progetto trnd Mr Muscle Active Capsules

Post n°15 pubblicato il 19 Aprile 2014 da cecchettosilvana
 
Foto di cecchettosilvana

Cari amici voglio condividere la mia esperienza come tester per il progetto di Mr Muscle Active della trnd.it

Nelle ultime 6 settimane 5.000 trnder hanno provato e fatto conoscere Mr Muscle Active Capsules, il detergente multi-superficie in capsule che permette di pulire in maniera più semplice.

Insieme abbiamo...
Testato
I partecipanti hanno ricevuto gratis il loro starter kit composto da 3 confezioni di Mr Muscle Active Capsules fragranza Ocean Shore e 3 della fragranza Joy of Spring, 18 cartoline, 20 post it con le istruzioni d'uso e i questionari per la ricerca di mercato da condividere con amici, colleghi e parenti.
Ricercato
Armati delle Active Capsules e di questionari per la ricerca di mercato, siamo andati dai nostri amici e conoscenti e li abbiamo intervistati, raccogliendo moltissime informazioni utili e interessanti che abbiamo poi comunicato attraverso l'invio dei questionari per la ricerca di mercato.
Fotografato
Abbiamo pubblicato più di 5.500 foto nella galleria del progetto. Da amici, in ufficio con i colleghi o a casa con i parenti: abbiamo così documentato i nostri passaparola con Mr Muscle.
Approfondito
Elisa, il nostro contatto personale per questo progetto, ci ha assistito durante queste settimane, rispondendo alle nostre interessanti domande su Mr Muscle Active Capsules. Grazie alle nostre pulizie approfondite, siamo diventati dei veri esperti in materia di detergenti multi-superficie. Questo è stato possibile in seguito alla nostra curiosità, ai feedback ricevuti e al nostro impegno nel progetto. Mr Muscle valuta molto utili le opinioni, impressioni e domande che abbiamo raccolto.
Valutato
Grazie alla grande quantità d'informazioni che abbiamo raccolto, abbiamo condiviso online su numerosi portali d'opinione, come per esempio ciao.it, i nostri pareri su Mr Muscle Active Capsules, coinvolgendo così anche altre persone.
Per concludere...
... tutti noi trnder abbiamo raggiunto degli ottimi risultati e grazie ai numerosi questionari, sondaggi, foto e commenti sul nostro blog, abbiamo superato ogni aspettativa. Tutto ciò non sarebbe mai stato possibile senza il nostro entusiasmo e il nostro impegno nel progetto!
(tratto da simode)

Grazie a questa opportunità, ho potuto condividere e far conoscere un prodotto che personalmente, ritengo molto buono. Qualche critica c'è stata, ma penso costruttiva.
grazie di avermi scelto come tester, è stato interessante scoprire un nuovo prodotto di Mr Muscle che conoscevo solo in versione idraulico gel. Inoltre è stato divertente distribuire i campioni e sentire le opinioni delle varie persone. Alla prossima e grazie ancora a simode e a trnd.

Al prossimo test!!!!!!

 

 

 
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progetto Fruyo 0%

Post n°14 pubblicato il 26 Gennaio 2014 da cecchettosilvana
 
Foto di cecchettosilvana

Progetto fruyo per il blog

 

Cari amici voglio condividere con voi una avventura golosa.

Sono stata invitata a partecipare come tester per uno yogurt poco conosciuto da me, si chiama fruyo 0% di FAGE la stessa che fa lo yogurt Total, per intenderci.

Durata

Dal 19/11 al 26/11/2013


fruyo 0% di FAGE

Goloso yogurt colato greco di FAGE con pezzi di frutta, senza grassi.

• Senza glutine.
• Senza coloranti, conservanti e dolcificanti artificiali.
• Ideale in ogni momento della giornata.
• Disponibile nei gusti: Fragola, Mirtilli, Pesca, Ciliegia, Vaniglia, Ananas, Caffè, Limone.
• Disponibile nella confezione da 170 g.


