Creato da flaverd il 08/04/2010
 

ratòrysciacca

"L' Italia, senza la Sicilia, non lascia alcuna immagine nell' anima: qui è la chiave di tutto". Goethe

 

 

Primo Maggio ...nel ricordo

Post n°853 pubblicato il 01 Maggio 2017 da flaverd

Primo Maggio in Via Cannella
Post n°833 pubblicato il 30 Aprile 2015 da flaverd

Tag: primomaggio in via Cannella

La mattina del 30 aprile, Via Cannella era tutta un andirivieni di ragazze in fibrillazione.Erano molte le ragazze da marito in quella strada del quartiere di San Michele. Le famiglie Bongiovì (Failla) e Bongiovì (Costameno) erano quelle più numerose. Ma il punto di riunione era sempre la casa di Cussidda la Babbalucia. Lei era una ricamatrice e preparava i corredi alle signorine che si dovevano sposare. Aveva alcune lavoranti che stavano per buona parte del giorno chine sui lunghi telai a riempire reti preziosissime e complicate con ricami per lenzuola al 500, al 700, punto tela, punto pieno, insomma veri capolavori. La casa di Cussidda era una specie di club delle ragazze di Via Cannella. Là si programmavano le uscite, le feste, le scampagnate. E nelle mattine come questa il programma prevedeva un appuntamento per tutte al tramonto per andare a raccogliere il maio fuori Porta San Calogero. Già. Negli anni 60 non c'erano ancora costruzioni fuori dalla Porta. Era tutta campagna, tutto prati verdi. Le ragazze preparavano le ceste di vimini (coffe). Al tramonto, allegre e vocianti, si saliva verso la zona alta del quartiere, ridendo e cantando. Arrivate fuori la Porta, si faceva a gara a chi riempiva prima delle altre la propria cesta di margherite gialle, le più fresche, le più grandi. una volta riempite le ceste, si cominciava a giocare tirandosi addosso lu maiu e li "ziti", un cespuglio con aghi sottili che si incollava ai vestiti. Chi aveva addosso più aghi, aveva più "ziti". A sera, il ritorno a casa. Ci si sedeva davanti alle porte e si cominciavano a fare i tappetini di margherite gialle da mettere l'indomani mattina davanti all'ingresso delle case. Che spettacolo la mattina del Primo Maggio! Tutta la strada era tappezzata di giallo!Tappeti di maiu dappertutto!Le ragazze di Via Cannella si affacciavano felici e sorridevano...

 

 
 
 

Cannileri di Pasqua a Sciacca

Post n°852 pubblicato il 15 Aprile 2017 da flaverd
 

Questo cannileri di Pasqua l'ho fatto realizzare nel 2011 per un gruppo di miei assidui amici.

Il panificio Bono di Piazza Porta Palermo lo ha fatto con la solita maestrìa dietro mia ordinazione. Per me è molto simbolico di una Pasqua della nostra tradizione,povera, semplice, ma al tempo stesso ricca di valori e di significato.Le uova, il pane...cosa c'è di più genuino?. Mia madre impastava la farina dei cannileri con tantissima "giggiulena"( semi di sesamo). I pastai di oggi , invece, il sesamo lo mettono solo nella superficie del pane.E poi...la pasta dei cannileri di mia madre aveva il gusto particolarissimo del guscio dell'uovo...era davvero un gusto speciale.         E poi la forma ...rotonda, quasi un abbraccio, a significare la condivisione del pasto, l'affetto e l'amore. In Vicolo Gabriella a San Michele c'era il forno a legna di la zza Mariedda, dove tutti andavano a infornare il loro pane.Andavo anche io con mia nonna a portare da cuocere il nostro pane e i nostri cannileri.Li cannilera si facevano di pasta di pane , ma anche di pasta dolce(oggi sarebbe una specie di frolla). Ma sia nella versione dolce che salata, non mancavano nella tavola di Pasqua. Un piccolo particolare...oggi non hanno più quel sapore. Colpa delle farine? Colpa delle uova? a questi fattori non secondari si aggiunga che manca la fame che avevamo allora e il gusto irrimediabilmente perduto di una tradizione che va scomparendo.

