Creato da paolikkja il 02/10/2004
-10 gradi. Ed e´ ancora autunno.

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Post N° 89

Post n°89 pubblicato il 01 Dicembre 2004 da paolikkja

Sono tornata.

Tornata in ogni senso.

 

Questa esperienza che ho vissuto mi segnerà, mi segnerà perché finalmente ho capito, finalmente ho dato un senso a quello che mi ha angosciato e annichilito per tre mesi.
Forse era così che doveva andare. Forse questa terra è nata per rimanere avvolta nel mistero, per rappresentare un enigma per coloro che non la visitano e che vorrebbero capire tutto e subito.

No. Qui non funziona così.
Mi ero rassegnata a posizionare un cartello di divieto di accesso sull’atlante in corrispondenza del Paese dei Laghi, in preda alla rabbia, alla tristezza, alla delusione.

E il paradosso è che la soluzione dell’enigma io l’abbia trovata in Lapponia, mondo estremo, lontano. Bellissimo.

 

Ma andiamo con ordine. E sarà dura farlo, ordine. Magmatiche esplosioni di immagini, di sorrisi, di comicità e gelo, di tramonti alle 14 e birre, di neve, di alberi, di Silenzio.

 
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Post N° 88

Post n°88 pubblicato il 29 Novembre 2004 da paolikkja
Foto di paolikkja

.........SONO TORNATA!!!

 
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Post N° 87

Post n°87 pubblicato il 25 Novembre 2004 da paolikkja
Foto di paolikkja

Eccoci qui. Siamo arrivati alla vigilia dello sconvolgente e attesissimo evento dell’anno: il week-end in Lapponia!
Tremate, Renne…. finalmente vi vedrò.

 Per chi non lo sapesse, il cottage in Lapponia (o cabin, come lo chiamano qui… e ora inizio a capire perché…) è considerato un salto indietro nel tempo… un’occasione per ripristinare i perduti equilibri con madre Natura.
I puristi del cottage lappone ripugnano acqua corrente, elettricità e servizi in casa. Fino a due anni fa i bagni erano tutti rigorosamente all’aperto.
Ora, l’escursione lappone acquista sfumature zen nelle luminosissime e verdi giornate di primavera-estate…

….ma ORA????
ORA CHE SONO ATTESI -27° C???

 La scoperta raccapricciante dei dettagli relativi al nostro soggiorno nel Cottage dei Famosi è stata fatta oggi… voci di corridoio mormorano che il bagno in casa ci sia… ma tutto il resto? Si dice che dormiremo tutti in una stanza per tre giorni… bello, l’amore tra i popoli, ma su 10 persone 2 ragazze italiane e 7 orchi finlandesi e 1 orco danese a cui già brillano gli occhi per il coma etilico che li attende?? Hanno già fatto piani d’attacco per iniziare a bere prima ancora di prendere il treno domani sera… E il bello è che da Rovaniemi il cottage dista circa un centinaio di km…
…e chi è che guiderà sulle strade ghiacciate e innevate? gli Orchi ubriachi, naturalmente…

La domanda da un milione di dollari è: tornerò mai a casa??
……e l’interrogativo ancora più inquietante è: ma a chi è venuto in mente di chiamare Babbo Natale JOULUPUKKI???
Stando a fonti attendibili (il tecnico di laboratorio) Joulu vuol dire Natale… e fin lì ci siamo, c’è scritto ovunque… ma Pukki

“Hai presente quell’animale bianco?” ?? “Non femmina, maschio” ?? “Sì, quello che assomiglia a un agnello…” ????

Mi volete far credere che nella terra di Babbo Natale, Babbo Natale si chiama PECORO NATALE ???

 
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Post N° 86

Post n°86 pubblicato il 24 Novembre 2004 da paolikkja
Foto di paolikkja

Le parole.

Una volta sapevo usarle, le parole.

Poi. Atrofia cerebrale.

Poi. Solo formule e pseudo-scienza.

Poi. Poi...

Poi solo un ammasso contorto di lettere.

Sto uscendo fuori io da questo blocco di marmo?

 
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Post N° 85

Post n°85 pubblicato il 23 Novembre 2004 da paolikkja
Foto di paolikkja

...perché dovrebbe esserci qualcosa di male nel voler piangere senza smettere?

