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MAX

Post n°313 pubblicato il 28 Febbraio 2008 da GrantCary
Foto di GrantCary

Te ne sei andato in una umida sera di febbraio… avevi dieci anni sette mesi e quattro giorni, ma non ce la facevi proprio più. Il tempo è una variabile strana. Per noi eri ancora un bambino, con gli occhi smarriti e bisognoso di protezione, ma il destino già ti sapeva vecchio e consunto e ti ha portato via dal nostro affetto ignorando la cecità del nostro dolore.

Mi mancano i tuoi occhi, i tuoi baffi appuntiti, il naso umido, anche se nelle ultime ore era secco e duro, la bocca morbida e mai chiusa a dovere… mi manca il tuo odore, a volte acre, a volte dolce… quel misto di terra e polvere che sentivo quando appoggiavo il naso sulla tua fronte…

Te ne sei andato in un’umida domenica di febbraio… non faceva neppure troppo freddo. Poco prima avevi gustato quegli ultimi bocconcini di fegato che avevo cucinato per te… te ne sei andato senza lamentarti,  ci guardavi fisso negli occhi come per rassicurarci…  pian piano ti sei addormentato, pian piano hai smesso di ansimare, pian piano il tuo cuore si è fermato mentre ti stringevo tra le braccia…

Adesso i ricordi si rincorrono nella mente e nel cuore… le immagini dei tanti momenti condivisi riempiono solo una piccola parte dell’immenso vuoto che hai lasciato nella nostra vita… La tua malattia avrebbe dovuto prepararci un po’ alla volta al distacco, ma solo adesso che non ci sei più ci rendiamo conto di quanto fossimo, in realtà, assolutamente impreparati a perderti… Ogni gesto, ogni pensiero, ogni situazione delle nostre giornate ci riporta a te… Eri e rimani un tassello fondamentale delle nostre esistenze, e non poterti avere davanti agli occhi o anche solo, acre e dolce, dentro le narici ci sgomenta e ci rattrista… Da quando te ne sei andato non siamo solo più soli, siamo più poveri, siamo più tristi, siamo meno motivati, siamo meno felici.

Non abbiamo più slanci, non abbiamo più progetti… tu eri il nostro collante, il nostro pungolo positivo... Il nostro bambino. Vorrei esistesse un paradiso  dei cani, mi piace pensare  che almeno la tu abbia ritrovato la tua zampa e la fierezza del tuo vigore giovanile… ma al tempo stesso sono angosciato al pensiero che tu possa essere, comunque, da qualche parte… senza di noi. Ciao Max, amico mio.

 
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