 
 
 

Minestra detox di Santo Stefano

Post n°851 pubblicato il 26 Dicembre 2016 da flaverd
 


La mia minestra disintossicante di Santo Stefano la faccio con la borragine che stamattina stessa, poche ore fa, abbiamo raccolto in campagna. Soffritto di cipolletta, peperoncino e qualche pomodorino, aggiungo la borragine che ho ben lavato, strizzato e triturato e via...appena cinque minuti di cottura con l'aggiunta di un pò d'acqua. Quindi, metà l'ho messo nella pentola dove ho cotto la pastina  e metà l'ho frullata.
A cottura della pasta, ho mescolato il tutto. A me piace così...semplice semplice ma buona e soprattutto disintossicante.Ci voleva...dopo il banchetto della vigilia e il superpranzo di Natale.

 
 
 

a tavola con i ratory

Post n°850 pubblicato il 21 Dicembre 2016 da flaverd

Le mie amiche mi dicono:"Dato che hai un figlio cuoco, non hai problermi per preparare la cena di Natale". Ma , in realtà, mio figlio ama la mia cucina, che poi è quella di mia madre e di mia nonna. Lui mi dice"Mà, cucina a modo tuo e fai quello che sai fare". E io, che sono una patita dei blog di cucina, da Giallo zafferano a Sorelle in pentola e conosco quasi tutti i personaggi che orbitano nello sconfinato mondo dei blog, da Chiara Maci a Benedetta Parodi passando da Jamie Oliver, dopo aver fatto delle scorribande su web e aver tirato fuori dalla libreria volumi di enciclopedia specialistiche, mi rassegno a fare le "solite" cose. il motivo è anche un altro. Quando a tavola si supera il numero canonico di sei commensali e si trasborda fino a una ventina, i nostri buoni propositi da gran gourmet vanno a farsi benedire. Per dirla con un termine tutto nostro" Cè chi la vuole cotta e chi la vuole cruda" Allora va bene così. Faremo le nostre frittatine ai cardi e ai carciofi, il nostro risottino di mare, la salsiccia al forno e , per contorno, le verdurine raccolte in campagna e saltate in padella con aglio e olio. così accontentiamo tutti e...buon cenone di Natale!

 
 
 

Teatro? Siiii!

Post n°849 pubblicato il 20 Dicembre 2016 da flaverd
 

 

 

Eccoci qui. Siamo sul palcoscenico del Teatro Samonà di Sciacca:Il Nostro teatro.Ce l'abbiamo fatta!

Michela , Anna Maria, Maria, Paola, Dina, Stefania, Rosalba, Luisa. Dietro il divano ci sono io e,sdraiato,  davanti,il nostro regista.

Il cast al maschile vede Leo,Errico,Silvio, Enzo e Michele.

I protagonisti ? Virginia e Leo, coniugi sulla scena e nella vita. Tutti gli attori sono soci della Fidapa di Sciacca.

E' appena finita la rappresentazione della commedia"E' il tempo che ci consuma o siamo noi a consumarlo?"scritta da Angelo Pumilia.

E' nato tutto per gioco. Ma la conclusione di questa "scommessa" ci soddisfa molto, moltissimo. Soprattutto perchè il nostro impegno è stato premiato da un "tutto esaurito" dopo appena quattro giorni di informazione sull'evento e da una risposta di pubblico e di consensi che ci commuove e premia i nostri sforzi. L'incasso della serata ha consentito di dotare la sezione della LILT di Sciacca di uno spirometro per le indagini polmonari di prevenzione: questo lo scopo benefico della serata. Con sottile autoironia, l'autore focalizza alcune piccole manie degli over ...anta dei nostri giorni: il ricorso al lifting, l'attaccamento morboso ai social, la pedanteria, la filo anglofonia, il brontolamento nostalgico, il giovanilismo forzato, il pettegolezzo, le divertenti aspirazioni sessuali e altro.Ciascun personaggio manifesta il suo "vizietto" in un insieme di conversazioni tra l'amichevole e il social-conformismo. Ma il tutto con la leggerezza e il garbo cui Angelo Pumilia ci ha abituati con le sue commedie. 

 
 
 

Il nostro presepe

Post n°848 pubblicato il 12 Dicembre 2016 da flaverd
 

Il presepe e'sempre uguale, da venti anni in qua. Lo comprammo da Gaspare Patti e lo montiamo sempre allo stesso modo.

Loro due crescono. Ma ogni anno Flavia e Francesca guardano quelle statuine con emozione. Danno suggerimenti al nonno su dove posizionare pecorelle e steccati fatti con leggere cannucce. Poi, l'accensione delle luci colorate viene accolta dal loro applauso. La magia si ripete.

