Creato da: psicologiaforense il 14/01/2006
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« IL CASO DEL GIORNO, BERL...L'ARTE DEL CAMBIAMENTO,... »

NON SONO UN BAMBOCCIONE, MA LAVORARE STANCA, ATTUALITÀ, IL CASO DEL MESE

Post n°8245 pubblicato il 13 Aprile 2015 da psicologiaforense

A volte ci si meraviglia di come molti giovani studino e lavorino... in merito è intervenuto anche il ministro Poletti: I miei figli d'estate sono sempre andati a lavorare e non si distrugge un ragazzino se invece  di stare a spasso va a fare quattro ore di lavoro…  Tanto è bastato per dare la stura a commenti e interpretazioni. Qualcuno, leggendo tra le righe, ha visto dietro le parole del ministro Poletti un disegno politico per sfruttare gratuitamente il lavoro dei giovani...

 SCUOLA & LAVORO

 In questi giorni in Inghilterra ha destato un certo scalpore il fatto  che il figlio di un calciatore milionario lavori, a chiamata,  in un bar e  che un celebre chef,  conduttore televisivo,  mandi le figlie a lavorare nei fini settimana in un  pub. Tolta la celebrità dei padri, per i giovani studenti britannici il fatto non è affatto raro. Secondo studi accurati un quarto degli studenti e studentesse degli ultimi anni di scuola media superiore il sabato lavora in caffè e ristoranti per guadagnare un po’ di soldi e fare esperienza di lavoro. Sulla cosa i pareri sono divisi. C’è chi, come il nostro ministro Giuliano Poletti, loda queste forme di lavoro saltuario e precario: gli studenti si preparano e imparano il valore della moneta. Ma i britannici hanno dubbi: pare che i soldi guadagnati siano poi spesi in alcol e canne, e questo non riscuote approvazione. Inoltre il Guardian riporta i risultati di un accurato studio del Prof. Angus Holford : i giovani studenti che lavorano il sabato, e soprattutto le ragazze, perdono colpi nel profitto scolastico e agli esami finali. Il lavoro distrae, stanca, distoglie dallo studio. Altra cosa sarebbe se, come è stato sperimentato in Italia in alcuni istituti tecnici, l’attività di lavoro si realizzasse come parte di un progetto educativo elaborato e gestito dalle scuole, magari anche, ma non solo, nei pub e dai fruttivendoli, dove d’estate il ministro Poletti dice che lavorano i suoi figli.

 

 
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Commenti al Post:
monellaccio19
monellaccio19 il 13/04/15 alle 16:27 via WEB
Credo che il prof dica sciocchezze, però non dirglielo, potrebbe sfidarmi in un seminario ad hoc!!!! I ragazzi che lavorano sono encomiabili comunque e se qualcuno si limita solo al sabato, ve ne sono tanti altri che lavorano tutti i giorni oltre che studiare!!! Il punto non è se distraggono o si stressano per il lavoro, il punto è la volontà di portare a fine gli studi. Se accade che durino molto o che vengano abbandonati, è solo cattiva volontà, nessuna voglia di realizzarsi e accertata voglia di vivere alla giornata. Io ho l'esempio di mio figlio: dal diploma in poi ha sempre lavorato, tutti i mestieri possibili e immaginabili: una volta l'ho visto uscire di casa con una busta contenete strani abiti colorati e una parrucca rossiccia con capelli arruffati. Chiesi con sospetto a cosa servissero e dove andava. Mi rispose candidamente che faceva il clown sui trampoli in un centro commerciale appena inaugurato!!!! Buona sera Prof.
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 13/04/15 alle 16:53 via WEB
Il MIUR scrive: " …L'alternanza scuola-lavoro consiste nella realizzazione di percorsi progettati, attuati, verificati e valutati, sotto la responsabilità dell'istituzione scolastica o formativa, sulla base di apposite convenzioni con le imprese, o con le rispettive associazioni di rappresentanza, o con le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, o con gli enti pubblici e privati, ivi inclusi quelli del terzo settore, disponibili ad accogliere gli studenti per periodi di apprendimento in situazione lavorativa, che non costituiscono rapporto individuale di lavoro art.4 D.Lgs. 15 aprile 2005, n. 77 "
(Rispondi)
 
