Un blog creato da tuttiscrittori il 07/10/2007

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A volte, quando si è un grande scrittore, le parole vengono così in fretta che non si fa in tempo a scriverle... A volte. (Snoopy)

 
 
 
 
 
 

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mostra evento di Costantino Giovine presso Il trittico - Roma Piazza dei satiri - inaugurazione sabato 26 febbraio alle 18.30

locandina

 

 

 
 
 
 
 
 
 

YOU'LL FOLLOW ME DOWN - LABORATORIO CONCORSO

Il presidente della giuria, Luigi Bernardi, ci comunica che

   The winner is Paolo Zaffaina

La motivazione:

Statale 61 è un bel racconto giocato su molteplici livelli, tutti resi con stile adeguato.
I continui cambi di prospettiva, fino allo scioglimento finale, ne fanno un testo godibile ed estremamente accattivante.
Un bel saggio di scrittura al servizio di un'ottima idea.

adesso rileggiamolo iniseme >>>clicca qui

Scrivere è viaggiare senza la seccatura dei bagagli (E. Salgari) 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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« Dalla VetrinaParole al passo »

"Mi sono innamorato(a) di te"

Post n°96 pubblicato il 15 Giugno 2008 da tuttiscrittori
 

Grazie a tutti coloro che hanno preso parte a questa iniziativa, ancora una volta abbiamo potuto "giocare" insieme con la scrittura, confrontarci e parlare anche un po' d'amore. Ognuno, attraverso la propria sensibilità, ha espresso una diversa visione, cogliendo particolari aspetti, ma tutti, comunque, ci hanno - anzi, ci abbiamo - messo "il cuore" e questo è un grande risultato. Eccolo il vero motore - ci possiamo sbilanciare? Non solo i soldi e il sesso, dai! Anche la passione fa girare il mondo, no?

Quando però arriva il momento di scegliere e proclamare il Vincitore, è sempre arduo poichè per una persona che sorriderà, probabilmente altre resteranno deluse. Ma noi speriamo sempre che questo non accada e non solo perchè - come retoricamente si dice - "l'importante è partecipare", ma perchè queste circostanze sono soprattutto un modo per conoscersi meglio e poi... ci saranno presto altre occasioni!

In ogni caso, un solo vincitore stavolta ci sembrava davvero poco e così abbiamo pensato di allargare a TRE la rosa dei racconti selezionati. Un vincitore e due... premi speciali! Tutti e tre i racconti verranno presentati durante la prossima puntata di "Parole al passo", in onda venerdì 20 giugno, su Radio Imago.

Qualche racconto ha avuto bisogno di alcuni "ritocchi", un lavoro di editing realizzato e concordato in collaborazione con i rispettivi autori.

Tutti i racconti pervenuti sono pubblicati sul sito www.tuttiscrittori.it e potrete rileggerli direttamente qui.

Il Vincitore del Gioco Letterario "Mi sono innamorato(a) di te" è:

*

DIMANTO

*

CON LA SEGUENTE MOTIVAZIONE:

Non sempre si ama in due, non sempre arriviamo all’amore – o ce ne discostiamo – nello stesso momento.
Dimanto riesce a disegnare queste alternanze di sentimenti e di circostanze rimanendo nel registro narrativo ed evitando di ingarbugliare le righe. Evita i luoghi comuni (o peggio) che l’argomento scelto potrebbe comportare e lo fa in maniera semplice, affatto enfatica, regalando al lettore un racconto scevro di appunti moralistici e/o riflessioni personali fuori luogo, ma  naturale, così come naturale è l’amore.
Plauso dunque ad una scrittura onesta, per niente presuntuosa verso la quale l’autrice dimostra rispetto e non mera gratificazione del sé.

*

Segnaliamo inoltre i racconti di:

*

IlCavaliereErotico - oltre che per la correttezza della forma, anche per l'originalitè del punto di vista -  e chi si aspettava un Cupido-Narciso?

*

Lauro58 - con la delicatezza di un battito d'ali, ci ricorda la magia di un bacio, regalandoci un sogno. E soprattutto il desiderio di crederci, in quel sogno.

