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- le spese scolastiche
- la gestione dell'assistenza
- le opportunità di lavoro 
  e tutto quanto potrà essere suggerito
  come utile per la nostra comunità
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  Il blog sarà il veicolo informativo 
  che metterà in contatto domanda e 
  offerta e suggerirà le scelte più 
  convenienti, basandosi sulla ricchezza 
  di informazioni che i lettori sapranno 
  mettere a disposizione.

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Tweet di Vendola e l' "effetto che fa"!

Post n°480 pubblicato il 14 Gennaio 2014 da sd.corciano

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Intervento al Congresso regionale

Post n°479 pubblicato il 13 Gennaio 2014 da sd.corciano
Foto di sd.corciano

                                                      2,7%

Se un intervento può dotarsi di diritto di un titolo, questo di oggi è “2,7%” e non perché i numeri debbano dominare la scena sempre, a tutti i costi, e nemmeno perché siamo degli ipocondriaci che viaggiano sempre col termometro in bocca, ma perché ogni tanto bisogna anche prendere le misure per vedere quantitativamente le cose.
Un congresso può ben essere quel momento.
Un numero non descrive certo quello che siamo e cosa ci proponiamo, ma segnala un problema rispetto all'obbiettivo che ci eravamo proposti alla fondazione del partito: riunire le diverse voci della sinistra e rappresentare le esigenze di una larga parte di persone che pratica il disagio in tutte le sue declinazioni.
2,7% ci dice che non siamo andati a meta.
Perché?
Riprendo qui l'invito che Mario Taborchi ha posto al congresso provinciale di Perugia: interroghiamoci sulle dinamiche di formazione del consenso, perché non si costruisce  aggregazione solo intorno a un corpo di idee e di valori, ma anche, e oggi, purtroppo, soprattutto, intorno a complesse  procedure comunicative.
Sappiamo che il nostro modello non è quello sguaiato di Grillo, né quello fanfarone di mister B. e nemmeno assomiglia a quello fortemente sloganiere di Renzi!
Noi puntiamo a educar-formando: lo stile è quello della diffusione della conoscenza, della pratica dei legami logici, di qualche bell'esercizio deduttivo e ci aspettiamo un pubblico attento, capace di elaborazione, che ponga in essere anche riflessioni, da gestire nel tempo.
Un modello non solo obsoleto, ma assolutamente fuori produzione!
Questo essere sopra le righe crea una spettacolarità che fa gola ai media, tanto che ci si avvinghiano e ne succhiano i più inutili sospiri per fare audience, e la fanno!
Questo, però, non dice di tutto il non-consenso di cui godiamo, anche se ci farebbe molto piacere crederlo, perché sarebbe come dire “non ce la facciamo a fare meglio, ma è solo perché siamo i meglio”!
In questi tre anni noi abbiamo perso essenzialmente identità, quindi riconoscibilità.
Forse l'abbiamo persa quando ancora la stavamo faticosamente costruendo e, per rendere più agevole l'opera, abbiamo pensato di costruirla intorno ad una persona, proprio noi che il leaderismo non l'avevamo messo nella nostra lista dei preferiti!
Eppure, eccolo lì il simbolo “con Vendola”, noi Sinistra ecologia libertà siamo “con Vendola”!
Se un nome andava inserito, almeno mi aspettavo che Vendola fosse “con Sel”.
Vendola ha dato molto al partito, troppo, ha lasciato confluire su di sé tutte le attenzioni, richiamate da quella sua straordinaria capacità di narrazione, dalla sua proprietà di linguaggio, ma soprattutto dalla conoscenza e dalla passionalità con cui ha affrontato sempre i temi che ci stanno a cuore.
Abbiamo toccato quasi il 10% ed era tutto Vendola!
Era la nostra bolla speculativa!
Poi la critica è passata di mano, dai melodici agli urlatori e la stella di Vendola non ha più trovato il suo palcoscenico
Per animare la monotona ripetitività di un talk, non bastava più la voce dissonante e il pensiero acuto di Vendola, occorreva piuttosto la piazzata, lo scoppio dei decibel, parole come frustate, pensieri manicomiali.
La bassezza non era certo alla sua portata e noi certo non la volevamo.
Ma, non mi illudo, questo ancora non è tutto il non-consenso di cui disponiamo, la meteora di Vendola non spiega da sola questa caduta in verticale.
La slavina, venuta giù con questa forza, sta rischiando di azzerarci perché in questi tre anni abbiamo praticato un fuori pista dissennato, con contorcimenti involutivi imprevedibili, letteralmente “non prevedibili”, perché abbiamo cambiato quasi quotidianamente idea, sulle alleanze, ad esempio, e, quindi, per accostarci agli uni discostandoci dagli altri, abbiamo ammorbidito affermazioni su cui eravamo fino a poco prima come degli stoccafissi e ci siamo  irrigiditi su altre che avevamo posto con moderazione gelatinosa, tutto questo a giorni alterni.
E ancora oggi continua il balletto con il nostro partner di riferimento preferito, al limite della schizofrenia:

