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Messaggi del 05/04/2018

 

L'intuizione di Maria ( primo capitolo)

Post n°2338 pubblicato il 05 Aprile 2018 da paperino61to

 

 

La vita scorre tranquilla sulla città di Torino, da mesi non ci sono più delitti efferati; certo la malavita non è scomparsa. Chi specula e lucra nella borsa nera resta nel mirino della polizia come d’altronde i ladri d’appartamento.

Finito l’orario di lavoro, passo a prendere Maria Berti. Dopo la scomparsa tragica del fratello e dei genitori si è trasferita definitivamente in città. Alloggia da mamma Gina che si è dimostrata una donna di gran cuore accogliendola nella sua trattoria.

Maria ha persino trovato lavoro dalla signora Orsini, una vedova che gestisce un negozio di abbigliamento per donne a Porta Palazzo. L’unico figlio è partito a cercare fortuna in America, ed è stato un bene, altrimenti sarebbe stato chiamato alle armi con destinazione il fronte.

“ Ciao Maria, come è andata la giornata?” .

Lei mi scocca un bacio e poi risponde bene : “ Mi piace la signora Orsini, è una brava donna, mi parla sempre del suo povero marito e del figlio… sono mesi che non riceve le sue lettere”.

“ Vuoi che mi interessi? “ domando con un sorriso.

“ Potresti farlo?”.

“ Domani chiamo il Consolato a Roma e vediamo se può fare  una richiesta  di indagine in America, però dovresti dirmi in quale città risiede”.

“ La signora mi parlava di Boston…si esatto, Boston!”.

“ Bene, ora andiamo da mamma Gina”.

Le serrande dei negozi in via Po si stanno abbassando, la notte a breve avvolgerà la città. Qualcuno  ha una finestra aperta e si sente una musica provenire dalla radio e Maria accenna ad un passetto di danza. Adora lo swing e anche a me non dispiace come genere musicale.

Ci lasciamo dopo un paio di ore, lei dorme da mamma Gina aiutandola alla sera e al sabato con i clienti.

 

Faccio un salto ai Murazzi, un informatore ha chiesto di potermi parlare riguardo a un’indagine su soldi falsi messi in circolazione.

Sono le undici quando il rintocco della campana della chiesa adiacente mi vede rientrare a casa. Ho preso nota delle informazioni  e parlerò al questore di come dobbiamo agire, non ho dubbi che stavolta i falsificatori cadranno nella rete.

Passano un paio di mesi, quando una sera uscendo dal negozio noto che  il volto di Maria è perso nel vuoto, non dice una parola e quelle poche sono a monosillabe.

 “ Che succede?” domando  mentre è intenta a versarsi l’acqua nel bicchiere.

“ Scusami…non sono molto di compagnia vero? Non so come dire…non faccio altro che pensare a una cliente”.

La guardo perplesso.

“ Si chiama Trevisani, è sulla quarantina, una bella donna, ma soprattutto è sempre stata semplice…capisci cosa voglio dire?”.

“ Si!”.

“ Non era altezzosa e sprezzante, come lo sono alcune nostre clienti…ora invece da un paio di settimane lo è diventata; è assurdo, lo so da me, ma è come se fosse diventata un’altra persona”.

“ Le avete detto o fatto qualche sgarbo? Conoscendoti non credo, ma non posso essere sicuro della Orsini, non la conosco bene quanto te”.

“ No affatto, anche la signora è stupita del suo cambiamento…non sa capacitarsi di questo suo modo di fare…arrogante, non saluta mai e soprattutto non racconta più nulla, al contrario di prima che non la smetteva di parlare”.

“ Magari ha problemi personali”.

“ Non credo, so che è sposata con un medico che lavora al Mauriziano…è un primario di chirurgia”.

“ A volte la gente cambia più in fretta di quello che non sospettiamo, non ci fare caso. Ti va di andare al cinema ?”.

Finito il film, Maria ritorna pensosa sulla cliente, nulla da fare, quando una donna si mette in testa un pensiero non c’è verso di farla desistere.

Metto la chiave nella toppa e il telefona inizia a squillare, è Perino: “ Commissario, passo a prenderla, hanno ritrovato una donna sulle sponde del Sangone a Moncalieri, Tirdi si trova già sul posto”.

Una ventina di minuti dopo eravamo sul luogo del delitto, il corpo si trovava in un anfratto, l’acqua non è alta in quel tratto.

“ Ciao Tirdi, cosa è successo?”.

