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Messaggi di Aprile 2014

 

Visitare Torino : La Mole Antonelliana

Post n°1669 pubblicato il 29 Aprile 2014 da paperino61to

 

              

 

La Mole Antonelliana è il monumento simbolo della città di Torino per eccellenza, Situata nel centro storico a ridosso del quartiere Vanchiglia, prende il nome dall'architetto che la concepì, Alessandro Antonelli. Raggiunge un'altezza di 167 metri

La forma del monumento è particolare e unica, di azzardata e singolare tecnologia e tecnica architettonica ottocentesca. La massiccia parte inferiore in muratura è piramidale a base quadrata; sopra di essa si innalza una grande cupola quadra e curva, con pareti in muratura lisce e di forma allungata. Il guscio della stessa ne rappresenta anche lo schema strutturale, è formato da due muri sottili (12 cm di spessore) separati tra di loro da una distanza di 2 metri.

All'ingresso della struttura piramidale vi è un pronao a colonne in stile neoclassico, mentre al di sopra della cupola vi sono un piano aggiuntivo colonnato (il cosiddetto Tempietto) e una guglia o cuspide (poi rinforzata internamente in acciaio), assai sviluppata in altezza, ispirandosi all'architettura neogotica.

Il cosiddetto Tempietto (a circa metà altezza, a quota 85,24 m) è raggiungibile mediante un ascensore che risale al centro della cupola, dando ai visitatori una panoramica interna a 360 gradi.

La costruzione della Mole iniziò nel 1863, progettata come una sinagoga alta 47 metri; fu infatti da poco concessa da Carlo Alberto la libertà ufficiale di culto alle religioni non cattoliche, e la Comunità ebraica di Torino comprò una parte del quartiere Vanchiglia, all'epoca chiamata contrada del cannon d'oro (l'attuale Via Montebello), per costruire un loro tempio con annessa una scuola. La scelta di Antonelli come architetto però, si rivelò infelice per la comunità ebraica, perché propose una serie di modifiche che avrebbero innalzato la costruzione a 113 metri, ben oltre i 47 metri proposti inizialmente per la cupola. Tali modifiche, l'allungamento dei tempi di costruzione e i maggiori costi, risultarono sgraditi alla comunità ebraica che nel 1869, per mancanza di fondi, fece quindi terminare i lavori con un tetto piatto provvisorio a circa 70 metri di altezza.

Sin dalla sua costruzione infatti, l'opera soffrì di problemi strutturali, data la dimensione areale relativamente ridotta della base e il notevole peso che doveva sopportare. Il terreno di Vanchiglia su cui sorge infatti, fu antico bastione di mura della città, fatto demolire per ordine di Napoleone Bonaparte all'inizio dell'Ottocento, e rendendo quindi il terreno più instabile.

Nel 1873, la comunità israelitica torinese, delusa da tutti questi problemi e costi aggiuntivi, fece scambio col Comune di Torino, che cedette agli ebrei il terreno per costruire l'attuale sinagoga in quartiere San Salvario, mentre quest'ultimo si prese in carico i costi terminazione della Mole (circa 40mila lire di allora) per dedicarla al re d'Italia Vittorio Emanuele II.

Antonelli riprese quindi la costruzione, sempre con una serie di modifiche in corso d'opera (ispirandosi in una terminazione appuntita neogotica come nell'altra sua importante opera precedente, la cupola della Basilica di San Gaudenzio, simbolo di Novara) portò l'altezza complessiva fino a 146 e poi fino 163,35 metri (la statua del genio alato, posta successivamente, le fece raggiungere i 167,5 metri), facendola diventare così l'allora edificio in muratura più alto del mondo e, per tal motivo, fu chiamata Mole.


           


Antonelli  lavorò con dedizione alla Mole fino alla sua morte, avvenuta nel 1888; diventò leggendaria quella sorta di rudimentale ascensore azionato da una carrucola che portava il quasi novantenne architetto a diverse decine di metri d'altezza per verificare personalmente lo stato dei lavori. Ma egli non riuscì a vederne mai il completamento; la punta della guglia fino a 163 metri fu soprattutto curata dal figlio, Costanzo Antonelli, e dal suo allievo, Crescentino Caselli, che in quel periodo si stavano anche occupando del consolidamento del campanile della Chiesa di Santo Stefano a Venezia.

