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Messaggi del 17/03/2015

 

La mano del destino ( Sesto Capitolo )

Post n°1892 pubblicato il 17 Marzo 2015 da paperino61to

 

La nebbia mi accompagnava nel  viaggio in treno verso Pinerolo. La visibilità era alquanto precaria.

Stavo andando all’ospedale, De Luca era riuscito a risalire al dottor Linsetti ( nominato dalla Malforti ), lavorava come chirurgo e inoltre era anche vice primario nell’ospedale di Susa.

Troppe coincidenze per questo signore, visto che due delle tre donne uccise lavoravano in quegli ospedali.

Prima di andare  in ospedale entrai in un bar a prendere un caffè bollente , ne avevo bisogno,  la giornata non solo era nebbiosa ma anche gelida.

L’entrata dell’ospedale era vigilata da un paio di miliziani fascisti, dovetti fare vedere il tesserino di polizia per poter accedere .  Andai dall’usciere e domandai dove potessi trovare il dottore.

Mi indicò che potevo ancora trovarlo nel suo ufficio poiché  al pomeriggio sicuramente era a Susa.

Salì le scale e mi avviai verso l’ufficio. Era la terza porta  alla mia sinistra, bussai ed entrai senza aspettare l’invito .

“ Lei chi è “ ? domandò il dottore .

Era sulla settantina , capelli impomatati , gli occhi erano nascosti dietro agli spessi  occhiali. Il fumo della sigaretta usciva da un posacenere e aleggiava nella stanza.

“ Il dottor Linsetti ? Sono il commissario Berardi della questura di Torino “ risposi calcando sulla parola commissario.

Mi squadrò dalla testa ai piedi poi indicò una poltrona .

“ Cosa posso fare per lei “? .

Tirai fuori le due fotografie delle donne uccise e domandai se le conosceva, visto che lavoravano entrambe negli ospedali dove lui esercitava.

Guardò le foto superficialmente e disse di non conoscerle o almeno non le sembrava di ricordarle  e di averle mai viste.

“ Ne è sicuro ? “..poi tentai un bluff.

“ Perché ho saputo che entrambe erano state al suo servizio..”non finì la frase che il dottore si alzò e si mise a urlare

“ Io non le conosco e chi ha detto queste cose mente…capisce mente, e ora se ne vada…ho molto da fare “.

“ Capisco e la ringrazio per la  sua disponibilità…però sono convinto che questo nome le dice qualcosa e anche l’indirizzo di questa persona …Agnese De Matteis via Bava 26 “.

 

Avrei voluto ci fosse anche Tirdi con me  per fargli vedere come un illuminato dottore può sbiancare in volto al solo nominare una maitresse e il suo bordello.

“ Come….co…cosa sta dicendo “ ? . La voce era balbettante  e le mani dovettero posare la penna stilografica per il troppo tremore.

“ Non le permetto certe insinuazioni di bassa lega ! Mi rivolgererò al Prefetto …”

“ Lo può fare benissimo , però tenga conto che poi le ragazze del bordello verranno chiamate a testimoniare, e credo che  non tutte manterranno  questo suo piccolo segreto “ .

“ Lei è…”

“ Attenzione dottor Linsetti, una parola sbagliata e l’arresto per oltraggio e ingiurie a un pubblico ufficiale , ci pensi bene. Come spiegherebbe  a sua moglie  questo suo gesto ? “ .

L’uomo si afflosciò sulla poltrona, stava meditando come togliersi da quell’impiccio.

“ Va bene commissario le chiedo scusa. Conosco la casa e la proprietaria, per le due fotografie che mi ha fatto vedere vorrei rivederle, sicuramente sono stato troppo frettoloso “.

Fu così che  rifeci vedere le foto delle due donne. L’unica cosa che disse è che conosceva di vista la Cossutti per averla avuto a fianco in un paio di interventi ma nulla di più.

Lasciai l’ufficio del dottore con la convinzione che mentisse spudoratamente, e per questo anziché uscire dall’ospedale andai nei vari reparti a domandare notizie della Stecco e del dottore e con un particolare non di poco conto : il dottore era mancino…come l’assassino che ha ucciso Oriella .

Come sospettavo , aveva mentito . Un paio di infermieri mi dissero chiaramente che la Stecco non solo era  infermiera nelle camerate dove Linsetti aveva i pazienti  ma era anche l’amante del dottore.

Si vedevano a fine turno , lei saliva sulla macchina di lui e andavano in una pensione  a Pinerolo, del nome di questa pensione però  non ne erano a conoscenza.

I due infermieri dissero che giravano  voci che anche a Susa il dottore aveva  un’amante  e che quest’ultima lavorasse   in ospedale. Sorrisi , un altro filo legava le due vittime al dottore e questo era legato con la De Matteis che a sua volta era legata molto intimamente con Giodini. Mancava soltanto il movente per gli omicidi.

 

Uscii dall’ospedale  e il freddo pungente si faceva sentire . Alzai il  bavero del cappotto e andai alla stazione locale della polizia. Dissi chi ero, e specificando per sommi capi la mia venuta chiesi,  gli indirizzi delle pensioni di Pinerolo.

