Creato da: psicologiaforense il 14/01/2006
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SINDROME DI BURNOUT IN AZIONE, MAESTRA FRACASSA LA TESTA AD ALUNNA CHE VUOLE TORNARE A CASA, MOLTI INVOCANO LA PENA DI MORTE

Post n°8590 pubblicato il 14 Marzo 2016 da psicologiaforense

Una bambina di tre anni rifiuta di togliersi il cappottino, la maestra la uccide fracassandole il cranio. E’ una storia di una violenza inaudita quella  accaduta negli Stati Uniti: Autumn Elgersma, bambina di tre anni, è stata scaraventata con violenza a terra dalla sua maestra di scuola dell'infanzia, per essersi rifiutata di obbedire. La caduta le ha procurato delle fratture al cranio che le hanno causato ferite al cervello risultate fatali.

MAESTRA CONDANNATA A 100 ANNI DI CARCERE


Rochelle Sapp gestiva una scuola materna nella città di Orange City. Una mattina, subito dopo l'inizio dell'attività didattica  avvertì telefonicamente i genitori della scolaretta Autumn Elgersma che la piccola era "caduta dalle scale". La madre, arrivata di corsa a scuola   l’ha trasportata  al vicino ospedale locale. Da lì è stata trasferita in un centro traumatologico situato a Sioux Falls. I medici della struttura hanno diagnosticato fratture al cranio e un trauma al cervello. Ricoverata in rianimazione, due giorni dopo è morta. Agli agenti la maestra ha confessato di aver scaraventato a terra la bimba dopo che si era rifiutata di togliersi il cappotto. La donna che in un primo momento era stata arrestata con l’accusa aver procurato lesioni e aver messo in pericolo la vita di un minore è stata ora condannata a 100 anni di carcere.  Philip e Jennifer Elgersma, genitori di Autumn, distrutti dal dolore, hanno pubblicato una dichiarazione in cui ringraziano quanti hanno pregato per la bambina e per loro.

NOTA INTEGRATIVA

La “SINDROME DEL BURNOUT” è  una forma di “follia” determinata dall’esercizio di attività lavorative  che implicano  relazioni interpersonali di aiuto (infermieri, insegnanti, operatori sociali, agenti di polizia, ecc…)  Ne consegue che, se non opportunamente trattati, questi soggetti cominciano a sviluppare un lento processo di "logoramento" o "decadenza" psicofisica dovuta alla mancanza di energie e di capacità per sostenere e scaricare lo stress accumulato (il termine burnout in inglese significa proprio "bruciarsi"). In tali condizioni può anche succedere che queste persone si facciano un carico eccessivo delle problematiche delle persone a cui badano, non riuscendo così più a discernere tra la propria vita e la loro. Il burnout comporta esaurimento emotivo, depersonalizzazione, un atteggiamento spesso improntato al cinismo, all’aggressività, agli scatti d’ira…. Il soggetto tende a provare frustrazione e insoddisfazione, nonché una ridotta empatia nei confronti delle persone delle quali dovrebbe occuparsi. Il burnout si accompagna spesso ad un deterioramento del benessere fisico, a sintomi psicosomatici come l'insonnia e psicologici come la depressione. I disagi si avvertono  sia  nel campo professionale, sia sul piano personale con  abuso di alcol, di sostanze psicoattive, ecc…


