pasqualezollaIl blog di Pasquale Zolla |
Messaggi di Ottobre 2015
Post n°158 pubblicato il 20 Ottobre 2015 da pasquale.zolla
Amore: parola non rappresentativa dei vissuti personali dell’umanità. “L’amore è un sentimento intenso e profondo di affetto, simpatia ed adesione, rivolto verso una persona, un animale, un oggetto o verso un concetto, un ideale”, è scritto nei dizionari italiani. In tale definizione non si accenna minimamente alle passioni amorose, ai tormenti e alle gioie che, a seconda delle nostre vedute, esso dà, proprio perché in essa non si riflette il nostro essere, chi siamo, i nostri desideri, i nostri valori, le nostre aspettative, il nostro modo di vivere, le relazioni. Ognuno di noi ha un concetto tutto suo della parola amore in quanto racchiude in essa il proprio mondo interiore. Quindi quando parliamo dell’amore, ognuno parla di sé, della propria esperienza e dei propri vissuti personali. Cosìcché di fronte all’amore ci sentiamo vulnerabili e ci si sente il bisogno di dare una definizione, una forma precisa ad un sentimento per il quale, il più delle volte, si perde il controllo. Ma nonstante ciò noi esseri umani ci innamoriamo, anche contro la nostra stessa volontà, perché non esiste un concetto unico sull’amore, che è simile alle persone che sono fatte tutte di carne ed ossa, ma ognuna di per sé è unica. Sembrerebbe, il mio dire, la negazione della parola amore! Ma non è così, altrimenti non si parlerebbe di essa di continuo tra le persone, in tivù e sui massmedia in generale o in internet, né si scriverebbero messaggi, poesie, libri. E allora ognuno la pensi come vuole visto che è e sarà difficile dare una definizione univoca dell’Amore, che metta tutti d’accordo. L’importante è che la parola Amore ci sia sempre e dovunque in qualsia modo la si voglia intendere! ‘A ‘mmòre ka éje? ‘A ‘mmòre n’idjale nenn’éje, pekkè ne nze póde sciarrjà ke kakkèkkòse ka te stace sckitte dind’a kape. Ammòre éje medetazzjòne ka te fà trùuà tè mèdèsme, ‘a tuje ‘nergìje, ‘a fórza tuje è u tuje ghèsse kume parte de tutte. Ammòre éje u sulènzje ka te fà vedè ‘a vìje; u sènde de l’alme ka te kunnuce a ‘a fà. Ammòre éje ammòre a ‘kkussì kum’éje!
L’amore cos’è? L’amore non è un ideale, perché non si può competere con qualcosa che esiste solo nella mente. Amore è meditazione che fa trovare te stesso, la tua energia, la tua forza e il tuo essere come parte del tutto. Amore è il silenzio che ti fa vedere la strada; l’ascolto dell’anima che ti guida a percorrerla. Amore è amore così com’è!
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Post n°157 pubblicato il 07 Ottobre 2015 da pasquale.zolla
La Madonna del Rosario L’origine della Madonna del Rosario è da attribuirsi all’apparizione di Maria a San Domenico nel 1208 a Prouille. La Chiesa cattolica celebra la festa della Madonna del Rosario il 7 ottobre di ogni anno, istituita con il nome di Madonna della Vittoria da Papa Pio V a perenne ricordo della battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571), nella quale la flotta della Lega Santa (Spagna, Repubblica di Venezia e Stato della Chiesa) sconfisse quella dell’impero Ottomano. Papa Gregorio XIII la trasformò in festa della Madonna del Rosario perché prima della battaglia i cristiani avevano invocato Maria recitando il Rosario. Nel 1212 San Domenico di Guzman, mentre era a Tolosa, vide la Vergine Maria che gli consegnò il Rosario, come risposta alla sua preghiera per sapere come combattere l’eresia albigese. Fu così che il Santo Rosario divenne l’orazione più diffusa per contrastare le eresie e fu l’arma determinante per vincere i musulmani a Lepanto. Ȯ Reggine d’u Resarje
Ȯ Vèrgene ‘Mmakulate, Reggine
d’u Resarje, k’a ritt’è manghe mine
i trasure d’a Celèste Meserekòrdje,
addefinnece d’ò male, ‘d’ò ‘rgògghje,
è i nustre ammure pulite rinne.
I famigghje tutte bbenedecìje;
i uagghjune sèmbe pruteggìje
è arrjale kujéte speranze
a ki nd’a vecchjaje kamb’ò nzukkòmbe
dind’i cigghje. Pe nuje ndreccedìje
priss’u Figghje tuje akkussì ka
k’u matèrne tuje ajut’è ssòtte
‘a prutezzjòna tuje pe sèmbe kambà
‘vvecin’a tè putime, ò dòce Mamme
de Meserekòrdje, Reggine d’u Resarje!
O Regina del Rosario
O Vergine Immacolata, Regina
del Rosario, che spargi
i tesori della Celeste Misericordia,
difendici dal male, dall’orgoglio,
e i nostri affetti purifica.
Benedici tutte le famiglie;
proteggi sempre i giovani
e dona serena speranza
a chi vive nella vecchiaia o soccombe
nel dolore. Intercedi per noi
presso il Figlio tuo così che
col tuo materno aiuto e sotto
la tua protezzione per sempre vivere
vicino a te possiamo, o dolce Madre
di Misericordia, Regina del Rosario!
