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cun sa limba e sa cultura sarda - de Frantziscu Casula.

 

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Le (false) Carte d'Arborea

Post n°650 pubblicato il 01 Febbraio 2013 da asu1000

Università della Terza Età di Quartu  Lezione 5° del 6-1-2013

di Francesco Casula

1. LE (FALSE) CARTE D’ARBOREA

Sotto la denominazione impropria di “Carte d’Arborea” si raccoglie un insieme di pergamene, di codici cartacei e di documenti (una quarantina di testi di varie dimensioni, attualmente custoditi quasi tutti nella Biblioteca universitaria di Cagliari, riguardanti il periodo  dal VI al XV secolo (ovvero dalla dominazione romana al Medioevo) che, a partire dal 1845 vennero offerti in vendita dal frate  Cosimo Manca del Convento di santa Rosalia in Cagliari. Il frate ne asseriva la provenienza dagli Archivi dei re-Giudici d’Arborea di Oristano, da qui il nome di Carte di Arborea. Che comunque – è bene sottolinearlo – niente a che fare hanno con la Carta de Logu della regina-giudicessa Eleonora d’Arborea.

La prima pergamena (conosciuta come Pergamena di Arborea) fu offerta allo storico sardo Pietro Martini proprio nel 1845 che la pubblicherà un anno dopo, nel 1846.

“Nel corso del decennio successivo a questo primo documento se ne aggiunsero degli altri di vario genere, che apparvero subito destinati a operare un vero e proprio radicale rivolgimento di quanto fino ad allora si conosceva non solo della storia sarda ma anche della storia italiana, in particolare della lingua. Il complesso dei documenti infatti, sembrava non solo di poter colmare i vuoti di conoscenza relativi all’Alto Medioevo sardo, ma anche modificare le conoscenze sulla fase iniziale della lingua e della letteratura in Italia. Il ritrovamento aprì una lunghissima discussione fra storici, paleografi e letterati sui contenuti delle Carte d’a ma soprattutto sulla loro autenticità, presto messa in dubbio da diversi studiosi” 1.  La raccolta definitiva delle Carte fu pubblicata nel 1863. Sottoposte a una équipe di esperti costituita da accademici dell’Università di Berlino - fra cui il grande storico ed epigrafista Theodor Mommsen – sulla base di una rigorosa analisi intrinseche (scrittura, inchiostri e materiali scrittori) e di ragioni estrinseche (caratteri filologici e storici) ne fu decretata la falsità. Tutto a posto, allora? No, per niente. Quei falsi – ha scritto Natalino Piras – “interpretano lo spirito dei sardi più di qualsiasi «tradizione storiografica europea». Ne costituiscono il romanzo storico, come giustamente dice lo storico Manlio Brigaglia, ma allo stesso tempo svelano quanto di falso, compresso, abraso, cancellato, manipolato, imposto con forza e via dicendo ci sono nella tradizione storiografica che si occupa di Sardegna. Le «Carte d’Arborea» non furono un fenomeno isolato. Sono nello spirito del tempo, di poco successive a fatti analoghi succeduti nella Sicilia dei Viceré e delle congiure giacobino-iluministe – Sciascia ne ha fatto romanzo storico con Il Consiglio d’Egitto – e coeve di altri falsi inventati a Praga e Parigi passando per Bologna e altre città e paesi dell’Europa. Tutte animate dall’idea periferica di contestare l’elaborazione della storia cosi come avviene nel centro. La scuola delle «Annales» che inizierà a occuparsi di storia vera un secolo dopo tutte queste invenzioni, riceve lezione dalla scuola del falso e applica questo metodo di fantasia, di romanzo storico, alla vera storia…”2

 

Note bibliografiche

1. La grande enciclopedia della Sardegna, volume II, Edizioni La Biblioteca della Nuova Sardegna, Sassari, 2007, pagine 427-428.

2. I falsi, per la verità di Natalino Piras, Il Manifesto sardo,16 giugno, 2009.

 

 

 

2. Influenze sulla Lingua sarda

 

  -L’elemento italiano: alcuni esempi

Le repubbliche di Pisa e Genova cominciarono a insinuarsi in Sardegna nell'XI-XII sec, contendendosi il predominio commerciale e l'influenza politica. Misero nelle città i loro fondaci e godettero di franchigie doganali e privilegi commerciali. I genovesi esercitarono la loro influenza soprattutto nella parte settentrionale. Sono i pisani che estendono i loro rapporti nei Giudicati di Cagliari e Arborea. La prevalenza che avevano i Genovesi in Corsica, permise loro di guadagnare maggiore influenza nella parte settentrionale della Sardegna. Sotto la protezione di Genova si dichiarò indipendente la città di Sassari. Dopo la conquista del giudicato di Cagliari da parte dei pisani la civiltà italiana penetrò largamente e dominò nella capitale e nel bacino minerario di Iglesias. Quindi nei documenti sardi antichi e nella lingua, anche moderna, sono penetrati degli elementi delle varie parlate italiane  come:

· mediu: nei documenti antichi è meiu che è arrivato fino a noi

·  mesu: sardizzazione di mezzo/altru:  deriva dal toscano antico atro

· preidi: dal toscano antico preite, si ritrova nel sud dell'isola

·abbaidare: guardare, dall'italiano  antico guaitare /abbisare: suggerire, italiano antico avvisare /aggitoriu. aiuto, dal toscano  antico aiutorio /diaderu: davvero, dal toscano antico verdadiero /manicare, nuorese: mangiare, dall'italiano antico manicare /brigungia: vergogna, dall'i taliano antico virgogna/ ciaffu:. schiaffo, dal toscano ciaffo.

· La forte influenza toscana si è sentita maggiormente nel campidanese soprattutto nella fonetica, infatti, confrontando gli antichi testi campidanesi con quelli logudoresi vediamo già quelle particolarità che differenzieranno poi le due varianti. Molto più importante l'azione dell'italiano sulla sintassi, fino alla creazione di due sintassi: una popolare e antica che ritroviamo nell'interno e nei documenti antichi; l'altra italianizzante che troviamo in città. La morfologia invece è rimasta inalterata e il sistema di flessione non è stato intaccato nemmeno nella capitale. Oltre all'influsso toscano e letterario italiano, sono da menzionare altre influenze dialettali italiane. A Sassari ebbe molta importanza l'influenza politica di Genova che si rifletté anche sulla lingua come nel caso del ROTACISMO in cui L diventa R.  Alcune parole d'altri dialetti italiani sono:

  dzindzinu:. riccio di mare, dal genovese /drollu: strano, dal piemontese /Agnolottus: ravioli, dal piemontese/Tomatigas: pomodoro, dal piemontese/Gianchettus: bianchetti dal genovese/Bagna: sugo, genovese e piemontese /Scampirru: Piccolo tonno dal siciliano/Caddotzu: sporco dal siciliano.

 

-L’elemento catalano e spagnolo: alcuni esempi

·     sindicu= sindaco, cat. e spagn. / Abogau= avvocato, spagn. / barracellus= guardie civili, spagn.

·     s'incontru= spagn. rappresenta la processione di Pasqua durante la quale si rincontrano Maria e Gesù resuscitato, provenienti da due chiese diverse.

·     Mongiu/mongia= monaco/a  cat. /para= frate, cat. /relichia= reliquia, spagn. e cat.

·     baullu= cassa da morto, cat. e spagn. /Nasamentu:  camp, presepe, dallo spagn., = presepiu log. e camp. dall'italiano.

Molti sono anche i nomi d'indumenti e capi di vestiari che derivano da spagnolo e catalano:

·bottas= stivali, spagn. /cordoneras= lacci delle scarpe, cat. miggia = calza, cat ./bonnette= cappello, cat . berrita> berretto, cat./Muccaloru: fazzoletto, cat. Deventali:  grembiule, cat. e spagn.

·Numerose sono anche le parole che indicano oggetti che riguardano la casa e la cucina:

·    Mattalaffu:materasso, cat./Manta: coperta, cat. e spagn.

·    cosinera= federa, cat. /ggueffus= particolari dolci sardi, spagn.

·    pirichitus= particolari dolci sardi, spagn. /cappollada= particolari piatti sardi, cat  cassola= particolari piatti sardi, cat ./panada= particolari piatti sardi, spagn.

·    Arrosu= riso, spagn. e cat. /flan= crema solida, spagn.

·    iscabecciu= particolari piatti sardi, cat. /tassa= bicchiere, cat .

·calasciu= cassetto, cat.

 
 
 
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Questo blog, bilingue ( in Sardo e in Italiano) a disposizione, in modo particolare, di tutti i Sardi - residenti o comunque nati in Sardegna - pubblicherà soprattutto articoli, interventi, saggi sui problemi dell'Identità, ad iniziare da quelli riguardanti la Lingua, la Storia, la Cultura sarda.

Ecco il primo saggio sull'Identità, pubblicato recentemente (in Sardegna, university press, antropologia, Editore CUEC/ISRE, Cagliari 2007) e su Lingua e cultura sarda nella storia e oggi (pubblicato nel volume Pro un'iscola prus sarda, Ed. CUEC, Cagliari 2004). Seguirà la versione in Italiano della Monografia su Gramsci (di prossima pubblicazione) mentre quella in lingua sarda è stata pubblicata dall'Alfa editrice di Quartu nel 2006 (a firma mia e di Matteo Porru).

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