"Nel congresso di fine mese il presidente della Regione Puglia rilancerà la fusione da costruire con il dialogo con Renzi".
"Quando sarà il momento Sel si scioglierà in qualcosa d'altro". Nichi Vendola lo dirà tra quindici giorni nel congresso
La Repubblica 10 gennaio 2014

«Sel e Pd insieme? No Grazie»
.L'Unità 11 gennaio 2014

Ho memoria, poi, di un classico nella strategia esperta e razionale delle nostre alleanze elettorali:
“Andremo con chi ci sta!”, che, detto così, senza precise contestualizzazioni, potrebbe persino lasciare intendere una volontà piuttosto libertina del soggetto ...seppure di natura politica!
L'ultima scivolata rovinosa, solo in ordine cronologico prima di fermarsi definitivamente a valle, non la fa il partito, ma Vendola (il che, per il processo associativo cui si è incorsi in precedenza, equivale) e la fa ridendo.
Lo so, lo so, conosco tutte le argomentazioni a discolpa, posso anche condividerle, ma quella risata ha seppellito definitivamente la credibilità della persona e sta inglobando anche quella del partito.
Non ci credete?
Leggete i tweet che Vendola posta ogni giorno e i commenti che si trascina dietro!
Commenti senza replica, sembra una penitenza subita in un silenzio di contrizione.
Ora, in questa situazione compromessa, leggere su un giornale, Europa, “l’esito del Congresso è già stabilito: ci sarà la rielezione di Vendola”, pare veramente una provocazione più che una notizia.
Non mi stupisce però che sin qui non se ne sia parlato. perché questa è la procedura: le decisioni si prendono sempre da un'altra parte, la comunicazione avviene a cose già fatte, il flusso informativo, quando c'è, è unidirezionale dall'alto al basso, con diritto solo al malumore (per la rabbia non siamo ancora attrezzati), da sfogare tutto possibilmente all'interno del circolo, in una sorta di camera di compensazione catartica che giustifica così finalmente la sua esistenza, altrimenti che ci stanno a fare i circoli?

La strada giusta?

Gabriella Zamboni
gz

 
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Intervento al Congresso provinciale di Perugia

Post n°478 pubblicato il 13 Gennaio 2014 da sd.corciano
Foto di sd.corciano

Comincio con il ringraziare chi, per conto del partito, ha deciso di celebrare questo secondo congresso provinciale di Sel a Corciano, per noi è un riconoscimento importante. Il ringraziamento è a nome mio e del circolo che con fatica cerchiamo di costituire.

Dal punto di vista burocratico/statutario, non risultiamo ancora come circolo, non avendo raggiunto il numero minimo di iscritti, ma agiamo e ci confrontiamo già da tempo come una struttura organizzata.

Negli ultimi tempi, siamo riusciti ad aggregare un certo numero di persone, che si confrontano periodicamente su tematiche politiche di carattere sia nazionale che locale e su questi argomenti abbiamo promosso numerose iniziative pubbliche che hanno caratterizzato e marcato la presenza di Sel sul nostro territorio. L'aspetto confortante, è che alcune di queste persone non sono tesserate.

Si sono avvicinate nel recente periodo elettorale e a differenza di come spesso accade, non si sono poi allontanate ma hanno continuato a partecipare ed a contribuire alla nostra elaborazione. Oggi, a differenza del passato, alcune persone vogliono partecipare, dare il loro contributo senza sentirsi vincolati da una tessera, magari trovarsi per un obiettivo specifico e penso che Sel possa essere un “luogo politico” accogliente e disponibile a dare “cittadinanza” anche a questi tipo di impegno.