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Post n°156 pubblicato il 02 Ottobre 2015 da pasquale.zolla
Laudato si’, mi’ Signore, per nostra matre Terra Il poverello di Assisi… e Papa Francesco: che binomio Nato il 5 luglio 1182 ad Assisi da Pietro Bernardone e dalla nobildonna Pica Bourlemont, il giovane Francesco, rampollo di una ricca famiglia, conduceva una vita allegra e spensierata. Poi venne la guerra, in cui fu fatto prigioniero, e la malattia. Durante la convalescenza, lo tormentava un senso di insoddisfazione nei confronti della vita. Ascoltando un passo del Vangelo ebbe una rivelazione e decise di dedicarsi all’amore del Creato. Abbandonò la ricchezza e si mise ad annunciare, in grande povertà, i messaggi di gioia, speranza e amore contenuti nella Bibbia, fondando l’Ordine del Mendicante. Corse in aiuto dei diseredati e degli emarginati, denunciò le ingiustizie e si oppose ad ogni appropriazione. La solidarietà fu il suo cavallo di battaglia. Prima della sua morte scrisse il Cantico delle Creature che è il sunto dei suoi insegnamenti sul rispetto e l’amore che tutti gli esseri umani dovrebbero avere per tutte le creature di Dio. San Francesco, si può ben dire, è stato il precursore degli ecologisti, che lo hanno proclamato loro Patrono nel 1979. Due anni prima di morire, mentre pregava sul monte Verna, ebbe le stigmate che ricordano i chiodi che Crocefissero Gesù, dalle quali sanguinava spesso. Dopo la sua morte (3 ottobre 1226), venne fatto Santo da PapaGregorio IX il 16 luglio 1228 per le sue virtù che erano d’esempio a tutti: bontà, pacifismo, pietà, umiltà, fraternità e giustizia. Venne proclamato Patrono d’Italia, insieme a Santa Caterina da Siena, il 18 giugno 1939 da Pio XII. Oggi, il primo Papa che ha riportato in auge il poverello di Assisi prendendo il suo nome, sta dando un impulso nuovo a quella solidarietà tanto amata dal Santo, rivolgendo il suo pensiero costante a questa nostra terra che protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Noi tutti dimentichiamo che siamo terra perché il nostro corpo è costituito degli elementi del pianeta. La povertà e l’austerità di San Francesco non erano un ascetismo solamente esteriore, ma qualcosa di più radicale: una rinuncia a fare della realtà un mero oggetto di uso e dominio. È, pertanto, necessario unirsi tutti insieme nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale per risolvere le drammatiche conseguenze del degrado ambientale che si fa sentire soprattutto tra la povera gente. L’essere umano è una creatura di questo mondo che ha diritto a vivere e ad essere felice e la terra è un bene collettivo, patrimonio di tutti e non di chi la possiede per amministrarla per suo proprio conto. Così facendo ci si carica di un onere sulla coscienza che nega l’esistenza degli altri. E Papa Francesco si è fatto paladino per assicurare a tutta l’umanità le risorse che sorella terra ci dà!
Grazzjòne ò’ Krjatóre d’u munne Ddìje, Tu ka sì u Krjatóre d’u munne è ssì presènde pure nd’a cchjù peccenènne d’i krjature tuje, mbunne dind’a nuje ‘a fòrze d’a ‘mmòre tuje affenghè kure ce pegghjame de sciusscèlla tèrre è dd’u kambà de tuttekuille ka sópe a ghèsse stace. Faje sì k’a prutjìme è nnen’a strujìme. Ajutece a skuvrì u valòre d’òggnèkkòse, è kundemblà ke maravigghje è kka u jì nustre p’arrevà anzin’a tè pòzz’avvenì ke tuttekuande i krjature tuje. Faje ka tuttekuande apputime kullabburà, kume strumènde tuje, p’arresórve u prubbléme d’u degrade ammjendale è lluttà p’a justizzje, ‘a ‘mmòre è a kujéte, è trattanne, kum’a Frangiske, da tatucc’è sciusscèlle tuttekuille k’atturne a nuje stace. Preghiera al Creatore dell’universo Dio, Tu che sei il Creatore dell’universo e sei presente anche nelle più piccole delle tue creature, infondi in noi la forza del tuo amore affinché ci prendiamo cura di sorella terra e della vita di tutto ciò che su di essa hai posto. Fa sì che la proteggiamo e non la distruggiamo. Aiutaci a scoprire il valore di ogni cosa, a contemplarle con stupore e che il nostro cammino per giungere a te possa avvenire con tutte le tue creature. Fa che tutti possiamo collaborare, come tuoi strumenti, per risolvere il problema del degrado ambientale e lottare per la giustizia, l’amore e la pace, e trattando, come Francesco, da fratelli e sorelle tutto ciò che sta a noi d’intorno.
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Inviato da: cassetta2
il 14/02/2024 alle 18:49
Inviato da: pasquale.zolla
il 25/11/2023 alle 12:53
Inviato da: cassetta2
il 19/11/2023 alle 17:05
Inviato da: pasquale.zolla
il 17/10/2023 alle 18:41
Inviato da: amorino11
il 25/07/2023 alle 19:11