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« Alba e Asti - Rivalità modernaCome si dice sì? »

Il tartufo d'Alba

Post n°475 pubblicato il 02 Ottobre 2015 da meninasallospecchio

Le Langhe hanno da sempre fama di zona in cui si mangia bene. Una fama meritata, fatta di una cucina ricca e variegata, di materie prime di qualità dal territorio, di antiche ricette, di sempre nuove interpretazioni e invenzioni, di convivialità diffusa, di cultura del gusto.

Fin dagli anni '60 Alba era meta di un turismo domenicale di torinesi, milanesi e genovesi, che venivano qui a riempire le damigiane nelle cantine dei contadini e poi si fermavano a pranzo all'albergo, come si diceva una volta. Già, perché in piemontese albergo è il ristorante, come il corrispettivo francese auberge. Alcuni torinesi che andavano al mare, allungavano un po' il viaggio di ritorno per venire fino ad Alba, al celebre ristorante dell'Hotel Savona, con il suo patron Giacomo Morra, inventore di molti antipasti piemontesi, padre della Fiera del tartufo e artefice della fama di Alba nel mondo.

Il tartufo bianco, o tuber magnatum pico, che tutti conoscono come tartufo d'Alba, il più pregiato fra le tipologie di tartufo, si trova in realtà in tutto il sud del Piemonte, nel territorio collinare che si estende fra le province di Cuneo, Asti e Alessandria. Avrebbe potuto anche chiamarsi tartufo d'Asti, se fosse venuta a loro l'idea.

Ma fu invece Giacomo Morra ad avere una geniale intuizione di marketing, che oggi può sembrare ovvia, ma che nel 1949 non lo era affatto. Regalò il miglior esemplare raccolto quell'anno all'attrice Rita Hayworth, la mitica Gilda, in quegli anni famosissima in tutto il mondo. E negli anni successivi ripeté l'iniziativa, inviando il miglior tartufo a personaggi di rilievo internazionale: a Truman nel 1951; a Winston Churchill nel 1953; a Joe Di Maggio e Marylin Monroe nel 1954; all'Imperatore d'Etiopia Hailè Selassiè nel 1955; a Eisenhover e Krusciov nel 1959. E la tradizione continuò dopo la sua morte, cosicché furono mandati tartufi a Paolo VI, Sofia Loren, Alfred Hitchcock, Giovanni Paolo II, Reagan e Gorbaciov, Gianni Agnelli, Pavarotti, Valentino, il Principe Alberto di Monaco, e tanti altri.

Hitchcock alla Fiera del tartufo

Molti di questi personaggi vennero di persona a ritirare il loro tartufo, come Marylin Monroe che arrivò ad Alba di soppiatto nel 1961, ospite di una piccola festa in suo onore organizzata senza che la stampa ne fosse al corrente, per evitare ogni clamore. Giacomo Morra la accompagnò in una passeggiata per mostrarle la ricerca del tartufo e lei commentò: "Erano anni che non facevo una passeggiata nei boschi impegnata tra un set e un salotto, non sapevo più cosa volesse dire, grazie per avermelo fatto riscoprire, me lo ricorderò per sempre, grazie ancora"

Winston Chuchill invece si limitò a far inviare dal suo segretario una lettera: "“La signora ed il signor Churchill hanno gustato e particolarmente apprezzato il tartufo.” Reagan e Gorbaciov ricevettero il loro tubero nel 1986, mentre erano insieme a Reykjavík. In quell'occasione da Alba partì anche un cuoco, incaricato di cucinare per loro, in modo che potessero gustare al meglio il prezioso dono. Forse si temeva, come dissero maliziosamente gli albesi, che i cuochi islandesi lo facessero bollire e lo servissero come una strana patata. Chissà se la fine della guerra fredda si deve un po' anche al magico aroma del tartufo.

 

 

 
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