Un pianto... un incessante torrente di lacrime, miste a neve e a vento. Un ininterrotto flusso di lacrime, e singhiozzi.
Sí, perché il vero pianto liberatorio é quello che non viene messo a freno. Quello che sgorga dal profondo dell´anima e ti scuote, scuote la mente, scuote il corpo.
Lunghi tremori violenti fino a toglierti il fiato, che ti deformano il viso trasformandolo in una maschera grottesca di cartapesta.
Belli, quei tremori. Quelli che non tieni a freno perché non ti importa piú che qualcuno possa sentirti, che qualcuno possa chiederti cosa c´é che non va.
Anzi, sono ancora piú belli quelli di quando sei sicura che non ci sia nessuno che possa ascoltarli.
E piangi, piangi, quasi fino a perdere i sensi. Piangi, e le lacrime si portano via tutti i pensieri. Quelli brutti e quelli belli. Tutti, via senza distinzioni. Solo il rumore sincopato dei tuoi gemiti riempie la tua testa.
Che inizia a farti male. Un cerchio alla testa, proprio lí sulla fronte, appena sopra l´arco delle tue sopracciglia corrucciate.
E´ la pelle della tua fronte che chiede di rilassarsi. Sono i tuoi occhi, gonfi e rossi, che ti dicono basta.
E allora li chiudi, e appoggi la testa sulle braccia conserte che hai poggiato sul tavolo. Certo, un cuscino sarebbe stato meglio. Ma al pianto liberatorio non si comanda. Quando chiama, bisogna rispondere.

Catarsi.
Per una volta solo una cosa senza senso. Buttando all´aria la razionalitá. Buttando all´aria tutte le storie che mi racconto per farmi prendere sonno la sera.
Questa volta lo spengo davvero, il cervello.

 
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Post N° 84

Post n°84 pubblicato il 23 Novembre 2004 da paolikkja
Foto di paolikkja

"Perchè scrivi quelle brutte cose sul blog?"
"Perchè è quello che ho dentro"
"Siamo in due, ricordatelo"
"Sì, piccolo"
"Ti amo"


Lontani migliaia di chilometri. Ogni tanto si appannano i vetri della gabbia di cristallo in cui mi sono rinchiusa. E mi sembra di essere sola.

Due parole.

Passo una mano sul vetro. Guardo fuori. E mi accorgo che il sole è ancora lì. Il mio Sole è ancora lì. In alto.

Quando mi deciderò ad uscire?

 
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Post N° 83

Post n°83 pubblicato il 22 Novembre 2004 da paolikkja
Foto di paolikkja

Non so esattamente quale sia il mio stato d´animo.
Non sono ancora riuscita a capirlo. É da stamattina che tento di decifrarmi. Di ascoltarmi.

Anche oggi neve. Ma non sono felice.
L´esplosione di sensazioni che ho avuto nel cuore sabato é un vulcano destinato a rimanere unico. Non si ripeterá piú. Almeno non qui. Non ora.
Il magma ora é solido. Scuro, si é avviluppato intorno alla mia anima. Una scultura di pietra é  tutto ció che é rimasto.
Forse i lapilli sono eruttati cosí violentemente da rendermi sorda alle tenui vibrazioni della vita. Da rendermi cieca. Mi sono di nuovo ripiegata su me stessa. Solo un groviglio di pensieri ammassati senza capo né coda. Solo battiti accelerati. E poi rallentati di colpo. Solo io che boccheggio ogni tanto. Solo io che fisso il vuoto. Io che a tratti rido, io che a tratti spaccherei ogni vetro di questo edificio.
Forse sto impazzendo.

In tutta questa follia, un momento di luciditá. Ora.
Voglio piangere. Per sfogarmi, per cancellare via tutto.
Ancora questo insondabile desiderio di svuotare la mia testa.
La neve non basta piú.
Il silenzio non basta piú.

Sono ricominciati questi assordanti rumori nel mio cervello. Il ronzio della paranoia che ha acceso i motori. Sta crescendo. Sta crescendo...

For here
Am I sitting in a tin can
Far above the world
Planet Earth is blue
And there's nothing I can do

Though I'm past
one hundred thousand miles
I'm feeling very still
And I think my spaceship knows which way to go
Tell my wife I love her very much
she knows


Ground Control to Major Tom
Your circuit's dead,
there's something wrong
Can you hear me, Major Tom?

Can you hear me, Major Tom?
Can you hear me, Major Tom?

