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Messaggi del 03/01/2017

 

Tre pellegrini e un nuovo Messia

Post n°2181 pubblicato il 03 Gennaio 2017 da paperino61to

 

                

 

In un mercatino ho trovato questo manoscritto e devo dire  che getta una luce nuova sull’unico Messia che credevano ci fosse. Secoli e secoli di convinzione vengono ( se confermati) cancellati in un attimo.

Partiamo dall’autore un certo Marcus di Augusta Taurinorum, vissuto nel periodo romano, copio di pari passo il manoscritto scritto in una lingua consona a quel tempo.

“ Anno domini ACDC io Marcus detto Marcolino scrivus queste parole con puro spirito di verità, avendo visto con i miei occhi con baricole annesse gli avvenimenti che ora a voi plebei racconterò. Ero sulla strada per Tupeloux(NdR nei corsi dei secoli si persero le ultime due lettere), nella regione del Tennessee, frontiera romana nel nuovo mondo, roccaforte contro i barbari di color verde rame ( NdR citazione che verrà ripresa in seguito da un certo Mogol in una sua canzone).

                   

Camminando immerso nei miei pensieri di pura fede juventina, intravidi una strana coppia venirmi incontro: un coniglio nano e un papero starnazzante con voce alquanto sgraziata.

“ Buongiorno a lei viandante …noi volevom savoir per andare dove vogliamo andare”.

A questo punto calarmi nella parte del “ ghisa” di Milan avrei dovuto, ma essendo abitante di Augusta Taurinorum rispondo con un: “ Fa nen il gadan , dimmi cosa vuoi sapere piumato delle mie brame culinarie”.

Il papero guardò il coniglio che alzò la zampetta come scusarsi dei modi del suo amico.

“ Perdoni il villico, ma non voleva offendervi. Noi dovremmo andare a Tupeloux per la venuta del Messia, potrebbe egli cortesemente indicarci la strada?”.

“ Or bene, siete fortunati, perché ivi nella mia persona devo recarmi anche io a cospetto del Messia nascituro. Se vi aggrada potreste far strada insieme a me”.

Valentinus ( questo era il nome del coniglietto) accettò mentre il papero non sembrava convinto: “ Se codesto omuncolo mette mano al fornello da passeggio, si sbaglia di grosso, le piume son mie e me le gestisco io…patti chiari e amicizia lunga!”.

Fu così che i nostri tre novelli magi intrapresero il viaggio verso la capanna di Tupeloux( perché dovete sapere che anche questo Messia è nato in una capanna al freddo e al gelo, mentre un coro di neretti cantava un tipico blues di quella regione).

Arrivarono in un minuscolo paesino chiamato Hillybilly, dove gli abitanti erano tutti ricoperti di pelle di pecora con delle strane cose in testa, che con il passare dei secoli furono chiamati cappelli.

 

“ Oh salve a voi gente dal sorriso senza denti  vi chiedo ospitalità per me medesimo e per i miei amici”.

Le donne alla vista dei due animaletti, tirarono fuori dalle loro cucine dei bei pentolami in rame luccicante comprati da un venditore di passaggio che corrispondeva al nome di Mastrotaus e in un battibaleno accesero un scoppiettante fuoco. Anche i miei compagni di viaggio in un battibaleno se la svignarono fino ad arrivare alle sacre acque del fiume con un nome improponibile: Mississi e qualche cosa.

“ Questi barbari mangiano cose chiamate hot dog, grano scoppiettante e bevono birra da quando nascono, il tutto accompagnati con una lingua che un certo Albertonius Sordix potrebbe prendere spunto per una sua scenetta, pensai sottovoce”.

                   

Passammo la notte in una baracca, gestita da un certo The Voice detto Sinatra, nativo italico trasferito in queste lande desolate. Paperinus  che non ne poteva più del suo cantare  decise di applicar metodi non consoni al galateo come fargli saltare la sua dimora o metterlo dentro a una pila di cemento, quest’ultimo famoso metodo di una certa santa mamma molto in voga nel proseguo dei secoli secolorum.

