teatrando... forse
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AMORE E LOGICA
dal post n. 66
l'0mu che circhia l'amore
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rigorosamente riservato agli oziosi, perditempo, alla ricerca del tempo perduto al centrocommerciale fra un programma televisivo ed altre inezie. 1^ parte.... se mai ne seguiranno altre (la direzione non risponde di un'eventuale e possibile soppressione delle puntate successive necessariamente legate all'audience per motivi pubblicitari) Proprio ieri mi è parso davanti un pensiero.... una riflessione.... una constatazione.... una parte di me “crede”, illusoriamente da molti anni, di aver fatto della ricerca della VERITA’ lo scopo della vita, non nel senso relativo ad un fatto o accadimento della vita , ma riferibile alla possibilità, propria nell’essenza di ogni essere, di realizzare la COSCIENZA ASSOLUTA del TUTTO, cogliere la ragione ultima della vita.... questa realizzazione implica l’estinzione della coscienza individuale nel seno del TUTTO, dal quale, in REALTA’, non si è mai separata........... sì.... ecco... la REALTA’!? ...... CHE BUFFO!?.... si è portati a pensare che, questo termine, sia di una evidenza comune, immediata.... che la sua comprensione non abbisogni di riflessioni... approfondimenti.... chiarificazioni.... infatti, se si chiede cosa s’intende per realtà, tutti risponderebbero: la realtà è ciò che cade sotto in nostri sensi e che, con essi, percepiamo........ Eppure, anche se in misura indefinitamente diversa, dal poco al tanto, nel cuore di ogni uomo, c’è un... come dire!?.... percepire un oltre e... a seconda dell’intensità in cui si percepisce quest’oltre, inevitabilmente legato alla morte, nascono nell’animo umano, un’indefinità di stati d’animo riassumibili nella parabola evangelica del seminatore: c’è chi lo dimentica subito, ed anzi lo rimuove, lo sfugge; c’è che chi ne sente il fascino ma lo lascia in un angolo dimenticato della memoria; c’è chi pensa di farne motivo e scopo della sua vita ma, di fronte alle avversità della stessa, rinuncia; c’è chi.... varca quella soglia..... Ananda Coomaraswamy, nel suo studio “Tempo ed Eternità”, in un “viaggio” fra le diverse tradizioni (hindù, cristiana, islamica,greco-latina) cogliendo, nelle stesse, un significato comune e, al di là delle forme espressive, identico, annota, nelle pagine iniziali, una constatazione sulla complessità etimologica del termine REALTA’: senz’altro, una delle sue radici è nel termine latino res=cosa, termine che, anch’esso, nonostante l’uso comunissimo, non risolve il significato profondo del termine REALTA’. Allora, nella sua annotazione, rileva come, il termine res=cosa, trovi una delle sue origini nel verbo reor = penso..... infatti, se si pone attenzione a come percepiamo il mondo, non è poi così difficile constatare come i sensi, al fine, non siano altro che dei trasmettitori di informazioni dal mondo corporeo, che ci circonda nello spazio immediato, verso la mente (chi avesse voglia e tempo di approfondire può dare uno sguardo al mio post n. 39 del 21\3); e che, sia la mente, al fine, a dare identità alle informazioni dei sensi: forme, colori, dimensioni, informazioni tattili.... non sono certo i sensi a coordinare queste informazioni.... mica possono “dialogare” fra di loro :))))))).......... Dopo tutta questa tiritera eccomi alla questione centrale: questo oltre ci è stato tramandato, non solo nella metafisica di Socrate Platone Aristotele ma anche nel mito, nelle fiabe che vengono definite come riguardanti un “mondo magico”, che, richiamandoci alla succitata parabola evangelica del seminatore, alcuni definiscono come di pura fantasia; altri, come separato dal cosiddetto mondo reale, quello che percepiamo con i sensi. Lo stesso Platone ha “inframezzato” i suoi dialoghi filosofici con il mito, e, in riferimento alla presente riflessione mi vengono in mente il mito della caverna e quello di Er (entrambi nella “Repubblica); non è poi così complesso intuire il legame fra questi due miti e la Divina Commedia. Nel mito della caverna, Platone, capovolge il comune modo di percepire la realtà: è la realtà corporea ad essere “ombra” del mondo delle idee, che tutto avvolge e penetra; nel mito di Er “illustra” la vita come un viaggio che ha inizio con una caduta (la cacciata di Adamo dal paradiso terrestre) e che termina con una risalita... i limiti del viaggio, legati alle porte solstiziali, sono le tenebre e la luce, con la loro forza attrattiva.... in mezzo l’essere umano.... |
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E' tutto una grande allucinazione.
L'albero, alle volte, è solo un albero.
Alle volte, ne apprezziamo solo l'ombra senza nemmeno guardarlo.
Alle volte, ci rendiamo conto che ha anche delle foglie.
Alle volte, riusciamo anche ad osservarne la forma.
Alle volte, riusciamo anche a sentirne il suo profuo.
Alle volte, è un impedimento.
Alle volte, è un piacere.
Eppure...
è sempre lo stesso albero...
Cosa riesce a modificare l'allucinazione?
Il nostro stato d'animo.
La realtà è una proiezione
del nostro modo di viverla.
Un non senso frutto di un senso da cercare…una salità ripida dopo una scivolata improvvisa, in un abisso di mistero dove la luce sembrerebbe un miraggio…
Luce…è realtà che esite …come il Sole che non si arrende di splendere anche dietro nuvole nere e fitte…
Una realtà i sensi a cui l’uomo si affida se stesso tavolta dimenticando l’oltre, un oltre da cui i sensi sono attratti…
Una contraddizione le parole come per spiegare una realtà ambigua ..ambialente…dove nulla và sottovalutato… La realtà non è mai evidente… [???]
Catturare l’essenza delle cose …primordiale sfida di un uomo che parte sconfitto se dimentica che esiste il divino….Forse il bene è la strada…per una realtà da fondare…e non da cercare ….
Ancora una volta mi sono persa … cercado di disegnare con le parole geometrie di verità che non lasciano tracciarsi da me che sono umana in questa realtà da costruire...mentre cerco i mattoncini per farne la mia dimora…