*

Ecco i racconti:

*

Mi sono innamorata di te (di Dimanto)

E’ stato il bagliore dei tuoi occhi d’ambra a farmi ricordare e comprendere le parole di Rosa.

“Sei come un sole dietro le nuvole: loro nascondono il tuo essere” aveva detto porgendomi un pacchetto. Conteneva un ciondolo, un sole d’oro smaltato in arancio. Fu l’ultima volta che la vidi.

L’avevo conosciuta durante l’inverno, a casa di amici. Aveva qualche anno più di me, i capelli corti, lo sguardo come spento. Si instaurò subito un buon feeling fra noi. Il mio essere buffone aveva contagiato anche lei. Condividevamo due grandi passioni: la cioccolata e lo yogurt. Trascorrevamo molto del nostro tempo libero insieme, escogitando sempre nuove diavolerie per divertirci. Io diciottenne, esuberante, alla costante ricerca del principe azzurro a cavallo di un fuoristrada e lei, che in questa ricerca, mi seguiva sempre di mala voglia, due passi dietro di me. “E’ timida ed imbranata. Alla sua età...” pensavo sbuffando.

Nel frattempo mi copriva di attenzioni e regali, mi faceva da autista, mi ascoltava, assecondava le mie follie. Era la migliore amica che si potesse desiderare.

Un pomeriggio d’estate mi invitò a casa sua.

“Ho fatto un nuovo esperimento con lo yogurt”, aveva annunciato.

I suoi esperimenti erano una goduria. Ci andai di corsa e, gustando la delizia al biscotto e caramello, la osservai: era una bella ragazza e non sapeva valorizzarsi! I capelli erano cresciuti un po’, li pettinava all’indietro, in quel momento erano ancora bagnati dalla doccia. Gli occhi di bosco, ombreggiati dalle lunghe ciglia, sempre senza un filo di trucco. E il seno? nudo e sodo sotto la canotta così sottile. E aveva il coraggio di nascondere tutto quel ben di dio sotto vestiti da ragazzino di strada, con tanto di cappellaccio!

“Cominciamo dagli occhi!” dissi alzandomi di scatto e prendendo dalla borsa il mio mascara.

“Solo per giocare un po’, perché io, con quella roba addosso, non ci esco!” rispose, mettendosi in piedi di fronte a me.

Truccandola pensavo a quanto ultimamente fossero diventati vivi quegli occhi e sorridendo cercavo parole per sfotterla, scherzando.

Fu un unico gesto, improvviso: scostò la mia mano dai suoi occhi, mi cinse il collo e mi attirò a sé. Baciandomi. I miei occhi spalancati, i suoi chiusi, la sua bocca fresca, dolce, morbida sulla mia di marmo.

“Ma sei matta?” urlai divincolandomi e scappando via.

Ecco il perché dei suoi occhi vivi: erano colmi di me. Si era innamorata e non me ne ero accorta.

Qualche giorno dopo, quell’ultimo giorno, con parole profetiche, mi consegnò il piccolo sole.

E adesso io sono innamorata di te, è stato quel bagliore dei tuoi occhi d’ambra a rivelarmelo.

Sono un sole senza nuvole, ormai.

Vorrei irradiarti d’amore, ma rischio anch’io di bruciare quello che invece vorrei inondare di luce.

*
____________________

Mi sono innamorato di te ( di IlCavaliereErotico)

