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Un blog creato da cornell2 il 24/05/2009

0744 Il Velino

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ULTIMI COMMENTI

 

OnestaMente (ovvero "Onestà-mente"… Esperimento sociale).

Foto di cornell2

"In politica presumiamo che tutti coloro i quali sanno conquistarsi i voti, sappiano anche amministrare uno Stato o una città. Quando siamo ammalati chiamiamo un medico provetto, che dia garanzia di una preparazione specifica e di competenza tecnica. Non ci fidiamo del medico più bello o più eloquente". (Platone)

Inicipit. FinianaMente.E’ tutta colpa di Gianfranco Fini... Già! Ammetto le mie pecche adolescenziali di votante di primo pelo, che, negli scanzonati anni ’90, appena ricevuta la tessera elettorale in mano, tanto per contestare i dettami paterni, paternali e paternalistici del capofamiglia, volle vedere una luce nell’ex leader del MSI, poi diventato AN, prima che cadesse nelle grinfie del “Cavaliere Nero” e prima che, ma questa è cronaca recente, cadesse in disgrazia politica (in ragione di vicende che magari, un giorno, la Magistratura svelerà fino in fondo, ndr). Insomma, per anni la mia preferenza cadde sulla creatura nata sulle ceneri del fu "nero cancro d’Italia", nonostante la mia camicia fosse sempre stata bianca e linda come la neve (fatta eccezione per delle “striature rosse” coscientemente auto-inflitte) e nonostante l’abbraccio mortale dell’Uomo di Arcore. La speranza che l'ex-Presidente della Camera fosse maturo per camminare da solo, prese il volo il giorno stesso in cui quella “polarizzazione” dell’emiciclo andò in frantumi e raggiunse l’apoteosi dopo il magnetico “discorso di Mirabello”, salvo finire poi, per l’appunto, nella pagine della cronaca giudiziaria...

Ecco, nonostante la Storia non si faccia con i “sé”, né tantomeno con i “ma”, probabilmente, se le cose fossero andate in maniera un po’ più pulita, personalmente prima non avrei perso tempo, in cerca di "alternative oneste", nel dar credito ad Antonio Di Pietro e poi non mi sarei infatuato dei proclami a base di "vaffa...." di Beppe Grillo & Co. E ovviamente, guardando più in alto, oggi non avremmo una Destra di Governo rappresentata da un partito dall’animo secessionista come la Lega, già Lega Nord e parimenti, la nascita e l’evoluzione del Movimento Cinque Stelle si sarebbero svolte in maniera diversa. O, chissà, non avrebbero proprio avuto luogo.

ItalicaMente. Il nostro è probabilmente l’unico Paese dove un tossico sia appellato col titolo di studio superiore e sia santificato causa "omicidio di Stato", anche quando la sua pratica professionale quotidiana abbia previsto, al massimo, lo spaccio di sostanze stupefacenti. Ma è anche il Paese in cui delle giovanissime sbandate, più o meno abbandonate dalla famiglia, finiscano all’altro mondo per mano di gentaglia senza scrupoli, dopo essersi svendute per qualche dose di sballo, essendo poi dipinte come delle "suore di clausura". Ed è anche il Paese dove un personaggio con la smania delle armi e con l’illusione del facile guadagno si condanni con scelte lavorative azzardate a “morire come un Italiano” e dove due militari, fucilieri dal grilletto facile, siano in grado di scatenare un’assurda crisi diplomatica, finendo per essere etichettati come “eroi della Patria”. Allo stesso tempo, l’Italia è il Paese dove a un inoccupato, sottooccupato, disoccupato, più o meno occupato, manco laureato, “capiti” di diventare in un sol colpo Vice-Presidente del Consiglio, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali e Ministro dello Sviluppo Economico...

QualunqueMente.Il qualunquismo politico mi fa schifo, in ogni sua forma. A sostegno del mio “credo”, potrei citare John Galsworthy, che gli annali raccontano abbia avuto tempo, modo ed evidenti basi empiriche per affermare: “C’è una sola regola per i politici di tutto il mondo: quando sei al potere non dire le stesse cose che dici quando sei all’opposizione; se ci provi, tutto quello che ci guadagni è di dover fare quello che gli altri hanno trovato impossibile”. Oppure, potrei rammentare il pensiero di Erskine Caldwell, che può riassumersi come segue: “La politica è una strana cosa. Le regole che si possono enunciare per gli altri mestieri sembra che non si applichino alla politica. Un uomo politico può cominciare da giovane come accalappiacani, e in pochissimo tempo riuscire a farlo dimenticare. Ecco ciò che rende la carriera politica quella che è”. Tuttavia, limitando l'analisi alle mie scelte elettorali trapassate, passate, recenti e potenzialmente attuali; costretto ogni volta a scegliere "il minore dei mali", posso permettermi di affermare: "sono tutti inesorabilmente uguali".