Corciano, è uno dei pochi comuni umbri che ha rinnovato la propria amministrazione nel maggio scorso e dove il centro sinistra ha ottenuto un risultato sorprendente se rapportato alle elezioni politiche di febbraio dove la coalizione “Italia Bene Comune” ha mostrato un evidente affanno.

CORCIANO VIVA” si è affermata con un’affluenza alle urne poco superiore al 50%: un dato che ha certamente favorito il centro sinistra e sul quale, a mio avviso, non si è sviluppata un’attenta riflessione.

Si è preso per buono il risultato percentuale senza approfondire l'analisi sui motivi di questa diserzione dell'elettorato per di più in un contesto locale che ha sempre favorito una maggiore partecipazione elettorale. Come per l'ambito nazionale, non si è manifestato un recupero di consensi rispetto alle politiche quanto un'accentuazione della disaffezione che ha colpito molto di più la destra: questo è successo! Attenzione con l'euforia!!

La lista unitaria che abbiamo promosso con il Partito Socialista ha ottenuto un consenso significativo sotto ogni punto di vista che ci ha collocato al secondo posto della coalizione dopo il PD. Tuttavia, ritengo che come Sel non possiamo dichiararci soddisfatti pur avendo conquistato un seggio in consiglio comunale come primi dei non eletti.

L'insoddisfazione deriva dalla constatazione che in questi anni abbiamo costruito una nostra autonoma visibilità con iniziative che hanno suscitato interesse che poi non si è trasformato in consenso.

Altre forze politiche, inesistenti sul piano della comunicazione e dell'iniziativa politica, hanno avuto risultati elettorali più confortanti. Quanto successo a Corciano, deve interrogarci sulle dinamiche su cui si forma il consenso!

A fronte di tutto ciò, ritengo che il nostro “campo di azione” debba essere il centro sinistra anche in vista delle elezioni amministrative del prossimo anno. Il centro sinistra è l'area politico/culturale con la quale condividiamo alcuni valori che ancora possono caratterizzare un'amministrazione. Fughe in avanti dal carattere identitario e della pura testimonianza, non sono utili, non tanto a Sel quanto a quella parte della società che abbiamo l'ambizione di rappresentare.

Abbiamo praticato in Umbria simile esperienze che hanno avuto come conseguenza la spaccatura del partito ed un risultato politico di marginalità.

Prima di assumere decisioni definitive rispetto alla nostra collocazione occorre, realtà per realtà, procedere ad una disamina oggettiva del contesto riguardo ai rapporti, alle idee e programmi che si intende proporre e quale è il perimetro della coalizione.

I margini di manovra delle amministrazioni locali sono sempre più esigui in virtù delle scelte compiute a livello nazionale. Esistono tuttavia spazi di azione al di fuori del puro tecnicismo economico che sta caratterizzando, molte amministrazioni. I comuni sono rimasti gli unici soggetti istituzionali che ancora possono creare sviluppo ed incentivare l’economia del proprio territorio, garantire ancora tutele e servizi sociali.

Di converso, possono diventare attori della crisi quando riducono i servizi o non fanno più investimenti nelle infrastrutture o, peggio ancora, quando non pagano i fornitori.

A mio avviso, il documento congressuale è carente su questo versante, nel senso che manca una riflessione sull'apporto innovativo che può scaturire dalla pratica amministrativa dei comuni se questi potessero agire con più libertà rispetto alla loro azione.

Dicevo della nostra collocazione nel centro sinistra che non dovrà comunque avvenire ad ogni costo. Voglio dire che Sel non deve lasciarsi coinvolgere dal perenne confronto/scontro tutto interno alle logiche del Partito Democratico. Un confronto che in Umbria è cominciato ben prima delle primarie e che poco ha che vedere con il rinnovamento della politica e con l’insoddisfazione dei cittadini verso talune amministrazioni.

Le primarie possono essere un valido strumento democratico per la scelta delle classi dirigenti più capaci se fatte in un contesto di condivisione dei programmi e dei fini ma soprattutto se fatte in una condizione di correttezza.

