Creato da shachor il 02/06/2009

Nel reale e oltre

E se la realtà fosse il sogno o l'illusione?

 

IPOTESI SULLA FINE DEL MONDO

Post n°413 pubblicato il 12 Ottobre 2009 da shachor
 

 

Un mistero ufologico che mi pare non solo molto intricato, ma anche, per i motivi che cercherò di spiegare, assai pericoloso è quello relativo al pianeta Nibiru ed al Jesuit footage. Di recente il ricercatore Stefano Panizza ha ricostruito la vicenda, dalla quale vorrei enucleare degli aspetti, a mio parere, inquietanti. Riporto perciò le parti salienti dell’articolo scritto da Panizza, intitolato L'indecifrabile codice del Jesuit footage, nonché alcuni dubbi espressi dall’autore. Mi addentrerò infine nei meandri dell’enigma per tentare di comprendere il significato di una vicenda al confine tra verità e disinformazione.
“Il Jesuit footage, così denominato dal giornalista Luca Scantamburlo, è un nastro in formato VHS, della durata di circa due minuti, nel quale si nota su uno sfondo nero, l’immagine opalescente e sostanzialmente fissa, di un quarto di sfera. Il filmato appare come il collage di due spezzoni essenzialmente identici, presumibilmente parte di un filmato più lungo (...)
Cristoforo Barbato, ufologo napoletano e giornalista freelance, ricevette il filmato, via posta, nel 2000. Barbato sarebbe stato scelto, come ideale destinatario, per la serietà professionale sempre dimostrata, in particolare nelle indagini sulla casistica di Fatima. Spiacevoli inconvenienti, come intercettazioni postali, intrusioni informatiche ed altri tentativi di dissuasione a procedere negli approfondimenti dovette subire Giorgio Pattera, del C.U.N… ai tempi della pubblicazione di un articolo sui presunti programmi spaziali segreti del Vaticano.
La lettera del misterioso mittente, dal carattere antinomico, che si cela dietro lo pseudonimo di un noto Dottore della Chiesa, ha un tono che appare volutamente ambiguo e contraddittorio. Infatti, se da una parte elogia il biologo Pattera per l’intuito nell’aver compreso, unico fra gli studiosi del tempo, l’importanza della vicenda e la perseveranza nell’annodarne i fili sparsi, dall’altra esibisce l’invito a chiare lettere a “lasciar perdere”, perché la storia è semplicemente infondata (sic) e potrebbe inficiare pesantemente i rapporti fra il C.U.N. ed il Vaticano.
Torniamo a Barbato ed al suo filmato. Secondo quanto indicatogli dal suo mittente, un gesuita della Santa Sede ed appartenente al S.I.V., il Servizio Informazioni del Vaticano – in pratica i servizi segreti della Santa Sede, anche se, ufficialmente, non esistono – il nastro mostrerebbe, nella frequenza dell’infrarosso, un planetoide dalla densa atmosfera, così come ripreso da Siloe, una sonda interplanetaria appositamente inviata dal Vaticano per monitorare il percorso in avvicinamento alla Terra del corpo celeste. Il planetoide è stato chiaramente identificato dal religioso come il pianeta Nibiru ed abitato, come sanno gli studiosi di Sitchin, dagli Annunaki. (…)