 
 
 

Black friday in Sciacca

Post n°847 pubblicato il 29 Novembre 2016 da flaverd
 

Piove forte, alle dieci del mattino del 25 novembre da noi, in contrada Perriera a Sciacca. Ma non possiamo ancora immaginare cosa sta succedendo in altre zone della città.Un terrificante nubifragio si sta abbattendo , a macchia di leopardo, su alcune contrade periferiche e in direzione di Ribera. Arrivano, dopo pochi minuti, le prime immagini sul cellulare e sul pc: immagini di fiumi di acqua e fango che scendono verso il mare, auto travolte e trascinate, alberi e cespugli trasportati e accatastati dalla furia delle acque, muri franati...Sì, proprio qui, nella mia città. Verso le 12 spunta il sole e le immagini del disastro appaiono più nitide nella loro terrificante realtà. Siamo in contatto con familiari e amici per sentire se ci sono problemi. Per fortuna siamo indenni. Ma c'è una persona dispersa, purtroppo- lo confermano i tg locali. Si continua ancora oggi a cercarlo. I danni sono enormi. Le campagne disastrate. Le strade manifestano voragini e buche senza fine. Sfatato il mito di una città al sicuro e di condizioni meteo  sempre favorevoli. Non ci sono località al sicuro dai disastri climatici attuali. Adesso lo sappiamo.

 
 
 

Noi nonne brontolone

Post n°846 pubblicato il 22 Novembre 2016 da flaverd

Si, noi nonne siamo brontolone. La nostra esperienza di vita e di lavoro ci porta inevitabilmente a confronti spesso non accettati dalla controparte...giovane. Ma poichè siamo ratory, ci sia concesso qualche sfogo. La mia nipotina frequenta la seconda classe della scuola primaria. Il suo zaino é talmente pesante che la bambina non può caricarselo...per cui la sua mamma lo porta a mano mentre lei ha un'altra cartella con altri quaderni e libri. Ma dico..signore maestre e signori dirigenti scolastici, la vogliamo finire di credere che la cultura scolastica sia fatta di penne cancellabili rosse e blu, a cui si aggiungono quelle luccicose che non so nemmeno come si chiamano, e poi matite colorate e a spirito, gomme, colla e copertine di plastica di tutti i tipi e chi piu' ne ha...Non voglio cadere nella retorica del "ai miei tempi" ma non credete che si stia esagerando?

 
 
 

Todd

Post n°845 pubblicato il 09 Giugno 2016 da flaverd

Quattro giorni sono pochi per far conoscere ai nostri amici Todd di Forth Worth (Texas) quello che c'è da sapere sulla Sicilia. Noi ce l'abbiamo messa tutta. Una brioche con gelato sulla terrazza del Miramare,un panino con le panelle davanti alla villa comunale, spaghetti, cuscus e pasta con le sarde in casa nostra.

 
 
 

Baccalà alla ghiotta ratòry

Post n°843 pubblicato il 29 Novembre 2015 da flaverd

Dal mio fruttivendolo Maurizio sono arrivate le "pale" di baccalà salate. Per me e altri due amici  ne basta una da sette etti. La tengo a bagno per due giorni in acqua fredda, cambiando l'acqua almeno tre volte al giorno, oprazione indispensabile per dissalare il pesce e renderlo commestibile. Faccio a pezzi il baccalà e lo infarino con la semola di grano. Lo friggo in olio di arachidi ben caldo e lo metto da parte. Intanto preparo un soffritto di cipolla e vi butto della passata di pomodoro, senza salarla, attenzione! Faccio cuocere nel sugo dei pezzetti di patate e appena queste sono cotte, unisco il baccalà.Come vedete, in questa ricetta non ci sono olive , capperi e quanto altro si trova in altre ricette di baccalà. Io mi sono attenuta a quella di mia madre, che era proprio così semplice, semplice.

 
 
 

Lasagne al pesto e ricotta

Post n°842 pubblicato il 29 Novembre 2015 da flaverd
 

La nostra ricotta di pecora di Caltabellotta è veramente il jolly di tutta la cucina invernale. Con la lasagna fresca comprata nel banco frigo del supermercato, mezzo chilo di ricotta e un vasetto di pesto...la lasagna va di scena alla grande!Mescolo il pesto con la ricotta e aggiungo poca panna fresca e parmigiano grattugiato.Il composto deve essere fluido. Preparo anche mezzo litro di besciamella che metterò sul fondo della teglia, prima di iniziare a comporre il pasticcio, alternando i fogli di lasagna ricoperti del composto, come si fa con tutti i pasticci di lasagne. Sull'ultimo strato metto la besciamella(poca) e parmigiano grattugiato. In forno ventilato, bastano 20 minuti ed è cotta.