Ci sono volute 3 fasi prima di assaporare il prodotto:

La fase di candidatura

la fase teorica.

La fase golosa

In questo progetto 2.000 Agenti del gusto hanno provato lo yogurt colato fruyo 0%, imparando moltissime cose sullo yogurt greco.

Insieme abbiamo...

Testato
Gli Agenti del gusto hanno ricevuto o stampato i buoni sconto ; nello specifico 10 buoni sconto da 1,69€ e 15 buoni sconto da 0,70€ da condividere con amici, colleghi e parenti.

Ricercato
Armati di buoni sconto e di questionari per la ricerca di mercato, siamo andati dai nostri amici e conoscenti e li abbiamo intervistati, raccogliendo moltissime informazioni utili e interessanti che abbiamo poi raccolto nei resoconti del passaparola.

Fotografato
Abbiamo pubblicato moltissime foto nella galleria del progetto, più di 1600 foto. In casa in occasione di una cena con parenti, al lavoro con i colleghi o ad una partita di basket abbiamo in questo modo documentato i nostri passaparola e i momenti trascorsi insieme ad amici, conoscenti e parenti con fruyo 0%.

Approfondito
Melina, in qualità di nostro contatto personale per questo progetto, ci ha assistito durante queste settimane, rispondendo alle nostre interessanti domande su fruyo 0%. Grazie ai vostri assaggi, siamo diventati degli esperti di yogurt greco. Questo è stato possibile in seguito alla nostra curiosità, ai feedback ricevuti e al nostro impegno nel progetto. FAGE è davvero interessata a qualsiasi opinione, impressione e domanda che abbiamo raccolto.

Valutato
Vista la grande quantità d’informazioni che abbiamo raccolto, abbiamo condiviso online su numerosi portali d’opinione, come per esempio ciao.it, i nostri pareri su fruyo 0%, coinvolgendo così anche altre persone.

Per concludere...
... tutti noi Agenti del gusto abbiamo raggiunto degli ottimi risultati e grazie ai numerosi resoconti, sondaggi, foto e commenti sul nostro blog, abbiamo superato ogni aspettativa. Tutto ciò non sarebbe mai stato possibile senza il nostro impegno e la nostra golosa voglia di partecipare.

 

Un goloso saluto a tutti quanti, Agenti del gusto e Consiglieri del gusto!

Al prossimo yogurt :).

Simode

 
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principe poeta

Post n°13 pubblicato il 24 Febbraio 2012 da cecchettosilvana
Foto di cecchettosilvana

il piccolo principe

...è invisibile agli occhi l'essenziale tu la sai...

 

 
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Mio padre (1925 – 1992) parte lll

Post n°12 pubblicato il 20 Febbraio 2012 da cecchettosilvana
Foto di cecchettosilvana

così vestivano i bambini dei anni 30

Frase risentita all’esasperazione nelle giovani generazioni: -Non ho niente da mettere!- e guardando dentro il guardaroba, personale, che si riesce a chiudere a malapena… tra tantissimi vestiti non trova niente da mettersi. Siamo veramente insaziabili. Sentivo mio padre parlare del suo guardaroba: -“ Negli anni 40 eravamo in sei, i fratelli, l’ultimo nato Tarcisio 1941. Il nostro guardaroba era molto essenziale. I nostri vestiti entravano tutti in una sola anta dell’armadio grande, unico in casa, occupato per di più di coperte e biancheria, parte del corredo di Marina Barca. I nostri vestiti erano due per ognuno. Avevamo un vestito bello, per andare a messa la domenica e un altro, più andante, per tutti i giorni della settimana. Il rituale eseguito da Marina Barca era, il sabato, quello di lavare i panni della settimana per poterli rimetterli di nuovo il lunedì; l'abito della domenica si cercava di non sporcarlo, ma in ogni modo, si lavava il lunedì per trovarlo pulito per la domenica seguente. Un vestito doveva durare molto a lungo!