Alcune esperienze dalla dubbia moralità praticate a livello locale, hanno dimostrato quale effetto perverso possono invece assumere le primarie per il regolamento di conti interni.

Ecco, rispetto a queste logiche noi dobbiamo tenerci lontani ed anzi denunciarle! Comunque, il suggerimento che mi permetto di avanzare, anche in base alla fresca esperienza, è quello di presentare nei comuni sopra i 15.000 abitanti, liste di Sel riconoscibili, che valorizzino la nostra proposta ed il nostro personale politico. A Corciano siamo stati penalizzati proprio perché abbiamo mostrato scarso coraggio e fiducia nei nostri mezzi!

Una considerazione a parte riguarda noi di Sel, il nostro progetto, la nostra natura.

Dopo anni di purgatorio, siamo riusciti a dare corpo ed anima ad un soggetto politico della sinistra che, fin dalla sua formazione, ha cercato di restituire una speranza ai tanti, elettori e simpatizzanti, che cercavano uno spazio politico identitario su cui riconoscersi.

Perché quel progetto è stato disatteso o meglio, perché dopo tre anni dalla sua costituzione e le aspettative che aveva creato, Sel non viene riconosciuto come un soggetto credibile per il cambiamento? Un soggetto sul quale investire politicamente?

Credo che molti fattori siano esterni a noi ma altri siano dovuti al nostro modo di essere.

Tra i fattori esterni molto è riconducibile al messaggio che i media diffondono di Sel. Praticamente, pur avendo una rappresentanza parlamentare veniamo sistematicamente ignorati! Oggi non fa notizia la proposta politica ma il “modo” in cui viene trasmessa: conta più la forma che il contenuto.

Oggi vengono premiati dai media gli atteggiamenti aggressivi, la polemica fine a se stessa piuttosto che il confronto, le argomentazioni pacate. I ritmi di vita attuali, probabilmente richiedono ai partiti ed ai loro leader caratteristiche totalmente diverse dal quelle del passato.

Il messaggio politico della sinistra, che fa parte anche della cultura di Sel, è da sempre incline ad un atteggiamento “educativo/formativo” che richiede da parte dei nostri interlocutori attenzione, riflessione, pensiero ed elaborazione del messaggio, tutte caratteristiche che la società contemporanea vede come “una perdita di tempo”.

La politica degli ultimi anni viene vissuta alla stessa stregua di un qualsiasi bene di consumo, da cui ne deriva lo scarso senso di appartenenza.

Noi di Sel e pochi altri partiti, celebriamo ancora congressi nei quali si confrontano idee, punti di vista elaborate all’interno di una visione condivisa della società.

Per alcuni soggetti politici, tutto si riduce a delle convention dove celebrare il leader di turno.

L'esperienza delle ultime primarie del partito democratico merita rispetto per la mobilitazione democratica che ha saputo generare, ma non rappresenta il modello di partito a cui penso!

Gli aspetti programmatici e della “cultura politica” che i tre candidati hanno proposto, è risultata secondaria e comunque non determinante per la scelta degli elettori.

Possiamo assecondare questo modo di vivere la politica oppure rielaborare un nuovo modo di stare in campo. Penso ad esempio che già con questo congresso abbiamo perso un'opportunità! Voglio dire che avremmo dovuto cogliere l'occasione per aprirci veramente al confronto con tutte le articolazioni della società, con le associazioni, con i movimenti, con quella parte dell'intellettualità che un tempo era la spina dorsale della sinistra.

I referendum del 2011 su acqua e nucleare, sono stati un momento importante di mobilitazione che non abbiamo saputo interpretare e valorizzare lasciando al M5S la possibilità di occupare uno spazio politico pur avendo svolto un ruolo marginale nel processo referendario.

Penso anche che esista una via diversa da quella leaderistica, da quella populista che ha contaminato molti partiti ed è penetrata nella cultura diffusa di molti elettori. Occorre restituire dignità alla politica ed alle sue forme organizzate. Rivitalizzare un “impegno civile” che nel passato ha saputo mobilitare milioni di donne e uomini. I partiti storici non è che fossero delle strutture limpide: zone opache sono sempre esistite. Tuttavia, le personalità politiche che incarnavano quelle idee, avevano dei modi e dei comportamenti che li metteva in sintonia con il popolo: venivano riconosciuti come soggetti credibili!