 
 
 

Vellutata di zucca gialla

Post n°841 pubblicato il 29 Novembre 2015 da flaverd
 

Adoro la zucca gialla. Quando iniziano le lunghe giornate invernali, una calda zuppa concilia meglio le serate. Per la mia vellutata, chiedo al mio fruttivendolo Maurizio di darmi un chilo di zucca freschissima. La faccio a pezzi e la metto in una capace pentola insieme a due cipollette e una patata in acqua fredda con poco sale. Appena la zucca è morbida, la scolo, conservando un pò di liquido di cottura. Quindi frullo tutto con il minipimer, aggiungendo olio evo fino a quando non diventa un composto vellutato.Metto la zuppa in una pentola, pronta  a riscaldarla al momento di servire.

Intanto , faccio saltare in un padellino , senza olio, tre o quattro fettine di pancetta, fino a renderle croccanti.Le tiro via, mettendo nel liquido caldo lasciato dalla pancetta dei cubotti di pan carrè, fino ad abbrustolirli.Faccio frullare la pancetta, rendendola granulosa.

Adesso la zuppa è pronta ad essere servita, appunto con la granulosa di pancetta e i cubotti di pane abbrustolito.

 
 
 

Si...viaggiare

Post n°840 pubblicato il 21 Ottobre 2015 da flaverd

Non c'è cosa più bella del viaggio. Il viaggio è conoscenza, esperienze, scoperte, cultura, avventura, rinnovamento,arricchimento. Il mondo è grande e la nostra voglia di scoprirne tutti gli angoli non si placa mai. Il nostro viaggio di fine estate ci ha portato quest'anno in Germania, sulla famosa Romantische Straße da Füssen a Würzburg (366 km) dove si va alla scoperta di alcuni dei paesaggi più affascinanti e ricchi di storia della Baviera e anche del Baden-Württemberg.Questo suggestivo itinerario che si snoda dalle montagne dell'Algovia (sud) alle colline della Franconia (nord) è stato delineato nel 1950 con l'intento di unire le diverse realtà paesaggistiche, rinsaldando le radici degli abitanti di queste zone e facendo riscoprire la bellezza della loro storia dopo il tracollo morale ed economico prodotto dalla seconda guerra mondiale. Eravamo in otto con due automobili. Siamo partiti da Milano e ci siamo inoltrati nella magnifica Baviera, con una temperatura bellissima, fresca ma non fredda, con il sole dappertutto.Dal castello di Ludwig a Fussen, poi ad Augsburg, Nordlinghen, Wurzburg. Magnifiche superturistiche città, accoglienti e organizzatissime. Per non parlare di Monaco(October fest) e di Stoccarda, entrambe grandissime e piene di vita.

Bella comitiva, allegra e collaudata. Grazie all'inglese dei neworkesi coniugi Cappa, la comunicazione è stata agevolissima dappertutto. Grazie al mio amico Gino Giuliano, le strade e le autostrade sembravano tappeti. Ci siamo fatti persino il traforo del Gottardo per passare in Svizzera, a Zurigo. Praticamente colazione a Stoccarda, lunch a Zurigo e cena a Milano.

Le foto sono state scattate ad Augsburg e Stoccarda

 

 
 
 

L'angelo di Giulia

Post n°839 pubblicato il 09 Settembre 2015 da flaverd

Questa bellissima foto è di Giulia Manelli.

 
 
 

La crostata estiva di Antonietta

Post n°838 pubblicato il 11 Agosto 2015 da flaverd

 

La crostata estiva della mia amica Antonietta  e' un vero trionfo di colori e gusto. Da mangiare con gli occhi!