La Mole fu quindi inaugurata il 10 aprile 1889, con la posa sulla guglia di una statua raffigurante un grande genio alato con una stella sulla testa, alto complessivamente circa 4 metri e colorato in oro, che i torinesi identificarono con un angelo,Una volta inaugurata, la Mole divenne la sede del Museo del Risorgimento. L'architetto Annibale Rigotti decorò successivamente gli interni tra il 1905 e il 1908. Fu anche una delle prime costruzioni ad essere illuminata di notte, all'epoca attraverso delle lampade a gas. La statua del genio alato collocato sulla punta del monumento venne abbattuta da un nubifragio, probabilmente da un fulmine, il giorno 11 agosto 1904

Al posto del genio alato, l'anno dopo fu posta una stella a cinque punte, pressoché di forma simile a quella originale sulla testa del genio, di circa quattro metri di diametro, ad opera dell'ingegner Ernesto Ghiotti, l'allora capo dei lavori pubblici del Comune di Torino.

Una volta trasferito il Museo del Risorgimento a Palazzo Carignano nell'anno 1938, la Mole fu usata solo come sede di mostre estemporanee. L'interesse della città sembrò diminuire in assenza di una collocazione definitiva per la struttura.

Durante la seconda guerra mondiale la Mole scampò miracolosamente ai danni dei bombardamenti, specialmente quelli del 6 dicembre del 1942, che colpirono molti obiettivi militari nella vicina Via Verdi e distrussero l'antistante sede dell'Auditorium Rai: il Teatro di Torino.


                             


Il 23 maggio 1953 alle ore 19:25 un altro violentissimo nubifragio, verosimilmente una tromba d'aria, fece spezzare e precipitare ben 47 metri della guglia nel piccolo giardino sottostante della sede RAI senza provocare danni alle persone. I lavori di ricostruzione della guglia della Mole furono relativamente veloci (1955-1960), ma lo scheletro non fu più in sola muratura, bensì con una armatura metallica rivestita di pietra, e riportando quindi tutta l'altezza (comprensiva di stella) a quota 167,5 m.; la nuova stella, rinforzata rispetto alla prima, fu sempre circa 4 metri di diametro e colorata in oro; non più a cinque punte, bensì tridimensionale a 12 punte.

Terminati tutti questi lavori, per l'inaugurazione si attese il giorno 31 gennaio 1961, in concomitanza alle cerimonie per l'anniversario dei cento anni dell'Unità d'Italia. Il nuovo progetto di illuminazione notturna fu realizzato dall'ing. Guido Chiarelli.

                


Nel 1964 fu anche progettato e costruito il primo ascensore per turisti per giungere fino al Tempietto, dal quale si gode tutta la vista panoramica sui quattro punti cardinali. Per motivi di sicurezza fu chiuso l'accesso alle strette scalette a zig-zag per salire dentro la guglia e, qualche decennio dopo, furono altresì installate delle sbarre di protezione al balcone del Tempietto per evitare incidenti o tentativi di suicidio.

Se il primo ascensore all'interno della Mole fu costruito nel 1964, nel 1987, anno della fine della ulteriore ristrutturazione dell'edificio, fu costruito un secondo impianto, questo attivo fino al 1996, quando la Mole venne ripensata come una sede permanente del Museo Nazionale del Cinema. L'attuale ascensore panoramico, gestito dal GTT ed entrato in funzione nel luglio del 2000, è dotato di pareti laterali totalmente trasparenti, in cristallo di sicurezza, acciaio e si arriva al primo livello terrazzato, a 85 metri, il famoso Tempietto.

Dopo i 4 anni 1996-2000 di chiusura per ristrutturazione, necessari sia per rinnovare l'ascensore che eliminare parte degli archi di supporto in cemento, la Mole diventò la sede permanente del Museo Nazionale del Cinema, che ad oggi ospita macchine ottiche pre-cinematografiche lanterne magiche, pezzi provenienti dai set cinematografici dei primi film italiani ed altri, in un allestimento suggestivo.

