TI VA?

vita

Nella propria vita, quante volte arriva il momento di fare ordine? Ordine nella vita, nella testa, nel cuore, nelle amicizie, nella casa, nei cassetti e negli armadi.
Come a tanti, questo succede a primavera, io non ho una stagione in particolare: quando succede, succede. Ogni stagione è motivo per me di cercare nuovi stimoli e approfondire le mie passioni. Ho bisogno di questo per sopravvivere. Il cambiamento è la mia linfa. Ebbene si, ad un certo punto bisogna fare ordine....ed oggi comincio con il cambio di stagione del mio guardaroba, finalmente sta arrivando l’estate. Poi partirò dai capelli, taglio nuovo. Questa volta corti. Si sa, la donna quando decide di cambiare un po’, parte dai capelli. E dai miei capelli parte la mia rinascita. Non che sia mai morta o spenta, ma mi piace reinventarmi.

Se non torno è perché' sono a fare shopping!!

perchè

Perché c'è sempre un muro davanti alla mia vita. Perché ogni cosa appena iniziata è già finita. Perché non riesco mai ad avere tutto quel che voglio. Perché invece di combattere a volte mi arrendo. Continuo a plasmare questo mio modo di fare per cercare di essere una donna giusta e non sbagliare, ma non è mai facile cambiare, e tutto trova la sua strada senza chiederti perché.
A questo punto dico: Va bene! mi accontento!
Giustifico dicendo che è stato il vento che soffiando forte ha cambiato tutto quanto, il mio castello oramai è crollato e tutt'intorno è solo deserto inaridito , dove qualcuno dopo aver mangiato e poi bevuto al primo soffio di vento se ne andato, e io che non pensavo di esser già finita ho ricominciato come sempre a ricomporre il mio vestito, ma la stoffa che io indosso è sempre quella che tu mi hai cucito. C'è sempre un muro davanti alla mia vita ma io la vivo ancora perché non è finita. Non voglio grandi cose per ricominciare ma solo un po’ di pace, un po’ d'amore...abbattere questo muro non è mai stato facile, adesso è più difficile perché è sempre più alto da scalare...sempre più profondo il buco dentro il cuore, ma c'è una cosa che ancora posso fare: Combattere per vivere e per ricominciare.

il baule dei ricordi

Sfoglio il nostro album di fotografie, e insieme alle foto riemergevano i ricordi.

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Ero felice quando prendevo il treno e venivo da te, mi piaceva vederti sulla banchina che mi aspettavi, e poi quando mi riaccompagnavi alla stazione non avresti voluto che me ne andassi. Era sempre troppo presto.

Ero felice perdermi nei tuoi baci, quando mi salutavi, e mi dicevi: "dopo ti chiamo”, e mi accompagnavi durante il viaggio di ritorno. E per telefono mi dicevi che eri stato bene insieme a me.

Ero così felice. 

il baule dei ricordi

In treno, andando verso casa, non smetto di piangere. Le lacrime mi scendono lungo il viso, e nonostante gli occhiali da sole chiunque può accorgersi che sto passando un momento terribile.

Molte volte ho assistito a questa scena dall'altra parte della barricata: una sconosciuta che piange nel vagone del treno, in autobus o per strada. Restiamo tutti paralizzati e, per quanche istante, ci chiediamo se non dovremmo dirle qualcosa, offrirle aiuto, ma la paura di sentire il dolore altrui finisce per far abortire qualunque proposito di avvicinamento; così torniamo a casa e probabilmente non penseremo mai più a quella ragazza che piangeva tanto, senza che noi sapessimo perchè. Adesso sono io quella che sente il peso degli sgardi compassionevoli e codardi; spero che tutto vada come deve andare e che nessuno si avvicini a chiedermi perchè piango, non riuscirei a sopportarlo.

il baule dei ricordi

Quando il dolore fisico supera certi limiti provoca uno svenimento: è una forma di difesa, è il sistema che il corpo ha per scollegarsi e smettere di soffrire.