“ Buona sera commissario, un passante ha notato qualcosa nel fiume, quando ha capito che era un corpo ci ha chiamati”.

“ Hai preso nota di questo testimone? Ha visto qualcosa?”.

“ Si chiama Ettore Mulle, abita poco distante da qui. Il passante non ha visto ne sentito nulla”.

“ Proverò a fargli qualche domanda, chissà che non ricordi qualcosa…dove lo trovo?”.

Tirdi mi indica la persona che è appoggiata all’ambulanza.

“ Buonasera signor Mulle, sono il commissario Berardi, dovrei fargli qualche domanda se permette”.

La sua testimonianza conferma quella detta a Tirdi, il suo cane abbaiava in direzione del fiume, l’uomo è sceso dalla riva e ha notato la donna morta, non ha visto nessuno nei d’intorni o fuggire via.

“ Ecco il dottor Stresi, vieni Perino andiamo a sentire cosa può dirci”.

 Che piacere vedere il mio commissario preferito, venga Berardi anche stavolta il mio sogno di andare di passare una serata riposante è andato a farsi benedire”.

“ Non se la prenda dottore, prometto che gli pago una cena!”.

“ Per ora posso solo dirle che il volto è stato cancellato da un colpo o forse due   d’arma da fuoco…sicuramente sparato a bruciapelo. Ma come ben sa, devo fare prima l’autopsia, inoltre noto che la vittima ha una macchia sulla mano destra…sembra una voglia”.

Guardo il vestito che indossa la vittima, è di gran marca, noto anche che la donna non ha ne anelli ne indossa una collana.

I barellieri caricano il corpo sull’ambulanza, assieme a loro c’è anche il dottore.” Nessun documento?” domando.


“ Nulla commissario, abbiamo controllato nel raggio di un centinaio di metri, non abbiamo trovato nulla”.

“ Neanche una borsetta? Di solito una donna non esce di casa senza”.

“ Nulla di nulla…a meno che la vittima non sia stata uccisa da un’altra parte e poi portata qui”.

“ Spiegazione più che plausibile, per ora possiamo fare poco, aspettiamo il referto di Stresi e poi valuteremo il da farsi”.

 

Il referto del dottor Stresi arriva verso metà mattinata.  Le disposizioni di date non hanno portato a nulla. Nessuno delle persone che abitano in zona ha saputo dire qualcosa, nessuna ha visto o sentito un colpo d’arma.

Nel suo referto il dottore ha trovate tracce di veleno, belladonna precisamente.

“Il volto è stato cancellato da un colpo di fucile, non escluderei un fucile da caccia”.

Secondo il parere del dottore, chi ha voluto “ cancellare “ la faccia, l’ha fatto in modo scientifico per non permettere l’identificazione.

“ Posso azzardare che l’età della vittima è compreso tra i trenta cinque e i quarant’anni, la voglia di fragola è sulla mano destra, ed è l’unico dato certo in nostro possesso”.

Perfetto, una vittima senza movente, senza nome e cognome, età apparente ma non certa, insomma un vicolo cieco.

Chiamo la redazione della Stampa e chiedo se qualcuno ha pubblicato un inserzione per denunciare la donna scomparsa. Mi rispondono di no, almeno per ora nessuno lo ha fatto.

Chiedo di pubblicarla io e detto la frase : “ Non si preoccupi commissario, nell’edizione di stasera il suo annuncio sarà pubblicato…lo ripeteremo per un paio di giorni, stia tranquillo, se ci sono novità l’avvertiamo immediatamente”.

Purtroppo l’annuncio non ha nessun effetto, la donna uccisa sembra non avere identità. Tirdi mi suggerisce di pubblicare la foto del vestito indossato dalla vittima.

“ E’ un abito di lusso, commissario, chissà che in città non ci sia qualche persona che ne abbia uno identico, così potrà darci l’indicazione  di dove è stato comprato”.

“ Buona idea, fai fare la fotografia e poi portala al giornale…anzi fanne un paio di copie in più…manderò Perino e un paio dei nostri a domandare nei negozi di abbigliamento e negli atelier se hanno quel modello d’abito, chissà che non siamo fortunati”.

Due giorni dopo la pubblicazione della fotografia viene in ufficio  Maria accompagnata  dalla signora Orsini.

“ Ciao Marco, scusa se ti disturbo, questa è la signora Orsini, proprietaria del negozio di abbigliamento dove lavoro, vorrebbe parlarti”.

“Prego, accomodatevi”.

