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Scuola sarda in liquidazione
Post n°197 pubblicato il 17 Marzo 2009 da asu1000
di Francesco Casula La scuola torna in piazza: domani, indetto dalla CGIL, ci sarà lo sciopero regionale con una manifestazione a Cagliari. Al centro della contestazione i “tagli”, che sono previsti per la scuola sarda. A denunciarli impietosamente ma con precisione, è Peppino Loddo, il battagliero segretario regionale della CGIL-scuola: nel triennio 2009-2012 gli Istituti con meno di 300 alunni perderanno l’Autonomia. In Sardegna ci saranno 80 dirigenti scolastici in meno e con essi diminuirà il personale amministrativo e ausiliario. Se poi dovesse essere applicata rigidamente la legge che prevede come quota stamdard almeno 500 alunni per far viveve indipendente una Istituto, la situazione sarebbe drammatica: in Sardegna infatti ben 225 autonomie scolastiche risultano al di sotto di questa cifra. E dunque potremmo asssistere alla scomparsa di centinaia di Istituti, ridotti a sezioni staccate e persino alla cancellazione fisica di intere scuole, soprettutto nei piccoli centri e la ripresa massiccia del pendolarismo. Nei mesi scorsi anche gli altri sindacati della Scuola –la CISL come la CSS- avevano contestato gli ulteriori e brutali tagli che penalizzano gravemente occupazione e diritto allo studio. Si dirà che ormai non è una novità, perché almeno da qualche decennio la scuola sarda –con il pretesto della “razionalizzazione”, sia con Berlinguer che con la Moratti come Ministri della Pubblica Istruzione- è sottoposta alla scure ministeriale romana, tesa a cancellare scuole, ridurre gli organici, accorpare classi e istituti. Con il conseguente impoverimento e peggioramento della didattica e della qualità dell’insegnamento: che vieppiù incrementa l’analfabetismo di ritorno oltre che la mortalità e la dispersione scolastica. Ma oggi la situazione è ancora più grave perché si inserisce in una complessiva crisi sociale ed economica acuita dall’aumento della povertà, la chiusura di intere fabbriche, i licenziamenti di massa e dunque la disoccupazione e il precariato. In tale contesto cancellare la scuola, specie dove costituisce l’unico presidio culturale, è da irresponsabili. Che si “tagli” pure: ma dove ci sono sprechi e privilegi. Ma non si attenti al diritto al sapere e dunque al diritto al futuro di migliaia di giovani sardi. Nelle scuole sarde, segnatamente in quelle dei paesi, da tagliare non c’è più nulla. Da tagliare è rimasto solo il malessere.
*storico ( Pubblicato su Il Sardegna del 16-3-2008) |
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Questo blog, bilingue ( in Sardo e in Italiano) a disposizione, in modo particolare, di tutti i Sardi - residenti o comunque nati in Sardegna - pubblicherà soprattutto articoli, interventi, saggi sui problemi dell'Identità, ad iniziare da quelli riguardanti la Lingua, la Storia, la Cultura sarda.
Ecco il primo saggio sull'Identità, pubblicato recentemente (in Sardegna, university press, antropologia, Editore CUEC/ISRE, Cagliari 2007) e su Lingua e cultura sarda nella storia e oggi (pubblicato nel volume Pro un'iscola prus sarda, Ed. CUEC, Cagliari 2004). Seguirà la versione in Italiano della Monografia su Gramsci (di prossima pubblicazione) mentre quella in lingua sarda è stata pubblicata dall'Alfa editrice di Quartu nel 2006 (a firma mia e di Matteo Porru).
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