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laicitą, quella dimenticata

Post n°2816 pubblicato il 04 Aprile 2007 da rigitans

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dopo le dimissioni di ruini e l'incontro del vaticano con il governo italiano si sperava che sarebbero finite o quantomeno diminuite le ingerenze e le polemiche da parte della "giunta papale". purtroppo il cambio non ha favorito la serietą di argomenti, e monsignor bagnasco riesce ad assumere posizioni e fare affermazioni che ci riducono a rimpiangere il suo predecessore.

vorrei fare un chiarimento sulla vicenda.
innanzitutto sia bagnasco sia chi lo supporta si dovrebbero vergognare  a mettere nello stesso argomento le coppie di fatto e l'incesto o addirittura la pedofilia, e che lascino intendere che ci sia qualcuno che abbia questa intenzione (un po' come fa il centrodestra, quel terrorismo mediatico che porta a dire che si vuol fare il matrimono gay e l'adozione per le coppie omosessuali, cosa non contemplata nell'unione).

poi va detto che č assolutamente errato e fuorviante dire che i cattolici devono votare secondo la propria coscienza, cioč quella cattolica.
in primis č assolutamente fuori luogo l'imposizione psicologica e la pressione mediatica fatte, un ingerenza che un paese moderno, laico e democratico non avrebbe di certo accettato, rompendo l'accordo del concordato, quello dei tanti privilegi vaticani; poi va registrato che la Kiesa non ha ben capito il ruolo dei parlamentari nello stato italiano (che č sovrano, e non si fa dettare la linea da uno stato estero, nč da una comunitą religiosa che di fatto ha un ruolo inferiore nella societą, o almeno dovrebbe, rispettto allo Stato), poichč i politici cattolici non vengono votati e eletti solo da parlamentari cattolici che sono in linea con la politica vaticana, ma vengono eletti da tutti, anche da laici, atei, musulmani, ebrei, e via dicendo. quindi č una motivazione errata proprio alla radice. e comunque un parlamentare una volta eletto deve obbedire alle leggi dello stato, non ai 12 comandamenti o al vangelo, e deve fare il bene di TUTTA la collettivitą, non solo quella che si riconosce nel cattolicesimo.
ogni politico seppur credente, deve rispettare il principio di laicitą dello stato italiano raggiunto dopo gli accordi del secondo concilio vaticano, che decretava"libera chiesa in libero stato". nessuno vieta al papa di dire durante l'angelus ai suoi devoti cosa pensa di alcuni fatti e decisioni. altro fatto č parlare in continuazione ai media italiani imponendo una linea e delle decisioni a tutta la popolazione italiana.

un atto scorretto, arrogante e violento a cui il governo e il parlamento italiano dovrebbero porre fine.

 
 
 
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