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PARTITI AL BIVIO
Post n°86 pubblicato il 14 Giugno 2008 da progettocaulonia
La mobilitazione dei movimenti e della cosiddetta “società civile”, in questi anni, è stata spesso guardata con sospetto, ma per quanto si possano avere dei dubbi su questo modo di far politica, non li si può avere sul fatto che esso abbia sollecitato in qualche modo la politica “ufficiale” ad occuparsi dei temi proposti e che esso testimoni una grande domanda di partecipazione . È una domanda politica per ora senza risposta. L’attuale forma di democrazia occidentale è qualcosa che è in crisi ed è necessario, per passare ad una nuova democrazia, trovare nuove istituzioni che sappiano far fronte ad alcuni problemi cruciali, il più importante dei quali è proprio quello di immaginare il modo in cui il popolo possa esprimere il suo volere. È il nocciolo del sistema democratico: come possa il demos esercitare il kratos; come sia possibile, oggi, la partecipazione popolare al processo di decisione politica, a livello locale, regionale e nazionale. Ciò che sembra entrato in crisi è l’attuale sistema di rappresentanza. Al suo interno i partiti vengono sentiti spesso come lontani dagli interessi reali della gente e si riducono (e così sono perlopiù percepiti) in molti casi al ruolo di taxi, che conducono gruppi di persone alla conquista del potere. Al suo esterno, al di sopra delle teste dei cittadini, vengono prese decisioni attraverso procedure sovente poco trasparenti di cui l’opinione pubblica è il più delle volte all’oscuro e la cui legittimazione democratica è quantomeno dubbia. Quello che manca, soprattutto, è un dibattito informato che coinvolga seriamente i cittadini sui temi all’ordine del giorno nell’agenda politica locale, provinciale e regionale. Oggi la struttura del partito risulta spesso respingente per i giovani e i cittadini che vogliano impegnarsi politicamente: la democrazia interna tende spesso ad essere soltanto formale, come hanno rivelato sovente le dinamiche dei congressi, dove le assemblee congressuali finiscono il più delle volte per approvare decisioni già prese e organigrammi già stabiliti a livello centrale, attraverso la nomina dei comitati elettorali e politici (approvati a loro volta senza discussione dalla platea congressuale). La selezione per gli incarichi di dirigenza avviene nei fatti molto spesso attraverso una cooptazione sulla base dell’abnegazione, della fedeltà al “capo” che coopta. Tutta l’attività politica si risolve molto spesso nell’organizzazione e nella gestione della rete delle relazioni. E quel che è peggio: gran parte delle energie, nella “vita di partito”, sono assorbite dalla lotta interna per il potere. Tanto che si può dire, stilizzando un po’, che la politica di professione nei partiti si è ridotta di fatto ad una sorta di supervisione e conoscenza dei processi di collocamento all’interno e all’esterno dei partiti stessi. Sulla base di queste considerazioni noi immaginiamo di collocarci nel partito democratico con la voglia di costruire un soggetto che sia, anzitutto , un’organizzazione antioligarchica che dia la possibilità ad ogni iscritto, secondo il principio “una testa, un voto”, di avere una voce in maniera puntuale e influente nella decisione delle linee politiche: attraverso referendum di indirizzo sulle linee politiche essenziali; nell’elezione diretta dei dirigenti (dove la leadership sia realmente contendibile); nella scelta dei candidati alle principali cariche di governo (sindaci, presidenti di provincia, presidenti di regione, presidente del consiglio), nonché dei candidati ai collegi parlamentari, e ai consigli comunali, provinciali e regionali. E infine, più in generale, la questione centrale è questa: dovremmo tendere ad una riduzione al minimo della politica come professione, per “tornare” ad una politica come servizio civico , mettendo un freno alla degenerazione della politica come “ufficio di collocamento”. E dovremmo in proposito anche operare una pulizia nel lessico che usiamo correntemente: cerchiamo di non parlare più di classi dirigenti nei partiti, ma di gruppi dirigenti che compiono le loro missioni e lasciano spazio ad un ricambio circolare e continuo delle loro componenti, concorrendo davvero collettivamente ad un partito della democrazia partecipata . L’analisi del voto nelle ultime elezioni politiche e amministrative conferma la necessità di riflettere su come strutturare bene un partito appena nato ma con tare ereditarie ben evidenti . Il nostro Circolo dopo questo periodo caratterizzato da scarsa iniziativa politica dovuta proprio ad un necessario chiarimento di idee sulle vie da perseguire , intende lavorare, senza scelte ambigue e di comodo, ma creando consenso intorno ai problemi della comunità, delle strutture amministrative e politiche in cui operiamo, e proponendo soluzioni concrete.