Allora, partendo da NOI, cominciamo con l'assumere atteggiamenti consoni con i ruoli che volta per volta rivestiamo. Dobbiamo affermare con il nostro modo di essere, una specifica “diversità” rispetto ai soggetti politici attualmente in campo. La politica non può essere vissuta come un'occasione di affermazione sociale! Ricollocare l'ambito del confronto nello spazio delle idee evitando contrapposizioni personalistiche!

Il confronto/scontro sulle idee consente ad un soggetto politico di crescere culturalmente, se scade sul piano personale è la dimostrazioni che si sono esaurite le motivazioni per lo stare insieme!!

Manifesto qui la mia preoccupazione per quanto è avvenuto nel recente passato all'interno del gruppo dirigente regionale e provinciale. Ultimamente, troppe volte ho sentito affrontare la discussione sulla base di NOI e LORO come se all'interno dello stessi partito dovessero convivere due “gruppi”.

Occorre recuperare il senso comune che ha contraddistinto la prima parte del nostro percorso.

Quello che mi ha spinto ad impegnarmi nel progetto di Sel, non era che finalmente dopo anni ritrovavo un “luogo” di pratica politica da vivere in una dimensione più ampia quanto, lo scoprire persone nuove provenienti da altre esperienze politiche, con le mie stesse esigenze e sensibilità, portatrici di valori che venivano prima dei singoli interpreti.

Questa condizione, ci ha consentito di dare vita ad un soggetto che ha saputo elaborare e fare proposta politica.

Il momento più “alto” e significativo è stato la conferenza programmatica regionale con il documento “Cartoline dal futuro”. Un documento complesso ed articolato che ci ha fatto prendere coscienza di quali erano le nostre potenzialità.

L'errore politico, del quale anch'io ne porto la responsabilità, è stato quello di rimettere il documento nel cassetto senza ricercare nella società regionale, collegamenti e condivisioni tali da valorizzare lo sforzo compiuto in un contesto nel quale, nessun partito si cimenta più in lavori così complessi ed impegnativi.

Anche in presenza di questa “vitalità”, abbiamo dovuto assistere a numerosi abbandoni. Da quelli “silenti” degli iscritti che non rinnovavano la tessera, a quelli più evidenti di compagni e compagne che lasciavano il gruppo dirigente. L'aspetto “frustrante” è che il più delle volte, queste rinunce all'impegno sono avvenute senza argomentazioni con cui confrontarsi per correggere eventuali disfunzioni.

Il passaggio delle primarie per la scelta dei candidati alle elezioni nazionali, è stato il punto più basso del nostro percorso politico. Evito di ripetere cose già dette altre volte.

Occorre chiudere definitivamente con i retaggi che ci portiamo dietro da quella negativa esperienza. Anche in vista delle scelte future che saremo chiamati a compiere, dovremo imparare fra noi ad essere più generosi.

In tal senso il documento congressuale contiene affermazioni importanti che devono diventare patrimonio di tutti e caratterizzare il nostro agire.

Quello che deve comunque uscire da questo congresso, è un partito che RITROVA le motivazioni politiche, individuali e collettive, per riconfermare un impegno comune non tanto per noi quanto per mantenere viva una speranza di rinnovamento.


Mario Taborchi

gz

 
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il dibattito è aperto

Post n°477 pubblicato il 10 Dicembre 2013 da sd.corciano

 

"Matteo Renzi è un ciclone che chiude completamente un pezzo di storia politica italiana, liquidando un'intera nomenclatura politica.
Con lui bisognerà parlare, capirsi, ma credo che oggi si sia creato lo spazio per la nascita di una nuova sinistra. Una sinistra libera dalla nostalgia e che non voglia morire di governabilità. "
Nichi Vendola

 

 Gabriella Zamboni

"Si è creato uno spazio per la nascita di una nuova sinistra"!!!

A noi l'Araba fenice ci fa un baffo: quella aspettava almeno di morire per rinascere, noi rinasciamo prima di

morire, non ce la facciamo ad aspettare l'estinzione naturale, ci produciamo in rinascite fittizie come unico

progetto di vita!