Dal 1998, in occasione della ridefinizione dell'illuminazione esterna e della nascita della manifestazione "Luci d'Artista", sul fianco della cupola si può vedere un'installazione di Mario Merz, Il volo dei numeri, con l'inizio della successione di Fibonacci che s'innalza verso il cielo.

Nel 2011, in occasione dei centocinquanta anni dell'Unità d'Italia, è stato posto un tricolore italiano illuminato costituito da tre quadrati verde-bianco-rosso asimmetrici tutto intorno immediatamente sopra il Tempietto che sono tutt'ora installati e accesi durante le ore di buio.

 

 

 

 

 

 
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Aprile 1944

Post n°1668 pubblicato il 24 Aprile 2014 da paperino61to

Aprile 1944, Torino

Madonna di campagna , quartiere della città piemontese.

Un gruppetto di uomini, armati con fucili si aggira silenziosamente per la strada. La luna è semi coperta dalle nuvole.

“ Domani mi sa che pioverà “ . A dirlo è Beppe il capo del gruppetto, capo solamente perché è il più anziano : Trent’anni  anni compiuti da poco.

“ As rason, Beppe, ho il ginoj che fa mal da forca “ risponde Carlo.

“ Carlo, boia faus , parlà nen di forca per piasì “ esclamò Marco.

Una risata sommessa uscii dai tre uomini, solo Vincenzo detto “ Censo “ rimase serio.  Era il più piccolo del gruppetto, appena quindici  anni.

“ Hai paura Censò ? “ domandò  Marco.

“ Io ? Non ho paura di nulla io ! “  rispose il ragazzino, ma i suoi occhi dicevano il contrario.

“ Ciao bale..abbiamo tutti paura masnà, credimi io per prima “ disse Beppe.

Nessuno disse il contrario, sapevano che la loro vita era appesa a un filo. I fascisti stavano dando loro la caccia, l’ordine era di prenderli : vivi o morti  faceva poco differenza.

Un dispaccio arrivato al comando generale parlava chiaro, ogni partigiano o sostenitore di questi “ traditori “ andava spazzato via senza remore.

L’ordine veniva seguito scrupolosamente, ogni muro della città era buono per fucilare chi veniva sospettato di convivenza con il nemico. Non passava giorno che non si sentissero i colpi dell'esecuzioni.

“ Zitti, sento un rumore “. Nel silenzio della notte, il rombo di un motore non lo si può confondere con altro.

“ I fascisti ! “ esclamò Marco sputando per terra. Tolse la sicura al fucile, stessa cosa fecero gli altri componenti.

Beppe era teso, sapeva che non avevano un’altra occasione, o riuscivano nell’attentato dileguandosi subito dopo oppure avrebbero fallito , mettendo a rischio la loro stessa vita.

Il camion si stava avvicinando. L’autista andava piano, mentre il  camerata a fianco di lui guardava fuori dal finestrino se vedeva qualche movimento sospetto . Nel retro del camion, seduti sulle cassepanche , c’erano altri sei fascisti. Nessuno di loro parlava, solo le dita nervose la dicevano lunga sullo stato d’animo. La morte fa paura a tutti.

“ Al’ dil lè pront per sparè,  Beppe , dimmi te quando “ domandava Carlo .

“ Aspetta che si avvicinano ancora un po’ “ rispose Beppe

“ Guarda , che le ghigne dei fasci a mi piasù nen, se aspetuma  ancora guarduma le loro palle degli occhi“.

Beppe sorrise, mai una volta che Marco riuscisse a non fare il buffone.

“ Calma, calma, questione di poco e poi potrai divertirti “ a parlare era Censò.

“ Va a caghè , Censò, il divertimento è andare con la fumla del podestà “ .

La camionetta svoltò l’angolo, era quasi ferma, mentre all’interno gli occhi scrutavano ogni angolo nascosto, sapevano che un errore poteva costare caro.

“ Che facciamo, scendiamo ? “ domandò al suo superiore.

“ Si,ma fermati vicino al porticato. Dovessero spararci ci ripariamo dietro le colonne. “ rispose il capitano.

“ Ammesso che ci diano il tempo “ .

“ Già , anche questo è vero “.