 
 
 

Teatro Samonà: croce e delizia

Post n°837 pubblicato il 26 Maggio 2015 da flaverd
 

Quando ho sentito Giovanni Vaccaro, durante una conferenza al Liceo Fazello, dire che il Rotary avrebbe fatto aprire il Samonà per il suo congresso distrettuale a fine maggio, la cosa mi ha intrigato tantissimo. Sapeva di incredibile e utopistico.Invece...eccoci qui, seduti in poltrona , entusiasti, felici, NEL NOSTRO TEATRO. Mi guardo intorno e vedo...tutta Sciacca. Sì, la Sciacca di noi Ratòry, oltre che del Ròtary. Scusate il bisticcio di parole, ma per noi, quelli della mia generazione, essere lì, sapeva di sogno. Noi, questo teatro lo abbiamo amato e odiato. Qualcuno lo avrebbe voluto abbattuto, scomparso. E oggi, invece, assistiamo a un bellissimo concerto, diretto da un giovane Maestro di Sciacca. Il tutto è davvero emozionante(per me fino alle lacrime). Sono un'anima semplice e , davanti alla volontà e all'agire fattivo di tante persone che credono in Sciacca, cadono tutte le mie riserve, crollano in quella atmosfera di festa e di soddisfazione collettiva, creando una sorta di circuito di sentimenti positivi e di speranza. Noi siamo ormai ratòry, ultrasessantenni, ma in questo momento vorrei essere più giovane per combattere per la città e le sue belle risorse. Il nostro Teatro Popolare Samonà è bellissimo. Nei nostri pensieri c'è latente la preoccupazione per il futuro di questa bellissima opera. Ma adesso...abbiamo vissuto il suo primo giorno di vita e a un bambino che nasce non si nega la gioia del vivere.

Flavia Verde

 
 
 

Minestrina di pesce di Sciacca

Post n°836 pubblicato il 19 Maggio 2015 da flaverd
 

Perchè una minestrina di pesce di Sciacca è diversa dalle altre? Direi di sì. Non tutti i tipi di pesce troviamo dai nostri pescivendoli, purtroppo. Allora la nostra minestrina la facciamo con pesce povero: una gallinella, una coda di rospo, due gamberetti, due canocchie o cicale...insomma il cosidetto "pisci di pietanza". Ma la sua bontà sta nella freschezza degli ingredienti...in questo caso del pesce appena pescato.Faccio un soffritto di aglio, olio, maggiorana e peperoncino e vi butto i gamberetti e le canocchie; quindi aggiungo acqua quanto basta a coprire il pesce. Al bollore aggiungo un cucchiaio di concentrato di pomodoro e l'altro pesce dalla carne più tenera.Dopo cinque minuti, spengo e unisco una manciata di prezzemolo tritato finissimo. Filtrato il brodo, lo rimetto sul fuoco e al bollore butto la pasta(spaghetti rotti). Mentre la pasta cuoce, pulisco il pesce facendo a piccoli pezzi quello più grosso.Un minuto prima di spegnere il fuoco, unisco tutti gli ingredienti. Buona ed economica!

 
 
 

La scèusa ...in Via Cannella

Post n°835 pubblicato il 15 Maggio 2015 da flaverd
 

 

 

 

La vigilia della festa dell'Ascensione, in Via Cannella era festa grande. Si dovevano preparare "I Pupi di sceusa" da bruciare la sera.Mio nonno Nino dirigeva i preparativi. Le vicine portavano abiti vecchi, scarpe, coppole che venivano selezionati accuratamente per fare i pupi, riempiti di paglia e messi seduti davanti a un tavolino con piatti poveri improvvisati.Lu pupu e la pupa erano messi abbracciati per un rituale che oggi può sapere di crudeltà(visto che sarebbero finiti bruciati).Ma noi ragazzi andavamo intorno a quel tavolino festosi e felici, mentre gli adulti si riunivano per partecipare ai giochi tradizionali in onore della Santa Sceusa. La corsa con i sacchi vedeva protagonisti i giovanotti più avvenenti; mentre per noi c'era il gioco delle quartare e il gioco della padella. Una corda stesa orizzontalmente davanti alla casa dei Costameno mostrava appese delle brocche piene di acqua, sabbia, cenere. I partecipanti alla gara venivano bendati e gli veniva messo in mano un bastone con il quale dovevano tentare di percuotere( e quindi rompere le quartare appese alla corda.) Al primo tentativo andato a vuoto, le nostre risate riempivano il quartiere di San Michele; poi battevamo le mani appena la brocca finiva in mille pezzi, riversando il suo contenuto sul malcapitato che l'aveva colpita. Per il gioco della padella. Cussidda Babbalucia prendeva la padella più vecchia e più affumicata che aveva; Vicenzu Failla la appendeva a una corda dopo avervi appiccicato una grossa moneta al centro. I picciotti scatenati facevano a gara per staccare la moneta dalla padella,imbrattandosi fino all'inverosimile di fuliggine, tra le risate dei vicini. Ma al tramonto del sole, i pupi dovevano essere bruciati. Così, venivano messi al centro della via e gli si dava fuoco. Tutti gridavamo" Evviva la Santa Sceusa!" e aspettavamo che il fuoco diminuisse di intensità per saltare sulle braci rimaste del falò. Qualcuno rischiava pure di bruciacchiarsi le scarpe, ma il tutto era un tripudio di grida di gioia e spensieratezza.