Non capisco cosa abbia detto di tanto sconcertante Vendola!

E' evidente che con questo PD,  anche  a guida Renzi, occorre confrontarsi così com'è evidente che si

aprono spazi per una nuova sinistra.
Saranno i programmi che il Pd proporrà che definiranno l'atteggiamento di Sel.

gz

 
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Comunicato stampa sull'esternalizzazione dell'asilo nido

Post n°476 pubblicato il 05 Dicembre 2013 da sd.corciano

Esternalizzazione dell'asilo nido “ Albero Azzurro” di San Mariano

L'ultimo Consiglio comunale, su proposta della Giunta, ha approvato il bando per l'affidamento in concessione della struttura educativa comunale per la prima infanzia “Albero Azzurro” di San Mariano.
Dopo ampia e argomentata discussione, il rappresentante di Sel si è astenuto.

Il Circolo di Sel Corciano ha motivato in un documento, presentato a tutti i consiglieri di maggioranza, la propria contrarietà rispetto ad una simile impostazione.
Quella che si va delineando è una pericolosa tendenza a rinunciare alla gestione pubblica di servizi assolutamente centrali e caratterizzanti per un'amministrazione comunale, in nome di risparmi di spesa, anche quando questi vengono reinvestiti per la riduzione delle liste di attesa.
Le esperienze acquisite all'interno degli asili nido sono fondamentali nel processo della formazione e della crescita di bambini e bambine.

Da tutti gli studiosi è stata riconosciuta l'importanza dei primi cinque anni di vita del bambino per il futuro della persona che sarà, una caduta di attenzione in questo periodo dell'età evolutiva è imperdonabile ed è in controtendenza con la straordinarietà dell'offerta educativa, tradizionalmente riconosciuta nel tempo al nostro territorio,

Le considerazioni espresse da Sel non hanno alcun valore ideologico, così come non vogliono sminuire la professionalità e la preparazione del personale, educativo e non, impegnato nel privato.
Vogliono solo sottolineare che una diversa necessità organizzativa non è detto che garantisca la stessa qualità del servizio e le stesse tutele per i lavoratori coinvolti perché le finalità dei soggetti in campo (pubblico e privato) sono diverse.

Non è la cronica e generica discussione tra pubblico e privato che qui ci appassiona, quanto lo slittamento di responsabilità: rappresentanti istituzionali, delegati dalla comunità a occuparsi di servizi di interesse collettivo, delegano a loro volta terzi per lo svolgimento degli stessi! Nell'itinerario prefissato per l'approvazione, rende perplessi che la proposta abbia rischiato di “passare all'incasso” senza quasi lasciare traccia di discussione, come fosse una scelta obbligata, scontata certamente, se Sel non l'avesse portata con forza all'attenzione del Consiglio, segnalandone tutte le fragilità, senza peraltro riuscire ad incontrare le sensibilità della maggioranza che amministra Corciano.

Circolo Sel Corciano

gz

 
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 599 morti 

    dall'inizio  dell'anno  a  oggi

 


 

 

La parola ai numeri


La povertà in Italia
Fonte Istat

Nel 2011 la povertà relativa coinvolge
l’
11,1% 
delle famiglie, quella assoluta 
il 5,2%
Periodo di riferimento: Anno 2011
Diffuso il: martedì 17 luglio 2012

Povertà relativa è difficoltà nella
fruizione di beni e servizi in rapporto 
al livello economico medio dell'ambiente 
o della nazione.

Povertà assoluta è indisponibilità dei 
livelli minimi di sostentamento umano, 
riguardo ai beni essenziali come acqua, 
cibo, indumenti e abitazione.

gz


 

 

Chi l'ha vista ( la Sinistra )?

Fonte: BiDiMedia
Ixè per Agorà
28 novembre 2014 

Clicca per ingrandire

gz



 

 

Oggi, tempo fa!

  • 1 dicembre 1913 
  • La Ford introduce la prima catena di montaggio
  • riducendo il tempo di assemblaggio di uno chassis 
  • dalle 12 ore e mezza di ottobre a 2 ore e 40 minuti 
  • (anche se Ford non fu il primo a usare la catena di montaggio, 
  • il suo successo diede avvio all'era della produzione di massa)
 


  

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