CriticaMente. Non starò qui a cavalcare l'onda emotiva dei quotidiani, siano essi di parte o meno, né a ravvivare le chiacchiere dei perditempo simil-pallonari, sempre pronti a gozzovigliare per contrappasso sulle disgrazie dell’avversario, per schernirlo e screditarlo financo per oltraggiarlo, dentro e fuori dal Parlamento. In effetti, mi basta ed avanza il mio irrinunciabile diritto di critica. Perché a differenza di tanti elettori coi paraocchi, io non rinuncio a vestire i panni di San Tommaso e a puntare il dito su chi abbia goduto della mia pur temporanea fiducia... Fiducia che, è bene rammentarlo, in Politica non può e non deve andare oltre gli auspici riposti su una scheda, attraverso un’anonima “croce analfabeta”. Morti e sepolti gli ideali del tempo che fu, oggigiorno la maggior parte delle persone continua comunque a non pensare con la propria testa e ad accettare pronamente il pensiero altrui, senza porsi domande e senza dubitare della logicità di quanto gli sia propinato come verità assoluta. Io la vedo all'opposto, ossia osservo, ragiono ed esprimo il mio pensiero. Allorché il mio pensiero coincida, o tenda a coincidere con quello di una determinata forza politica, so per certo chi preferire al successivo appuntamento con le urne. Non rinunciando in alcun caso a "cercare il pelo nell'uovo", a giudicare ed eventualmente a contestare le decisioni e le scelte di quella stessa forza politica. Sono sempre stato e sempre sarò un "anti-governativo" per vocazione.

LucenteMente. Le (5) Stelle, i chiari di Luna e l’Eclissi di Sole...Se è vero com'è vero che negli anni, siano stati a me invisi nell'ordine e in base al "grado di soffocamento" provocatomi: "Mr. B", Matteo Renzi, Romano Prodi, Massimo D'Alema, Enrico Letta e Mario Monti, è parimenti vero che vedere l’attuale Vice Presidente del Consiglio, nonché contemporaneo e “duale” Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali e Ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, arrampicarsi sugli specchi, nel cercare un’esimente autodifesa contro l’illegalità imprenditoriale paterna, fatta di lavoro nero e abusivismo edilizio, è ai miei occhi uno spettacolo ridicolo, nella sua insulsa mediocrità. Il Capo Politico del Movimento Cinque Stelle, per quanto mi riguardi, è “colpevole” al pari di quanto furono da par loro Maria Elena Boschi e Matteo Renzi, causa grane paterne. Grane paterne in cui questi ultimi furono comunque scientemente coinvolti nel loro ruolo istituzionale (cosa che non può dirsi invece di Di Maio).

LimpidaMente.Chiunque si proponga come il nuovo che avanza; chiunque propini alle folle il pensiero unico del “Cambiamento”; chiunque si erga a paladino delle cause populiste del “popolo-bue”, o meglio, del “popolo-asino”, deve avere almeno la compiacenza di parlare facendo leva sulla propria specchiata moralità privata, come banco di prova e trampolino di lancio per quella pubblica. Magari mi sbaglio (o magari, come sono portato a ritenere, ho ragione da vendere, ndr) ma sono del parere che le virtù di un Uomo di Stato, di un Rappresentante delle Istituzioni, di un Esponente dell’Autorità Costituita debbano essere limpide come acqua di sorgente. Ciò, in particolare, quando questi sia parte di un movimento anti-sistema le cui fortune derivino dall’aver puntato dritto ad abbattere “il Sistema”, illudendo di essere in grado di annientare incancrenito “status quo” per il bene comune, salvo poi insediarvisi egli stesso. Il "doppiopesismo" non mi si confà. Né tantomeno sono disposto ad individuare pseudo-giustificazioni da bar, a difesa di uno e a spese degli altri. 