La camionetta percorse pochi metri, poi il suo motore si spense. Il silenzio avvolgeva totalmente la strada. I fascisti scesero dal camion. Fucili spianati e pallottola in canna. Si guardavano intorno, gocce di sudore scendevano dai loro volti.

“ Vedi nulla camerata ? “ domandò uno di loro .

“ Non vedo nulla, ma sti bastardi di partigiani saranno a nascondersi nel loro letamaio “.

Percossero qualche metro , camminando a distanza l’un dall’altro.

“ Capitano nulla di nulla, la segnalazione era falsa. Che facciamo ? “ .

Il capitano si accese una sigaretta, aspirò lentamente  e guardando la luna che era quasi del tutto ricoperta dalle nuvole disse : “Torniamo al comando. Forza tutti al camion “.

“ Beppe, che si fa ? Ora o mai più “ esclamò Carlo.

Beppe fece segno con la testa di tenersi pronti.

“ Al mio tre, si fa fuoco d’accordo ? Prendete bene la mira,  non abbiamo tempo per tentare una seconda azione, ci sarebbero addosso tutte le camionette che sono in zona. “

Gli uomini fecero un segno di assenso con il capo.

“ Uno…due….treeeeeee..” . I fucili emisero il loro verdetto di morte. Il capitano fu il primo a cadere, senza rendersene conto. Altri due fascisti caddero emettendo appena un gemito. Un paio si buttarono a terra urlando “ i partigiani “ e spararono a loro volta. I restanti corsero a ripararsi dietro le colonne, ma solo uno riuscì a raggiungerle, gli altri rimasero per terra, chi ferito chi morto.

“ Andumà , matot, via di corsa “ a dirlo era Marco mentre il suo fucile continuava a sparare.

“ Via…via , porca miseria via di qua “ urlò Beppe.

Gli uomini corsero zigzagando per  le strade del borgo ,mentre le grida dei fascisti superstiti facevano accorrere in loro aiuto altri camerati.

Senza fiato , riuscirono ad arrivare alle sponde della Dora , si buttarono nei canneti e stettero in silenzio, cercando di riprendersi dalla corsa.

“ Ci siamo tutti ? “ domandò Carlo.

Beppe , fece veloce la conta, mancava il ragazzino. “ Manca Censò, dù a lù? .

“ Non ho fatto caso , vicino a me non c’era “ rispose Carlo, “ e te Marco , lo hai visto ? “.

“ No, con me non c’era quando siamo scappati . Cristo , mica sarà rimasto là ? “.  La voce tremava nel dire questo.

“ Forza torniamo indietro “ .

“ Sei pazzo Beppe, là sarà pieno di fasci “ .

“ Allora che facciamo lo lasciamo nelle loro mani ? “. Il volto di Beppe non ammetteva repliche. Silenziosamente gli uomini tornarano indietro. La camionetta con i fascisti era sparita, nella via solo il sangue sparso faceva capire cosa era successo.

Ma del ragazzo non si vedeva l’ombra . “ Gnente, Beppe , a lè sparì “ disse sottovoce Carlo.

Un portone si aprì piano, un sussurro fece voltare il gruppetto.

“ Vojàutri, cercate il matot ? “ domandò la voce.

“ Si,l’avete visto ? “ .

“  A lè drinta la mia stanza, fate presto ad entrare “.

Entrarono di corsa nel portone, che si richiuse silenziosamente. Salirono al primo piano.

Una luce tenue illuminava la stanza. Sull’unico letto che c’era, il corpo del ragazzo era adagiato sopra. Il respiro era irregolare. Beppe si avvicinò al letto, inginocchiandosi chiese cosa era successo, ma la risposta era data dal sangue che usciva dallo stomaco.

Le lacrime scesero dai volti dei partigiani, sapevano che Censò non avrebbe visto l’alba.

“ Son sceso a prenderlo, prima che lo facessero i fascisti. Non sono medico ma credo che per lui non ci sia nulla da fare “ disse l’anziano .

“ Grassie, bon òm, senta non abbiamo molti sòld…” Marco non fini la frase.

“ Non voglio nulla, solo che cacciate via i fascisti, l'han massà el mè' fij “ rispose l’anziano eocnitnuò dicendo : " Le darò sepoltura ant la cort darera d'là cà ".  .

