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Messaggi del 15/09/2014

 

La piola ( capitolo terzo )

Post n°1768 pubblicato il 15 Settembre 2014 da paperino61to

 

Presi il telefono e chiamai Perino .

“ Ciao sono Berardi, fammi la cortesia contatta l’anagrafe centrale e il Comune . Fatti dire con chi era sposato De Nardi, di nome …Luigi…si Luigi . D’accordo , fammi sapere, grazie “.

“ Anche lei crede che qualcosa non quadri vero ? “ domandò Tirdi.

“ Mi hai messo una pulce nell’orecchio riguardo la relazione che hai fatto . In effetti alla piola nessuno aveva mai visto la moglie, solo sentito dire che se n’era andata “ risposi.

Perino venne nel mio ufficio dopo un’ora circa.
“ Buongiorno commissario , vengo per quella ricerca sulla “ ..presunta  “ moglie di De Nardi “ disse .

Rimasi di stucco alla parola “ presunta “.

“ Ebbene, commissario, uso presunta perché da nessuna parte risulta che vi sia un certificato dove attesti che De Nardi Luigi si sia sposato “ .

Guardai Tirdi che fece un gesto di esultanza come a dire : avevo ragione io .

“ Perfetto , quindi il nostro caro impiegato ha raccontato la balla della separazione . Ora la domanda è la seguente : perché ? “.

Qui né io né i due agenti avemmo pronta la risposta.

Presi il telefono e chiamai la Lenzi, ebbi fortuna perché era appena rientrata dal lavoro. Domandai se potevamo vederci perché c’erano stati degli sviluppi nella vicenda .

Rispose che se la invitavo a cena non avrebbe detto di no.

Sentii bisbigliare tra Tirdi e Perino e darsi tanto di gomitate mentre a stento trattenevano la risata.

“ Ne avete ancora per molto ? “ dissi picato.

“ Ci scusi commissario , non volevamo offenderla ci creda “ rispose Perino.

“ Tranquilli ragazzi , non c’è problema. Ammetto che per un commissario ligio al dovere e al lavoro , può fare effetto uscire a cena con una bella ragazza, anche se può essere considerata come una testimone all’indagine che svolgiamo “.

Prenotai al Ristorante di via De Sonnaz situato dall’altra sponda del Po. Un locale dove si mangia bene e si è al riparo da occhi indiscreti. Ci accomodammo al tavolo prenotato e dopo avere ordinato  la Lenzi mi domandò se  veramente c’era qualcosa di nuovo riguardo all’inchiesta  o se era solo una scusa per rivederla.


“ Ammetto che rivederla era nei miei programmi , ma sono qui per metterla al corrente di una scoperta . De Nardi da quanto tempo diceva che si era separato ? “ .


 

La donna ci pensò  un attimo e poi rispose : “ Che io sappia era come minimo un anno , un anno e mezzo non credo di più ,  lo ricordo perché io ero appena arrivata in quella sede postale. Perché me lo domanda ? “.

“ Perché la cosa buffa o strana qual si voglia  , è che il signor De Nardi Luigi non è mai stato sposato ,  non risulta in nessun comune italiano un certificato di matrimonio e tanto meno alle anagrafe . Abbiamo mandato la richiesta anche ai nostri colleghi francesi in merito alla sua ex moglie, stessa risposta : non risulta che De Nardi abbia mai avuto moglie “.

La donna rimase a bocca aperta, se recitava avrebbe meritato un premio, ma credo che la sua espressione fosse sincera.

“ Quindi lei non ne sapeva nulla ? “ domandai.

“ Per niente, ha sempre detto e non solo a me che la moglie se n’era andata via, sul motivo però era stato taciturno .  Anche io nelle poche volte che ci siamo visti , ho provato a domandarglielo , ma nulla da fare, non rispondeva e cambiava discorso “.

Passammo a parlare di altro , non mi sembrava giusto invitare una signora a cena e assillarla con domande sul fatto accaduto. La serata proseguì tranquillamente, era veramente una sorpresa per me, non solo era bella ma anche simpatica e intelligente, molto intelligente.  ( Poteva fingere di dare la finta tonta se avesse  voluto e difficilmente me ne sarei accorto se non quando era troppo tardi )

Uscimmo dal ristorante verso mezzanotte e riportai a casa la signorina Lenzi.

“ La ringrazio per la piacevole serata signorina ,  noi commissari abbiamo poche serate come queste nella nostra routine quotidiana “ dissi mentre l’aiutavo a scendere dal taxi.