MutanteMente(mutatis mutandis). Se per assurdo vestissi i panni rispettivamente di un elettore e di un eletto del PD, “Partito Derelitto” che mai ho votato che, allo stato, gode della mia massima disistima… Dopo esser stato fatto oggetto, ciascuno nelle proprie vesti, delle giuste “sassate verbali” da parte dell’elettore medio e del “mediamente eletto” nelle file del M5S; dopo esser stato deriso da un lato e screditato agli occhi dell’Opinione Pubblica dall’altro; dopo essere stato invitato a cambiare idea politica e, riguardo ai parlamentari, a rassegnare le dimissioni soltanto se sfiorati da un minimo e minimale sospetto, o, per meglio dire, pettegolezzo giudiziario… Mi troveri a ridere delle auto-inflitte, reiette metodologie di crocifissione ex-ante sulla pubblica piazza, proprie di chi le aveva impiegate fin dall’inizio.

ProbaMente.L’Onestà è sempre e soltanto una questione di prezzo, inteso come guadagno diretto o come riduzione di costo… La Magistratura, d’altro canto, è l’organismo utile a tenere alto il livello di rischio, ovvero ad abbassare la soglia oltre la quale una scelta illecita sia punita in base alla Legge. Agli sciagurati che si ostinino a sottolineare: "l’Italia è tutta così", ovvero che tutti approfittino del lavoro nero; che tutti si beffino del Fisco non rilasciando scontrini, emettendo false fatture, trasferendo capitali all’estero, non pagando imposte, tasse e sanzioni; che tutti siano in un verso o nell’altro degli speculatori del cemento con proprietà abusive; ecc. ecc. Rispondo  dicendo che il “nuovo che avanza”, per differenziarsi davvero dal “vecchio che disavanza”, debba farsi avanti da “inattaccabile”. Non v’è giustificazione alcuna dietro alla scusa del “così fan tutti”. 

EticaMente. Personalmente credo che l’idea che “le colpe dei padri non debbano ricadere sui figli” sia una falsità immane. Il rapporto familiare ha un non so che d’inspiegabilmente morboso e inscindibile per natura. Un legame assoluto, in cui, l’idea stessa che non vi sia una “naturale connivenza” è soltanto una scialba e vana speranza. Non è che affermando implicitamente che mio padre sia libero di fare gli affari propri, specie se illeciti, io mi liberi "da ogni male". Un figlio che sia tale, "non può non sapere" e pertanto, seppur non colpevole in via giudiziaria, lo è sempre sul piano etico e morale. E per una forza politica che faccia proprio dell'Etica e della Morale le sue bandiere, non può essere accettabile che il proprio leader resti sul proprio scranno.

LiberaMente.Per quanto mi riguardi, non potendo fare spallucce sulle vicende paterne di Di Maio, dopo aver fatto fuoco e fiamme su quelle di Boschi e Renzi; non volendo essere rappresentato da un "Capo Politico" che oggi più di ieri non ritengo all’altezza del proprio ruolo, in data odierna mi dissocio ufficialmente dal Movimento Cinque Stelle, riappropriandomi della mia piena libertà giudizio e della mia totale indipendenza politica, consapevole di compiere il primo passo verso l'addio. Il Movimento Cinque Stelle, così com’è, guidato dall'attuale dirigenza, è del tutto impreparato ad incarichi di Governo. Avrebbe senza dubbio guadagnato in virtù, se avesse avuto l’opportunità di "fare esperienza" per altri cinque anni, sedendo sui banchi dell’Opposizione. Il futuro prossimo venturo, con tutti i rischi del caso, ma per la somma gioia di Matteo Salvini, è targato Lega... Che Iddio ce la mandi buona.

In fede, D.V.

P.S.  Non so se l’attuale tempesta mediatica che lo ha colpito possa o debba rappresentare la pietra tombale delle sue aspirazioni istituzionali. Certo è che per lui, pescato nel mazzo tra innumerevoli, dopo aver fatto bingo, si prospettino tempi meno luminosi. E casomai dovesse tornare a vivacchiare come un italiano medio, potrebbe sempre contare sull’eventuale aiuto del Reddito di Cittadinanza: tessera nominativa n.1…

Per la Politica, magari, avrà tempo la prossima volta, o meglio, la prossima vita. Quando l'ottenimento di una Laurea gli darà la possibilità di palare davanti alla platea di Harvard senza essere contestato per la "limitatezza" dei suoi studi; quando non scambierà più la Storia del Cile con quella del Venezuela e soprattutto, quando avrà imparato la lezione impartitagli da John Galsworthy...

 
 
 

"Cittadino Reddituale". Il punto di vista di un uomo qualunque, sul nuovo Governo "Giallo-Verde".

