Seldon

Una vita e una storia da fumetto.. questo è quel che mi rimane.

Una storia di cui sento ancora il bisogno dentro, come se qualcosa scavasse ogni minuto a ricordarmi come fino a poco fa stavo bene. E invece improvvisamente si muore, come per un infarto, come quelle persone che cadono da un impalcatura.. qui non c'è legge, non c'è precauzione che tenga. Almeno a me così han fatto il contratto. Prendere o lasciare. E io prendo, sempre, il rischio d'innamorarmi. Ci cado dentro e rischio la mia vita insieme a chi amo. Rischio sempre tanto perchè ho il difetto di crederci con tutto me stesso. Almeno quando vale la pena. E stavolta vale davvero.

Ma io non mi arrendo mai. Sono un testadura e tale morirò. Non c'è motivo alcuno perchè finisca così. Ognuno può star bene da solo (beh.. forse io faccio eccezione a questa regola) sul cuor della terra.. ma di certo insieme si stava meglio, me lo ricordo bene. E cerco nei miei ricordi azioni, parole, opere, omissioni, foto, scritti.. qualcosa che mi faccia capire, che mi dia quei segnali che forse non ho colto. Forse non c'erano, forse erano di segno contrario.

Bene mettiamo pure d'aver ragione.. e allora? Il risultato non cambia. Dentro rimane quel senso di vuoto che partorisce parole a fiumi di cui non voglio menar vanto e nemmeno chiedere pena. Ma come dice la canzone, non posso farci niente: io quell'energia che si disperde la sento, continuamente.. e fa male.

La foto è uno degli scatti insieme che più mi piace. Li ho resi tutti "fumetto" perchè questo è ciò che resta: due persone felici, disegnate da una mano impazzita che improvvisamente decide che era troppo bello per essere reale.. Ho tentato di avere ragione di questa follia, ed ho fatto tanti goffi voli d'azione e di parola.. ho tentato così come tento ancora perchè è giusto, è quello che sento di fare. Forse non volerò mai, come il tacchino, ma almeno potrò dire a me stesso di averci provato e di esserci pure qualche volta riuscito..

Questa canzone di De Gregori, Renoir, ce l'ho in testa da parecchio. Io scrivo tanto, anche (soprattutto) fuori da qui e spesso rifletto sui miei stessi scritti, ma ovviamente capita altrettanto spesso che un estraneo alla mia vita, come un grande cantautore in questo caso, abbia colto con un testo musicale, con una poesia, con un suo scritto, tratti miei intimi e personali a lui ovviamente ignoti. E' l'inconsapevolezza dello scrivere, l'arte che va oltre l'intenzione, talvolta sconosciuta, allo stesso autore. Sono emozioni in parole.

"Renoir"... francamente non so a chi l'abbia dedicata Francesco, molte volte ermetico in alcuni suoi testi fatti di personaggi talvolta immaginari. Ed io nemmeno so bene perchè ce l'abbia in mente da giorni e giorni. De Gregori ne fece due versioni: una allegra e una triste. Ho sempre preferito quella triste per la sua dolcezza, per la sua forza che sta nell'intensità del racconto che mi fa chiudere gli occhi e vedere i fatti descritti dalle sue parole.

E quindi mi sembra di vederla la ragazza che prende il treno, con il vento nei capelli mentre "gioca a carte col suo destino" ma ovviamente anche col mio. Così come mi vedo realmente io medesimo in una "stanza vuota e tranquilla dove aspetto un amore lontano". La mia stanza è vuota di lei, sente la sua mancanza come la sento io forte dentro. Vorrei tenere un bicchiere in mano come nel testo, forse bere per dimenticare qualche volta un senso potrebbe averlo. Proverò qualche volta ad ubriacarmi, magari in compagnia di un qualcuno. Da soli è dura.

Le ultime parole della canzone sono assolutamente strappate alle (mie) viscere. Me le sento gridare dentro come se in qualche tempo e luogo lo avessi già fatto sul serio:


No. Io non l'ho dimenticata, come lei non ha dimenticato me. E sicuramente esiste un uomo migliore di me: la lista è lunghissima, credo. Ma se la vita fosse una gara allora ci sarebbero pochi vincitori e tantissimi sconfitti. Non è affatto così. Partecipare è bello: è vivere. Ho raccolto le mie soddisfazioni fino ad ora e me le voglio tenere strette. Non ho che da procurarmi un bicchiere allora, magari un bel Martini come due anni  e mezzo fa, superare il momento, perchè di quello si tratta, riflettere, stordirsi magari e poi..

Vorrei scrivere sulle nuvole ora per farti leggere il mio amore per te.

Per darti l'idea della sua grandezza..

Non è sempre facile.... Tutto quanto è stato fino ad oggi tra noi l'abbiamo voluto in due.. accettando pregi e difetti dell'altro, accettando l'altra metà, fino alla fine. Un pezzo per volta s'è fatta la nostra piccola storia che adesso non c'e. Però mi piace pensare che possa di nuovo nascere, crescere e vivere, come all'inizio. Quel che auguro è semplicemente che la naturalezza che ho sempre voluto in qualsiasi gesto, qualsiasi azione che ci abbia coinvolti sia sempre carattere distintivo di noi due. Comunque vada.