 
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Commenti al Post:
monellaccio19
monellaccio19 il 14/03/16 alle 07:46 via WEB
Mi taccio per rispetto alla piccola. Buon inizio settimana Giuliana.
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 14/03/16 alle 09:18 via WEB
Questo caso ha fatto riaprire il dibattito sulla pena di morte in Florida che, come sai, la Corte Suprema nel gennaio 2016 ha dichiarato incostituzionale e bloccato temporaneamente poiché la legge non prevedeva che fosse una giuria a decidere all'unanimità
(Rispondi)
 
geishaxcaso
geishaxcaso il 14/03/16 alle 08:15 via WEB
.... si ricollega al post precedente :( che tristezza..... buona giornata Giuliana :)
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 14/03/16 alle 09:23 via WEB
Sì, proprio così: "disturbi psichiatrici rilevanti e gravi. Però in questo caso nessuno si era accorto di nulla. La maestra, ora condannata a 100 anni di carcere, era un'amica della mamma della piccola Autumn Elgersma e da tutti considerata una educatrice di eccellenza. Era un preivilegio poter iscrivere i figli nella sua scuola...
(Rispondi)
 
gabbiano642014
gabbiano642014 il 14/03/16 alle 08:34 via WEB
Buongiorno...A volte mi chiedo, come può la mente umana arrivare ad un simile comportamento..
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 14/03/16 alle 09:24 via WEB
A causa della sindrome del BURNOUT.
(Rispondi)
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 14/03/16 alle 09:34 via WEB
Succede molto spesso anche qui in Italia. Di solito grazie ad intercettazioni e video che ritraggono gli operatori picchiare e insultare i loro assistiti si riesce ad arrestarli. E' successo a maestre d'asilo di Pisa, di Modena, ecc... contro bimbi di età compresa fra uno e tre anni. In altre città con scolaretti della scuola dell'infanzia o primaria. A Ficarolo (Rovigo) negli Istituti Polesani ci sono stati dei morti. Solo qualche ora fa Daniela Poggiali, 44enne infermiera di Lugo, nel Ravennate, è stata condannata all'ergastolo per l'uccisione di una sua paziente. E così di seguito....
(Rispondi)
 
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 14/03/16 alle 09:36 via WEB
.... e ho motivo di credere che questi episodi siano solo la punta dell'iceberg.
(Rispondi)
 
gabbiano642014
gabbiano642014 il 14/03/16 alle 08:34 via WEB
Buona giornata Giuliana :)Patty
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 14/03/16 alle 09:38 via WEB
Felice settimana Carissima PATTY:-)
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Gioia il 14/03/16 alle 10:39 via WEB
Certe persone nn dovrebbero fare alcuni lavori, come le maestre d'asilo, badanti ed infermieri, forse non sono capaci, ad esempio, ho fatto tanti lavori, anche la badante, ma ho sempre rifiutato di fare la baby sitter temendo di non avere abbastanza pazienza, un saluto dal profondo.
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 14/03/16 alle 14:37 via WEB
Questa ragazza, stimatissima in tutto il paese, ha avuto la pessima idea di aprire una sua scuoletta materna. Dico pessima perchè è una attività impossibile. Infatti se vuoi sopravvivere devi fare tutto da sola: maestra, bidella, addetta alle pulizie, cuoca, ecc.... E questo dalle 7 del mattino al tardo pomeriggio, con 22 bimbi. Una follia!
(Rispondi)
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 14/03/16 alle 14:38 via WEB
Un caro saluto:-)
(Rispondi)
 
LA.QUARTA.LUNA
LA.QUARTA.LUNA il 14/03/16 alle 10:50 via WEB
Indubbiamente una tragedia assoluta, un crimine orrendo; c'è anche da chiedersi il motivo una persona con disturbi come quelli riscontrati esercitasse quel tipo di professione; un sistema da rivedere sino alle fondamenta.
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 14/03/16 alle 14:45 via WEB
E' una attività privata. Anche qui da noi ci sono "scuolette" fatte da persone che, nella loro casa, accolgono i bimbi del vicinato o del condominio. Questa ragazza era molto considerata, attiva nel volontariato, sempre disponibile..... E sono questi soggetti che vengono colpiti dalla “SINDROME DEL BURNOUT” perchè si fanno un carico eccessivo delle problematiche delle persone a cui badano, non riuscendo così più a discernere tra la propria vita e la loro.
(Rispondi)
 