Erano solo tre, due negli isolati intorno all’ospedale , la terza all’uscita del paese a un chilometro circa .

Puntai decisamente su quella, sarebbe stato sciocco da parte del dottore e della sua amante andare nelle pensioni troppe vicine all’ospedale . La nebbia era sempre più fitta, un paio di volte rischiai di finire in un fossato.

Ca’ Patrunet era l’insegna della pensioncina , un edificio a due piani con  la porta di vetro. Al  bancone si vedeva un uomo , sicuramente il proprietario, poi c’era  un divano , un paio di vasi . Entrai.

“ Buongiorno lei è il proprietario “ ? domandai mentre tiravo fuori dalla tasca il tesserino della polizia.

L’uomo mi squadrò e disse si , che lo era e cosa desideravo .

“ Arrivo da Torino e sono il commissario Berardi , avrei bisogno di farle alcune domande”.

La voce dell’uomo si era abbassata notevolmente e con un gesto della mano mi indicò di seguirlo nel retro.

“ Buongiorno commissario, che è successo ? Guardi che io non ho fatto  nulla di male…”

“ Stia tranquillo , basta che mi risponda ad alcune domande in merito e che  se vengono accompagnate da un bicchiere di vino meglio ancora, ovviamente pagando il disturbo “.

Di colpo il proprietario ritrovò il sorriso e disse di si, sarebbe andato a prendere una bottiglia di barbera e due bicchieri. Mi fece accomodare e tornò dopo un paio di minuti.

“ Ecco commissario,  beva e mi dica sinceramente cosa ne pensa ? “  domandò mentre versava nel bicchiere il nettare di Bacco.

Lo gustai molto lentamente poi le feci i complimenti , era veramente buono . Non potevo sbagliarmi era barbera ed anche di quella buona.

“ Si , è  barbera , la produce mio figlio, porta sempre un carico di bottiglie per i nostri clienti  “.

Feci il bis poi posai il bicchiere e domandai nome e cognome della persona con cui stavo parlando.

 

“ Mi chiamo Rista, Giuseppe Rista. Da quando sono nato    faccio l’albergatore, questa pensione è un lascito dei miei vecchi . Non so spiegarmi il perché lei sia venuto da me  “.  Aveva ripreso a parlare sottovoce e il biancore in volto stava tornando.

“ Le faccio vedere due fotografie di donne, saprebbe riconoscerle ? E’ molto importante mi creda “.

Posai le foto sul tavolo, Rista le osservò ed  esclamò :  “ Sta-sì è la Wanda “ !

E indicò la fotografia della Stecco.

“ Ne è sicuro , ci pensi bene “.

Confermò il nome, dice che non poteva sbagliarsi , poiché  l’uomo che veniva con lei la chiamava sempre Wanda.

“ Mi parli dell’uomo , lei se lo ricorda,  lo conosce per caso “ ?

Notai che tentennava , aggiunsi che non doveva preoccuparsi , che le cose dette non sarebbero arrivate all’orecchio dell’interessato.

“ So che è un dottore, mi sembra si chiami Lisitti , Lisetti..si ecco Linsetti . Lavora all’ospedale del nostro paese , ma di più non so “.

“ Come fa a sapere che è un dottore , glielo lo ha detto lui “ ?

“ No, per carità , è già tanto che dice buongiorno e buonasera,  è stata la donna ha chiamarlo così. Avesse visto la  faccia dell’uomo in quel momento, se i suoi occhi avessero potuto   uccidere l’avrebbero fatto all’istante “.

“ Quindi da quella parola ha capito che era medico. Ma il cognome come fa a saperlo “?

“ Una volta un mio amico uscì proprio mentre loro entravano, poi venne da me a  chiedermi cosa ci facesse il dottor Linsetti nella mia pensione “.

 

“ Quante volte venivano da lei ? “ m

“ Direi tre, quattro volte a settimana,  solo nel fine settimana non li vedevo , ho pensato che uno dei due fosse sposato. Ma mi dica commissario, cosa è successo ? Adesso che ci penso , è parecchio tempo..”

“ Purtroppo la donna è morta, uccisa a Torino assieme a una sua amica. Il dottore , con cui ho appena parlato  ha detto che aveva  una conoscenza superficiale della Wanda , cosa che dalle sue parole sembra tutto il contrario .

“ Povra matota, era bella sa ? E anche molto gentile. Lei dice che c’entri il dottore ? “  .

“ Chi lo sa.. Senta mi dica ancora una cosa, il dottore veniva sempre con questa donna o qualche volta era anche con altre “ ?

“ No, sempre con la Wanda” .

Mi alzai e bevvi un altro bicchiere di barbera prima di avviarmi alla stazione . Raccomandai a Rista di non far menzione del nostro dialogo nemmeno con suo figlio altrimenti avrei potuto incriminarlo  come   complice dell’assassino.

( Continua )

 

 
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