scacco al re

pecora-nera

La scorsa settimana in Polonia, la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale l’aborto di feti con difetti congeniti. Questo nuovo divieto comporterà la concessione dell’aborto solo a seguito di stupro, incesto e rischio per la salute o la vita della donna. La decisione della Corte Costituzionale è arrivata dopo che il nuovo ministro dell’Istruzione Czarnek, docente dell’Università cattolica, ha definito non normali le persone Lgbtqia+ e si è espresso a favore delle punizioni corporali ed ha dichiarato che lo scopo chiave delle donne nella vita è fare figli.

La vita dei miseri è un gioco di scacchi dove vincerà chi fingendo di difendersi sta invece preparando il suo attacco. Riuscire a vedere le mosse prima del tuo avversario e fargli scoprire un fianco sul quale ti concentrerai. Il tuo avversario, tapino, neanche si accorgerà che è vero che ti darà scacco, ma il suo arriverà una mossa dopo la tua e sarà troppo tardi per lui.
Come negli scacchi, anche nella realtà nulla avviene per caso. Ora, dopo gli osanna a papa Francesco per l’abile mossa sulle unioni civili e sui figli di Dio, ora chi gli potrà chiedere conto di quanto avviene nella patria di Wojtyla sapendo che da Gran Maestro di scacchi risponderà: “cari fratellini e sorelline, pure i feti abortiti sono figli di Dio”.

Per fortuna, in termini intellettuali, a me del suo pensiero non interessa granché perché sono già troppe le azioni di cui devo dare conto ad altri, figuriamoci se volontariamente concedo a qualunque religione di doverle dar conto oltre che delle mie azioni anche del mio spirito.
Il problema rimane quel frullato medievale nel quale concediamo allo Stato, al di là della Costituzione, di permettere alla Chiesa d’interferire da privato a pubblico facendoci pure tassare per il suo mantenimento.
In realtà il Medioevo non è mai stato un momento storico, ma un modo di pensare e “mala tempora currunt” non è un momento passeggero ma, nella miseria del gregge, uno “status quo”.

i buoni (s)propositi

matrim

Leggevo del documentario, in uscita oggi alla Festa di Roma, nel quale Papa Francesco afferma:
Le persone omosessuali hanno il diritto di essere in una famiglia. Sono figli di Dio e hanno diritto a una famiglia. Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo. Ciò che dobbiamo creare è una legge sulle unioni civili. In questo modo sono coperti legalmente. Mi sono battuto per questo“.
“Wooow, sicuro che non sia una fake?”
E perché dovrebbe esserlo, mica dice che la Chiesa ha deciso di aprire le sue porte anche alla celebrazione dei matrimoni omosessuali. Questa sì che sarebbe una fake.
“E’ vero. Ora che mi ci fai pensare dice il proverbio che se vuoi fai, se non vuoi deleghi.”
Appunto, molto comodo dire a chiacchiere “Sono figli di Dio e hanno diritto a una famiglia” e nei fatti, poi, essere i primi a negargli quel diritto. Non so se hai notato l’attenzione ad usare la definizione “unioni civili” piuttosto che “matrimonio” laddove in molti paesi è già consentito il matrimonio che, almeno numericamente, è il termine più rappresentativo del concetto di famiglia.
“Vero. Quindi?”
Vuoi sposarmi?
“Mi stai chiedendo la mano?”
Anche il resto.
“Lo sai che sono contraria al matrimonio.”
Allora niente mano, solo il resto.

guinness

gunnnes-1008x570

Fino a ieri pensavo che “spesso dice più un silenzio che mille parole” fosse un record impossibile da battere ma, come tutto, anche i record, prima o poi, crollano.
Il nuovo record è: “spesso dice più un avatar che duemila parole”.