scomparve ed Egli fu colto da un profondo turbamento, tanto che fece promettere al conte di non rivelare mai a nessuno ciò che aveva visto.

Il conte, per accontentarlo, gli fece costruire una celletta su di un albero di noci, dove Antonio potè vivere in assoluto isolamento.

Il 13 di giugno, sapendo di essere in punto di morte, chiese di essere trasportato nella chiesa di Santa Maria Mater Domini di Padova, ma durante il tragitto le sue condizioni peggiorarono e i confratelli tornarono indietro.

Nella nebbia della calura estiva Antonio vide una donna piangente con in braccio un bambino completamente nudo, come morto. Antonio le chiese cosa fosse accaduto e lei gli rispose che fuggiva perché degli uomini cattivi la inseguivano per uccidere il bimbo.

Per aiutarla Antonio prese in braccio il bimbo, che si svegliò e gli sorrise.Anche la donna gli sorrise, alzando il volto verso di lui. Il Santo subito si rese conto che era la Vergine Maria.

Si dice che prima di morire Antonio sia tornato giovane e sano e trapassò a nuova vita cantando un inno mariano.

Ciò fa comprendere a noi la sua mistica: bisogna accogliere i bambini non perché è peccato respingerli, ma perché essi sono la riproduzione continua e vivente del mistero chiamato incarnazione che, come tutti i dogmi, è impossibile capire a fondo e va, quindi, vissuto. Anche perché in ogni bambino si rispecchia il Cristo; ogni madre che allatta e si occupa della sua creatura partecipa alla beatitudine della Vergine.

Sin da quando era in vita e subito dopo la morte fece innumerevoli miracoli, tanto che Gregorio IX lo canonizzò già nel 1232!


Grazzjòne a Sandandònje de Paduve

Ȯ kare Sandandònje de Paduve,

Tu ka sì sale d’a tèrre è llustre

d’u munne, faje ka u kambà mìje

chjìne sìje d’òbbre bbòne p’annuncià

Kriste tuttekuand’i jurne; arrape

‘a kapa mìje è u kòre mìje

a’ kanusscènze  d’i mestére de Ddìje

è arrjaleme u kuragge de kuille

ka p’a pace ubrèjene, ‘a lustrèzze

d’i pure de kòre è ‘a jenerusetà

d’i meserekurdjuse. A Tè me vóte

p’a prutezzjòne tuje addummannà

pe apputè aùttenè da Ddìje

‘a salute d’u kurje è dd’u spirde.

Pemmè Tu sìje u kumbaggne fedéle

ka me pòrte a Ddìje facènne

d’u kòre mìje ‘na chjìse peccenènne,

nu sanduàrje d’u kambà e dd’a ‘mmòre

k’arrapì pòzze, nu jurne, i pòrte

d’u Règgne d’i Cile a ndò putè

arrepusà pessèmbe a Tè ‘vvecine!

 

Preghiera a S. Antonio di Padova

O caro S. Antonio di Padova,

Tu che sei sale della terra e luce

del mondo, fa che la mia vita

sia colma di opere buone per annunciare

Cristo tutti i giorni; apri

la mia mente e il mio cuore

alla conoscenza dei misteri di Dio

e donami l’ardore di coloro

che operano per la pace, la limpidezza

dei puri di cuore e la generosità

dei misericordiosi. A Te mi rivolgo

per chiedere la tua protezione

per poter ottenere da Dio

la salute del corpo e dello spirito.

Sii per me l’amico fedele

che mi guida a Dio facendo

del mio cuore una piccola chiesa,

un santuario della vita e dell’amore

che possa aprire, un giorno, le porte

del Regno dei Cieli dove poter

riposare per sempre accanto a Te!

 

 

 

 


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