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 13/04/15 alle 18:18 via WEB
Il MIUR dice e la realtà è corrispondente a quanto recita il MIUR???? Chi ha necessità e avverte il bisogno, prende il lavoro che capita. Le realtà quotidiane bisogna analizzare specie quelle del sud Italia. Le poche occasioni, chi deve, le prende al volo, tutti gli altri a passeggio o a contare i soldini del papy!!! Ho conosciuto ragazzi che stavano stesi sul letto aspettando che il lavoro piovesse dal cielo!!!
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 13/04/15 alle 16:57 via WEB
Non mi risulta che i Tuoi figli, carissimo Carlo, abbiano impiegato i soldi guadagnati o quelli avuti dai genitori in alcol e droga.
(Rispondi)
 
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 13/04/15 alle 18:25 via WEB
Brava, quindi???? Il punto è quello che indico: ragazzi volenterosi (non solo i miei figli) che hanno colto le occasioni che si presentavano: mia figlia ha fatto anche la cameriera in un pub (del fratello) ma sempre a servire stava!!! I soldini non erano nè per droga nè per fumo, non hanno mai fumato nemmeno una sigaretta per sbaglio!!! Insomma, perché dovrei far passare i miei figli come persone uniche e capaci di realizzarsi a modo loro? Sono convinto che tantissimi ragazzi lo abbiano fatto con merito. Poi, se c'è qualcuno che ha lavorato, lavori per droga e alcool, saranno pure affari suoi e della propria famiglia???? Toh, guarda un po', ho scritto famiglia, pare che non contasse niente per tantissimi, eppure, il suo ruolo è fondamentale per le scelte che fanno i ragazzi. Tutte le scelte!
(Rispondi)
 
donadam68
donadam68 il 13/04/15 alle 16:38 via WEB
..concordo che se l’attività di lavoro si realizzasse come parte di un progetto educativo elaborato e gestito dalle scuole, sicuramente avrebbe senso sia per il curricolo dell'alunno che non fa altro che mettere in pratica quelle teorie acquisite a scuola , sia come momento di maggior responsabilizzazione del ragazzo che inizia a prendere coscienza del futuro e del mondo del lavoro ; un sorriso e buon pomeriggio :)D
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psicologiaforense
psicologiaforense il 13/04/15 alle 16:54 via WEB
Esattamente.
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psicologiaforense
psicologiaforense il 13/04/15 alle 16:55 via WEB
Sempre secondo il Ministero : … Apprendi nei luoghi nei luoghi di lavoro…acquisisci nuove competenze…orientati con gli stage…tirocini…realizza i percorsi in alternanza L'alternanza scuola - lavoro è un percorso formativo che: potenzia l'autonomia scolastica; qualifica l'offerta formativa; esalta la flessibilità; risponde ai bisogni diversi degli alunni; agisce per la forte valenza orientativa, come mezzo di contrasto alla dispersione scolastica
(Rispondi)
 
carlamariadgl20
carlamariadgl20 il 13/04/15 alle 17:20 via WEB
Il percorso scolastico è astratto, scollegato con il mondo del lavoro e quindi è bene che i ragazzi, specialmente all'università e senza mai trascurare gli studi, mettano fuori la testa e si diano da fare per maturare esperienze formative "sul campo" anche per capire i rapporti con il datore di lavoro, con i colleghi, con i clienti.
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 13/04/15 alle 18:01 via WEB
In linea di massima sono anch'io di questa opinione come credo che sia di grandissima utilità inviare i figli -magari con il progetto Erasmus - a studiare anche in università estere. O a specializzarsi all'estero.
(Rispondi)
 
zarina111
zarina111 il 13/04/15 alle 17:24 via WEB
Di questi tempi io non sarei tranquilla se mia figlia liceale andasse a fare la cameriera o la colf. Si legge tutti i giorni di gente che con la scusa di offrire un lavoro hanno ben altre intenzioni
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 13/04/15 alle 18:03 via WEB
Capisco le ansie protettive, ma non è che puoi chiudere un figlio in una serra per preservarlo dalle insidie del mondo
(Rispondi)
 
maraciccia
maraciccia il 13/04/15 alle 17:24 via WEB
I ragazzi che lavorano oltre che studiare sono da lodare due volte, e non credo proprio che lo facciano per drogarsi o per i vizi, alcuni lo fanno proprio per poter studiare. Inoltre chi lavora e ha voglia di studiare, sicuramente ottiene anche buoni risultati, certo lasciando le dovute ore ai due rispettivi campi. I miracoli son duri da compiere, caro Ministro Poletti!!
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psicologiaforense
psicologiaforense il 13/04/15 alle 18:06 via WEB
So che parli per diretta esperienza personale: sei stata studente lavoratrice e mamma tu stessa, ora è tua figlia che, quando può, non si tira certo indietro. E' un sacrificio ma non mi pare si sia trovata male anche se non sempre è stata retribuita decentemente.
(Rispondi)
 
