W. SHAKESPEARE - RE LEAR IV
così noi siamo per gli dei,
ci uccidono per gioco."
« Flucht in die ... |
Post n°515 pubblicato il 09 Aprile 2013 da nagel_a
Il gioco. Quello stesso che affama ogni ora dei giorni bambini. Quello che si crede di dimenticare crescendo, relegando il desiderio di confronto ai pomeriggi infantili, alle assolate sfide tra cowboy e indiani.
(qui si chiude la finestra di Nagel, stanca di giudizi... che ha indossato le sue maschere e le sue armature, giocando, e che ha perso gusto al gioco perchè quando la libertà viene meno, viene meno anche il senso di quello stesso gioco e del tutto) Buon viaggio a tutti
Nota del 12/05/2013.
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IL REGNO DEL SENSO PROFONDO
"Oltre alla realtà empirica e banale c'era l'ambito dell'immaginazione, costituito da quello stesso mondo percepibile grazie alla vista, al tatto e all'odorato, ma con in più le schiere infinite degli spiriti e delle ombre. [...] Allora non mi capacitavo del fatto che la maggioranza assoluta dell'umanità appartiene al regno del senso profondo non in virtù del proprio sapere - dono assai raro - bensì della vita, della raggiante, viva sostanza, e che, dunque, accusarli di ignoranza era sciocco e assurdo. Invece di interrogatori, inquisizioni e tormenti, avrei dovuto osservarli e comprenderli. Osservarli con tenerezza e comprenderli con intelligenza"
A. Zagajewski - Due città
Be’, hem… allora sappia signora Gelida, che non ero scemo come sembravo! Sappia che quando, ad esempio, lei mi disse con aria candida: “Sei di fuori” e io le risposi “Eh, se fossi dentro sarebbe sesso reale”, in verità avevo capito benissimo che intendeva dire che non ero delle sue parti!
Del resto anche lei mi ha sempre frainteso. Me ne accorsi quella volta in cui le confessai di avere il pisello come un bimbo di tre anni e lei con sguardo rapito domandò: “…Alto novanta centimetri?” E poi, ogni volta che le telefonavo in ufficio lei mi liquidava sempre così in fretta. Non scorderò mai l’eco delle sue parole, sempre uguali, sempre le stesse: “Scusa, ma ora non posso: ho un grosso affare per le mani”.
Si capiva che era una scusa: dove s’è mai vista una segretaria che tratta affari? Grossi, per giunta! No, era un rapporto fondato sulla menzogna: non poteva funzionare.
Eppure, quando finalmente affondai con foga tra le sue gambe fu bello. Mi colse di sorpresa la sua verginità. Fu soltanto un attimo tra lo stordito e il meravigliato, ma mi creda se le dico che fui felice! …Anche se poi dovetti ricomprarle quel costosissimo paio di calze a rete che non aveva ancora sfilato.
E all’apice del piacere fu stupendo sentirla gridare “Vengo!... vengo!..”.
…Chi cazzo se n’era accorto che avevano suonato alla porta!?!
Non so perché, ma nel momento in cui il postino da basso gridò: “Signora, ho un pacco per lei!” , capii che non sarei mai stato l’unico uomo della sua vita.
Addio, Gelida_liù, qui finisce la nostra torbida storia.
Cara Nagel, a te, invece, auguro di trovare la rotta migliore nel tuo mare.
Nell’ultimo anno non ho quasi più commentato questo tuo diario di bordo a causa del poco tempo a disposizione, ma non ho mai smesso di seguirlo: mi mancherà.
P.S. Tu sei bella così: non allineare mai la prua a quelle tutte uguali che ti stanno intorno: l’importante è che siano appaiate le poppe!
In bocca al lupo, Nagelina.
mancherai anche tu a me tanto... per tutto quello che qui mi hai dato (cazzate incluse! :))
In effetti si gioca molto anche nella fase adulta. Soltanto che la maggior parte delle persone non se ne rendono conto.
Ma la vita non è solo gioco.
Cara la mia Nagel! :-)