 
 
 

Gnudi di ricotta alle acciughe

Post n°834 pubblicato il 06 Maggio 2015 da flaverd
 

Quando si dice:"squagliare in bocca" si allude a pietanze come questa. Semplice...semplicissima. Ricotta di pecora ben scolata, noce moscata, buccia di limone grattugiata, erbette fresche tritate. Formiamo delle palline e passiamole in abbondante semola di grano duro(attenzione a non usare farina 00). Mettere a riposare in frigo per qualche ora. C'è chi dice tutta la notte. (Jamie Oliver n.d.r.).In una pentola con acqua bollente salata si buttano le palline di ricotta. Qualche minuto di cottura e vengono a galla. Le prendiamo delicatamente con una schiumarola e le spadelliamo in olio evo, in cui abbiamo fatto sciogliere due o tre acciughine di Sciacca e abbondante peperoncino. Impiattiamo con abbondante grana grattugiato.

 

n.b. sul web ho letto di ricette molto piuù complicate, con aggiunta di uova e altro. Non mi pare il caso di appesantire e complicare le cose. Così sono buone e leggere.

 
 
 

Primo Maggio in Via Cannella

Post n°833 pubblicato il 30 Aprile 2015 da flaverd
 

La mattina del 30 aprile, Via Cannella era tutta un andirivieni di ragazze in fibrillazione.Erano molte le ragazze da marito in quella strada del quartiere di San Michele. Le famiglie Bongiovì (Failla) e Bongiovì (Costameno) erano quelle più numerose. Ma il punto di riunione era sempre la casa di Cussidda la Babbalucia. Lei era una ricamatrice e preparava i corredi alle signorine che si dovevano sposare. Aveva alcune lavoranti che stavano per buona parte del giorno chine sui lunghi telai a riempire reti preziosissime e complicate con ricami per lenzuola al 500, al 700, punto tela, punto pieno, insomma veri capolavori. La casa di Cussidda era una specie di club delle ragazze di Via Cannella. Là si programmavano le uscite, le feste, le scampagnate. E nelle mattine come questa il programma prevedeva un appuntamento per tutte al tramonto per andare a raccogliere il maio fuori Porta San Calogero. Già. Negli anni 60 non c'erano ancora costruzioni fuori dalla Porta. Era tutta campagna, tutto prati verdi. Le ragazze preparavano le ceste di vimini (coffe). Al tramonto, allegre e vocianti, si saliva verso la zona alta del quartiere, ridendo e cantando. Arrivate fuori la Porta, si faceva a gara a chi riempiva prima delle altre la propria cesta di margherite gialle, le più fresche, le più grandi. una volta riempite le ceste, si cominciava a giocare tirandosi addosso lu maiu e li "ziti", un cespuglio con aghi sottili che si incollava ai vestiti. Chi aveva addosso più aghi, aveva più "ziti". A sera, il ritorno a casa. Ci si sedeva davanti alle porte e si cominciavano a fare i tappetini di margherite gialle da mettere l'indomani mattina davanti all'ingresso delle case. Che spettacolo la mattina del Primo Maggio! Tutta la strada era tappezzata di giallo!Tappeti di maiu dappertutto!Le ragazze di Via Cannella si affacciavano felici e sorridevano...

 
 
 
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Ratorio è un termine dialettale da noi italianizzato. Indica oggetti o persone che, per essere antiquati o inutili, vanno collocati in soffitta. Facendo la dovuta autoironia, abbiamo scelto di definirci così (la y finale dà tono al termine stesso). Non ci rassegniamo, tuttavia, a rimanere relegati in soffitta, anzi... Questo blog ci da la possibilità di far conoscere la nostra cittadina, Sciacca (Ag), i suoi artisti, i suoi monumenti, la gastronomia,le tradizioni popolari, i  pregi e i difetti di una collettività che sta irrimediabilmente perdendo la sua identità.Al recupero di tale identità e al suo mantenimento mi auguro che collaborino tutti i miei amici ratory di Sciacca!


 

 

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