Il cortometraggio, come indicato da una dicitura numerica in caratteri romani, risalirebbe al 1995, anno in cui lo strano pianeta sarebbe orbitato oltre la zona di Nettuno. La qualità del filmato appare modesta, ma questo perché si tratterebbe della copia di un originale ben più nitido, nel quale apparirebbero alcune irregolarità luminose tali da ricordare i lampi dei nostri temporali. Barbato assicura di aver verificato la propria fonte, incontrata anche personalmente, attestando che, all’epoca dei fatti, era effettivamente alle dipendenze del Vaticano. (…)
Lo scopo della divulgazione del filmato, secondo il fantomatico gesuita, sarebbe quello di rendere edotto il mondo intero del pericolo che la nostra Terra correrà nei prossimi anni per l’approssimarsi del gigantesco e misterioso corpo celeste che dovrebbe provocare cataclismi planetari di immane portata (senza dimenticare, poi, l’incognita delle reali intenzioni dei suoi abitanti). In altre parole la gente, sostiene il prelato, ha il diritto di sapere, contrariamente a come la pensano le alte gerarchie ecclesiastiche.
Esiste un interessante precedente citato da Adriano Forgione, direttore di HERA. Egli riferisce che il 10 marzo 1999, all’aeroporto di Fiumicino, il sergente maggiore dell’esercito Robert Dean gli disse che un misterioso pianeta, da lui definito Nibiru, era in fase di avvicinamento alla Terra,. Il pianeta era stato fotografato da una sonda segreta chiamata Siloe. Alcuni giorni dopo, due immagini effettivamente spuntarono; apparivano realizzate all’infrarosso e mostravano una porzione di un qualcosa di sferico, con un tratteggio luminoso e serpeggiante, su uno sfondo scuro”.
Panizza esamina il caso, soffermandosi su alcuni elementi controversi: in particolare nota che essendo trascorsi quindici anni da quando Barbato ricevette il filmato, il corpo celeste dovrebbe essere già visibile ai nostri occhi e far sentire il proprio influsso gravitazionale. Lo stesso gesuita affermò che ciò sarebbe dovuto avvenire entro i successivi tre anni, non oltre il 2004. Ora, sebbene sembra che non sia visibile, secondo alcuni, in particolare Luca Scantamburlo, il suo influsso potrebbe invece essere stato già riscontrato nel nostro sistema solare. Sarebbe, infatti, la causa dell’eccezionale attività del nostro astro, del riscaldamento di alcuni pianeti. Vediamo di ponderare tali affermazioni. Innanzitutto il ciclo solare, pur evidenziando un periodo di circa 11 anni, è variabile sia in durata (fra gli otto ed i tredici anni), ma soprattutto d’intensità”.
Panizza si chiede quindi: “Come può un corpo celeste che ha una massa 330.000 volte quella Terra subire l’influsso di un pianeta, già all’interno o nei pressi del sistema solare, non ancora visibile ad occhio nudo? A tale proposito, nel 1983 la N.A.S.A. riportò i dati rilevati dal satellite IRAS. Secondo tali dati, un corpo celeste di dimensioni superiori a quelle della Terra si sarebbe trovato agli estremi del sistema solare, ma -è importante sottolinearlo- con una traiettoria di allontanamento dalla medesima” (...)
Il Sole… fu il responsabile, con le sue fluttuazioni periodiche, di una piccola era glaciale in Europa ed in Nord America fra il 1645 ed il 1710. Non solo, il vento solare, secondo Adriano Mazzarella, responsabile dell’Osservatorio Meteorologico dell’Università di Napoli, potrebbe persino influenzare la temperatura dei pianeti ai confini del sistema”.