Foto di cornell2

"Le masse saranno sempre al di sotto della media. La maggiore età si abbasserà, la barriera del sesso cadrà, e la Democrazia arriverà all'assurdo rimettendo la decisione intorno alle cose più grandi ai più incapaci. Sarà la punizione del suo principio astratto dell'Uguaglianza, che dispensa l'ignorante di istruirsi, l'imbecille di giudicarsi, il bambino di essere uomo e il delinquente di correggersi. Il Diritto Pubblico fondato sulla Uguaglianza andrà in pezzi a causa delle sue conseguenze. Perché non riconosce la disuguaglianza di valore, di merito, di esperienza, cioè la fatica individuale: culminerà nel trionfo della feccia e dell'appiattimento. L'adorazione delle apparenze si paga". (Henri-Frédéric Amiel - 12 Giugno 1871)

Un incontro con D.V. - De Comitato di Redazione

Or dunque, alla fine hai fatto nuovamente centro. Come dire: avevi previsto un accordo Giallo-Verde e hai avuto l'occhio lungo. Non è che tu nasconda da qualche parte una sfera di cristallo? 

In tutta sincerità, non mi va di bearmi della mia lungimiranza, o forse sì... Fatto sta che non occorra alcuna sfera di cristallo, né, parimenti, il dono della precognizione per avere certezza che in Italia, quando si abbia a che fare con "giochi di Potere", tutto finisca come ci si aspetti che debba finire, nel bene e soprattutto nel male. 

Non puoi negare, tuttavia, che l'accordo tra Lega e M5S rappresenti quel che tu auspicassi e per cui, all'indomani delle Elezioni, scrivesti un manifesto-appello indirizzato alla platea dei tuoi lettori e soprattutto, a Salvini e Di Maio. 

No, non lo nego, anzi... Il vento è finalmente cambiato. Per prima cosa voglio ringraziarli per aver evitato di darsi la zappa sui piedi, decidendo di vedersi a quattr'occhi, dopo tanto ciarlare, all'indomani della rispettiva "vittoria" elettorale. Poi voglio dire grazie ad altre due persone, Beppe Grillo e  Gianroberto Casaleggio, senza il cui impegno ci troveremmo ancora a soffrire un "cielo buio" sopra l'Italia... Voglio anche dedicare un "pensiero", che tengo comunque per me, a Giorgio Napolitano, Matteo Renzi, Silvio Berlusconi, Laura Boldrini, ecc. ecc... Ciò premesso, ritengo che l'accordo tra i due cosiddetti "populisti" rappresenti "quel tanto che basta di benzina sul fuoco", necessario a svecchiare questo sistema ingessato, incancrenito, avvitato su se stesso e chi più ne ha più ne metta, chiamato Repubblica Italiana. Sarà un caso, ma voglio vedere come un buon auspicio il fatto che si sia trovato un accordo proprio alla vigilia della Festa del 2 Giugno.

Storicamente, hai sempre scelto lo scontro frontale con le Forze di Governo. Lo facesti con Silvio Berlusconi, con Mario Monti, con Enrico Letta e, buon ultimo, con Matteo Renzi, con cui avesti partita vinta soprattutto sul tema delle Riforme della Costituzione, a fronte della sua sonora sconfitta al Referendum Confermativo. Devo ritenere che ciò possa avvenire anche col nuovo "Esecutivo del Cambiamento"? 

Bada! Nel nostro Paese è consuetudine, tanto consolidata quanto biasimevole, saltare armi e bagagli sul carro del vincitore, auto-precludendosi follemente - per interesse diretto o nella speranza di veder saziato un potenziale tornaconto, piccolo o grande che sia - ogni diritto di critica. Insomma, non è mistero che in questa terra sciagurata ci si prostri sempre alla novità del momento, accettando spesso quel che razionalmente apparirebbe di per sé inaccettabile. Il nostro passato parla da solo: "tutti" fascisti; "tutti" anti-fascisti; "tutti" catto-comunisti; "tutti" Craxiani; "tutti" Berlusconiani; "tutti" Renziani; "tutti" Grillini; "tutti" Salviniani... Io non mi faccio travolgere dall'onda anomala di passaggio e non ho intenzione di svegliarmi, un giorno, guardandomi allo specchio giusto per sputarmi in faccia, per aver rinunciato a puntare il dito contro atti, affermazioni e decisioni, naturalmente opinabili, ma a mio parere sbagliati. Mi sentirò sempre in dovere di gridare, laddove dovessi confrontarmi con un popolo prono e silente : "Guardate. Il Re è nudo"! 

