Presentazione

 

Non si scrive perché si ha qualcosa da dire
ma perché si ha voglia di dire qualcosa.

Emile Cioran, Squartamento, 1979

 

Scrivere è per me prima di tutto un’espressione di libertà. Trovare uno spazio proprio, lontano dalle coercizioni e dalle compulsioni della vita di ogni giorno, dove poter creare qualcosa di cui tu sei l’unico artefice.
Questa realizzazione di sé stessi si contrappone al concetto di efficienza che oggi viene ossessivamente ripetuto in molti ambiti, in particolare in quello del lavoro, dove è d’obbligo ormai procedere a ritmi forzati.
Nella prosa, e ancor più nei versi, si seguono invece il tempi che io definisco della natura e dell’evoluzione naturale dell’animo umano. Per avere un albero che faccia ombra, o che dia frutti, o che ci offra il suo legno, occorre attendere del tempo. Occorre che si verifichino le condizioni favorevoli. Occorre molte volte starsene immobili a scrutare il cielo, ad aspettare il vento giusto che sparga il seme, la pioggia e il sole che facciano crescere la pianta.
Così avviene, a mio modo di vedere, anche nella creazione letteraria che prende forma dentro di noi. Posso impiegare una vita a scrivere una poesia di dieci righe, fino a quando potrò affermare “era questo che volevo dire e volevo dirlo proprio in questo modo”. Posso modificare una parola dopo alcuni anni e questo apporterà un valore non misurabile e non monetizzabile alla mia opera.
Si scrive perché qualcosa nasce dentro di noi, qualcosa che è allo stesso tempo sensazione e intuizione, qualcosa che senti sgorgare dal profondo di te stesso. Molte volte affiora da un passato senza tempo, altre volte viene colto al volo, con tutti i tuoi sensi, da un attimo di vita.
Qualcosa che può diventare espressione spontanea e libera nella parola.
Affinché ciò si realizzi, c’è però bisogno di applicazione, esercizio, volontà. Anche questo è quindi una sorta di lavoro, ma è quel tipo di lavoro che alla fine non ti lascia stanco e  svuotato, ma ti ha accresciuto per sempre come persona.
Ammetto di scrivere soprattutto per me stesso, per lasciare una traccia nel mondo, per poter dire “anche io ho vissuto”. Dopo avere scritto qualcosa sento di avere impiegato bene quel tempo della mia vita, anche se, rileggendo successivamente, non sempre sono soddisfatto.

Questo è uno dei motivi per cui ho esitato a lungo prima rendere pubblici questi scritti, insieme al dubbio, mai fugato, che non fossero degni di essere dati alle stampe”.
La nostra opera può comunque diventare anche di tutti quelli che vorranno porvi la propria attenzione e vivrà anzi di vita propria nelle sensazioni suscitate nel lettore e nelle interpretazioni che ciascuno vorrà darle. Diventerà quindi una “res nullius”, come nel Medioevo veniva considerata l’opera d’arte.

In questi miei scritti non c’è nulla di inventato e poco spazio viene dato alla fantasia. Tutto è stato vissuto, o pensato, o sentito negli infiniti momenti di una vita.
Non ho seguito modelli e solo raramente ho preso una qualche ispirazione da autori importanti.
Non ho avuto altra ambizione se non quella di cercare di esprimere il meglio possibile quello che provavo.

Sisyphus

Presentazioneultima modifica: 2019-11-13T22:21:48+01:00da Sisyphus2011