 

Da noi non si vendevano i vestiti confezionati, c’erano le sartine, signore, ragazze che facevano magie con l’ago, il filo e un pezzo di stoffa, sembravano le fatine delle fiabe. I vestiti smessi non si buttavano; si utilizzava “il riciclo”; con pazienza si riadattavano e veniva fuori un capo nuovo.

Riconosco che essere il primo dei fratelli è stato un vantaggio in questo senso, se consideriamo che gli abiti smessi, non si buttavano mai, si passavano in eredità dal fratello grande al fratello piccolo. Per i miei fratelli questa situazione era vista come “la maledizione dell’ultimo fratello”; il più piccolo, poverino, lo subiva senza poter protestare e se la misura non era quella giusta si cercava di arrangiare; se i pantaloni erano grandi, con un bello spago allacciato alla cintura, si tenevano su.

I bambini e i ragazzini portavano i pantaloni corti anche d’inverno e le gambe soffrivano fortemente il freddo, noi bambini avevamo un colore paonazzo, ma nessuno s’impietosiva per questo, in compenso si cercava di fare molto movimento per poterci riscaldare.

Volete sapere il perché dei pantaloni corti? Era solito, quando si giocava, buttarsi per terra, così facendo, cosa poteva succedere ai pantaloni lunghi? Correvano il rischio di strapparsi ed allora, a quei tempi, era meglio rompersi le ginocchia e non la gamba dei pantaloni, e così facendo, la vita dei pantaloni, era più lunga.

Per un bambino avere il suo primo vestito nuovo era un momento di gran gioia e questo accadeva il giorno della prima comunione, cosa che la rendeva indimenticabile.

Lasciato il pantalone corto, già grande, era di moda indossare il pantalone alla zuava, sicuramente conveniva, richiedeva meno stoffa di un pantalone lungo.

La gente si adattava con quello che aveva, considerando che mancavano le materie prime. La cosa buona del periodo è che non esisteva differenza tra il povero e il ricco; ma forse è meglio dire, che tra noi bambini, non la vedevamo questa differenza. Eravamo tutti nella stessa “barca”e forse, contenti d'indossare una nuova toppa, bella, colorata e molto appariscente; già, perchè il colore non si sceglieva, si cercava di mettere un pezzo di stoffa qualsiasi essi sia, quello che avevano sotto mano in quel momento. Dobbiamo considerare che la situazione era la stessa per tutti. Possiamo dire che si viveva in maniera molto ecologica, niente sprechi e soprattutto mai sentito parlare di consumismo.

 

 
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buona domenica! :-))

Post n°11 pubblicato il 19 Febbraio 2012 da cecchettosilvana
Foto di cecchettosilvana

il primo a sinistra è il mio papà - Roberto Cecchetto (1925 - 1992)

 
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Mio padre (1925 – 1992) parte II

Post n°10 pubblicato il 18 Febbraio 2012 da cecchettosilvana
 
Foto di cecchettosilvana

ponte sul Muson

Nella mia mente, i racconti di mio padre, scorrono come un vecchio film in bianco e nero. Ricordo le sue parole che diceva: ”Negli anni ’30, la mia famiglia non possedeva niente eppure eravamo felici, senza soldi, ma felici”.

Secondo figlio di sei fratelli. Primo maschio. Adorava suo padre e raccontava molto spesso una barzelletta che diceva così: - sono figlio di un umile falegname, il nome di mio padre inizia con la “G”. Chi sono? Noi, figli, ridevamo, perché sapevamo l’inganno e come poteva essere frainteso e c'era sempre un nuovo nel gruppo che li chiedeva: - sei Gesù? E lui rispondeva: - no, sono pinocchio…-.