Indubbiamente, il tuo modo di fare opinione, essendo volto ad insinuare il tarlo del dubbio nella gente, attraverso ragione campagne mediatiche, di cui solo chi sa conosce la forza dirompente, mi spinge a domandarmi e a domandarti una volta ancora: "perché mai non ti riveli al mondo? Perché non ti butti nella mischia"? Magari un tuo impegno diretto, al cospetto di interlocutori istituzionali potrebbe essere ancor più efficace. 

Come sai, nel mio piccolo ho contribuito fermamente e ferocemente a smuovere le coscienze (e voti, ndr) di parecchi connazionali verso il "No" al Referendum Renziano, partendo da basi logiche, giuridiche e storiche, contrapponendomi ai tentativi di disinformazione e mistificazione propria di taluni sull'argomento Riforme della Legge delle Leggi. Ciò, senza dover rinunciare al "privilegio" dell'anonimato. Vedi in me un Pasquino del XXI Secolo, che alla proposta di un'ennesima faccia, preferisce quella dei proponimenti e delle idee. In tal modo, do una mia libera interpretazione del noto adagio: "Voce di popolo, voce di Dio"... Oppure, se preferisci, prendendo spunto da Luigi Einaudi, io ho qualcosa da dire e mi sento di potere e di dovere esprimere la stessa idea che gli altri dicono o presentano male. 

Ma in tal modo corri il rischio di agire da grande ed oscuro "manovratore" dietro le quinte. E in tempi di Cambridge Analytica e simili ciò potrebbe apparire come una pratica scorretta. Non credi?

A mio parere, la differenza fondamentale tra "grandi manovratori" e "cittadini felicemente impegnati a dare il proprio personale contributo al bene comune" lontano dalle luci della ribalta, sta nell'intenzione... Ti faccio due esempi umani, apparentemente opposti, ma in realtà molto simili: Enrico Cuccia e Licio Gelli. Il primo fece e disfece per decenni, l'Economia, la Finanza e l'imprenditoria familiare Italiana, senza mai aprir bocca, lasciando a secco i taccuini e i microfoni dei giornalisti che inesorabilmente lo inseguivano lungo le strade che portavano, a piedi, verso Mediobanca. Il secondo cercò (e lapalissianamente, a ben vedere, in parte riuscì nell'intento, ndr) di "deviare" la nostra Democrazia, nel buio delle segrete stanze, colme di politici, burocrati, magistrati, finanzieri, ecc. ecc. Loro punto in comune: agire, tacendo. Ecco, tenendo necessariamente conto delle ovvie differenze etiche, con entrambe queste figure mi sento di condividere la scelta di "fare", lontano dalla cataclismatica rovina causata dall'informazione ufficiale. 

Tornando al duo Di Maio-Salvini, che tipo di Amministrazione ti aspetti?

Beh, è chiaro che nel divenire forze di Governo, qualunque partito/movimento cresciuto sugli scranni dell'Opposizione allo Status Quo, rischi di perdere consensi nel proprio "zoccolo duro". E' cosa normale infatti, che posizione estreme lascino spazio ad altre più moderate allorché ci s'insedi a capo di un Esecutivo. Si diventa più "Democristiani", come evidenziato dagli angoli smussati da ciascuno nel "Contratto di Governo". Poco male: la moderazione da un lato un lato e la buona gestione (che, quantomeno, tale si spera si riveli, ndr) dall'altro, potranno invece allargare la base del loro elettorato. Quindi, per rispondere alla tua domanda: mi aspetto un'Amministrazione "iper-attiva"... E che tale iper-attività sia in grado di produrre qualcosa di buono. Certamente qualcosa di migliore rispetto a quanto fatto negli ultimi sessant'anni da qualsivoglia Governo. 

Che ne pensi della designazione di Giuseppe Conte alla Presidenza del Consiglio?

Beh, al di là dell'eclatante scivolone sul Curriculum Vitae, che mi ha fatto tornare alla memoria il caso di Valeria Fedeli, Ministro dell'Istruzione uscente, o, guardando altrove, i casi dei Teutonici "copiatori di tesi di Dottorato", Annette Schavane Karl-Theodor zu Gutenberg (costretti a lasciare l'incarico per aver mentito sulla propria formazione Universitaria, ndr), non ho molto altro per giudicare... Detto ciò, se il problema era quello dell'identificazione del candidato al ruolo di Presidente del Consiglio, io avrei sondato la disponibilità di Raffaele Cantone. Dopo tutto, se l'Italiaè nota nel mondo come la Patria della Mafiae come una delle culle della Corruzione, chi meglio di lui potrebbe rappresentare una vera e propria ventata di novità, in seno ad Istituzionisenza più alcuna Autoritàagli occhi della gente? Comunque sia, auguro buon lavoro a Conte, soprattutto perché oltre al lavoro titanico che lo aspetta, dovrà anche dimostrare di avere gli attributi, nell'accettare il ruolo di "foglia di fico" di due pezzi da 90 della Politica, "parcheggiati" al suo fianco come Vice-Presidenti del Consiglio.