 
 
maraciccia
maraciccia il 14/04/15 alle 19:31 via WEB
Proprio così, è la decenza che manca, poi pretendiamo che i giovani si comportino bene, quando son proprio gli adulti che li sfruttano fin che possono! Ma certo non succede ai figli "di"!! In Germania è diverso, e anche questo è per diretta esperienza in loco. Aiuti per la casa e per i trasporti, e mediamente stipendi più alti.
(Rispondi)
 
silente_anima
silente_anima il 13/04/15 alle 17:54 via WEB
lavoro= che bella parola.... a volte mi chiedo,io che purtroppo sto per diventare un esodato,se questa parola ha ancora un valore importante,e non solo per chi,come me,ha oltre 50 anni,ma soprattutto se questa parola è importante per i giovani,i quali,una parte,anche a discapito di sacrifici,cercano un lavoro che gli permetta una certa serenità sotto tutti i punti di vista,tra lo studio e il divertimento,e per non essere di peso ai bilanci familiari... ma non tutti i giovani hanno questa idea,nel dividersi tra lo studio ed un part time...anzi i più furbi continuano a rimanere a bilancio sulle spalle dei genitori Silente_anima
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 13/04/15 alle 18:12 via WEB
Infatti è esploso proprio il fenomeno "Neet": milioni di giovani che non lavorano e non studiano. Come riporta QN: " Sui "Neet" interviene anche l'Istat. In Italia il 26% dei giovani tra i 15 e i 29 anni, ossia 2,4 milioni, sono 'neet' ossia non sono più inseriti in un percorso scolastico/formativo ma neppure in un'attività lavorativa: una percentuale che aumenta tra le donne (27,7%) rispetto agli uomini (24,4%). Nel Rapporto "Noi Italia", l'Istat spiega che nel 2013 si è avuto l'incremento più sostenuto degli ultimi anni della percentuale di Neet. Una quota che e' nettamente superiore alla media della Ue, ma dal grafico risulta che superiamo anche la Bulgaria (con una quota del 25,7%) mentre l'incidenza è maggiore solo in Grecia (28,9%). Nella media dei paesi Ue, inoltre, circa la metà dei 'neet' è in cerca di un'occupazione, con picchi di oltre il 70% in Grecia, Spagna e Portogallo. Nel nostro paese negli anni più recenti ci sono stati meno disoccupati e più inattivi. Tuttavia la quota di disoccupati tra i giovani 'neet', cresciuta in misura significativa nel 2012, aumenta ulteriormente nel 2013 al 42,2%. Tra le Regioni, è la Sicilia con la quota piu' alta di 'Neet', seguita da Campania, Calbria e Puglia."
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StregaM0rgause
StregaM0rgause il 13/04/15 alle 18:55 via WEB
mah personalmente all'università ho anche lavorato: avevo messo su con due ragazze greche una piccola impresa di lavascale:-)ovviamente tutto in nero, eravamo saltuarie ma funzionava: insomma i soldi per i viaggi estivi ce li guadagnvamo...fino a che mia madre non l'ha saputo e la florida attività è cessata:-) ciaoo giulia!
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psicologiaforense
psicologiaforense il 14/04/15 alle 15:06 via WEB
Una esperienza interessante. Io lavoravo all'UTET...
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psicologiaforense
psicologiaforense il 14/04/15 alle 15:07 via WEB
A quei tempi "pagavano" con 5000 lire al giorno
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mark_marchi
mark_marchi il 13/04/15 alle 20:45 via WEB
Ci sono mille motivi per essere fieri di studiare e lavorare: 1. Il tuo curriculum vitae non sarà vuoto quando, finalmente, sarai laureata/o 2. Puoi vantarti di avere la tanto richiesta esperienza lavorativa. 3. Conoscerai già (quasi tutte) le regole del mondo del lavoro 4. Capirai cosa vuol dire &#147;gli esami non finiscono mai meglio di chiunque altro 5. Saprai cosa significa avere un datore di lavoro (rispetto al quale il professore ti sembrerà un angioletto) 6. Apprezzerai il valore dei soldi 7. Imparerai a sentirti responsabile 8. Assumerai consapevolezza e sicurezza 9. Sarai un passo avanti agli altri Detto ciò.. vi sembriamo ancora degli sfigati?
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psicologiaforense
psicologiaforense il 14/04/15 alle 15:08 via WEB
9 ottimi motivi!
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Afroditemagica
Afroditemagica il 13/04/15 alle 21:35 via WEB
Trovo giusto il "progetto scuola-lavoro" che pone lo studente in una condizione di passare dalla teoria alla pratica. Gli insegna a capire cosa è il lavoro, a rapportarsi con persone diverse per età ed esperienze. E perché no! Anche ad essere orgoglioso di portare a casa dei soldini guadagnati da lui! Ci sono poi ragazzi che per potersi permettere l'università lavorano e studiano, con ottimi risultati!
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Yaris167
Yaris167 il 13/04/15 alle 23:24 via WEB
Preparatissima Giuliana, Complimenti. Mi fa piacere che tu abbia dedicato un post all'alternanza scuola-lavoro ma, se mi permetti...correggo l'informazione data dal Ministro o da chi per lui..
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Yaris167
Yaris167 il 13/04/15 alle 23:27 via WEB
...non ha fatto bene il Ministro a non specificare che soltanto alcuni settori(es. enogastronomici) possono far svolgere agli studenti) l'alternanza scuola-lavoro durante il periodo estivo... Inoltre, (e mi dispiace contraddire il Ministro) l'alternanza scuola- lavoro di cui al Dlgs, n. 77 del 2005 è di competenza dello Stato e quindi, come hai ben specificato, è il Miur ( e quindi lo Stato) a dettarne i livelli essenziali e gli ambiti di applicazione all'interno dell'Istruzione secondaria di secondo grado la quale però comprende anche la IeFp (formazione professionale= qualifiche triennali) di competenza delle Regioni..
(Rispondi)
 
