Creato da l.UomoDellaSabbia il 05/10/2005
l'Uomo della Sabbia così ti chiamavo tu eri l'Uomo della Sabbia tu hai fatto il castello un castello bellissimo crollato spazzato via no non ancora perduto niente è ancora perduto

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« Messaggio #29  »

Post N° 30

Post n°30 pubblicato il 29 Dicembre 2005 da l.UomoDellaSabbia

Ogni mondo fantastico ha una soglia attraverso cui vi si può accedere.
È naturale che sia così: qualunque sia lo status ontologico dei mondi fantastici – e in generale, quelli che Umberto Eco chiama mondi possibili – è chiaro che essi devono in primis la loro esistenza alla separazione rispetto a quello che siamo usi definire “mondo reale”, qualunque cosa questa locuzione a sua volta significhi.

Che i mondi fantastici esistano è indubitabile, così come è indubbio che essi interagiscono col mondo di tutti i giorni anche più di quanto chi ne ammette senza difficoltà l’esistenza possa credere. Dopotutto, senza mondi fantastici non saremmo le stesse persone che siamo, giacché è anche (principalmente?) attraverso il confronto con i nostri mondi fantastici che impariamo molte cose sul mondo reale che ci circonda. Ciascuno di noi ha i suoi eroi e i suoi miti, e costoro hanno residenza in mondi che potremmo più correttamente definire immateriali, siano pure la Trieste del primo ‘900 in cui si muove Zeno Cosini, o la Russia ottocentesca dei Karamazov – luoghi e realtà geografiche ricreate e raccontate nelle parole degli autori: perciò costrutti culturali e non entità positive.

Del resto, che la realtà si qualifichi come materialità positiva, hic et nunc, è una presupposizione metafisica – anzi, la principale delle presupposizioni metafisiche, del quale il concetto stesso di mondo possibile e la sua immaterialità così ineludibile nelle sue conseguenze sui nostri atti e le nostre convinzioni, paiono incaricarsi di smentire l’efficacia e il senso ultimo.

È per questo che quello di soglia è uno dei concetti più affascinanti che io conosca.
Al tempo stesso la soglia separa e mette in comunicazione. La soglia trasfigura: al di qua si è una persona, oltre se ne diventa un’altra: fosse pure la semplice soglia di casa, e non è lo stesso se la casa è la mia o quella del mio ospite.

Davanti alla soglia si ristà, e al tempo stesso si è spinti, chiamati in avanti. La soglia racchiude, preserva e garantisce, mostra e permette il passaggio, ma a determinate condizioni, che vanno accettate e rispettate scrupolosamente: quelle regole e condizioni che per l’appunto sono ciò che ci rendono diversi, ma in un senso sempre più profondo, ricco, consapevole.

La più comune delle soglie è la copertina di un libro: finché resta chiusa, il magico mondo evocato nelle pagine resta chiuso, inaccessibile e protetto. Quando la copertina viene scostata, il mondo si rende accessibile, ma a condizioni molto precise e severe; tra tutte, la prima e fondamentale è quella che Coleridge chiamava sospensione dell’incredulità, ovvero la regola per cui credo a ciò che leggo. Ai mondi fantastici, o si crede, o si lascia perdere. Solo che, con buona pace dei metafisici della presenza, le regole che distinguono il reale dal verosimile e il verosimile dal fantastico, sono molto incerte, e somigliano più a sabbie mobili che ad un terreno solido e saldo su cui costruire incrollabili certezze.

È per questo che il concetto di soglia si colora di connotazioni magico-rituali: a quale altra dimensione appartiene dopotutto il concetto di trasfigurazione? Ed è un concetto che dunque appartiene completamente anche all’atto della lettura: nel leggere, mi stacco dal qui ed ora, per entrare in dimensioni che mi sono largamente ignote, sconosciute, e che tuttavia entrano a far parte della mia dimensione esistenziale, così da non saper più dire se sono io che entro in quel mondo, evocato nelle pagine, o quel mondo che si fa, attraverso di me, reale.

Così, è sempre attraverso una soglia che si può accedere ad un mondo fantastico. Il Binario 9 e ¾ e il “Paiolo Magico” permettono di accedere a Diagon Alley e al mondo magico; è attraverso un armadio che si accede a Narnia, ed è attraverso uno specchio che si accede al Paese delle Meraviglie. È attraverso un tunnel che si entra in Cartoonia, mentre il mondo fantastico di Paperopoli e Topolinia hanno il loro punto di passaggio all’incirca nei rispettivi aeroporti delle due città…

E si potrebbe continuare. Perché ognuno di noi ha il suo personale Binario 9 e ¾ sul quale sta, in attesa, l’Espresso per Hogwarts…

 
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Commenti al Post:
72rosalux72
72rosalux72 il 01/01/06 alle 22:40 via WEB
non ricordo dove l'ho sentita quella che spiegava il perchè dell'oscurità e delle morbide poltrone al cinema, che consentono a chi guarda di allungarsi e di essere comodo, per favorire il passaggio in mondi sconosciuti( a teatro ti fanno sedere scomodo, perchè devi mantenere desta l'attenzione). io leggo le storie esclusivamente a letto, con la luce piccola, mi serve per ritrovare la dimensione lasciata la sera prima. ...sono autistica?
(Rispondi)
 
 
l.UomoDellaSabbia
l.UomoDellaSabbia il 01/01/06 alle 22:52 via WEB
Due righe per dire quello che Proust dice in 35 pagine, eheh...
(Rispondi)
 
volandfarm
volandfarm il 25/03/09 alle 03:43 via WEB
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