Hai mai temuto che la prima rinuncia all'incarico di Conte potesse far saltare tutto, col rischio, addirittura, che fosse promosso l'Impeachment conto il Capo dello Stato?

Non posso negare di aver sudato freddo, innanzi alla remissione dell'incarico di Giuseppe Conte e alla chiamata di Carlo Cottarelli al Colle. Eppure, dentro di me una vocina diceva: "mai dire mai"... Dopo tutto, sarebbe stato alquanto ridicolo rinunciare alla possibilità di amministrare l'Italia, per ripicca contro la mancata nomina di Paolo Savona al Ministero dell'Economia. Riguardo alla provocazione, poi per fortuna rivelatasi tale, di mettere in stato d'accusa il Presidente della Repubblica, sono saltato sulla sedia. Ancora adesso, quando sento parlare di Sovranità "calpestata" da Sergio Mattarella, penso a Cicerone: "Il Potere è del popolo, l’Autorità del Senato"... Mutatis mutandis, oggi, a Roma, vale lo stesso principio, a dispetto delle prescrizioni della Costituzione Repubblicana vigente. Perché stupirsi, dunque? Da Francesco Cossiga a Giorgio Napolitano, passando per Oscar Luigi Scalfaro, il Parlamento avrebbe dovuto mettere in Stato d'Accusa ben tre inquilini del Quirinale... Forse. Quello attuale sarebbe stato pertanto, a voler proprio stravolgere i dettami della Sacra Carta, nient'altro che il quarto caso... Forse. L'interpretazione della Legge delle Leggi non è dissimile da quella di ogni altra norma giuridica: varia in funzione dell'interesse delle diverse forze politiche. Ergo, agli improvvisati costituzionalisti che diffondono le proprie speranze tradite come verità assolute, dico: "davvero pensate che quel che appaia giusto ai Vostri occhi sia davvero giusto ai sensi del Diritto"? Se Sì, V'invito a rileggere un manuale di Diritto Costituzionale, per ricredervi. Se No, il problema non sussiste. 

Come vedi Matteo Salvini a capo del Viminale e Luigi Di Maio al vertice del super-Ministero del Lavoro e dello Sviluppo Economico? Ti convincono? 

Prima di tutto, sono contento per loro. Il leader della Lega potrà finalmente dimostrare, come mi auguro, di essere in grado di regolare i flussi migratori col pugno di ferro, facendosi sentire in quella Bruxelles dei burocrati che conosce bene. E spero vivamente che sia in grado di assicurare nuovamente un po' di Ordine e Sicurezza a questa "terra di nessuno", in cui gli onesti muoiono e i delinquenti prosperano. Riguardo al Capo Politico del M5S, spero proprio che riesca a rivelare un concreto spirito da Giuslavorista, ora come ora ignoto, che gli consenta di gestire l'incancrenita crisi del Mercato del Lavoro, unitamente ad un'attitudine da Economista, che lo aiuti a ridare un senso alla parola "sviluppo economico". Certo, la mancanza di titoli di studio in tali rami non lo aiuteranno... Così come è certo , allo stesso modo, che in passato fior di professori abbiano dato il peggio di sé, nelle analoghe vesti ministeriali. Mi permetto di dire loro, in modo amichevole e paternale: "in bocca al lupo, ragazzi"!

Che ne pensi dei rispettivi cavalli di battaglia? Della "Flat Tax", per esempio.

