A VOLTE..RIFLETTO

Chiosando come al solito dagli stilemi del “leader” tanto cari ai suoi affiliati della onto-psicologia ( onto in veneto significa, guarda caso, sporco di unto… ) il Cavaliere Insistente è andato a pescare nel suo corposo baule delle trovate per regalarci un’altra delle sue epocali prestazioni di stampo evangelico prontamente comunicata alle genti nel TG4 di…Fede ( Speranza & Carità erano fuori sede ).

Tanto per esportare il modulo imprenditoriale all’italiana anche su sponda Libica e quindi volentieri cedendo al ricatto sottaciuto del Re dei Re d’Africa ( come si è da poco fatto nominare Gheddafi da un conclave di capi tribù africani appositamente riuniti a Bengasi ) il Cavaliere, che aveva declinato il viaggio in Cina per le Olimpiadi “a causa del troppo caldo”, ha pensato bene di riportare al suo collega leader la Venere di Cirene in una bella tenduzza sotto il notoriamente fresco sole africano.

Potendo così siglare con lui uno di quei begli accordi polposi che ci impegnano a rifondere alla Libia, per i danni causati dall’Italia dei Savoia  col suo colonialismo del 1911, circa 3,5 miliardi di euro in 25 anni tramite la costruzione di una autostrada che percorrendo tutta la litoranea libica  unirà la Tunisia all‘Egitto. Ben 1.800 chilometri di percorso che ricostruirà la via Balbia di coloniale memoria e che era già stata promessa dal Cavaliere nel mandato ( ma da chi aho ! ) del 2001.

Ora sapendo come va il mondo risulta legittimo chiedersi cosa ci sia sul piatto della bilancia, ben nascosto dietro le infiorettature beduin-style con tanto di reperti restituiti ed accordi firmati alla Lawrence d’Arabia sotto le tende nel deserto.

Anzitutto ci stanno dietro corposi interessi petroliferi e metaniferi. La Libia è il nostro principale fornitore ed aveva pensato bene, ancora a Giugno di rifirmare con l’ENI, alla faccia delle grosse compagnie estere che certo la corteggiavano. Ma che forse non si sono dimostrate disposte a metter mano ad un’opera faraonica come quella chiesta da Gheddafi.

E la strada, una volta finita, unirebbe la Libia ad Egitto e Tunisia, dove, guarda poi tu, l’ENI ha sempre massicci accordi di sfruttamento

In sostanza l’ENI fa gli affari e gli italiani tutti pagano i rimborsi.

Ed i Governi fanno entrambi la loro bella figura, il libico per aver ottenuto un rimborso “morale” (peraltro giuridicamente non dovuto) da parte degli infedeli e l’italico vendendoci la solita tirata sui prodigi del Premier e magari chissà, piazzando in mano a qualche general contractor a caso ( chi ha detto IMPREGILO ? ) la succosa polpetta di quei lavoro fuori casa, dove nessuno andrà a ficcanasare di certo,con tutto quel che di…buono…ne potrà conseguire.

E per la gioia della Lega continueremo ad avere un posticino dove rimandare i poveri immigranti, in attesa che si attrezzino per un  altro giro a pagamento fornito dai trafficanti di vite libici…