L’indomani il sole cocente ci accompagnava nel nostro pellegrinaggio, in lontananza segnali di fumo coprivano il cielo. I barbari esclamò il piumato , mentre il suo amico si metteva un copricapo in testa e un calumet fumava.

“ Augh…augh….io esser papero di grande stirpe e fama…augh” recitava Paperinus e io con ilarità osservano lo strano suo agitarsi.

                 

Un nugolo di cavalieri si pararono davanti al nostro cospetto, un certo Cavallo Pazzo si mise a fare una danza strana, mentre i suoi simili urlavano al cospetto dei loro dei: “Hully Gully….Hully Gully”…sicuramente per ingraziarsi la loro amicizia.

“ Augh, pellegrini, siete sul territorio dei terribili magna a sbafo”.

“ Valentinus, ma anche qui hanno i governanti come i nostri?” la voce del papero indicava non certo simpatia per chi stava a Roma, capital mundi intero.

“ Augh a te, colorito e simpatico barbaro, noi siamo di passaggio, andiamo a trovare il Messia” risposi mentre donavo a loro delle Nutellex di AlbaPompeia, inventata da un certo Ferrerous .

Da quel primo assaggio codesti incivili cambiarono nome della tribù in Ciccia e Brufoli e furono i  primi importatori di cotanta delizia .

Nella stellare notte una cometa ci indicava la via, e Paperinus con accanto il suo amico meravigliati di codesto fenomeno, intonarano una canzone di Umbertox Tozzious: Stella stai. Spiegaron a me incolto in materia musicale che era un nostro concittadino che di diletto strimpellava la chitarre e componeva versi.

                   

Attraversammo la landa desertica, senza acqua e senza cibo, solo la fede del Messia superar la dura prova ci fece. Finalmente in lontananza la verde montagna di un coniglio dal muso nero ci appariva, era Valentinus  corso fin lassù alla ricerca di refrigerio. Esso lo trovò in un venditore esquimese di ghiaccioli, colà ci facesse codesto venditore da queste parti saprei non dirvi, in compenso la mercanzia sua era dissetante.

Verso sera finalmente giungemmo a nostra destinazione, non certo dopo aver pagato pegno a belve feroci, a immorali inviti provenienti da locande con odor acre di fumo e birra, a banditi di ogni risma che il paper volevan spiumar solo per divertimento puro.

               

La capanna del Messia è illuminata, la mamma con il pargol in braccio ci saluta sorridendo, mentre il papà accomodar nel tepore ci fece.

“ Ci inchiniam al Messia con devota fede”.

“ Vi ringraziamo pellegrini”…a questa parola il papero sbottò, da quando ivi giunse al nuovo mondo, solo pellegrino lo chiamavano, ma egli non arriva da Cuneo ( NdR canzone piemontese che recita : quei poveri pellegrini che arrivano da Cuneo).

“ Prego, mangiate e bevete, ne avete ben donde di esser affamati, anche se in questo ignudo paese privo di civiltà romana, non è che si mangi tanto bene. Stiamo aspettando che il Craccox da voi conosciuto venga a degnarci dei suoi cibati dei”.

Dopo aver bevuto e mangiato a sazietà, inondato i visi nostri con lacrime, ci avviciniamo al divin pargoletto e con timore domandiamo il suo nome.

                           


Il bambin nascituro tremava per il freddo della sera, e non avendo ne asinello ne bue a scaldarlo, i miei amici Valentinus e Paperinus ben pensando si avvicinarono a lui. Si disposero ai lati del frugoletto divin donandogli calore con il loro corpo.

“ Elvis Aron Presley…con nomignol simile sarà conosciuto in tutto il mondo” risposero orgogliosi i genitori.

Mentre il suo nome pronunciar sentimmo, una musica celestiale ci avvolse facendo elevare la nostra fede in quello che secoli dopo i barbari di questo mondo chiamaron Rock’Roll.

Il manoscritto finisce qui, non so quanto di vero possa esserci nel fatto di esserci due Messia, sta di fatto che uno è diventato  il Re dei Re, mentre l’altro è il Re del rock’roll.

Mi scuso se qualcuno si fosse offeso per questo mio scritto, ma nulla è che una goliardata simpatica, un piccolo omaggio a un mai dimenticato artista.


              

 

 
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