L'inglese Edwardes consegna, attraverso pagine ora irreali ora scrupolose, ma quasi sempre appassionate, l'immagine della Sardegna all'Europa. Fra gli inglesi che visitarono la Sardegna nell´Ottocento, Charles Edwardes occupa infatti un posto del tutto particolare. La sua curiosità, si esercita in direzione non solo del paesaggio, ma anche della gente dell´Isola, delle differenze fra i cittadini e le popolazioni dell´interno. Il suo resoconto di viaggio assume così il senso e il significato di un continuo confronto di uomini e mentalità, alla ricerca del volto autentico dei Sardi.
Bechi invece, militare e scrittore, nel libro La caccia grossa, descrive episodi di "caccia" al bandito, come fosse un cinghiale selvatico, rivelando una mentalità coloniale,poliziesca e inumana.
Roissard de Bellet, nobile francese, pur trattenendosi in Sardegna qualche settimana appena scrive il suo libro sull'Isola dando molto risalto alla storia e, segnatamente, alla storia dei nuraghi, ai costumi e alle tradizioni dei Sardi ma soprattutto alle miniere, il vero interesse del barone francese, settore peraltro in cui mostra grandi conoscenze. La Sardegna - secondo De Bellet - è ricca di molti minerali fra cui la galena, la blenda, la pirite, le cerusite, l'ematite,il nickel, il cobalto. Ma anche di piombo, zinco argento. Sono inoltre presenti sorgenti minerali di acque alcaline, iodate, sulfuree, acidule.
Ma forse la sua annotazione più importante e significativa è il riconoscimento di una Letteratura sarda::"Si è diffusa una letteratura sarda, esattamente come è avvenuto in Francia del provenzale, che si è conservato con una propria tradizione linguistica".
Bontempelli, nelle sette pagine che dedica alla Sardegna nel suo libro Stato di grazia, racconta il suo viaggio a cavallo per i paesi dell'interno, della Barbagia di Ollolai. Ma si tratta di una descrizione che niente ha a che vedere con la realtà effettuale dell'Isola, piuttosto rientra nella sua "poetica", nel suo realismo magico, governato dalla immaginazione e dalla fantasia, così come lo aveva teorizzato in varie opere.
L'inglese Flitch, approda in Sardegna alla fine di un tour nelle Isole del Mediterraneo. Descrive un'Isola un po' troppo di maniera ma emerge anche una umanità diversa e inedita; una borghesia vista in un modo scanzonato, gli abitanti dei sottani cagliaritani descritti nella loro primitività, la gente osservata con acutezza, nei suoi pregi e nei suoi difetti.
Il siciliano Savarese, in forma essenziale e con un taglio giornalistico, racconta aspetti segreti o poco noti della terra sarda : un lembo di terra ancora umido di una freschezza verginale. In tale narrazione Savarese, che intuisce i cambiamenti che stanno per investire l'Isola, evidenzia una forte preoccupazione che, riletta a posteriori, si rivela premonitrice di una situazione ancora oggi molto attuale.
Lawrence nel suo libro Sea and Sardinia (Mare e Sardegna), descrive una Sardegna in cui è presente l'elemento autobiografico, il culto per la natura intatta e selvaggia e la primigenia istintività, l'esaltazione dei rapporti fisici visti come manifestazione vitalistica di somma importanza, la filosofia del racconto mitico basata sulla sua visione del cosmo e delle pulsioni vitali dell'uomo.
Wagner, dopo aver visitato la Sardegna in lungo e in largo, per studiare la lingua sarda e le tradizioni popolari, ci ha lasciato opere monumentali come il Dizionario etimologico sardo, La Lingua sarda i La vita rustica mentre, di contro, l'archeologo inglese Harden, non solo ci insulta, (parla di Sardegna, regione sempre retrograda) ma ci racconta un mucchio di balle storiche, archeologiche e linguistiche.
Il giornalista Virgilio Lilli, nel suo Viaggio in Sardegna ci consegna intatto il fascino dell'improvvisazione, tipico del reportage giornalistico; in questa circostanza l'esperienza di Lilli pittore e fotografo si somma a quella dello scrittore, che coglie gli aspetti più suggestivi dell'Isola come attraverso una serie di brevi ma intensi flashes; mentre il libro sulla Sardegna di Vittorini, che ha lo stesso titolo, Viaggio in Sardegna appunto, come scrive Geno Pampaloni, lo possiamo considerare un reportage e...un libro composito: un po' poema in prosa, un po' recensione di paesaggi e figure, un po' aneddotica di racconto, un po' (è il tono dominante) lirica moralità: una forma nuova per Vittorini e a lui subito congeniale.
Un altro grande scrittore italiano invece, Carlo Levi in Tutto il miele è finito descrive una Sardegna di pietre e di pasto¬ri, e di uomini moderni e vivi. Corriamo così attraverso imma¬gini rapidissime, dove ogni momento è gremito di visioni. Tro¬viamo le querce e i prati di asfodeli, i pipistrelli delle domus de janas, le greggi, le sacre capre mannalittas, i nuraghi, le roc¬ce e il mare, e il Sopramonte deserto e feroce; gli operai, gli emigranti, gli uomini, e l'incedere divino delle antiche donne¬regine:così viene presentato dalla casa editrice Einaudi il suo libro.
Il francese Le Lannou considera la Sardegna come un grande mosaico di terra, le cui tessere siano state furiosamente scompigliate. E la montagna sarda è tutta paccata, fessurata, divisa da grandi gote, un tempo pressoché invalicabili. Una montagna difficile, aspra, severa: una montagna vera. Questa durezza della tettonica sarda ha anche avuto due conseguenze storiche, che hanno operato direttamente sulle vicende e il caratteri del sardi: ha isolato i villaggi l'uno dall'altro, alimentando nei secoli la disunione e l'estraneità fra gruppi pure contigui (dunque, impedendo la nascita di una più vasta unità "nazional-regionale") e, secondo, ha isolato la montagna dal resto dell'isola, rendendone difficili gli accessi e spesso negando alta montagna più frequenti contatti con le pianure "civilizzate".
Infine, l'ultimo "viaggiatore" e osservatore della Sardegna e delle cose sarde, che presentiamo in questo volume, l'italiano Cagnetta, in Banditi a Orgosolo, denuncia lo sfruttamento, la repressione poliziesca e nel contempo l'espropriazione etno-culturale, operate dallo Stato italiano, segnatamente nei confronti dell'area barbaricina, di cui Orgosolo è solo l'esempio paradigmatico.
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il 11/10/2016 alle 14:12
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il 14/12/2013 alle 14:57
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