nina.monamour
nina.monamour il 14/03/16 alle 17:23 via WEB
Oggi insegnare è sempre più difficile, la categoria degli insegnanti è posta sempre più sotto pressione, divisa tra quelle che sono le aspettative interne, cioè insegnare secondo i propri convincimenti personali ed il proprio stile professionale e le aspettative esterne, vale a dire ciò che gli alunni, le famiglie e l'organizzazione scuola in generale (colleghi, preside) richiedono all'insegnante stesso. Per cui sono sempre sotto stress, e le conseguenze di questo stato di cose possono portare un Insegnante ad uno stato di logoramento ed esaurimento psico-fisico, oggi definito burn-out. Una sindrome che colpisce di solito le persone la cui attività lavorativa ha le caratteristiche di una "relazione di aiuto". Buon pomeriggio.
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 14/03/16 alle 18:31 via WEB
Buon pomeriggio:-)) Non è questa la fattispecie. Qui non ci sono dirigenti scolastici, colleghi, strutture che ti obbligano a fare quello che non vuoi, ecc.. Qui abbiamo la signora Rochelle Sapp che è in buona sostanza una maestra-baby sitter che nella sua abitazione custodiva, a pagamento, i bambini del quartiere. E' stata condannata a 100 anni di carcere per l'omicidio della bimba di anni 3.... ma questo non esclude che possa essere rilasciata sulla parola ed essere in grado di riprendere una vita normale.
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 14/03/16 alle 18:38 via WEB
LA SINDROME DEL BURNOUT ha qui giocato un ruolo determinante in quanto non è pensabile custodire da soli 22 bimbi in casa propria senza l'aiuto di nessuno e spesso per 12 ore al giorno, dalle 7 del mattino (ora in cui i genitori vanno al lavoro) al tardo pomeriggio quando possono tornare a riprenderli. P.S. IN UNA SCUOLA DELL'INFANZIA PUBBLICA, tanto per capirci, la maestra, che è aiutata da personale ausiliario e da altre maestre, insegna per un massimo di 5 ore al giorno di cui alcune in compresenza e, a volte ha 10/12 bimbi, specialmente nei piccoli paesi.
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
CARLA il 14/03/16 alle 18:46 via WEB
Un asilo in casa o in condominio. Ma anche in una fattoria oppure in un agriturismo. Dai micronidi ai baby parking, sono tantissime le nuove formule del business degli asili nido. Sono tante le opportunità per chi offre orari flessibili, servizi di qualità e costi ragionevoli. L'avvio di un asilo è un'ottima opportunità professionale per molti
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 14/03/16 alle 18:53 via WEB
Un ottimo business dici tu. Forse. Tutto dipende se la Regione ti concede i finanziamenti del caso, ecc... In America nessuno ti dà nulla: accendi un mutuo e provi. Però con 20 bambini non puoi certo guadagnare tanto da permetterti di assumere personale....
(Rispondi)
 
gas.o0
gas.o0 il 15/03/16 alle 09:20 via WEB
Ecco come un "banale" possibile incidente sul lavoro, si trasforma in un incubo x l'individuo... Ieri leggevamo del bel carcerato che farà il modello... Bah...
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 15/03/16 alle 09:42 via WEB
Però quando fai il maestro, cortesemente, le mani le tieni in tasca... non le alzi contro i tuoi scolari.
(Rispondi)
 
 
gas.o0
gas.o0 il 15/03/16 alle 11:19 via WEB
Temo non essermi spiegato ^_^ cmq, criminalizzare ogni evento finito in tragedia in luoghi di lavoro comprendenti persone deboli... La violenza gratuita è ben altra cosa, e và perseguita, non vendicata...
(Rispondi)
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 15/03/16 alle 11:40 via WEB
Ho capito perfettamente il tuo pensiero. Però, in questo caso, non si tratta di incidente. La bimba voleva tornarsene a casa perchè la maestra era "cattiva". A quest'ultima sono stati contestati altri episodi di violenza contro i bambini a lei affidati. Per questo la maestra ha patteggiato 50 + 50 anni di carcere. Altrimenti l'ergastolo era sicuro. Se si comporta bene tra qualche anno uscirà sulla parola...
(Rispondi)
 