Francesco Mirarchi |
INFO
RACCOLTA FIRME
L'APPELLO DEL COORDINAMENTO DELLE FAMIGLIE
Non chiediamo soldi
Non chiediamo pietà
Non chiediamo assistenzialismo
CHIEDIAMO SOLO ATTENZIONE!
Siamo le famiglie di disabili gravi.
In un Paese dove la pensione anticipata è stata "regalata" a molte categorie, da anni sono ferme in Parlamento proposte di Legge per la concessione del prepensionamento ai genitori che assistono i propri figli disabili gravi.
La gravità, quando si parla di handicap, non è un termine generico ma presuppone una speciale condizione, certificata in base ad una visita collegiale, che comporti l'impossibilità per il disabile di compiere "gli atti quotidiani della vita".
Queste persone, se non vengono aiutate, non sono in grado di lavarsi, vestirsi, nutrirsi o partecipare alla vita sociale.
Nella maggior parte dei casi il disabile in condizioni di gravità dipende completamente dal genitore che si occupa di lui e quando egli raggiunge la maggiore età e perde quindi la possibilità di partecipare alla vita scolastica, la sua famiglia (spesso monogenitoriale) si trova di fronte a scelte terribili: lasciare il lavoro (senza aver raggiunto l'età della pensione) e vivere di assistenzialismo o affidare il proprio figlio ad un Istituto-lager di cui è tristemente ricca la cronaca di tutti i giorni. Troppo spesso abbiamo anche assistito alla disperazione di genitori che, senza un'opportunità degna di questo nome, preferiscono uccidere il proprio figlio ed uccidersi.
Con questo scopo abbiamo avviato la raccolta di firme per una Petizione Popolare che invita le istituzioni a legiferare sul PREPENSIONAMENTO di genitori che assistono un figlio disabile grave: scarica il modulo e raccogli le firme
Ogni cittadino di Caulonia può porre la sua firma in favore dell'appello del Coordinamento nazionale delle famiglie di disabili gravi e gravissimi nell’apposito foglio che troverà presso la segreteria del sindaco a Caulonia Centro, o presso la sede della delegazione a Caulonia Marina.
APPUNTAMENTI
PROSSIMO EVENTO: 20 marzo - ore 18.30 / Roccella Jonica, Convento dei minimi
MODERA:
CARLO IANNUZZI - Presidente Consulta Giovanile Roccella
INTERVENGONO:
PASQUALE VOZZO - Presidente Brasil Roccella
ROCCO MESITI - Dirigente A.S. Roccella
ANTONINO LEGGIO - Assessore comunela allo sport
ATTILIO TUCCI - Assessore provinciale allo sport e alle politiche sociali
AUGURI DEMETRIO
Demetrio Naccari (Pd) nuovo assessore al Bilancio e Patrimonio -
E' stata presentata il 30 novembre la nuova Giunta regionale della Calabria in una conferenza stampa tenuta dal presidente, Agazio Loiero. Si tratta di un esecutivo con dieci assessori, più il presidente ed il vicepresidente.
Oltre a Loiero, vicepresidente è stato nominato Vincenzo Spaziante (esterno), che lavorerà assieme al governatore sui temi della Sanità e del Lavoro;
Michelangelo Tripodi (Pdci), Urbanistica e Territorio;
Pasquale Tripodi (Udeur), Turismo e Beni culturali;
Luigi Incarnato (Sdi), Infrastrutture e Lavori pubblici;
Demetrio Naccari (Pd), Bilancio e Patrimonio;
Mario Maiolo (Pd), Programmazione nazionale e comunitaria;
Mario Pirillo (Pd), Agricoltura e Forestazione;
Liliana Frascà (Pd), Riforme e Personale;
Francesco Sulla (Pd), Attività produttive;
Domenico Cersosimo (esterno), Ricerca scientifica;
Diego Tommasi (esterno, dei Verdi), Ambiente e Protezione civile.
Il presidente Loiero ha sottolineato come la nascita del nuovo esecutivo coincide con il giro di boa della legislatura. "Abbiamo inteso - ha detto - dare un assetto e delineare in maniera stabile l'esecutivo che ci possa portare fino alle elezioni del 2010". Loiero ha messo in evidenza, tra l'altro, la necessità di un rilancio dell'immagine e di come Giunta e Consiglio spesso abbiano avuto delineata un'immagine non positiva non avendone talvolta - ha detto - "alcuna colpa".
link: www.demetrionaccari.it
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