raggiungibili

Nome che parla di vita

e di uova.

Germinazione rinnovata

niente più è in lutto

né l'inverno, nè la morte

ch'è si è trasformata.

Luce.

Mi ricordi l'essenza

che sono

e che resto

e in cui mi trasformo.

Stretti nello sforzo

di superare se stessi

ed aprirsi

in un sorriso.

Trattenuti

per non colpire

la vita regalata

ed accogliere il dono.

Irrigiditi nell'odio

dell'ecatombe umana:

quando sentirai,  uomo,

il dolore che provochi?

E' dentro il mare

nei flutti dei ricordi

nelle tempeste dei sentimenti.

E' dentro.

Si è dentro l'oceano

in rivolta.

E' dentro

la spiaggia che lo lambisce

e non posso

senza di te

attraccare.

Padre.

Troppi di voi

uomini smarriti

incapaci di essere padri

perchè di padri sprovvisti.

Realtà mai conquistata,

fatto culturale

ancora da venire.

Smarriti

sotto le vostre orme

ne cercate

invano

le tracce.

Fierezza indomita

in cieli stellati

sopra distese

di verde infinito

nelle ali e negli occhi

elevata

da queste sozzurre,

ipocriti vanti

di cervelli finiti,

identificati

in pagine vuote

di spente vetrine

prive

di qualche

significato.

Elevati uomo

dalle braghe abbassate

ed acclama

la tua temperanza

nel vivere

per riscoprire

la stoffa

di cui eri fatto

e alza il vanto

più del vento

che muovi

con insane passioni.

Voglia di vivere

la danza

di semplici intelligenze

del cuore,

mica erudite.

Semplici avvedutezze

che da sole

con la solita cura

delle piccole cose

rischiarano

ed illuminano la vita

di vuote giornate

e insulse parole

altisonanti:

caproni eruditi

calpestano,

con nozioni

rapprese e coagulate

in vuote reti

neuronali,

la bellezza

della creativa intelligenza

che con mani sapienti

farebbero spazio

alla vita.

Scoppia

dentro di me

la guerra

a volte

Totale

il sentimento

di annullamento.

Poi piano piano

la brezza forte e leggera

stempera

il risentimento di odio

e torna lieve e forte

il pensiero

che domina:

arcobaleno di pace.

Ops...

in un nulla

di tempo

mi ha attraversato

e invaso

più dei Nibelunghi

la tua violenza,

più dei Catari

la tua intransigenza.

Monarca tardivo

di me stesso,

mi sono ripreso.

Mai più

mi raggiungerai

con la tua scopa da strega

e non spazzerai

-per scioglierlo

nel pentolone-

il mio Io più sublime.

Eccolo, intanto

e più splendente che mai!

Hai raggiunto il tuo centro!

E' da poco

ma oggi sei nato!

Il tuo piccolo Io

ballonzolante cammina

i suoi primi passi.

Precoce oggi

come lo fosti allora:

9 mesi e già camminavi.

22 anni e già hai raggiunto

il tuo piccolo

Infinito centro.

Sovranità scoperta

che le emozioni

non sono solo sudari di morte

a volte,

ma possono essere

condotte

per mano e conosciute,

dette, tradite

ma...

per diventarne Sovrano!

Figlio mio.

Incognita la tua

anima

temo d'entrarci

e rimanerne

turbato,

poi,

come ne esco?

Ruberò?

Porterò via con me

tesori e segreti

preziosi?

Porterò via con me

intenti lucrosi

o ideali da poco?

Non voglio rimanere

turbato:

la mia anima

vuole rincorrere

orrizzonti infiniti

e lunghi ideali

che mai s'avverano

in una vita soltanto.

Vieni usciamo

e ognuno

rimanga

nella sua casa.

Ad un'altra volta

il caldo thè.

ti muovi

nella mia vita

con i tuoi atti

scomposti

e pesante

cammini

calpestando

ogni fatica

incurante.

A meno che

non si tratti

di qualcosa di te.

Non guardare

lo sfondo delle tue giornate.

Può essere nero corvino

o un tenue violetto

che sa di pastello.

Certo è

che è solo uno sfondo.

Tu rimani

inalterato.

Quindi

non appiattirti:

tu non sei le tue sensazioni,

nè sei i tuoi dispiaceri.

Sei altro,

sei altro...

vieni a scoprirti.

Spia

in silenzio

quando sei stanca

-e in te tutto s'arrende-,

cosa ti porta

la mente

rubando parole

solo al tuo cuore.

Come forme di sughero

saliranno in superficie

e nessuna corrente

le potrà trattenere

sul fondo.

Una domanda.

La mia realtà,

la mia vita:

io sono

una domanda.

In me

si muove,

da sempre,

l'intera realtà,

e

tento

di cogliere

uno spunto

per qualche risposta.

"Io sono"

riverbera,

silenzio e null'altro.

In trasparenza

vedo

dopo il dolore

musica e luce

attraversare

la tua anima.

Tu non sai

i passi fatti,

ne conosci

i tuoi stessi tentennamenti.

Abbi cura

solo

di non perdere

il vibrare

della vita in te:

musica ed amore,

luce e libertà.

Aspra

nelle parole,

dura

nelle movenze.

Altera

negli intenti.

Acida

è il tuo nome.

Artificiali

e scomodi

i vostri giochi

stereotipati

e incapaci di vita.

Angeli artificiali,

di cartone è la vostra anima,

di gesso

le vostre parole.

Quali artifizi

arzigogoli

di continuo

per non attraversare

la vita

così naturale.

Non sposti

maldestra

neppure una sedia

e urti al ristorante

chi comodo mangia.

Ingrata

al tuo corpo e a te stessa.

In memoria

si celebra

la donna

per il suo sacrificio.

Ogni dì

sull'altare della vita

essa riscatta

il diritto

-per se stessa

e tutte,

passate a future-

ad una sola dignità:

essere

un individuo

umano.