Partendo dalla Flat Tax, sono contrario a tale ipotesi per principio. E se anche non fosse, dovrei esserlo per ragioni giudico-normative. Partiamo da qui: la Costituzione, all'articolo 53 prescrive: "Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività". L'idea di un'aliquota unica è pertanto inattuabile di Diritto, anche laddove non lo fosse di fatto. Sarebbe cioè incostituzionale e una Consulta davvero funzionale al suo ruolo, mai e poi mai potrebbe accettare una tale forzatura. E ciò si evince dalla scelta di limare l'iniziale proposta, proponendo due aliquote. D'altro canto, come dicevo, non contrario per principio, e meglio per buon senso. La proporzionalità favorisce i benestanti, rispetto alle classi meno agiate. Sempre facendo riferimento ad Einaudi: "le stesse dieci lire non hanno lo stesso valore per il povero che ci compra la minestra e per il ricco che ci compra la poltrona al teatro, dunque il ricco può pagare di più". Cosa c'è da aggiungere? Si fanno le barricate contro l'aumento dell'IVA, per poi accettare lo sbilanciamento fiscale in favore di chi abbia un Reddito più elevato. E' una follia, ripetuta a sproposito da menti annebbiate dalle chiacchiere e dall'ignoranza. Senza contare che quel poco che resta del Welfare State, andrebbe in frantumi per la conseguente intervenuta mancanza di risorse economiche. E ovviamente, la quota parte risparmiata dai grandi redditieri, essendo spendibile in ogni dove, nel mondo globalizzato, non sarebbe comunque sufficiente a colmare il buco creatosi nel frattempo nei conti pubblici, confidando nell'aumento dei consumi. 

Cosa proponi allora? 

La verità è che il nostro Fisco debba essere rifondato. Cosa che, ovviamente, non potrà avvenire in maniera efficiente finché non si sarà rivista la suddivisione territoriale-amministrativa dello Stato, attraverso una riduzione del numero delle Regioni e dei Comuni. Frattanto, basterebbe fissare dei punti cardine: rimodulazione (aumento del numero, ndr) dei gradini dell'Irpef, in modo da ricreare e favorire quella "classe media" di cui tanto si parla, soprattutto perché ormai di fatto sparita; ricalcolo degli estimi catastali, in modo da incassare quel che è giusto dagli imprenditori agricoli (e tra essi, dai produttori viti-vinicoli, ndr); dimezzamento del "cuneo fiscale" per Redditi da lavoro entro i trentamila Euro; incremento delle tasse sui Redditi da Capitale e sui grandi patrimoni immobiliari. Inoltre, è necessario che Donazioni e Successioni tornino ad essere prese in considerazione come strumento di perequazione. In aggiunta, credo che lo Stato debba strutturarsi in modo che non sia consentito il fallimento di un'azienda di cui sia debitore e che per i suoi ritardi di pagamento finisca in bancarotta; così come credo che lo stesso Stato debba irrorare le sanzioni amministrative in base al Reddito del contravventore (alla Finlandese). Equità e giustizia sociale devono insomma tornare al centro di ogni ragionamento della Politica, riguardo al Fisco. 

E sul Reddito di Cittadinanza qual è la tua posizione? Permettimi una premessa: mi fa sorridere il fatto che il Movimento Cinque Stelle (di cui sono elettore, ndr) co-fondato da Beppe Grillo, sventoli una bandiera di stampo Socialista... La Storia racconta che tra i primi a proporne l'istituzione vi sia stato il parlamentare del PSI, Agostino Marianetti, mediante la proposta dei Legge n. 5973 del 24 Settembre 1991 e la stessa Storia racconta del satirico e pungente rapporto che il comico Genovese abbia instaurato col partito dell'allora segretario, Bettino Craxi, poi annientato dall'inchiesta Mani Pulite. Ora, al di là dei giri e dei raggiri del "destino", pur confidando fortemente di essere smentito dai fatti, ammetto di non non riporre molta fiducia nel Reddito di Cittadinanza. Lo ritengo un mezzo di propaganda acchiappa-voti. E se c'è una cosa giusta che Matteo Renzi, a me notoriamente inviso, abbia affermato in veste di Presidente del Consiglio, credo sia stata l'idea che i cittadini debbano partire dalle stesse opportunità, rifiutando ogni forma di pseudo-assitenzialismo. Specie quando si consideri che nel nostro Paese continui a regnare l'idea del "do ut des" e l'opinione che lo Stato "ti debba" qualcosa. Non è affatto così. Consentimi una postilla su Matteo Renzi: l'ho tirato in ballo, ma non per questo lo riabilito. Egli resta sempre quello dell'Air-Force Renzi; delle schifo-riforme della Costituzione; del Jobs-Act; ecc. ecc. A mio giudizio, insomma, sarebbe meglio che lo Stato promuovesse la formazione culturale, sociale, economica e lavorativa del "Cittadino Reddituale" anziché essere la fonte di reddito del cittadino... Cittadino Reddituale, nel senso di un soggetto in grado di chiedere, pretendere ed ottenere in forza della propria capacità, della propria formazione e del proprio merito. Certo, in un Paese dove la meritocrazia è un parolone da rotocalco può apparire impossibile. Fatto sta che l'impegno di tanti non si può oltraggiare premiando le indecenti aspettative di troppi altri... O meglio, di una moltitudine di perditempo.

