Versi da mare
Su un oceano di scampanellii repentina galleggia un'altra mattina
NELL'ACQUA BASSA
Riuscire con la pazienza
a non voler recuperare
il tempo perduto.
Allungare i piedi
anche, e l’acqua era bassa,
oltreché tempestosa.
Superare i conti
delle cose buone
bruciate
nel fuoco della purificazione
o no?
E ritrovarsi a giurare insieme
fede a qualche cosa,
o da soli,
ma resiste a condensarsi in una lacrima
poggia non i piedi, le ali,
sul mare, riflesse
l’albatro
che sta per ingoiarti, così come sei,
muta,
non più profonda.
Ringrazio Andrea per il bellissimo disegno sopra
e il mio Valerio, per avermi trovata
« Tra chiaro e oscuro | Sarai, amore, » |
I cieli sono uguali.
Azzurri, grigi, neri,
si ripetono sopra
l’arancio o la pietra:
guardarli ci avvicina.
Sopprimono le stelle,
da quanto son lontane,
le distanze del mondo.
E se vogliamo unirci,
non guardare mai avanti:
tutto pieno di abissi,
di date e di leghe.
Lasciati proprio andare
sopra il mare o sull’erba,
con gli occhi al cielo, immobile.
Ti sentirai affondare
adagio, verso l’alto,
nella vita del vento.
E ci ritroveremo
oltre le differenze
invincibili, sabbie,
rocce, anni, da soli,
nuotatori celesti,
i naufraghi dei cieli.
(XXXV I CIELI SONO UGUALI da "La voce a te dovuta" Pedro Salinas)
Los cielos son iguales.
Azules, grises, negros,
se repiten encima
del naranjo o la piedra:
nos acerca mirarlos.
Las estrellas suprimen,
de lejanas que son,
las distancias del mundo.
Si queremos juntarnos,
nunca mires delante:
todo lleno de abismos,
de fechas y de leguas.
Déjate bien flotar
sobre el mar o la hierba,
inmóvil, cara al cielo.
Te sentirás hundir
despacio, hacia lo alto,
en la vida del aire.
Y nos encontraremos
sobre las diferencias
invencibles, arenas,
rocas, años, ya solos,
nadadores celestes,
náufragos de los cielos.
( "La voz a ti debida" poema n. xxxv Pedro Salinas)
(Traduzione di Valerio Nardoni)
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Immaginando