*

Non ho più il tempo, ecco. L’ho perso. Ho perso il senso del tempo, non ho perso tempo. Non mi ricordo più da quant’è che esisto. Il perché lo so. E’ che mi sono... come dire? innamorato di quel che produco, mi sono innamorato di voi.
Ho vissuto l’inizio di tutte le storie umane. Ho fatto spalancare pupille, dilatare narici, arrossare la pelle, ansimare, fuggire e tutto in virtù di quel che gli uomini chiamano amore.
Ci cascano quasi tutti. Anzi, ci cascano proprio tutti! poi c’è chi fugge a gambe levate, subito o poco dopo. E c’è invece chi ci resta intrappolato tutta la vita. Nell’amore dico.
Per quel che mi riguarda, io resto solo il tempo necessario, con intensità e modalità diverse - non sia mai detto che io sia monotono! -  ma sempre e solo il tempo giusto (già, il tempo…) necessario a far nascere nuove e, si spera, interessanti vicende umane.
Sono quello zefiro misterioso che vi soffia accanto o quell’ultima zagaglia di luce al tramonto,  infilzata tra il cuore e l’emozione. Sono uno schiaffo di mare che batte tra la faccia e i baci, sono quelle mani che escono dalle tasche per stringere altre mani e percepirne la pelle, il calore, il profumo e sono tutti gli abbracci del mondo, gli sguardi mai lanciati nel vuoto, lo sfiorarsi del viso col viso altrui, sono la gioia di una visita, il piacere di una sorpresa e sono anche tutte le colonne sonore della vostra vita, i balli più ballati e le cene o i pranzi più gustosi, sono anche il classico panino in due; insomma non c’è niente al mondo che io non sia o non sia stato o non sarò, ed è osservandovi in me che mi sono innamorato di voi. Ed è vedendovi così deboli che trovo la forza di andare avanti: cedetemi ed io mi fortifico, cedetemi ed io salgo, cedetemi ed io vivo. In me, in voi, nell’unico “per sempre” rinnovabile e senza scadenza.
Sono da tanto di quel tempo che più non lo so dire.

*
________________

*

Io e te sulla cresta del tempo (di Lauro58)

Io la chiamavo porporina magica: è quella che resta attaccata ai polpastrelli quando catturi una
farfalla per le ali, mentre è intenta a svolazzare tra i fiori.
Ero convinto ne fosse piena la corolla, spesso gialla come l'oro o come il sole e per questo magica.
Pensavo fosse per quello che riuscivano a volare ed allora pulivo le dita con la lingua, sicuro che prima o poi avrei volato anch'io.
La sera, poi, quando la luce si spegneva e sfumavano i colori, loro si trasformavano in lucciole.
Credevo che la luce intermittente le aiutasse a cercare i fiori … ma nessuna corolla dischiusa attende le lucciole di notte!
Quando ti conobbi eri lucciola, alla ricerca della magia che accendesse la luce e aprisse le tue ali.
Io avrei potuto essere il tuo fiore, non sapevo come schiudere la corolla e donarti ciò che conteneva, ma avrei voluto esserlo, il tuo fiore. Mi tratteneva l'incertezza.
Una sera, al chiarore soffuso di un lampione, mentre stavamo parlando, ripensai a quelle mie convinzioni giovanili e te le confidai. Ridesti divertita e io,  aggrappato ad un filo di voce continuai:
- Non ti senti leggera, ora?
- Con te ... sì.
- Allora... potresti riuscire a volare.
- E come?
- Io ho assaggiato quella polvere magica, ricordi?  Baciami e diventerai farfalla...
Lo feci io, senza indugiare: come un battito d'ali colorate poggiai le mie labbra sulle tue.
Mi sembrò un lungo volo, dove tutto era soltanto sfondo e tu l'unica cosa a colori in un mondo in bianco e nero.
Sulla cresta del tempo per me non esisteva più nulla.
Da allora abbiamo imparato a volare insieme, anche se è notte e magari piove.
Il tempo delle farfalle, dei fiori e delle lucciole è lontano ma quando ci baciamo è come se il cuore ci abitasse nella testa e la pioggia non trasforma la terra di cui siamo fatti in fango, ma in creta da plasmare, l’uno con l'altra, assieme al vento, al sole, ai fiori; e così i giorni non scorrono mai pigiati dall'immediatezza del vivere in superficie.
Perché prima di baciarci, aggrappati ad un filo di voce è come se ci dicessimo …
- Non ti senti leggera, ora?
- Con te... sì.

- Allora puoi volare. Dammi la mano e chiudi gli occhi.
- Dove andiamo?
- Dove non serve sognare.

*

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