Viola Arcobaleno

Un Ponte fra me e il Cielo

 

LETTERA D'AMORE

 

AREA PERSONALE

 
  IL MAESTRO E' CON TE
 
Quando senti che tutti sono contro di te
Quando ti senti rompere dentro
Quando senti che la vita ti sta ferendo a morte
Ricorda, il Maestro è con te.
Quando pensi che tutto il mondo ti sia nemico
Quando pensi che la tua anima non abbia più luce
Quando pensi che la paura sia tua compagna
Ricorda, il Maestro è con te.
Quando deciderai di finirla con questa vita
Quando camminando per la strada,
non vedrai il volto della gente
Quando camminando nella natura non troverai la luce
Ricorda, il Maestro è con te.
Quando diventerai cieco, sordo e muto
Quando il tuo corpo non avrà
più vita
Ricorda, il Maestro è con te.
 

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il solstizio

Post n°327 pubblicato il 30 Novembre 2009 da unpontetrameeilcielo

L SOLSTIZIO INVERNALE E I 12 GIORNI SANTI

Da Natale all’Epifania (che tutte le feste si porterà via!) c’è un periodo di celebrazioni e festività che non risalgono soltanto alla nascita del Bambin Gesù, ma è da tempi immemorabili che l’uomo reagisce con allegria e gioia interiore, più o meno consapevolmente, al Solstizio Invernale che è il simbolo del passaggio dal buio alla luce: il Sole, raggiunto il punto più basso dell’eclittica, torna a salire, le ore di luce ricominciano a crescere e l’uomo è cosciente che tornerà la stagione del bel tempo e potrà ricominciare a stare all’aperto e lavorare nei campi e preparare e, poi, raccogliere i frutti del proprio lavoro.
Il Sole, giunto al termine della sua discesa, esce dalla sua “tomba” invernale e, rafforzando ogni giorno di più la sua luce, accompagna l’umanità verso il nuovo periodo: un evento meraviglioso che riporta al mito universale della rinascita del Sole, che si può interpretare, anche, nel semplice ricordo di quella speciale maternità di una vergine in una stalla. Myriam è il puro etere che dà un nuovo impulso di rinnovamento a questo periodo che è adatto all’introiezione e alla meditazione e porta ad aprire il proprio cuore agli altri in un momento di comunione con chi ci è vicino. E, se ben comprendiamo questo, ci allontaniamo da tutto ciò che è apparenza e che ci vorrebbe sospingere verso le abitudini consumistiche che, ormai, hanno reso “le feste” il tempo dell’esteriorità e dell’inutilità.
A Natale, il Solstizio d’Inverno, la forza del Sole ha raggiunto il punto più basso e la natura è come morta, gli animali sono in letargo ed anche la vegetazione si è addormentata. La Terra attende il ritorno della luce per riprendere forza e vita. Durante questo periodo di morte, le forze spirituali si manifestano maggiormente e, a Betlemme, in forma simbolica, si vuole che sia nato Gesù, che altro non è che la nascita della luce divina nell’essere umano che deve intraprendere la strada della rinascita. Una strada difficile, ma non insuperabile.
Ed ecco che, proprio per aiutarci, sopravvengono dodici giorni, chiamati santi, che rappresentano i dodici mesi dell’anno che simbolicamente sono le energie che ci raggiungeranno per permetterci di migliorare per affrontare più consapevolmente l’avventura del Solstizio Invernale dell’anno prossimo, e così via.
Per questo si racconta che i Re Magi, gli studiosi più sapienti di quell’epoca, non arrivarono a tempo per la Nascita, ma bensì dodici giorni dopo, quando Gesù era pronto per la Sua Epifania (che letteralmente significa “l’esposizione di un essere divino alle genti”). I dodici giorni rappresentano le forze divine che permisero al bambino Gesù di mostrarsi come il Cristo.
Dodici giorni che devono essere considerati come i momenti rappresentativi del nostro futuro, al punto che si soleva (ma ancor oggi avviene che chi lavora nei campi tragga auspici per i lavori agricoli, mese per mese) divinare il proprio futuro rapportando il 25 dicembre, il primo giorno, al mese sorretto dall’Ariete (dal 21 marzo al 21 aprile), il secondo a quello del Toro e così via. Bisogna anche ricordare che il giorno, per gli antichi, iniziava alla fine del precedente, alle sei di sera: iniziava con l’inizio della notte così come la vita dell’uomo inizia con un periodo di nove mesi di buio, prima di venire alla luce. Per gli antichi tutto prendeva vita con un periodo del buio: la nascita dell’anno, ad esempio, era posta nei giorni che attualmente sono dedicati ai “morti” perché era il periodo in cui iniziava la Stagione del buio che copriva con la sua ombra la Terra fin quando cominciava la Stagione della luce, ai primi di Maggio, la festa delle fanciulle – e della natura – in fiore.
Tutto avveniva sempre in funzione del Sole e del suo meraviglioso e costante aiuto che ci inviava e ci invia.
Il sole era ricordato, e sorretto, con falò, con processioni con le torce accese, con ruote costruite con i migliori mannelli di grano del precedente raccolto a cui veniva dato fuoco per farle rotolare, poi, lungo i pendii delle colline. Oppure, veniva ricordato con candele accese, usanza che tuttora sopravvive nelle nostre case, sulle tavole, dinnanzi ai presepi e sugli alberi, appunto chiamati di Natale.
Il Sole deve essere incoraggiato: deve sopravvivere e deve prendere forza. Ecco che lo si richiama anche con altri simboli come le rosse palle di vetro con cui si addobbano la casa e gli alberi, con le ghirlande di frutta e rami coperti di bacche: anche queste rosse, perché è il colore dell’elemento Fuoco, da cui il Sole è simboleggiato.
L’oro e il rosso sono, infatti, i colori che devono essere utilizzati per rendere natalizia l’atmosfera della nostra casa: essi sono uniti al verde, il colore della natura cui il Sole permetterà la rinascita.
Attualmente abbiamo dimenticato l’origine simbolica di questi colori e gli addobbi sono diventati assolutamente astratti. Ma è il simbolo quello che può energeticamente variare l’aura di un ambiente o caricare un ambiente usurato dalla vita, a volte, gravitazionale di chi abita quella casa.
A volte, basta un cero acceso è il clima energetico può cambiare. Per i cristiani, il cero è la rappresentazione terrena del Cristo che “ci dona la sua luce, ci offre il suo calore e si consuma per noi”. È molto positivo tenerne uno acceso, meglio se è sul baricentro della nostra casa. Per chi ha paura che possano esserci problemi, si può utilizzare un cero in bicchiere di plastica rossa, uno di quelli che vengono chiamati “dei morti”.
Questo può esser fatto per lo meno durante il periodo dei dodici giorni santi: servirà a noi per ricordare che ognuno di questi giorni ci porta una buona energia e ci permetterà di informarne i nostri ospiti, diffondendo così la consapevolezza de complesso di apporti energetici che tutti possono recepire.
Naturalmente un’azione più attenta ci porterebbe a porci in meditazione, anche solo per qualche minuto, all’inizio del giorno, quindi alle sei del pomeriggio: con questa comprenderemo quello che sta raggiungendoci e nello stesso tempo prenderemo coscienza di ciò che le forze eteriche vanno a comunicarci.
 
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