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Ai Confini della paura : Dolcetto o scherzetto ?

Post n°1800 pubblicato il 27 Ottobre 2014 da paperino61to

 

Dolcetto o scherzetto ? La frase è un classico in questa festa di Halloween.

Torme di bambini vestiti con costumi da diavoli o simili  vagano per le strade e suonano ad ogni porta , e con l’apparire della mamma o del papà di turno , i bambini alla suddetta domanda vengono premiati con dolci, caramelle , torte .

Non tutti però son propensi a questa festa, anzi per la verità , certe persone detestano tutte le feste e specialmente quelle dedicate ai piccoli ometti.

Una di queste persone è Carl Ledz, tedesco di origine ma trapiantato in America da decenni. Non è sposato, non ha figli, non ha parentele.

Un vecchietto despota e brontolone di 72 anni che  vive in una casetta ai piedi della collina di Harveille . La casa  è isolata , solo una stradina la collega al resto del paesino ,  un paesino composto da persone che si conoscono tutte   e che concordano sul giudizio del signor Ledz : è Intrattabile !

Quella sera i bambini salirono la stradina e suonarono il campanello del povero vecchietto  il quale si  stava godeva un programma di musica classica.

“ Teuffel , chi è ? “ urlò con voce forte.

“ Signor Ledz , siamo noi ..i bambini della scuola di Harveille “ risposero all’unisono .

“ Andate via, non vi apro . Non ho nulla da darvi e non voglio nulla, raus ! “

Passarono un  paio di  minuti e  il campanello risuonò di nuovo.

Il suono divenne insistente fin quando il caro vecchietto Ledz si alzò dal suo divano , aprì la porta e guardò con occhi torvi i bambini che in coro dicevano : “ Dolcetto o scherzetto ? “

 

 “ Piccoli idioti, ora vi faccio vedere io ! “ e corse verso il camino dove prese l’attizzatoio , poi tornò sulla porta ed esclamò : “  Ging rauss, o ve lo faccio assaggiare , ja? “

Richiuse sbattendo la porta e tornò al divano. Sorrideva, le erano tornate in mente le giornate passate a Buchenwald quando da sergente faceva filare diritto quei dannati ebrei.

“ Ja, bei tempi . Dovrei accendere il camino e mettere ad arrostire  qualcuno di quei mocciosi, dolcetto o scherzetto ? “ e rise , rise come non mai.

Il campanello risuonò per la terza volta. Il vecchietto si alzò e la sua voce emise imprecazioni in tedesco , aprì la porta violentemente mentre i bambini lo osservavano muti .

Avevano dei costumi diversi dagli altri, erano…divise ..si , sembravano pigiami a righe.

“ Cosa volete ora ? Andatevene via ! “ urlò

I bambini entrarono in silenzio, erano un cinquantina. Un paio di loro andarono verso il camino e lo accesero, poi ritornarono nel gruppo.

Ledz li osservavò, le tornò alla mente qualche viso , ma non ricordava dove potesse averli visti.

Poi uno di loro parlò : “ Sergente Ledz , non si ricorda di noi ? Non siamo poi cambiati così tanto da quel giorno “

Il vecchietto li guardava sempre con aria perplessa, scosse la testa in segno di diniego ; non ricordava anche se nella sua mente la nebbia incominciava a diradarsi.

“ Su faccia uno sforzo sergente, pensi a quel giorno dove i forni crematori andavano alla grande, dove lei cercava di distruggere le prove dello sterminio “.

“ Come ? Che dici piccolo idiota ? “ rispose picato Ledz

“ Ricorda vero?  Ricorda il povero Mathaus ..vieni qui amico mio “

Il bimbo si avvicinò a chi parlava, guardò il vecchio senza dire una parola , poi si voltò alzò  su i capelli  e fece vedere un foro..un foro di pallottola.

Ledz  incominciò a indietreggiare, aveva paura. La sua mente le proiettò il campo di concentramento, gli americani erano vicini  , bisognava distruggere tutto quanto. Ricordava che lui era l’addetto ai bambini, doveva farli sparire.

“ Ora ricorda vero sergente ? Ricorda che uccise tutti noi , che io e altri cinque fummo buttati tra le fiamme vivi “

“ No…io…vi sbagliate mocciosi..io non ero sergente…vi prego…” Lez cadde ai piedi dei bambini,  stava implorando pietà , piangeva. Il suo sguardo andò al camino, il fuoco era vivo, acceso. Dentro le fiamme vide le urla di quei bambini, vide i tanti ebrei bruciati e capì che non avrebbe avuto scampo. Urlò con quanto fiato avesse mentre le braccia dei bambini lo alzarono per portarlo al camino.

“ Dolcetto o scherzetto signor Ledz ? “ fu l’ultima frase che sentì prima che il crepitio delle fiamme lo avvolsero .



             

 

 
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