Creato da shockportatile il 05/11/2006

In Esistente

il caos è una festa ben riuscita

 

Sei- 6 (reminescenze)

Post n°150 pubblicato il 22 Giugno 2009 da shockportatile

 

 

 

Cielo la morale!
Come ce l'hanno inculcata bene.
Un brufolo sotto pelle, un cancro al duodeno.

Che poi a sentirti morta ci metti un attimo, mica ci vogliono ore.
Devi reagire, reagire prontamente,
sapere chi sei e perchè compi le azioni che compi.

Convinta della propria innocenza:     
indecenza alla loro morale.
Quanto giudizio. Quanto dispiego di energie.

E tu ci sei.
Io ti sento.
E me ne frego di ogni considerazione poggiata sulla base di un'immaginazione retrograda.

E tu ci sei e nonostante questo manchi:
come un dente alla gengiva,
come un bicchiere alla bottiglia,
come un abito bianco ad una donna felice.
come la luna al cielo,


come l'amore      manca            all'amore.

 
 
 

Diadema

Post n°149 pubblicato il 17 Giugno 2009 da shockportatile
Foto di shockportatile

(febbraio 2009)

 

Dovresti parlarmi della neve che non ho mai calpestato

o delle rughe della nostalgia che con le mie mani non ho cancellato

Dovresti infilare le tue dita nude e ruvide dritte nel mio stomaco

o stare in silenzio ad ascoltare ogni mia imperfezione di mare e turbine

Sapere cosa chiedere quando tu mi dici: - Chiedi!

Incroci di niente e cuscini

di tempo finito e di tempo iniziato

di grida d'amore e di strazio di abitudini


Dovrei parlarti di quegli anni passati sulle strade della polvere

senza musica se non le parole incise con sfregamento di pelle e pietra focaia

Dovrei parlarti di una donna mai nata se non fra le tue braccia

di una donna che vive una vita da sola

Sapere cosa chiedermi quando ti dico: - Chiedi!

Acqua che lava, lava che brucia e copre

il tempo è finito, il tempo è iniziato

coperte di grandine e sorrisi , orchestre di raziocinio


Riesco a pensare solo in poesia.
Riesco a pensare solo in poesia.
E non sono sicura che sia ciò che voglio.

 

 
 
 

Gli oggetti

Post n°148 pubblicato il 04 Giugno 2009 da shockportatile

 

 

 

 

Passo ore a consumare oggetti,

con le dita e gli occhi.

E torno sempre li' , sui bordi, i limiti, i confini delle cose.

Dove finiscono e inizia il vuoto.

In quel margine c'è la magia,

è tutta nei contorni la loro presenza.

 
 
 

Dei sogni : in generale

Post n°147 pubblicato il 28 Maggio 2009 da shockportatile

 

 

 

Non tutte le mattine mi sveglio:

all'alba la ruggine mi intossica i tendini,

gli acari scavano tane nei metatarsi

e la solitudine increspa di onde le mie sinapsi.

I sogni sono incubi che si propagano per ore

e richiamano a loro i simili passati:

l'indemoniato che voleva uccidere mio figlio,

la vecchia che mi narrava un domani poi avverato

e mio padre che alzava un braccio pieno d'odio.

 

Alcune mattine mi sveglio:

bevo il mio tè nero affacciata al terrazzo

mentre gli avvolgibili sono chiusi, sereni come occhi di bimbo

e la faccia dell'uomo che amo la vedo nitida come fosse tangibile.

I sogni son sogni che delineano sorrisi inerti

e i luoghi che ritrovo sono tutti inventati:

scogliere di rocce e ponti su cui saltare,

gli amici gia' partiti per un altro domani che per me gia' esiste

e la lenza lunga di un vecchio pescatore lasciata a riposare sul filo del mare.

 

Poi c'è il vento.

Mutevole come il mio umore.

Mutevole come l'alchimia di acidi che si sfiorano:

un'esplosione o la vita, avanti a chi tocca.

Poi c'è il vento.

Per me che son foglia

non resta che un tombino o la terra,

da chi essere assorbita è questione di fortuna o di gusto.

Di buon gusto.

 

e per domani tesserò cieli stellati,

lunghe garze bianche di gioia,

purezze di infante

e ninfee di rumori bianchi come latte

e se tu non ci sarai

sara' un peccato mortale

ma solo per te

 

 
 
 

Confesso

Post n°146 pubblicato il 25 Maggio 2009 da shockportatile
Foto di shockportatile

Di questa sera di maggio
rimarra' il mio novantottenne vicino
che passeggia tra i pomodori
piantati dalla sua badante una settimana fa,
senza bastone e con la giacca blu di un completo spaiato di trentanni prima.
Sua moglie, l'ostetrica, era grassa e viva!

Rimarranno le spinte sessuali tra coniugi
su una terrazza al quarto piano,
e poco piu' su
la bruttezza di un uomo che tenta il suicidio ogni giorno
nonostante la bella moglie e il figlio di tre anni.