(Tratto da ricerca su Web)

Postato da Yang

 
 
 

LA SIBILLA

Post n°412 pubblicato il 12 Ottobre 2009 da shachor
 

La Sibilla è una figura esistita storicamente, ma presente nella mitologia greca e in quella romana. Le sibille erano vergini dotate di virtù profetiche ispirate da un dio (solitamente Apollo), ed erano in grado di fornire responsi e fare predizioni, per lo più in forma oscura o ambivalente. Uno dei più famosi responsi di una sibilla latina è la frase «Ibis redibis numquam peribis in bello»
Tra le più conosciute, la Sibilla Eritrea, la Sibilla Cumana e la Sibilla Delfica, rappresentanti altrettanti gruppi: ioniche, italiche ed orientali.
Il perdurare della loro presenza dà risposte, nel mondo classico, al perdurare di domande alle quali i riti e i culti "diurni" in onore degli dei del Pantheon patriarcale sia romano che greco, non sapevano dare risposte.
Nei suoi scritti Platone ne cita solo una, anche se in seguito le sibille divennero una trentina.
Lo scrittore reatino Marco Terenzio Varrone (116-27 a.C.) ne enumera dieci in ordine di antichità: Persica, Libica, Delfica, Cimmeria, Erythrea, Samia, Cumana, Ellespontica, Frigia, Tiburtina.
Una delle sibille non citate da Varrone in quanto sorta in epoca medievale è la Sibilla Appenninica detta anche "Oracolo di Norcia" che viene legata alla Grotta della Sibilla situata sul Monte Sibilla, nella catena dei Monti Sibillini.
L'etimologia del nome è ignota. Varrone (in Lattanzio, Divinae Institutiones, I, 6, 7) ce ne riporta una popolare che la farebbe derivare dal greco "sioù-boùllan" al posto di "theoù-boulèn", che indicherebbe <la volontà, la deliberazione di dio>.
Abbiamo anche la forma "Symbulam", che è molto suggestiva (lei sarebbe <un segno, un avvertimento di dio>), ma si tratta di una trascrizione errata che ricorre solo sui manoscritti medievali.
Il nome Sibylla 
In origine Sibilla (dal greco Sibylla) era un nome proprio di persona. Probabilmente era quello di una delle sibille più antiche, la Sibilla Libica, come ci attesta Pausania. Pausania si rifà ad Euripide che nel prologo di una delle sue tragedie perdute (la "Lamia") avrebbe riferito il gioco di parole Sibylla - Libyssa, dove Sibyl sarebbe la lettura al contrario di Libys.
Da nome proprio, col tempo "Sibilla" è diventata una definizione, una specificazione, passando a designare un tipo particolare di profetessa. Ciò avvenne in seguito al sorgere in diversi luoghi sacri di santuari nei quali venivano proferiti degli oracoli, ed al parallelo fiorire di raccolte di profezie. Così all'originario nome proprio di Sibylla fu necessario aggiungerne un altro (che divenne quello geografico della località interessata) che permetteva di distinguerle l'una dall'altra.
Nella maggioranza dei casi i nomi delle sibille sono nomi geografici (se ne contano per quelle di epoca greco-romana circa 30). Ma poiché nell'immaginazione degli antichi qualche sibilla - a causa della sua longevità millenaria - passava da un luogo all'altro per soggiornarvi lunghi periodi, ogni volta venendo chiamata con un nuovo nome geografico benché fosse sempre la stessa persona, essi sentirono il bisogno di ridare un nome proprio alle sibille più conosciute (p. es. "Erofile")

(Tratto da Wikipedia)

Postato da Yang

 
 
 

GOLLUM ... UNA "BUFALA" SPAZIALE ?

Post n°411 pubblicato il 12 Ottobre 2009 da shachor
 

Quattro ragazzi hanno trovato una creatura molto
somigliante ad un alieno, le autorità stanno indagando.
La notizia, che viene presa con le pinze, racconta che un presunto essere extraterrestre è stato preso a sassate e ucciso da quattro ragazzini, di età compresa tra i 15 e i 16 anni. Il luogo dell’uccisione è stato Cerro Azul e il fatto sarebbe accaduto la settimana scorsa. I ragazzi hanno poi scattato delle nitide fotografie e le hanno inviate agli organi di stampa e televisivi, tipo “Canal Trece” di Panama. Non c’è che dire che i giornalisti televisivi di suddetta televisione hanno subito parlato di extraterrestre. In proposito per l’occasione è stato intervistato, dal giornalista Rafael
, il professor Gastón Aseff, specializzato in Criptozoologia (disciplina scientifica che studia gli animali misteriosi e nascosti). L’esperto ha dichiarato, alle domande incessanti del giornalista, che al momento è difficile stabilire se questo sia un extraterrestre o meno, visto che prima bisogna fare delle analisi approfondite sulla questione. Resta il fatto che, apparentemente, ci si trova di fronte ad un essere che ha tutte le caratteristiche di non essere noto, per il momento alla Scienza. Ma questo non deve far gridare subito alla creatura che proviene da altri pianeti. Ci troviamo di fronte ad un altro falso? Aspettiamo i dovuti aggiornamenti (se mai ce ne fossero) per dire qualcosa di più su questa questione.

 

(Tratto da ricerche su web)

Postato da Yang

 
 
 

