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Messaggi del 11/09/2017
Post n°2264 pubblicato il 11 Settembre 2017 da paperino61to
Tornando a casa i due uomini non proferirono parola in merito a quello che era successo. Il volto del professore ha ripreso un po’ di colore. Si siedono un attimo sulla panchina del parco. “ Roman, dimmi la verità…mi credi un pazzo visionario?”. “ Non credo che tu lo sia Hans…non so perché queste visoni ti appaiano, ma evidentemente nostro Signore ha in mente qualcosa e questo qualcosa riguarda te”. Il sole sta lentamente tramontando, i lampioni della città incominciano ad illuminarsi. La quiete della sera avvolge Varsavia mentre la gente torna a casa dopo una giornata di lavoro. I due uomini passano per il quartiere ebraico. Una voce risuona forte dalla sinagoga, il portone è aperto e i due uomini decidono di entrare. Il rabbino Joseph recita il suo sermone, una ventina di persone sono presenti. Gutz osserva la cupola dell’edificio, è bellissima. Le parole lo avvolgono in un abbraccio di serenità e tranquillità. Dei bambini si avvicinano a loro e domandano: “ Voi due non siete del quartiere?”. Roman risponde di no, lui abitava a un diversi isolati da qui, e che l’uomo accanto a lui è tedesco. “ Un giorno voglio andare anche io a vedere la Germania, dicono che è bellissima”. Gutz sorride rispondendo che è bellissima. Una voce richiama i bambini a fare silenzio e a tornare al loro posto. I due uomini escono dalla sinagoga e si avviano verso casa. Dopo una decina di minuti Gutz esclama: ” Roman…devi convincere quella gente ad andarsene via”. “ Come via? Hai…hai avuto di nuovo…?”. “ Si! Non ho voluto spaventare i bambini e la gente presente, ma ho visto…mio Dio…quanta atrocità”. Il professore racconta la sua visione, e quando finisce il volto di Roman è bianco come un lenzuolo. “ Capisci quale dannazione pesa sulla mia testa?”. Sono seduti a tavola intenti a mangiare quando il telefono squilla. “ E’ per te Roman, il tuo amico colonello”. “ Scusa se ti disturbo a quest’ora, ho parlato con il mio superiore in merito a tuo cognato. Per farla breve ha chiamato un suo amico a Londra, il servizio segreto sta tenendo d’occhio ciò che succede in Germania. Domani arriverà un loro agente, tuo cognato dovrebbe venire a parlare con lui”. Roman risponde che sarebbero andati: “ Prendo nota…si sono dove si trova la strada…si, capisco meglio non dare troppo nell’occhio. D’accordo, per le sedici, a domani”. “ Cosa voleva? “ domanda Frida “ Niente di che, cara mogliettina. Domani pomeriggio io e Hans siamo attesi per una partita a biliardo. Lui si è vantato di essere un grande giocatore e il colonello ha preso la palla al balzo per una sfida”. Hans sorride e non dice nulla, ha intuito che il militare ha parlato con un suo superiore e quest’ultimo ha creduto se non in tutto almeno in parte, a ciò che racconta quando ha le visioni. La mattinata seguente trascorre come le precedenti, colazione, passeggiata al parco con Hilga, una lettura al giornale e poi a pranzo . Nel primo pomeriggio i due uomini chiamano un taxi per recarsi all’appuntamento. In auto nessuno dei due parla. Hans è assorto nei suoi pensieri, la domanda che si pone di continuo è: “ Se mi sbagliassi? Se le visioni fossero dettate da una mente che sta andando a pezzi?”. Roman paga l’autista. “ Ecco, quello è l’edificio”. Una piccola villa è davanti a loro con un giardino recintato e all’interno una paio di alberi secolari. Entrano nel vialetto che porta alla porta e suonano. “ Buongiorno signori, prego entrate”. E’ il maggiordomo del generale Grawoji. Si accomodano in una sala, Hans si guarda intorno, la sala è arredata con buon gusto. “ Buongiorno signori, sono il generale Grawoji, il caro colonello mi ha parlato di lei signor Gutz, ma prego accomodatevi”. Roman domanda il perché fossero stati ricevuti qui e non al palazzo del Ministero. “ Per un semplice motivo, questa sarà una chiacchierata informale, nulla di ufficiale. Vogliamo renderci conto di persona di quello che ha da dire il suo amico… Ecco è arrivato l’agente inglese”. Un uomo è appena entrato nella villa. Strinnge la mano ai presenti con caloroso trasporto. “ Signori vi presento Lord Kelvin, è un membro del Governo inglese molto vicino ai servizi segreti”. Dopo i convenevoli di rito, Gutz racconta per filo e per segno tutto ciò che gli sta accadendo, partendo dalla famosa riunione a cui ha assistito come spettatore al comizio di Drexler e Hitler, fino ad arrivare all’ultimo episodio avvenuto nella sinagoga. “ So che ci sono persone con delle facoltà fuori dal comune, diciamo pure paranormali caro professore e non metto in dubbio le sue parole, ma è difficile riuscire a convincere che ciò che sta dicendo si avverino”. Gutz ribatte che per quanto possano sembrare assurde le sue visioni, si sono avverate anche qui: “ Credo che sappia cosa sia successo nell’ufficio del colonello?”. L’inglese fa segno di si con la testa. “ Non posso dire con esattezza quando ciò si avvererà ma mi creda lord Kelvin, succederà…e sarà la fine per l’umanità”. “ Il nostro servizio segreto insieme a quello francese vigila su ciò che succede nel suo paese e a parte qualche manifestazione non vediamo segnali di pericolo nell’immediato”. “ La cosa è complicata, il vostro paese come la Francia non ha capito che la Germania è in ginocchio, non ha soldi per risarcire il danno fatto, la gente non ha lavoro, non ha da mangiare e il malcontento cresce. Basta una qualsiasi persona che abbia carisma, che sappia fare leva sull’orgoglio nazionalista per portare la Germania ad alzare la testa. So di cosa sto parlando, e questo Hitler ci sta riuscendo”. Il generale non proferisce parola, ascolta in silenzio. Guarda il professore con occhi indagatori cercando di svelare cosa potrebbe celarsi dentro la mente di quell’uomo. “ Lei non mi crede vero?” disse Gutz all’inglese “ Non è che non le credo, ho assistito a questi fenomeni assieme al mio amico Doyle…ma da qui a dire che un tizio con baffetti scateni una guerra…questo è già più difficile crederci”. ( continua)
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