 
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Post N° 82

Post n°82 pubblicato il 20 Novembre 2004 da paolikkja
Foto di paolikkja

Il silenzio. Ricorderò innanzitutto il silenzio.
Il silenzio della neve. Il silenzio dei fiocchi perfetti che scendono giù da un cielo che si è fuso con le tue emozioni, con la tua anima. Un cielo che è specchio dei tuoi pensieri più oscuri. Un grigio che non è grigio ma è bianco ma che è anche azzurro ma anche acciaio e silenzio ma anche respiro e poi lacrime e poi ancora silenzio. Fiocchi e ancora fiocchi. Che coprono ogni cosa. Non hanno paura di ciò che incontrano. Non fanno distinzioni, non temono la terra. Coprono tutto. E non distingui più il mare dal cielo, l’erba dalla strada, i laghi dalle scogliere. Esili e tenaci, solo gli alberi. Alberi che i miei occhi hanno avuto la fortuna di vedere rigogliosamente verdi, e poi incoronati da diademi d’oro. Ora sottili sculture di ferro battuto che portano su di sé tutto il peso di un bianco accecante.
Il mio corpo, un unico muscolo teso a contrastare il gelo. Io contro una tormenta. Io con il carico dei miei pensieri che via via lasciano il posto a stupore, poi felicità, poi stanchezza. Poi, il nulla. Finalmente, il Nulla. La mia mente completamente vuota. Un calice di cristallo. Riposto.
Sentirsi una cosa sola con il silenzio e con il bianco. Tu, piccola creatura che non turba l’equilibrio di questo micromondo surreale. Suomenlinna esiste. E’ sempre esistita. Sempre esisterà. L’isola che non c’è ma che tu hai trovato. In cui hai avuto la Fortuna di trovarti. E non puoi fare altro che bere ogni immagine, ogni sconcertante assenza di colore. Tutto è fuso, tutto è senza forma, tutto è quello che hai sempre cercato nei tuoi sogni. Cerchi di guardare ogni angolo e di farlo tuo schivando i fiocchi infiniti che arrivano da ogni parte. A tratti violenti, a tratti docili come piccole perle che piovono dal cielo. E la Fortezza che ti accoglie. E i parchi, le mura antiche, le piccole case di legno. Non un’anima viva. Solo i tuoi passi nella neve vergine. E non puoi fare altro che sentirti unico e inutile al tempo stesso.

Poi, il ritorno nel mondo reale. Che però non è più il mondo che hai lasciato poche ore prima. La magia ha raggiunto anche quei viali che ti hanno visto piangere di rabbia e di disperazione. Che ti hanno visto camminare sola sotto la pioggia imprecando contro tutti. In fredde giornate umide, sotto una coltre interminabile di nuvole e di tristezza.
Ora solo il Bianco. E piccole luci di un Natale alle porte. Ovunque. Bianco e Luce. E ancora silenzio, nonostante le macchine e le persone e i semafori e le risate dei bimbi che si rincorrono. Ancora silenzio in questo parco che hai visto trasformarsi sotto i tuoi occhi come mai nulla altro al mondo. Tu e i tuoi passi. Tu e le panchine sommerse. E le tue emozioni. E le stelle che alla fine sono spuntate. Silenziose.
Tutto è silenzio. Tutto è perfetto.

E ora sai che nessuna delle tue sofferenze è stata vissuta invano.

 
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Post N° 81

Post n°81 pubblicato il 19 Novembre 2004 da paolikkja
Foto di paolikkja

COMUNICATO STAMPA

'Dai 13 anni in poi fummo date tutte come mogli. Non ci fu una cerimonia di matrimonio. Ma se ti rifiutavi venivi uccisa. Alcuni uomini picchiavano le loro mogli. Alcuni le uccidevano. Vidi una moglie uccisa dal marito.'
(testimonianza di una ragazza di 15 anni, rapita dall'Esercito di
resistenza del Signore, gruppo armato di opposizione dell'Uganda)


In occasione dell'anniversario dell'adozione della Convenzione dell'Onu sui diritti dell'infanzia (20 novembre 1989), Amnesty International lancera' domani la campagna 'Infanzia in guerra'.

I bambini sono vittime delle guerre in molti modi: direttamente, a seguito di azioni militari o atti terroristici, o per cause che sono conseguenza della guerra, come la mancanza di cibo, il collasso delle strutture sanitarie, le mine antipersona che rimangono sul terreno.

