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Messaggi del 21/12/2016

Natale: sarà ancora la festa dell'Amore da Dio donatoci?

Post n°200 pubblicato il 21 Dicembre 2016 da pasquale.zolla

 

Natale: festa della Luce

Il Natale, oggi, non appartiene più solo alla comunità cristiana, ma a tutti gli uomini, in quanto è una festa diffusa in tutti i continenti. Ha assunto un significato universale e allo stesso tempo trasversale. È la festa dell’Uomo, di Gesù Cristo; è la festa della Luce 

La festa del Natale resiste e va sempre più diffondendosi, nonostante le leggi del mercato capitalistico ne stiano modificando profondamente il significato affettivo e soprattutto spirituale.

Ogni Natale ci riporta nella dimensione del mito e del rito, un rito collettivo che ravviva sulla terra luci e speranze; ogni anno si prepara il presepe e si addobba l’albero, si ripercorrono le strade della memoria, si ritrovano i gesti appresi fin dall’nfanzia e si rinnova con le varie età della vita tramandandosi di generazione in generazione.

Questa festa continua a coinvolgerci perché ha radici profonde, che evocano dimensioni quasi dimenticate e parla un linguaggio di cui abbiamo smarrito l’alfabeto, ma di cui l’anima conserva ancora qualche eco.

È la festa che canta il dono della vita: la nascita di un bimbo che vagisce in una misera grotta.

Oggi, però, sotto la spinta di un consumismo edonista rischia di perdere il significato spirituale per ridursi a mera occasione commerciale di acquisti e scambi di doni.

Solo se riusciamo a spogliarlo delle incrostazioni consumistiche e materialistiche, il Natale diventerà un’occasione per accogliere il messaggio di speranza che promana dal mistero della nascita di Cristo.

Bisogna prepararsi al Natale con umiltà e semplicità, disponendoci a ricevere in dono la luce, la gioia e la pace, che da questo mistero si irradiano.

Bisogna accogliere il Natale di Cristo come un evento capace di rinnovare oggi la nostra esistenza, in modo che l’incontro con il Bambino Gesù ci renda persone che non pensano soltanto a se stesse, ma si aprono alle attese e alle necessità dei fratelli.


U Natale ka éje?

 

Natale tenerume éje

 

p’u jìre, aùsà p’u presènde,

 

speranze p’u ‘vvenì. Si Natale

 

ne nge starrìje, l’òme ‘mmendà

 

l’avarrìje pekkè Natale

 

éje kum’a nu bèlle mumènde.

 

Nu mumènde jendile, ka pjace,

 

karetatèvele è addedekate

 

ò’ perdune. Si kuiste ngape stà,

 

dind’a nuje arrenasciarrà

 

u Sarvatòre è ssóp’a nuje

 

u raje de nu brellòkke d’u cile

 

lustrekarrà ka purtarrà

 

‘na fajìlle de speranze p’u munne.

 

U Natale pessèmbe avarrìja

 

èsse, ne nzurtande pe nu jurne.

 

U amà, u kunnevide, u dà,

 

ne nzònne da mètte da parte

 

akkum’è luce è i file durate

 

nda kakkè sckatele de kartòne.

 

U béne kè a l’avete se fà,

 

béne éje k’a nuje stèsse se fà.

 

Si putarrìje, u spirde d’u Natale

 

dind’a nu buatte u mettarrìje

 

p’u terà fóre nu póke a’ vóte:

 

jurne dòppe jurne, mése dòppe mése!

 

Che cos’è il Natale?

 

Natale è tenerezza

 

per il passato, coraggio per il presente,

 

speranza per il futuro. Se il Natale

 

non esistesse, l’uomo inventare

 

lo dovrebbe perché Natale

 

è come un bel momento.

 

Un momento gentile, piacevole,

 

caritatevole e dedicato

 

al perdono. Se nella mente ciò c’è,

 

dentro di noi rinascerà

 

il Salvatore e su di noi

 

il raggio di una stella

 

brillerà che porterà

 

un barlume di speranza per il mondo.

 

Il Natale per sempre dovrebbe

 

essere, non solo per un giorno.

 

L’amore, il condividere, il dare,

 

non sono da mettere da parte

 

come le luci e i fili dorati

 

in qualche scatola di cartone.

 

Il bene che si fa agli altri,

 

è bene che si fa a noi stessi.

 

Se potessi, lo spirito del Natale

 

in un barattolo lo metterei

 

per tirarlo fuori un poco alla volta:

 

giorno dopo giorno, mese dopo mese!

 
 
 
 

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