Sasha Sans Serif

Alto Lazio.

Tanto tuonò che piovve: il Pesadumbre Social Club mi ha citato in giudizio per recesso anticipato. Dice che sono obbligato ad invecchiare con lui. Maddeché? Per il momento, potendo comunicare solo tramite i rispettivi avvocati, direi che la sorte è ancora dalla mia. Ma qualcosa mi lascia perplesso.

In punto "Danni provocati alla Cugina Prima per violazione del dovere d'informazione" (rectius, pettegolezzo: l'ultima volta mi è scappato qualcosa di mio, con lei, è stato nel 2007), la collega che la difende, "ben degna consorte", ha deciso di anticipare i tempi e precisa che, in caso di risarcimento, il signor Jean-Paul Alexandre-Marie Geoffroy II, sarebbe solvente, in quanto dotato di un "cospicuo patrimonio immobiliare".

"Ma no?" Sarebbe la mezza casa in Heliantos, borgata Campo del Oro? Ahia... non faccio più in tempo ad intestarla a mio figlio, o a Celedoni, titolare dell'altra metà. No, di quella non si fa menzione, bensì di possedimenti italici, tra il Lazio e La Toscana, neanche fossi il mio coinquilino, il cui cognome potrebbe giustificare cotanta fantascienza.

Immagino che la collega Champagnat abbia di che provare la mia condizione di "sciur padrùn dali beli braghi bianchi"; scendo all'elenco dei documenti. N. 14: "Planimetria dell'area di ***, delimitata ad est dalle Tombe Etrusche e ad ovest dal Monte Fumaiolo".

Ah, ecco... se la Cugina Prima (e la sua Avvocatessa) vedessero qualche film in più e qualche Sex and The City in meno...

Uno dei due capolavori del 1962, il film "Il Sorpasso" (L'altro è Julius), vede, nella scena del giro in campagna, un Vittorio Gassman poco entusiasta delle amenità del luogo; interrogato, se non erro, su una bellezza femminile, risponde "La metto tra le Tombe Etrusche e il Monte Fumaiolo". Ho adottato il modo di dire anch'io. Anche di recente, in territorio Pesadumbre, interrogato su una bruttezza maschile (eh, beh, non possiamo mica essere tutti Vittorio Gassman...).

Devo ammettere che, nell'ultimo semestre, ho esiliato parecchie cose in quella ridente ed amata regione. C'era un po' di pulizia da fare. Incaricherò Sanjuán di promuovere una conciliazione, purché il Club, ormai ridotto a mia Cugina Prima e a Doña Parda, le rare volte che si stufa di aspettare Super Macho, si trasferisca colà. Per quanto mi concerne, ce l'ho già mandato da tempo.

E così, eccomi trasformato in latifondista. L'area si estende sempre più, man mano che ci spedisco, come nel finale di "Aprile", con Nanni Moretti e i suoi ritagli, tutto il superfluo. Idealmente, se no avrei l'Unione Europea alle calcagna, stile Lampedusa.

Qualche volta, mi compiaccio nell'immaginare certi programmini turistici della TV, quelli che finiscono, letteralmente, a tarallucci e vino, o a polenta con gli osei, ed immancabile sottofondo di organetto, inviare l'elegante presentatrice in quello che lei stessa, e sottolineo lei stessa, definirebbe con la frase fatta "luogo dell'anima" (all'anima!): "Sono con Jean-Paul Geoffroy su questa bellissima collina. Geoffroy, ci vuoi dire cos'hai piantato nella valle?"

Chà, vado in sede: dove L'Ernesto nazionale, che in certe cose è più ansioso di me (tutto un dire), sta già scrivendo la comparsa di risposta. Lo carico sull'Aurelia, pardon, sulla 106, e lo porto a Jayanca a mangiare una zuppa di pesce... restando, rigorosamente, sulla corsia di destra.

©2015 Pavia Malandra