Creato da gianor1 il 07/01/2005
Da qualche parte una farfalla batte le ali e mette in moto un meccanismo irreversibile dalle conseguenze imprevedibili.
 

 

Certezze

Post n°1077 pubblicato il 03 Luglio 2025 da gianor1
 

In  molte condizioni mentali, esiste il rimpianto. Andando a scuola ricordo di averlo avuto per non essere andato a quella determinata gita programmata, sapendo, quindi consapevolmente ( da qui il rimpianto) che ci sarebbe stata quella determinata persona nel bus e nei desideri di un adolescente poter avere quelle intimità quasi nascoste da poter far sfociare.
Sicuramente erano rimpianti innocenti, ora che dire, l'unico rimpianto che travaglia la mente, sta negli approcci diversi che si potevano avere.
Ho capito tante cose, da qui l'estratto, che si deve liberare in ogni forma ogni emozione, che vivo, inutile reciderla, per sperare poi ricresca, ogni volta la sfrondo e non la utilizzo a dovere.
Vivere, sentire e fare propri gli attimi, innaffiando l'emozione, coltivandola.
Per chi tenta di scrivere sembra sempre di dire gli stessi concetti, forse questo è vero. Ma sono le basi solide dei sentimenti, mostrarsi sempre per ciò che si è, mai usare falsità o ambiguità.
Il secondo concetto e quello della speranza, ma non ha senso ci sia, se do tutto me stesso non posso vivere di speranze , ma di certezze.

 
 
 

L' arte di sopravvivere in uno zoo umano

Post n°1076 pubblicato il 03 Giugno 2025 da gianor1
 

Oggi desidero svelare quanto sia faticoso gestire i rapporti professionali a scuola con i colleghi.
La selezione è ragguardevole, per mia conoscenza narrerò di uno zoo multicolore e variegato:
Individualisti o i sofferenti di ego, che pretendono il loro nome in tutti gli atti deliberati dal consiglio di classe e da quello dei docenti.
Personalmente non tolgo mai il loro nome, anzi, quando possibile, lo aggiungo in modo furtivo.
Protezionisti che si nascondono dietro i loro appunti e relazioni lamentandosi del gravoso carico di lavoro, della pesantezza degli adempimenti a cui attendono con solidarietà ma che agli altri non è dato sapere. A loro non faccio mai delle domande, ogni tanto compiango  il collega per la fatica che si sgroppa e lo ringrazio per l' importanza che dona a tutta la scuola.
Caffettari sono notevoli esperti di tutte le scelte della macchinetta del caffè, molti di loro hanno preparato tesi di laurea sulle tipologie del mocaccino e sull’ermeneutica del cappuccino. La sala caffè si può considerare la loro postazione di lavoro preferita o, quantomeno, quella per la quale dimostrano una vocazione naturale.
Quando mi capita di passare per una pausa, entro, saluto affettuosamente, fingo tremendamente preso da impegni saluto ed esco. (Devo confessarvi che frequento la sala caffè ( solitamente è la sala professori) solo in orari morti.
Paria intangibili occupanti posizioni sindacali spinti da nobili motivi: nessuno deve infastidirli o riprenderli. Difendono con il coltello tra i denti i loro iscritti ma preferibilmente, quando la situazione richiede un po’ di coraggio, loro, cuor di leoni, non spendono il loro nome. Si blindano dietro il nome della sigla. Con loro sono drastico: non m' inscrivo, non li voto, non gli do corda; fingo indifferenza alla politica, al sindacato, al mondo; ma vado oltre smascherando la loro ipocrisia con tutti i colleghi dotati di onestà intellettuale
Altre categorie sono individuabili (nevrotici, desaparecido, esauriti, critica-tutto, a cui appartengo…, etc.) ma bastano quelle citate (o sarà che sono quelle che oggi mi stanno più sui testicoli) per poter concordare che le ferie sono necessarie e per fortuna, per quanto mi riguarda, sempre più vicine… ©

 

 
 
 

L' altra metā di me

Post n°1075 pubblicato il 01 Maggio 2025 da gianor1
 

Osservo con attenzione quell' aspetto personale che probabilmente non sono stato mai in grado di comprendere. Noto però che quella saggezza e tranquillità non appare contrastante con quello che riscontrono gli altri, entrambe sono chiare, forse questo non basta a far di me una persona equilibrata. Un po’ di saggezza è stata acquisita negli anni che l' esistenza ha regalato con le scelte, i cambiamenti. Ma questo non mi basta, ora la scommessa è sorridere ancora e far sorridere chi è vicino.
Non posso essere così duttile da tornare come ero all’origine e nemmeno plasmabile per ciò che non posso essere. Alle volte la serenità passa attraverso la consapevolezza di prendere le persone per come sono, altrimenti il rischio è quello di chiudersi. Per fortuna o per caso ogni persuasione ha la sua dimensione, ogni miraggio non è mai frutto di cose casuali.
Ciò che importa è vedere al meglio ogni cosa, senza false ombre.©