 
 
 
gas.o0
gas.o0 il 15/03/16 alle 13:09 via WEB
Bene... Ammesso non si tratti d'incidente, ti senti appagato dalla condanna?! A me pare l'ennesima sconfitta, queste cose si dovrebbero prevedere non accanendosi con chi gia a commesso, ma accupandosi dei potenziali...
(Rispondi) (Vedi gli altri 4 commenti )
 
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 15/03/16 alle 14:07 via WEB
Questa signora, autonomamente e liberamente, ha reputato opportuno entrare nel business degli asili privati. In Florida lo puoi fare senza dover chiedere il permesso a nessuno. Anche in Italia c'è lo stesso business di asili in casa, in condominio, ecc.. Bene. La maestra dicevo ha aperto un "baby parking". Ne ha parlato con le mamme che conosceva, ha guadagnato la loro fiducia e ha iniziato l'attività con 10 bambini che dopo 6 mesi sono diventati 22 (di più non ci stavano nella sua casetta). Sembrava una brava maestra... Tutto questo premesso e chiarito, mi sembra che la sentenza di condanna non faccia una piega.
(Rispondi)
 
 
 
 
gas.o0
gas.o0 il 15/03/16 alle 16:46 via WEB
Non sempre cio che appare è la realtà... Anzi, te avresti affidato la tua creatura senza prima controllarne le referenze?! Questi ne sono i risultati ^_^
(Rispondi)
 
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 15/03/16 alle 17:05 via WEB
Non ha alcuna giustificazione. Però era una persona stimatissima e rispettata da tutti. Referenziatissima. Aveva fatto la baby sitter dall'età di 14 anni successivamente è stata educatrice in asili e maestra in scuole private. Poi ha pensato di mettersi in proprio. Si è assunta impegni, psico-fisici ed economici, più grandi di lei...
(Rispondi)
 
 
 
 
gas.o0
gas.o0 il 15/03/16 alle 18:32 via WEB
E li il break psicologico, capito, pensi sia possibile un recupero psichiatrico?! Lo proporrei...
(Rispondi)
 
cas.li
cas.li il 15/03/16 alle 11:20 via WEB
BURNOUT.QUANDO L'OPERATORE ODIA CHI ASSISTE. Con questo termine la psichiatra americana C. Maslach nel 1975, ha definito una sindrome i cui sintomi evidenziano una patologia comportamentale a carico di tutte le professioni ad elevata implicazione relazionale. La Maslach definisce il burnout come una perdita di interesse vissuta dall’operatore verso le persone con le quali svolge la propria attività (pazienti, assistiti, clienti, utenti, ecc), una sindrome di esaurimento emozionale, di spersonalizzazione e riduzione delle capacità personali che può presentarsi in persone che, per professione, sono a contatto e si prendono cura degli altri.
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 15/03/16 alle 11:42 via WEB
BURNOUT era un termine sportivo ad indicare che l'atleta era "cotto" poi la psichiatra che tu giustamente citi l'ha riferito al mondo del lavoro.
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Piercarlo il 15/03/16 alle 13:03 via WEB
VICENZA. Per maltrattamenti ai bambini tra l’ottobre 2014 e il febbraio di quest’anno, una sessantenne maestra d’asilo della provincia di Vicenza è stata sospesa dall’esercizio di insegnante per cinque mesi, fino alla fine dell’anno scolastico. L’ordinanza di misura cautelare interdittiva è stata notificata all’educatrice dai carabinieri del comando provinciale di Vicenza. Secondo l’accusa la donna, abusando delle proprie qualità, teneva costantemente un atteggiamento autoritario e violento verso bambini in età compresa tra i tre ed i cinque anni, insultandoli ed usando violenza, minacciandoli di gravi conseguenze in caso di comportamenti non adeguati. In un’occasione, poiché un bambino aveva sputato verso un suo coetaneo, sputava a sua volta in faccia all’alunno come «metodo di insegnamento». I piccoli avrebbero subito crisi di pianto, nonché sofferenze fisiche e morali.
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 15/03/16 alle 15:22 via WEB
Purtroppo questi casi si moltiplicano di giorno in giorno
(Rispondi)
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
alexa il 15/03/16 alle 16:10 via WEB
Un bambino che lancia uno sputo ad un suo coetaneo non va giustificato solo perché è piccolo, in questo caso la maestra ha avuto ragione a sputargli in faccia così poi voglio vedere se avrà ancora coraggio a sputare in faccia ad un suo coetaneo; il bullismo esiste perché ci sono adulti come voi che lo giustificano
(Rispondi)
 