Il nome di mio nonno era Giovanni, nato a fine dell’800 ed era in verità un umile falegname molto bravo nel suo mestiere. Sua moglie, mia nonna, nata nel 1901, si chiamava Marina Barca (il nome lo diceva tutto…) nati, entrambi, a Montebelluna; approdati, negli anni ’20 dopo sposati, a Villarasso, Castelfranco Veneto:

“…città murata edificata, nel 1195 dal Comune di Treviso, sopra un preesistente terrapieno (probabilmente una 'Motta' preistorica) lungo il torrente Muson poco lontano dal villaggio di Pieve Nuova (attuale Borgo Pieve), non lontano dall'incrocio tra le vie romane Aurelia e Postumia, luogo di confine naturale con i turbolenti territori padovani e vicentini. La popolazione del castello non era formata da soldati, ma da liberi cittadini che, stabilendovisi, potevano godere dell'esenzione da ogni imposta (da cui il toponimo Castelfranco, vale a dire "libero"). Un modo per incoraggiare l'insediamento e la fedeltà alla Marca”.

            A quei tempi avere un mestiere non implicava avere soldi, ma serviva a poter sfamare la famiglia e avere alcuni privilegi (si fa per dire); ad esempio un falegname poteva fabbricare dei mobili su misura, una bicicletta (fatta di legno), un gabinetto… (costruito rigorosamente dietro, in fondo, fuori casa, lontano dall’abitazione). Vi chiederete cosa aveva di particolare? Mio padre raccontava: “Eravamo l’unica famiglia, nei dintorni, ad avere un cesso dotato di un comodo sedile di legno con il coperchio, i nostri vicini avevano soltanto un buco a terra, come quelli alla turca”.

            Fabbricarsi le cose era normale, di sicuro costava molto meno. Se, per caso, non si era in grado di farlo? Si cercava un artigiano capace di realizzarlo, poi il pagamento avveniva tramite uno scambio, un baratto di lavori; in questo modo, le famiglie si aiutavano tra loro ed era più facile e dignitoso andare avanti. Le cose che si compravano, già fatte, erano veramente poche per ciò si era più allenati ad aguzzare l’ingegno e la creatività. Perfino i bambini si facevano i giocattoli con quello che trovavano in giro…(… continua… non mancate!).

 

 

 

 
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Mio padre (1925 -1992) parteI

Post n°9 pubblicato il 23 Gennaio 2012 da cecchettosilvana

Mi piace ricordare momenti in cui mi confidava quello che faceva da bambino, e raccontava così: ”…mi piaceva, dopo la scuola, vagare per le campagne ad osservare la natura, molto spesso venivo sorpreso dai padroni dei campi a contemplare il cielo, sdraiato sull’erba; mi guardavano con compassione e mi lasciavano stare. In degli eventi straordinari come la mietitura, per dar un esempio, venivano utilizzati dei macchinari, dal mio punto di vista, bellissimi e super interessanti;  questo evento attraeva tutti i bambini del circondario, che si affollavano, all’uscita della scuola, per vedere …”La trebbiatrice”; c'erano le prime trebbiatrici trainate dai buoi e azionate da caldaie a carbone… 

Mentre, i bambini facevano baccano, i grandi s'infastidivano, ragione per cui, venivano scacciati tutti; a me, lasciavano stare. Da un angolo, in solitario, osservavo, ascoltavo e imparavo. La mia mancanza di esuberanza infantile non faceva scattare il segnale di allarme “pericolo bambino”. I grandi, pur vedendomi, non si curavano di me e si sentivano liberi di occhi indiscreti.