 
 
Yaris167
Yaris167 il 13/04/15 alle 23:28 via WEB
Il Risultato? Riguardo agli stages e ai tirocini, la Conferenza Stato- Regioni ha dovuto pronunciarsi in merito emanando le"linee guida del 23 febbraio 2013" dalle quali risultano che i tirocini estivi possono essere formativi e di orientamento e non riguardano l'alternanza scuola- lavoro...
(Rispondi)
 
 
 
 
Yaris167
Yaris167 il 13/04/15 alle 23:31 via WEB
Chiudo con la sentenza n. 50/2005 della Corte Costituzionale che ha dichiarato l’illegittimità dell’articolo 60 del Dlgs 276/2003 che disciplina i “Tirocini estivi di orientamento”, affermando il principio che i tirocini attengono alla formazione professionale e non ai rapporti di lavoro e pertanto la loro regolamentazione è rimessa alla competenza esclusiva delle amministrazione regionali...
(Rispondi) (Vedi gli altri 3 commenti )
 
 
 
 
Yaris167
Yaris167 il 13/04/15 alle 23:33 via WEB
Insomma, non so se sono stata chiara, ma la diatriba didattica, non riguarda vacanze sì vacanze no, o lavoro sì o lavoro no, ma gli "incentivi economici" ai datori di lavoro che accolgono i tirocinanti...
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Yaris167
Yaris167 il 13/04/15 alle 23:36 via WEB
Mi fermo qui...'Notte cara! ;-)
(Rispondi)
 
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 14/04/15 alle 14:38 via WEB
GRAZIE DAVVERO CARISSIMA:-)))
(Rispondi)
 
camnisi1943
camnisi1943 il 14/04/15 alle 05:34 via WEB
Non sarebbe poi del tutto male Giuliana, dare un'impronta lavorativa ai giovanissimi. clicca e buona giornata Un saluto e scappo via, Camillo.
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 14/04/15 alle 14:38 via WEB
Buon pomeriggio Camillo:-))
(Rispondi)
 
Hamsho
Hamsho il 14/04/15 alle 16:44 via WEB
C'è chi naviga nel benessere e trova educativo far lavorare i propri figli nel periodo estivo (anche se poi sperperano), c'è chi annega nella vita e all'insaputa contribuisce a prostituire le nuove generazioni per mantenersi gli studi. Due facce della stessa medaglia d'una scuola da riformare radicalmente. Ciao
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psicologiaforense
psicologiaforense il 14/04/15 alle 17:01 via WEB
Non hai tutti i torti:-)
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