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Messaggi di Maggio 2014

Il dirigente che colpevolizza i collaboratori (prima parte).

Post n°116 pubblicato il 20 Maggio 2014 da relavita
 
Foto di relavita

Nelle organizzazioni il dirigente può adottare un atteggiamento relazionale che colpevolizza i collaboratori. Questa tipologia di atteggiamento spesso ha origini culturali e familiari e quindi i corsi di formazione alla leadership solitamente sono inutili per ridurre la tendenza del dirigente ad attribuire false trasgressioni o violazioni al collaboratore. Il dirigente può attribuire una colpa ai collaboratori stanchi, improduttivi, giocosi o poco inclini al conformismo nel modo di lavorare oppure che dimostrano cortesia ed empatia con la clientela. Il dirigente può colpevolizzare anche il collaboratore incline a rapportarsi con tutto il personale aziendale per operare al meglio nel lavoro. Il dirigente può anche scegliere di attribuire colpe immotivate quando si sente inferiore nella capacità di collaborare e relazionarsi con umanità. Il dirigente può colpevolizzare i collaboratori anche quando nota che operano con disinvoltura e cercano di affrontare i problemi senza consultare continuamente i superiori. Il dirigente che si sente poco utile potrebbe ricorrere a provvedimenti disciplinari immotivati per ottenere l'attenzione dei collaboratori e tutelare la propria carriera professionale. Il dirigente ferito nel proprio narcisismo cerca quindi di falsare la realtà anche per salvaguardare il prestigio derivato dalla sua posizione lavorativa. La stanchezza e la scarsa produttività dei collaboratori può infatti dipendere dal lavoro ripetitivo e dal dirigente incapace di favorire la crescita umana e professionale del personale aziendale. Il dipendente che cerca informazioni e sviluppa la propria sapienza per svolgere al meglio l'attività professionale solitamente è onesto ed ha notato che alcune regole rigide dell'azienda impediscono una proficua cooperazione tra i settori. Il dipendente che affronta i problemi della clientela senza chiedere aiuto ai superiori solitamente ha riscontrato diversi problemi organizzativi e relazionali divenuti cronici ma continua ad assumersi delle responsabilità per salvare il proprio lavoro e l'azienda. Nelle aziende più sane ed evolute l'atteggiamento della dirigenza è oggetto di supervisione da parte di professionisti esterni allo scopo di prevenire i danni professionali, relazionali e materiali derivati dai rimproveri e provvedimenti disciplinari immotivati decisi dalla dirigenza.

 
 
 

Pigrizia mentale e crescita interiore (prima parte).

Post n°115 pubblicato il 03 Maggio 2014 da relavita
 
Foto di relavita

Nella società odierna molte persone bloccano la propria crescita interiore perché sono soggette alla pigrizia mentale. La crescita interiore è importante per preservare la salute spirituale e prevenire l'invecchiamento della mentalità. Una mente invecchiata diventa pigra ed incapace di rinnovare il proprio modo di pensare ed affrontare e superare i problemi nuovi che subentrano nella vita sociale, familiare e professionale. La mente ha bisogno di perdere i vecchi schemi di pensiero, i dati e le informazioni inutili per mantenersi giovane ed efficiente. Una mente pigra è solitamente piena di nozioni e statistiche derivate dalle esperienze vissute nel passato e quindi rimane bloccata nel momento in cui una persona necessita di un cambiamento del percorso di studio, della professione, delle relazioni sociali o del luogo di residenza. La pigrizia mentale viene favorita da un eccesso di azioni identiche ripetute nel tempo senza apportare trasformazioni significative alla loro finalità. La pigrizia mentale è favorita anche da un modo di pensare legato alle tradizioni culturali. La persona infatti ha difficoltà ad emancipare la mente perché preferisce adeguarsi al pensiero comune diffuso nella comunità in cui vive. La pigrizia mentale è facilitata anche dai metodi di studio diffusi nella scuola. Un metodo di studio che favorisce solo la memorizzazione inibisce il desiderio di approfondire le conosenze sulla realtà connessa alle varie materie scolastiche ed incentiva la pigrizia mentale. La persona che vuole crescere interiormente per sviluppare i propri talenti o le capacità di comunicare, relazionarsi ed organizzare la propria vita creativa ha bisogno di liberarsi dei pensieri e delle azioni che ostacolano l'apertura al proprio mondo interiore. La pigrizia mentale è il nemico della libertà di cambiare la propria vita e divenire più gioiosi ed umani. La pigrizia mentale appartiene alle persone sempre disponibili ad accettare le parole o le azioni altrui senza elaborarle dopo un'analisi critica ed averne verificato le motivazioni, la veridicità, gli scopi e le finalità. La pigrizia mentale deriva anche dalle tecniche razionali, scientifiche o giuridiche utilizzate dalle persone per leggere la realtà perché contribuiscono a formare un pensiero di tipo conformista.

 
 
 
 
 

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