Economia, il ministro Padoan si mostra fiducioso sul futuro dell’Italia
Si mostra molto ottimista, il ministro Padoan riguardo alle prospettive dell’Italia. Parlando a Fiuggi sottolinea che l’economia italiana cresce ad un ritmo maggiore anche migliore rispetto all’andamento generale dell’economia internazionale. Merito – secondo lui – delle politiche intraprese che vanno ad incidere sulla capacità strutturale dell’economia di migliorarsi.
L’ottimismo del ministro dell’economia
Il Ministro dell’Economia, durante la festa di “Left Wing” (rivista bimestrale “vicina” al Partito Democratico) organizzata a Fiuggi, si dice ottimista anche riguardo alla possibilità che si possano superare i lacci europei del pareggio di bilancio.
Anche riguardo al debito, Padoan vede segnali confortanti: “l’economia italiana è meno fragile dal punto di vista del debito“. Il primo pensiero va alla situazione delle banche: “ci stiamo lasciando alle nostre spalle la fragilità del sistema creditizio, che nel recente passato è stata fonte di grossa preoccupazione. Siamo usciti dal tunnel e procediamo lungo un sentiero stretto, ma sono ottimista perché vedo questo sentiero allargarsi”.
A sostenere l’ipotesi di Padoan ci sono i dati resi noti da Bankitalia, che vede una crescita economica al +1,4% per quest’anno. “sono numeri importanti – precisa il Ministro del Mise – che per lo più sono frutto di un’accelerazione degli investimenti, che generano anche maggiore occupazione. Perciò non è irrealistico pensare nei prossimi anni a un salto di qualità”.
Capitolo fiscale. Anche in questo senso Padoan vede il lato positivo: “Siamo uno dei Paesi più virtuosi al mondo, come dimostra il nostro avanzo primario che ci pone accanto alla Germania. Se continueremo di questo passo il debito pubblico scomparirà da solo”. E sul taglio delle tasse: “Va fatto in modo sostenibile, una volta abbassate non devono più rialzarsi”. Il ministro dell’Economia sottolinea inoltre che la priorità è assumere i giovani. Bisogna “capire qual è il meccanismo tecnico che farà sì che per un dato ammontare di risorse pubbliche necessarie per abbattere questi oneri ci sia il massimo possibile di nuovi assunti giovani”.