Un abbraccio suggellò la promessa tra il gruppetto e chi ha avuto pietà del ragazzino. Uno ad uno si avvicinarono al letto, baciarono il ragazzino e si fecero il segno della croce, anche se non ne erano molti convinti in questo gesto, visto che Dio aveva permesso che i fascisti prendessero in mano il paese portandolo alla distruzione.

Il sole stava sorgendo quando i superstiti camminavano sulle stradine di campagna, tornando al loro rifugio, nessuno di loro aveva voglia di parlare. Un'altra vita era morta in sacrificio della democrazia e libertà che sarebbe venuta.

 

Nota : I nomi sono di fantasia, i personaggi no. Gente che ha sacrificato la loro vita per degli ideali, come libertà e democrazia. In questi ultimi anni è sorta in me sempre la stessa domanda:  Ne è valsa la pena ? Cosa Festeggiamo ?

Un  Paese di Corrotti, Corruttori, Mafiosi, Gente che si Vende al miglior offerente, Diritti Cancellati con una semplice firma, Costituzione Stralciata che vale meno di un foglio di carta igienica...Per questo sono morti ?


 

 
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Matteo e gli 80 euro

Post n°1667 pubblicato il 23 Aprile 2014 da paperino61to

" Oh Matteo tu non fò il bischero " lo dico con affetto.

Hai promesso gli 80 euro e mantieni la promessa, anche perchè stamattina ho già iniziato a spendere cotanta cifra favolosa.

Per la verità ne ho ancora avanzati di soldini, ma semplicemente perchè voglio assopararmi lentamente questo " tuo " regalino.

I detrattori tuoi diranno : " Non sono 80 ma sono circa 65 euro ! " Dio bonino , non stiamo a fare le pulci in testa a quest'uomo.

" Non ci sono le coperture , è una bufala " tuona il Gabibbo ligure meglio conosciuto come Grillo.

Scusa Grillo non ci sono le coperture per 80 euro e tu volevi dare addirittura 1000 euro al mese a chi non lavora ? Dove c...le trovavi i soldi per fare questo ? Vendevi la Liguria a qualche magnate straniero ?

" E' solo un Bonus, tra un paio di mesi spariranno gli 80 euro ".

Che il Pinocchio toscano ami raccontare favolette ( a proposito aveve visto che assomiglia sempre più a un certo personaggio a noi tristemente noto ? )lo sappiamo, ma vorrei ben sperare che non si metta completamente nei panni del simpatico burattino a dire le bugie.

 

Taglia di quà, taglia di là, non passa giorno che twitta ( usare parole del linguaggio italiano mai vero ? ) , spara a destra e sinistra, non guarda in faccia a nessuno, quindi cari colleghi operai non lamentiamoci se non ci riceve a Palazzo Chigi, non lo fa perchè è snob, è così' di natura.

 

Lui è il Fatto a due gambe, lui fa e farà un Italia migliore. Sorge un dubbio , ma se vuoi fare un paese migliore perchè dialoghi con un Pregiudicato ? Perchè metti gente come la Mercegaglia a capo di una grossa azienda, quando ha il fratello e padre indagati per corruzzione e tangenti ?

" E' giovane si farà " dicono gli anziani, il problema non è che è giovane , ma che assomiglia sempre più la copia identica di Silvio..

" Oh, Matteo , cercati un altro idolo a cui assomigliare "..

 
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Buona Pasqua

Post n°1666 pubblicato il 20 Aprile 2014 da paperino61to

           

 

           Serena e Buona Pasqua a tutti voi cari amici...

 

                  Con affetto il vostro papero

 
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Serata Pasquale

Post n°1665 pubblicato il 19 Aprile 2014 da paperino61to

Eccoci arrivati alla vigilia di Pasqua , e cosa c'è di meglio se non festeggiarlo al rockcafè?

Il Vostro Papero Augura a Voi e ai vostri Cari una serena e Buona Pasqua..

 

                 

 

 

 

 

 

 

 

               

 

 

 

 

 

 

               

 

 

 

 

 

 

              

 

 

 

 

 

              

 

 

 

 

 

            

 

 

 

 

 

          

 

 

 

 

         

 
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