 
 
 

Il viaggio

Post n°1074 pubblicato il 01 Aprile 2025 da gianor1
 

I luoghi indicano il viaggio e lo costruisco mano a mano che procedo. A volte le andature sono precarie, altre volte sicure e prolungate. In alcune occasioni sono tragitti ricchi di possibilità e altre invece passi lenti, stanchi, disicantati. Ma, che mi sia consentito o no, il viaggio prosegue nella realizzazione di una consuetudine in cui la vera speranza è per me quella di serbare con forza il sorriso. Giorno per giorno plasmo l' avvenire proiettando i sogni al di là del presente con cui, con gratitudine, ho istante per istante a che fare, certo non senza affanno ma anche con molta, moltissima passione. Mi garba andare in bici per andare a scuola ad insegnare, adoro ascoltare i rumori di Cagliari che si muove e mi sorprendo la sera ad ascoltare i suoni della vita che giù lungo il Poeto verso il mare scorre. Insisto a sorridere e riesco ad essere riconoscente per esserci, per aver avuto ancora una volta la possibilità di rigiocare alla vita, per esser stato lanciato in mezzo a questo groviglio di anime, di emozioni, di odori e suoni, tutto immerso in una policromia di colori. Certo molte cose di questa società mi scuotono dentro come un vulcano in eruzione, e anche nei momenti di pace interiore non posso fare a meno di sentire dentro l ' anima un' esione di belva che chiede giustizia per un pianeta che si sgretola, non posso fare a meno di vedere la cecità di quei "valori" che anche noi abbiamo messo al governo di questo pianeta. Un mondo in cui viene premiata la furbizia, l'astuzia e la prepotenza di quei pochi che, sfruttando la bontà di cuore e l'ingenuità di molti (ingenuità è per me sinonimo di purezza), hanno per secoli rincorso un gruzzolo di potere per farsene scudo e spada. Ma poi penso anche a chi comunque e nonostante tutto va avanti, continuando a creare, a crescere figli e progetti puliti, a chi ci prova ogni giorno finchè forse ci riuscirà, a chi invece di puntare il dito verso qualcuno o la sfortuna o un destino segnato, continua, si fa carico del proprio presente, spesso risultato di un bagaglio del passato e continua imperterrito il proprio cammino. Per questo continuo a sorridere e trasformare la sofferenza in un anelito che si dissolve lontano©

 
 
 

Matriosche dell' anima

Post n°1073 pubblicato il 01 Marzo 2025 da gianor1
 

Spesso mi soffermo sulla tela colorata della memoria. Abbasso gli occhi e dischiudo bene le narici aspirando aromi e impressioni. Mutano i sentori e la trepidazione di alcuni ricordi investe la mia sensibilità.
Da bimbo potevo rifugiarmi sotto il tavolo per scappare, da uomo sono in una stanza senza tavoli e sedie, pareti bianche ovattate, dove i rumori tornano al mittente. Non sento nulla provenire dall’esterno e nessuno ascolta il mio lamento.
Mi trovo spesso rannicchiato intento a dondolarmi ridendo da solo come in una sorte di frenesia isterica dovuta ad una ubriacatura. Ho da sempre il desiderio di sentirmi fuori dal coro e lontano da chi pensa sempre nella stessa direzione. Uomini senza una propria visione, un’idea, un espediente per uscire dall’anonimato di persone perfette.
Impeccabili per chi, forse per il fottuto genere umano che fotocopia immagini e le distribuisce a chi senza una propria idea sfrutta la volontà altrui.
Non è nulla di triste, le riflessioni non lo sono mai.
Io le chiamo “matriosche dell’anima".
E’ già tanto averne una salda e desiderosa di cieli con l’arcobaleno©

 
 
 
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AFORISMA
L'educazione è una cosa ammirevole,ma è bene ricordare,
di tanto in tanto,che nulla che valga la pena di conoscere
si può insegnare.
Oscar Wilde



PROVERBIO SARDO
Nen bella senza peccu,nen fea senza tractu.
Non c'è una bella senza difetto,nè una brutta senza grazia.


"Il lavoro del maestro è come quello della massaia, bisogna ogni mattina ricominciare da capo: la materia, il concreto sfuggono da tutte le parti, sono un continuo miraggio che dà illusioni di perfezione. Lascio la sera i ragazzi in piena fase di ordine e volontà di sapere - partecipi, infervorati - e li trovo il giorno dopo ricaduti nella freddezza e nell'indifferenza. Per fare studiare i ragazzi volentieri, entusiasmarli, occorre ben altro che adottare un metodo più moderno e intelligente. Si tratta di sfumature, di sfumature rischiose ed emozionanti.Bisogna tener conto in concreto delle contraddizioni, dell'irrazionale e del puro vivente che è in noi. Può educare solo chi sa cosa significa amare".

 

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