La guerra non mette in pericolo solo la vita dei bambini, ma anche la possibilita' di crescere in un ambiente che permetta loro di maturare ed evolvere la propria personalita', protetti da violenza e sfruttamento.
Impedisce la scolarizzazione che potrebbe assicurare loro un futuro piu' dignitoso. Li obbliga a subire, quando non a compiere loro stessi, atti di violenza come nel caso dei minorenni arruolati negli eserciti regolari o nei gruppi armati di opposizione.

La guerra, inoltre, puo' privare i ragazzi e le ragazze delle proprie
radici sociali e culturali e dei legami affettivi, quindi del senso di
identita' e di appartenenza a una comunita'. Li costringe a lasciare il proprio paese, facendoli vivere nell'incertezza come rifugiati. Fonti delle Nazioni Unite stimano che, nell'ultimo decennio, oltre 20 milioni di bambini siano stati forzati ad abbandonare le loro abitazioni a causa della guerra e a diventare profughi assieme alle loro famiglie o persino da soli. I bambini traumatizzati dalla violenza della guerra difficilmente saranno adulti capaci di costruire la pace.

Al centro della campagna di Amnesty International, i bambini costretti a combattere in Uganda e quelli 'scomparsi' in El Salvador.

Sono circa 10.000 le bambine e i bambini rapiti e costretti a combattere nel conflitto in corso nell'Uganda del nord, tra l'Esercito di resistenza del Signore e le Forze di difesa ugandesi.

Secondo dati accertati dall'Onu, durante il conflitto armato di El Salvador, tra il 1980 e il 1991, furono 2.598 le bambine e i bambini
sottratti alle loro famiglie e 'scomparsi'; molti di loro furono dati in
adozione all'interno del paese e all'estero, anche in Italia. Amnesty International chiede che le denunce delle famiglie dei minori 'scomparsi' siano ascoltate dalle autorita'; che venga istituita una Commissione parlamentare di indagine dotata di effettivi poteri, cosi' come previsto nel progetto dell'associazione Pro-Busqueda, che da anni sostiene le famiglie nella ricerca dei bambini 'scomparsi'; che a tutte le vittime siano garantiti supporto materiale e risarcimenti adeguati, in particolare ai giovani ritrovati e ai loro familiari che necessitano di un sostegno psicologico che deve esser fornito dalle autorita'.

dall´Ufficio Stampa di Amnesty International

perché é meglio accendere una candela, che maledire l´oscuritá.

(...sono anche questo... ed é bene non dimenticare mai, soprattutto quando ci perdiamo dietro a stupide crisi esistenziali)

 
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Post N° 80

Post n°80 pubblicato il 19 Novembre 2004 da paolikkja
Foto di paolikkja

-10.
Mi sento di constatare ufficialmente che si tratta della piú bassa temperatura mai registrata dal mio corpo il 19 di novembre.
Peró.
...e tutto grazie a Helsinki... mi ha permesso di aggiornare quasi tutti i miei record personali e continuo ad essere indegnamente irriconoscente. Ingrata, ingrata che non sono altro.

Questa mattina, alla fermata dell´autobus (incredibile dover ammettere che tutte le mie riflessioni ispiratissime ormai si svolgano solo mentre mi iberno nella speranza di salire su un mezzo pubblico.... che finaccia che sto facendo...), mentre aspettavo (ovviamente, e quando mai riesco a prenderlo in tempo, ´sto 41...), ho iniziato a guardare il vetro che protegge la panchina.
Meravigliosi cristalli di ghiaccio, come sottili collane di preziosissimi diamanti, avevano ricoperto poeticamente la superficie... e ho sorriso.
Ho sorriso pensando alle decorazioni che avrá quest´anno il mio albero di Natale, anzi il nostro albero di Natale... Ho sorriso perché oggi verrá a trovarmi una mia amica, e resterá qui fino a domenica... Ho sorriso perché il prossimo fine settimana saró nella terra di babbo Natale a fare amicizia con le sue renne e a rotolarmi giú per le discese sullo slittino. Ho sorriso perché oggi c´é il sole, gemma debolissima in un cielo azzurro, ma che c´é. C´é. Ho sorriso perché  tra due settimane esatte avró impacchettato quasi tutto quello che dovró portare via... Ho sorriso perché ce l´ho quasi fatta.

Sorrido. Sorrido ancora.

Quanto mi piaccio, quando sorrido.

 
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