“ Sono io che ringrazio lei commissario, capita raramente di trovare un poliziotto simpatico e carino come lei “ dicendo questo mi augurò la buona notte ed  aprì il portone per richiuderlo subito dopo.

 

L’indomani mattina tornai in ufficio, non avevamo fatto un passo in più per trovare l’assassino ,  l’ unica traccia la “ bugia “ del suo matrimonio e annessa separazione.

“ Ciao Tirdi  , novità ? Da parte mia nulla : o la signorina Lenzi è un’attrice da premio Volpe oppure non sapeva nulla veramente della vita privata della vittima “ dissi al mio collaboratore appena entrato.

“ Buongiorno commissario, nulla di nulla. Lei crede che in qualche modo la Lenzi mentisse ? “.

“ Non so cosa pensare ,   c’è qualcosa in lei che mi sfugge. Sai che ti dico Tirdi ? “.

“ No , commissario “ rispose l’agente.

“ Vai dal questore e chiedigli un avviso di perquisizione intestato a Rosanna Lenzi…nel caso dovesse comparire all’improvviso. Andiamo a spulciare nel suo alloggio “.

Dopo mezz’ora eravamo diretti all’appartamento della signorina . Notai per la prima volta soffermandomi a guardare la piazza, che era una delle più belle della città e il palazzo era proprio di fronte . La fortuna ci diede una mano perché la portinaia era intenta a parlare con il postino e non ci vide entrare.

La Lenzi abitava all’ultimo piano e  facendo il più piano possibile salimmo le scale. Stessa cosa dicasi per entrare nell’alloggio, richiudemmo piano la porta e accedemmo la luce, le imposte delle finestre erano chiuse e nessuno avrebbe visto il  il riflesso della lampada accesa.

“ Da dove incominciamo commissario ? “ chiese Tirdi.

Indicai dal mobile che era nell’entrata . L’alloggio non era grande, adatto a due persone ;  il bagno era situato in casa e non sul ballatoio, questo faceva la differenza tra una casa di lusso e una popolare.

Dopo alcune ore di perquisizione non avevamo trovato nulla di nulla. Ci sedemmo un attimo a riflettere sul da  fare.

Notai che Tirdi osservava la parete dell’ingresso ,  poi si alzò e andò verso l’oggetto che  fissava così intensamente .

“ Venga qui commissario “ disse.

 

 Sulla parete vi era un quadro  o meglio  una fotografia incorniciata che era stata scattata in collina, si vedevamo in lontananza delle vigne con delle persone  ritratte attorno a una tavola.

Si potevano riconoscere la Lenzi, De Nardi e…

“ Esatto commissario, quello  è Fassio, l’amico della vittima “  Tirdi diede risposta  al mio pensiero.

“ Allora si conosco bene ! “ risposi seccato.

“ Inoltre commissario guardi bene quest’altra persona, vediamo se la riconosce ? “ .

Guardai bene la persona indicata da Tirdi, so che la conoscevo ma non mi veniva il nome.

“ E’ Andrea Calori  , l’usuraio ! “.

Aveva ragione, era l’usuraio di Porta Palazzo   aveva un ufficio o negozio  se non ricordavo male  in via Milano.

“ Non era in carcere ? “ domandai.

“ Questo non lo so , magari è  uscito . Sta di fatto che tre nostre conoscenze sono assieme a questo essere immondo “.

“ Bisognerebbe avere una copia di questa fotografia “ dissi e guardai l’ora. Mancava ancora più di un’ora alla pausa pranzo dell’ufficio postale.

“ Tirdi, all’angolo  c’è un negozio che sviluppa fotografie. Vai con questo ( le indicai il riquadro appeso al muro ) e fatti fare una copia. Fai in fretta, non importa se la riproduzione è piccola, basta che si vedano i volti. Se fa storie mostra il tesserino e minaccia di chiudergli il negozio. Vai subito ! “.

Mi sedetti e aspettai che l’agente tornasse , mille pensieri affollavano la mia mente. Come mai la Lenzi non mi ha detto che conosceva Fassio ?

Tirdi arrivò dopo una ventina di minuti.

“ Tutto a posto  commissario , il doppione della fotografia è qui nella tasca del mio cappotto,  ora appendo l’originale e possiamo andarcene alla svelta “.

Facendo il meno rumore possibile scendemmo le scale ,  la portinaia era nel suo gabbiotto intenta a leggere il giornale. Notammo la portina che dava sul cortile era aperta  e senza farci scorgere imboccammo quella  per poi uscire da un altro condominio .

( Continua )

 

 


 

 

 
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