 
 
cas.li
cas.li il 15/03/16 alle 16:15 via WEB
Peccato che abbia commesso reati previsti dal codice penale e che ripugnano ad ogni coscienza civile.
(Rispondi)
 
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 15/03/16 alle 16:24 via WEB
E' vero. La donna, educatrice presso una scuola statale dell'infanzia di VICENZA, «abusando delle proprie qualità, teneva costantemente un atteggiamento autoritario e violento», spiegano in militari in una nota, verso bambini in età compresa tra i 3 ed i 5 anni, «insultandoli ed usando violenza, minacciandoli di gravi conseguenze in caso di comportamenti non adeguati». In un'occasione, poiché un bambino aveva sputato verso un suo coetaneo, lei sputò a sua volta in faccia all'alunno come «metodo di insegnamento». I piccoli hanno subito crisi di pianto, nonché sofferenze fisiche e morali. I fatti riguardano un periodo che va dal mese di ottobre del 2014 fino a febbraio 2016.
(Rispondi)
 
marianna212
marianna212 il 15/03/16 alle 13:29 via WEB
come minimo dovrebbe far riflettere sull'idoneita di questi operatori e sulle condizione in cui operano
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 15/03/16 alle 15:28 via WEB
L'idoneità all'insegnamento non viene valutata. Circa 100 mila docenti sono stati immessi in ruolo senza neppure un concorso. In generale, purtroppo non è previsto un accertamento psicologico sugli aspiranti docenti. Capita di vedere persone geniali, bravissime in matematica o in altre discipline e con disturbi di interesse psichiatrico e/o assolutamente incapaci di instaurare una relazione educativa con gli studenti.
(Rispondi)
 
fstd
fstd il 15/03/16 alle 13:52 via WEB
La prassi è che le donne fanno i figli e poi, dato che sono impegnate a fare altro, li consegnano agli asili, alle babysitter o a chiunque altro li prenda in consegna. Benissimo. Continuate pure così....( in nome del progresso e delle libertà) . auguri.
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 15/03/16 alle 15:32 via WEB
E qui si innesca il dibattito di queste ore ovvero se la Meloni potrà da mamma svolgere funzioni e ruolo di Sindaco di Roma.
(Rispondi)
 
Scost_Mat
Scost_Mat il 15/03/16 alle 14:16 via WEB
E' ormai prassi consolidata che le donne facciano i figli e poi, avendo altre faccende importanti di cui occuparsi, li affidino agli asili, alle babysitter, ai nonni e a chiunque altro che se ne prenda cura. Il tutto, in nome del progresso e della libertà . Benissimo, continuate così. Auguri .
(Rispondi)
 