BAPHOMET

Post n°410 pubblicato il 10 Ottobre 2009 da shachor
 

Un Baphomet o Bafometto è un idolo o un'immagine. Ne esistono varie descrizioni come: un idolo con un teschio umano, una testa con due facce, un idolo-gatto ed una testa barbuta. La probabile etimologia del nome è trattata in seguito.
Il termine ricorre per la prima volta nei verbali del processo contro i Cavalieri templari; durante la soppressione dell'ordine fu sostenuto dall'Inquisizione che i cavalieri usassero un Baphomet come parte delle loro cerimonie di iniziazione. Questo fatto, oltre ad altre asserzioni, fece sì che il loro Ordine religioso fosse accusato di eresia e idolatria.
In ogni caso il nome fu ripreso, dal XIX secolo, dai sostenitori dell'occultismo.
Origine del termine
Essendo un nome estorto sotto tortura durante gli interrogatori dei Templari, non si può escludere che possa essere stato originato semplicemente come un'onomatopea o un errore di trascrizione dei verbali, nei quali in effetti il termine ricorre per la prima volta; la presenza del baphomet fu utilizzata dagli inquisitori (istigati dal re di Francia Filippo il Bello) per aggiungere l'idolatria alle altre infamanti accuse nei confronti dell'Ordine, allo scopo di distruggerlo.
Sull'origine del misterioso termine sono, in ogni caso, state elaborate numerose teorie, nessuna delle quali provata:
Una deformazione latinizzata di Mahomet, una versione medievale europea di Maometto, il nome del profeta dell'Islam.
Idries Shah propose che Baphomet deriverebbe dalla parola araba ابو فهمة Abu fihamat, con il significato di "padre dell'ignoto", e associato con il sufismo.
Levi propose che il termine fosse composto da una serie di abbreviazioni: "Tem. ohp. ab". che prendono origine dal latino Templi omnium hominum pacis abhas, con il significato di "padre della pace universale tra gli uomini". Una lettura alternativa potrebbe essere tem. o. h. p. ab. per templi omnium hominum pacis abbas. La traduzione in questo caso è abate del tempio della pace dell'umanità, forse in riferimento ai Templari stessi.
Dalle parole greche Baphe e Metis. Le due parole insieme significherebbero "battesimo di saggezza", anche interpretabili come "tintura di saggezza" (cfr. Sebastiano B. Brocchi, "Il Baphomet - Tintura di Saggezza").
Una corruzione del termine ebraico Behemoth (letteralmente "Bestie", pluralis maiestatis di "behemah"), citata nel libro biblico di Giobbe (40:15) e di Ezra (6:49 e 6:51).
Se tradotto secondo il cifrario di Atbash (scoperto dallo studioso Schonfield), l'origine del termine sarebbe Sophia, la parola greca per Saggezza
 Interpretazioni 
Una più recente e conosciuta descrizione raffigura il Bafometto nella forma di un capro umanoide alato con seno ed una torcia sulla testa tra le corna. Questa immagine proviene dall'opera di Eliphas Lévi Dogme et rituel de la haute magie (Dogma e rituale dell'alta magia) del 1855-56.
Il Baphomet, come suggerisce l'illustrazione di Levi, è stato occasionalmente mal interpretato come sinonimo di Satana o come un demone, un membro della gerarchia dell'Inferno. Nella testa del Baphomet di Levi era inscritto un pentacolo, che è un simbolo adottato dai fedeli della Wicca e da altri seguaci dell'occultismo. Una testa di capro inscritta in un pentagramma invertito, è un simbolo occasionalmente adottato dai satanisti. La testa, le corna e la torcia insieme prendono la forma di un Fleur de lys.


(Tratto da Wikipedia)

Postato da Yang

 
 
 

ALBERO DEL VELENO

Post n°409 pubblicato il 10 Ottobre 2009 da shachor
 

Secondo la leggenda, l'albero del veleno è impregnato di sostanze velenose: il tronco, la linfa, le foglie e i frutti sono altamente tossici, in grado di portare alla morte chi si sofferma troppo nelle sue vicinanze; si narra che alcune popolazioni usassero legare i condannati a morte al tronco dell'albero, o che intingessero le frecce nella sua linfa per renderle letali. Alcuni viandanti attirati dall'ombra delle sue fronde vi si sono fermati a riposare, un riposo da cui non si sono più svegliati.
L'epiteto di «albero del veleno» è attribuito, tradizionalmente, al tasso, conifera a crescita lenta, dal legno forte ed elastico, molto longeva e anticamente assai diffusa nell'area mediterranea ma anche nel nord Europa, effettivamente portatrice, nelle sue parti vegetative, di un potente veleno detto tassina.
Probabilmente per questa sua connessione con la morte è frequentemente impiegato nell'arredo dei cimiteri.

(Tratto da Wikipedia)

Postato da Yang

 
 
 

 

 

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