Rimarra' la suggestione di ciliegi immobili nell'afa;
la mia follia nel pensare che un gatto mi riconosca come sua simile:
cosi' lenta nell'incedere, cosi' restia alla cura della prole.

- e la tentazione di dare un senso geometrico al volo delle rondini -


Delle sere di melassa in cui denigro i minuti
rimarra' il timore di divenire parte
di una folla che mente sulla sua individualita',
la vaga sensazione di mutevolezza che avvolge lo stomaco,
Il terrore, puro, di non riuscire a vedere tutte le persone che voglio vedere.

Restera' quest'argine che si sgretola come farina:
un tronco d'albero sbiancato dal sale e dal sole.


Rimarranno sei parole che compongono una storia
da narrare solo a me stessa.
Una storia che non scriverò perchè invaliderebbe due leggi:
tutto è possibile,
tutto è facile.

 

                                               ( e adesso pensate a quante cose  sono possibili
in questo cazzo/schifoso/idiota mondo
e a quante, come sono possibili , sono altrettanto facili:
si può rimanere a nuotare in una piscina
mentre dieci metri più in la' un quindicenne muore,
si può guardare un uomo morire illudendosi che sia solo ubriaco mezzo,
si può credere che tutto è stabile, che chi muore ,muore perchè inferiore,
che i clandestini siano invasori e covi di germi,che non siano uomini come Noi,
si può credere che la Chiesa è Buona,
che esista una sola Parola, qualsiasi essa sia.
Si può credere di vivere per essere felici,
essere felici per vivere.)

 

 

Poi fuori ho visto le lucciole
e una donna che sputa semi di cocomero verso il cielo per creare nuove stelle.

 
 
 

Linea di luce

Post n°145 pubblicato il 19 Maggio 2009 da shockportatile

 

La piazza di selce sanguina odori di corpi sudati

stesi a grondare vicino all'unica fontana.

Al centro, un caudillo sul suo cavallo infuriato

getta una lancia

tra gli occhi di una turista orientale.

 

Non c'è niente di perfetto qui - nè altrove -

solo i sorrisi e le gambe fresche delle adolescenti

rendono il rosso  ai gerani dimenticati  sui balconi.

 

Ho un nodo in gola che mancava da tempo:

dieci centimetri di paura, dieci centimetri di vuoto centrifugo,

una grotta che crea riflusso per il mio  mare.

 

E non c'è più una parte di me che devo o voglio mondare.

 

 

 

 

 


 
 
 

Cornucopia

Post n°144 pubblicato il 17 Maggio 2009 da shockportatile

 

 

Achelo cosa hai lasciato?

Del tuo corno di sconfitto gli umani ne hanno fatto epicentro di innumerevoli fortune.

 

Dei tuoi lombi carnosi neanche un tempio per  formiche morte.

 
 
 

Banali progetti su un ipotetico domani

Post n°143 pubblicato il 15 Maggio 2009 da shockportatile

Stamattina il Re si è fermato al mio bancone

io ho tolto le scarpe col tacco e sono rimasta scalza.

Mi ha chiesto uno scotch, liscio, senza ghiaccio.

 

Mentre beveva mi guardava negli occhi,

dimentico della sua nuova condizione di orfano.

 

Ho ritrovato gli incantesimi della mia mente

attorcigliati a un pettine caduto sotto un mobile.

L'oro che riluce in contrasto col laniccio del tempo trascorso

e la mia chioma nello specchio a tratti bianca come quella di un'alta vetta.

Se avessi perso la mia faccia in un tragico incidente

- un molosso nero che attraversa la provinciale che mi porta al mare -

potrei uscire di notte,

guardare in faccia solo le puttane e i disperati,

la gente che non ha niente da fare e troppo da dire,

potrei sedermi negli angoli bui delle strade

senza temere il coltello o la spada

che incrocia la mia gola;

la ferocia preludio del pentimento.

 

Invece al di fuori sono integra, intatta come un vetro nuovo,

 nonostante quel molosso lo abbia scontrato davvero ,

nei panni di un re: un cane nero.

Dovrei sedere in terrazze disabitate

o su lande sporche di gramigna e lavanda

per tornare a vedere,

senza spossatezza,

la natura dominare sulle sovrastrutture dell'antropocentrismo.

( le squame dei pesci,

le fronde degli alberi,

le nuvole bianche di una qualsiasi estate,

il crepuscolo che tarda ad arrivare,

la cavalletta e il geco

che dominano su di me)

 

Dovrei tornare nel mare

finchè saro' polena della mia, sempreviva, nave.

 

 

 

 
 
 

Today no winter

Post n°142 pubblicato il 13 Maggio 2009 da shockportatile

Si procede per assiomi ( o meglio per tentativi ed errori)

 

Nella sofferenza vi è  leggerezza.

Disperata leggerezza.

Salvifica.

Più leggerezza che nella maggiore,consapevole e inconsapevole,

felicita'.

 

 

 

 
 
 

Today no summer

Post n°141 pubblicato il 12 Maggio 2009 da shockportatile

 

 

E' più facile gestire la sofferenza che il desiderio.

 

 
 
 

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