 
Le_fusa
Le_fusa il 15/03/16 alle 15:37 via WEB
Depressi multiprofilo e bamboccioni...si permettono anche di scagliarsi contro " le madri" a prescindere...senza nemmeno considerare che uno stipendio non basta e che spesso, dopo l'asilo o la scuola, e dopo il lavoro, sono sempre e quasi solo loro a occuparsi dei figli, che a rigor di logica si fanno in due, non come qui qualcuno sostiene.." Che le donne facciano i figli e poi" . Non sono madre per scelta e me ne felicito ogni qualvolta vedo un presunto appartenente al de- genere umano postare certi commenti..non si sa mai...avrei potuto contribuire a rimpinguare il già sovrappopolato stuolo di mentecatti.
(Rispondi)
 
 
 
Scost_Mat
Scost_Mat il 15/03/16 alle 20:47 via WEB
Rinunciare a essere madre per libera scelta, risolve a priori il problema. Ma non risolve -evidentemente- l'astio di chi si agita paradossalmente contro chi approva la detta scelta. In questo caso, raddoppio gli auguri.
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 15/03/16 alle 15:43 via WEB
Le pari opportunità sono un principio giuridico inteso come l'assenza di ostacoli alla partecipazione economica, politica e sociale di un qualsiasi individuo per ragioni connesse al genere, religione e convinzioni personali, razza e origine etnica, disabilità, età, orientamento sessuale o politico.
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 15/03/16 alle 15:40 via WEB
“A me dissero di andare a fare la calzetta”. Per Fernanda Contri, prima donna ad essere eletta giudice della Corte Costituzionale, non c’è poi tanto da meravigliarsi per le parole di Guido Bertolaso a Giorgia Meloni (“Pensasse a fare la mamma”). “Purtroppo nella testa degli italiani non è ancora entrato cosa è scritto nell’articolo della 3 della Costituzione”.
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Federico il 15/03/16 alle 15:52 via WEB
Se una donna sceglie di diventare mamma assume delle precise responsabilità e quindi per tutto il periodo dell'allattamento o almeno per il primo anno di vita del bambino DEVE occuparsi di lui, assisterlo, accudirlo, curarlo, etc. Quello che fa la mamma non può farlo nessuno altro
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Luciana il 15/03/16 alle 15:58 via WEB
“I bambini che vanno all’asilo nido prima dei sei mesi di età soffrono troppo il distacco della mamma, che fino a quel momento riconoscono anche dall’odore – sostiene Maria Rita Parsi, psicologa, psicoterapeuta e docente di psicologia -: si interrompe infatti quel contatto fisico costante che è indispensabile entro i primi sei mesi e si genera in loro confusione nel trovarsi tra le braccia di altre persone che, per quanto affettuose e preparate, sono degli estranei. E aggiunge: “Sarebbe bello che le mamme non dovessero separarsi dai loro bambini fino ai tre anni, come succede in Finlandia in cui la maternità è tutelata fino a quell’età, naturalmente con stipendio e contributi assicurati, ma purtroppo in Italia c’è una realtà molto diversa…”. Sostiene la linea “non troppo presto al nido” anche Anna Oliverio Ferraris psicologa e psicoterapeuta, professore ordinario di psicologia dello sviluppo all’Università La Sapienza di Roma. “L’ideale sarebbe poter tenere a casa il bambino fino a 18 mesi – dice Oliverio Ferraris -. Dopo l’anno e mezzo di età, infatti, i bambini si adattano più facilmente alle novità, riescono a socializzare meglio e ad apprezzare la vita e i giochi insieme ai coetanei”.
(Rispondi)
 
petrollamp
petrollamp il 16/03/16 alle 04:10 via WEB
Buondì a tutti, ciao cara amica; micidiale, non ho letto proprio tutti i commenti ma micidiale.. andrò controcorrente ma ho l'impressione che tali aberranti deformazioni dell'essere si verifichino mediamente (e proporzionalmente al numero di persone) con più frequenza negli States ps: non son pratico di blog ma la "nota integrativa" non l'avrei inserita nel post, a prima vista sembra un legittimare la cosa, discutere del Burnout nei commenti invece lo vedo sacrosanto.
(Rispondi)
 
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