Il dolore emotivo è più difficile da combattere. Quando s'impossessa di noi, ci piacerebbe svanire, smettere di sentire, dormire e svegliarci quando sia passato tutto. Ma questo non succede: l'essere umano sopporta e sopporta il dolore per non perdere coscienza, perchè sa che dallo svenimento per un dolore eccessivo potrebbe anche non risvegliarsi mai più.

Noi essere umani continuiamo a vivere quando proviamo un profondo dolore emotivo: da vari giorni a questa parte quasi non mi capacito di come io riesca ad alzarmi dal letto, come possa mangiare o andare al bancomat. Non capisco come io riesca a vivere sapendo quello che sta succedendo.

il baule dei ricordi

Quando ero giovane e mi piaceva qualcuno, chiedevo sempre a mia nonna se secondo lei ero carina.

Un giorno  le chiesi se anche le ragazze brutte potevano avere un fidanzato. Lei mi rispose :" Certo che sì. Mentre la bella si prepara, la brutta si marita. Devi sapere che le ragazze belle non sono sempre le più felici e gli uomini non le amano di più per questo. Ricordati, ai ragazzi si può piacere per molti motivi, perchè si è belle, certo, ma anche perchè si è simpatiche, intelligenti, per i capelli....e a volte non sanno neppure loro perchè una ragazza gli piace."

Le chiesi anche se sapeva come si fa a piacere a un ragazzo. E lei mi disse: "Non dandogli retta, quanta meno attenzione presti ai ragazzi, più loro si interessano a te. Sono come il gatto di zia Bianca: piangono quando chiudi la porta perchè voglio entrare, ma se la apri, entrano un attimo, curiosano e se ne vanno".

Ricordo che rimasi sorpresa di quanto mi diceva e ridendo le dissi "Nonna non è così, tu sei vecchia, i ragazzi sono cambiati".

Oggi, che ho imparato che nell'amore non ci sono regole, la penso come lei. Nulla è cambiato.

pensieri sparsi

Alla fine andrà tutto bene ( e se non va bene: non è ancora la fine).

pensieri sparsi

Quando pensi a un uomo mentre scegli la biancheria intima e, soprattutto, mentre la indossi, è perchè la passione ha toccato l'apice. Mentre te la metti stai sognando come te la toglierà.

Bisogna sempre godersi il momento, perchè questa fase dura poco e un giorno si scopre che ogni sera, quando arrivi a casa, dopo aver dato un bacio al tuo uomo, ti metti le mutande più comode che hai, che di solito sono anche le più brutte.

pensieri sparsi

Nella vita perdiamo tempo come se fosse gratis, come se lo regalassero, dimenticando che prima o poi dovremo restiturlo. Se contassimo tutti i minuti in cui siamo coscienti del fatto che ciò che stiamo facendo è unico, per quanto sembri banale e quotidiano, quanti giorni otterremmo nel corso di tutto la vita?

13 aprile 2013

Oggi sto molto meglio. Ieri ho superato piuttosto bene la difficile giornata dell'anniversario. Ho messo in ordine gli armadi, ho organizzato l'archivio delle fatture e delle ricevute, ho sistemato scrupolosamente le creme e i profumi in bagno e ho trasformato il mio appartamento caotico in un'oasi di pace, ogni oggetto al suo posto, cosa inusuale negli ultimi tempi.

L'ordine e il disordine dicono molto di come mi sento dentro. Quando attraverso un periodo di calma, la mia casa è "da copertina", come diceva mia madre, ma, quando sono in piena tempesta emotiva, si direbbe che la polizia abbia fatto una perquisizione e messo tutto sottosopra. Neanche Grissom, quello di Csi, sarebbe capace di trovare una prova in mezzo a quel disatro.

Ieri ho fatto lo sforzo di invertire l'ordine delel cose, cercare di organizzare l'esterno in un tentativo di rimettere a posto le mie emozioni. E credo di esserci riuscita: non direi che sono felice, neppure allegra e men che meno euforica, ma sono in pace con me stessa ed è una bella sensazione.