“ Sa che lei è un bel giovanotto? E anche fortunato…se la tenga stretta la sua Maria”.

Sorrido a queste sue affermazioni e domando perché voleva parlarmi.

“ Ho visto sulla Stampa la foto del vestito che indossava la poveretta uccisa…tempo fa, non ricordo quanto esattamente, ho venduto un paio di questi abiti”.

 “ Sa anche a chi ha venduto questi vestiti?”.

“ Una era della signora Trevisani, una nostra vecchia cliente…a proposito sa che è cambiata? Un’antipatica e boriosa di prima categoria…”.

“ E l’altra persona?”.

“ Di questo non sono sicura…si…ricordo… era un uomo…rimasi stupita, di solito sono solo donne che entrano nel mio negozio, al massimo vengono accompagnati dai mariti o fidanzati”.

“ Non conosce il suo nome?”.

“ No, ha solo detto che voleva fare un regalo a sua moglie…ha pagato in contanti”.

“ Lo può descrivere?”.

La donna ci pensa  parecchi minuti poi : “ Era alto come lei, come età credo fosse sui quaranta massimo cinquant’anni, ora che ci penso bene, sembrava voler nascondere il volto, portava una sciarpa sul volto. Trovai strana la cosa visto che la temperatura era calda”.

“ Possiamo dire che era verso i mesi estivi o primavera inoltrata?”.

“ Si, non ricordo con certezza che mese era, ma sicuramente non in inverno”.

“ Altre cose che ha notato?”.

 “ Parlava sotto voce, come non volesse che la sua voce fosse riconosciuta. Pensai che avesse problemi di mal di gola, vista anche la sciarpa che indossava”.

“ Si ricorda il colore della sciarpa?”.

“ No, mi spiace…non sono sicura…potrei dirle che era color panna…ma…”.

 “ Ha notato qualche altra cosa strana in questo signore?”.

“ No, a parte il volto coperto, la visiera del cappello era calata sugli occhi…si, aveva occhiali scuri. Ha pagato il conto ed è uscito dal negozio”.

“ Non l’ha più rivisto?”.

“ No! Nel negozio non è più venuto”.

Guardo Maria e le chiedo se per caso lei l’avesse visto. La Orsini risponde che Maria non lavorava ancora per lei.

 “ La ringrazio signora Orsini, è un piccolo passo avanti…dovesse venirle in mente altro mi chiami o lo dica a Maria”.

“ Commissario, immagino che andrà dalla Trevisani…stia attento non è più quella donna affabile e gentile di una volta…a lè grama come una bestia servaj (selvaggia)”.

Chiamo Tirdi e gli chiedo di cercarmi l’indirizzo della signora Trevisani.

Dopo un paio di telefonate Tirdi mi dice che la signora abita in via Stampatori al numero cinque, è  sposata con un medico, il primario di chirurgia D’Ambrosi…Giancarlo D’Ambrosi.

“ Prendiamo l’auto e andiamo dalla signora, tu vieni con me”.

Dopo una decina di minuti dopo eravamo davanti allo stabile della signora Trevisani. Una villetta a due piani in stile liberty. Suoniamo il campanello e viene una domestica ad aprire. Chiediamo di poter vedere la signora.

Veniamo accomodati nella sala degli ospiti, dopo mezz’ora di attesa si presenta la signora. Una donna di gran fascino, capelli lunghi color rosso sciolti sulle spalle. Il colore degli occhi nocciola con il naso alla francesina. Non passa inosservata con quel vestito stretto color fucsia.

“ Buongiorno signora Trevisani, sono il commissario Berardi, mi scuso se vengo a disturbarla, ma avrei bisogno di porle delle domande”.

Non mentivano la Orsini e Maria quando entrambe dicevano che era scontrosa e boriosa. Rispose in maniera secca che non aveva tempo da perdere e quindi di sbrigarmi a porle le domande.

“ Vede signora, non ho nessun problema a convocarla in questura,  se vuole possiamo parlare nel mio ufficio. Sono venuto solo per chiederle una semplice cosa, lei ha un vestito di questo tipo?”.

Le porsi la fotografia della vittima.

La guardò con superficialità e rispose di no…che non aveva abiti di quel genere.

Domandai se ne era sicura perché abbiamo avuto la conferma che lei ne ha comprato uno identico.

“ Chi glielo ha detto ha mentito! E ora se mi scusa ho da fare…arrivederci. Carmen, accompagna i signori all’uscita!”.

( Continua)

 

 

 

 
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