paese reale

Il nipote preferito di Ciriaco, che quasi contemporaneamente dalla Scuola di Politica di Nusco benediceva la possibilità di fare alleanze in un nuovo centrosinistra, ha abilmente capovolto il senso della sua presenza lì, in mezzo a democratici dissenzienti, post-comunisti di SI e di Possibile, vecchi artefici di un brand ormai superato come il "centro-sinistra alternativo". E da ultimo probabile imbarcato in una rivisitazione dell'Ulivo, che era lo scopo dell'adunata, si è imposto all'attenzione come guida e suggeritore di un'altra via per riprendersi Avellino: l'applicazione anche nel capoluogo del "modello Atripalda", mettendo da parte appartenenze partitiche e candidature a sindaco, per allestire una lista poliforme che sia in grado di risolvere i tanti problemi della città. 

Poco importa che l'operazione Atripalda ha portato un Udc sulla poltrona di primo cittadino. Così chi guardava con interesse all'apertura promossa dal sinistra dem Gengaro, per coinvolgere la stessa Unione di Centro di De Mita, si è trovato un po' spiazzato dalla controproposta venuta dal deputato e vicesegretario nazionale del partito. Insomma, non sono io né l'Udc a confluire in una alleanza dalle larghe intese, funzionale alla conquista del Comune avellinese, ma siete voi rappresentanti dell'arcipelago delle Sinistre presenti in città, a seguire la mia strategia, ad allearvi con De Mita ed i centristi. Dentro un listone indistinto, ma di riferimento centrista. 

Il primo passo di questo nuovo idillio si è consumato, adesso si attendono sviluppi. In concreto, però, perché non sia tutta mera retorica di fine giugno.