Un pomeriggio, Mastro Beppe, il mastro ferraio, fabbro del paese, venne a casa a fare un lavoro per mio padre; ho vissuto un pomeriggio interessantissimo, mi mise a pochi passi da lui, mentre lavorava lo guardai per tutto il tempo senza dire una parola. Mastro Beppe, ogni tanto, mi lanciava degli sguardi brevi da sotto il cappello a baschetto nero. Finito il lavoro, prima di accomiatarsi, disse a mio padre: “…mi dispiace tanto per suo figlilo, si vede che ha qualche problema, ma ha una bella faccia d’angelo”… capii che la mia presenza statica, senza emmettere parole per non disturbare (solo a tratti, infatti, rimanevo con la bocca aperta di ammirazione vedendo la bravura al maneggiare i ferri del mestiere), gli aveva dato adito a scambiare il mio atteggiamento per quello di un bambino tonto, senza capacità d’intendere e di volere.” (… continua… non mancate!)

 
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L’ELEMENTO

Post n°8 pubblicato il 20 Gennaio 2012 da cecchettosilvana
 
Foto di cecchettosilvana

Cari amici, vorrei parlarvi del mio elemento. Da piccola, mi piaceva pasticciare con i colori. Mi piaceva dipingere soprattutto con le mani, esse erano sempre molto colorate, pur lavandole, le tracce, rimanevano a testimoniare le divertenti avventure ritratte sulla carta.

Mi piace pensare che l’amore per l’arte pittorica lo devo a mio padre, mi reputo tremendamente ricca. Lui si, era un uomo creativo e curioso. Niente gli appariva impossibile da ricreare o risolvere, solitamente diceva: “ogni cosa creata da un uomo, posso provare a farla anche io”. Si potrebbe pensare che peccasse di superbia… ma poi lo vedevo come umilmente cercava di capire tutto quello che non capiva ed imparare tutto quello che non sapeva (da premettere, aveva solo la terza elementare). (… continua… non mancate!)

 
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oggi mi sento... creativa

Post n°7 pubblicato il 18 Gennaio 2012 da cecchettosilvana
 
Foto di cecchettosilvana

 

 

 

 

 

 

 Una buona notizia! Ognuno è il creativo della propria vita.

La creatività è molto personale, individuale; fortemente influenzata dall’immaginazione, dal temperamento e dalle opportunità che il creativo genera, ragione per la quale, anche le scelte che farà …”cogliere o lasciare”, dipenderanno da lui.

L’importante è capire che essere creativi è un processo materiale, nel quale bisogna acquisire destrezza con la pratica. Il metodo è quello di lanciare delle ipotesi, analizzare molteplici soluzioni alternative ed esplorare su quello che non conosciamo come lanciandoci ad un’avventura e poi… provare e riprovare fino ad ottenere il risultato desiderato; se si riesce a capire tutto questo, la creatività si potrà insegnare con la stessa meticolosità che s’insegna a leggere e scrivere.

Ad ognuno la sua creatività: Einstein, Mozart, Picasso... e tu!

 

 
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UNA DRITTA...

Post n°6 pubblicato il 16 Gennaio 2012 da cecchettosilvana
 
Foto di cecchettosilvana

Questa è una dritta per i giovani che si affacciano al mondo del lavoro. Considerate che le previsioni per il 2012 favoriscono tutti quelli che della creatività, nel lavoro, faranno la loro arma vincente.

Ci sono 4 elementi base per imparare ad essere creativo:

  • Scopri il tuo elemento, dove ti senti a casa e fai cose in maniera naturale. Come sai di esserci? È molto facile! Il tuo elemento è… quando immerso in quello che fai, ti si altera il senso del tempo.
  • La passione è un altro elemento della creatività, è il motore che muove tutto il mondo.
  • La pratica serve per affinare la tecnica e non aver paura di rischiare. Tieni conto che dovrai superare tante sconfitte prima di raggiungere il tuo obiettivo, però non demorderai fino ad "andare in meta".
  • Capacità di controllo. La creatività è un processo pratico nel quale le diverse idee originali e di valore, devono essere lavorate, messe in pratica, per controllare il materiale con cui si lavora e così, ottenere l’effetto desiderato per raggiungere lo scopo. Non dimenticare di essere critici e formulare giudizi dei risultati ottenuti. (…continua… non mancate!)

 
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