Eppure, in Nazioni come la Finlandia, pare funzionare. 

Facciamo un po' di chiarezza sulla Finlandia. Quello messo in campo nel Paese Scandinavo è un esperimento biennale, partito il 1 Gennaio 2017, che si concluderà il 31 Dicembre 2018, con un budget di 20 milioni di Euro, che, stando ai programmi dell'attuale Esecutivo, non sarà prorogato perché giudicato "troppo costoso" (in base all'attuale livello di tassazione, ndr) e che prevede un sussidio di 560,00 Euro mensili, erogato dall'Istituto di Previdenza, il Kela, in favore di duemila disoccupati sorteggiati. E qui vedo dei problemi. La Finlandia ha una popolazione di dodici volte inferiore a quella Italiana, ha un tasso di disoccupazione di circa l'8,8% (circa 350.000 persone sono ufficialmente in cerca d'impiego, ndr), gli Uffici per l'impiego funzionano, cosa che evidentemente da noi non è, l'onestà è un fatto e non una speranza o uno slogan elettorale e i "sorteggi" non sono pilotati come usualmente capita in qualunque occasione e l'evasione fiscale, sempre che esista, non è neanche lontanamente comparabile alla nostra. Da ultimo, dubito che in Finlandia esista un termine che definisca il "lavoro nero", vera e propria piaga, assiema al caporalato, del nostro "Mercato del Lavoro". Il fatto di non perdere il sussidio, in caso in cui chi ne usufruisca trovi un impiego, può certamente essere uno stimolo per taluni, ma, nel contempo, una vasta platea di furbi è in fremente attesa di farsi largo tra le maglie larghe del sistema, per sfruttarne le carenze, arricchendosi alle spalle della comunità. 

Quindi il tuo è un no, senza se e senza ma?

Non voglio essere così estremo nel giudicare la proposta. Certo è che se proprio dovessi assegnare una priorità, a categorie sociali meritevoli di un "aiuto economico di base", guarderei prima di tutto alle cosiddette "casalinghe". Da che mondo è mondo, le donne, in quanto mamme e mogli, sono le prime "lavoratrici" di questo Paese. Lavoratrici che, ovviamente, talvolta sommano alla cura del "focolare domestico" anche un impiego esterno, oggigiorno sempre più o meno precario. In secondo luogo, se proprio dovesse essere, dato che in Italia gli scansafatiche sono sempre dietro l'angolo, sperimenterei il Reddito di Cittadinanza tra i giovani che abbiano dimostrato di avere a cuore il "bene comune", ad esempio attraverso attività di volontariato, o, magari, avendo servito la Patria nelle Forze Armate. Sarebbe una soluzione accettabile, qualora si decidesse di interrompere la "sospensione" del Servizio di Leva Obbligatoria. Come detto all'inizio, spero che i fatti mi dimostrino di essere in errore. E poi, se penso alle folli spese del Mose, dell'Expo, del TAV, degli F-35, credo sia d'obbligo dare una possibilità anche al Reddito di Cittadinanza. 

Sei del parere che la Legge Fornero e le norme sul Jobs-Act debbano essere cancellate?

Partiamo da un principio: visto e considerato che la "madrina" della legge previdenziale attualmente in vigore, piangendo lacrime di coccodrillo a favore di telecamera, abbia goduto del privilegio di andare in pensione senza essere interessata da quella stessa legge, perché "professoressa universitaria", trovo giusto o meglio doveroso, cancellare la norma, perché a posteriori, ma evidentemente con lungimirante "calcolo", rivelatasi "ad personam". Detto ciò, non vorrei trovarmi nei panni di politici e giuslavoristi che dovranno tenere un occhio sulla Sostenibilità del Sistema. Se l'ipotesi che circola riguardo alla cosiddetta "quota cento" non aiuta a trovare la quadra in merito alla migliore gestione delle risorse disponibili, oggi e soprattutto domani, ritengo doveroso tornare a tutelare il diritto dei lavoratori di lungo corso e soprattutto, di quelli impiegati in mansioni usuranti, di godersi qualche anno di vita senza troppo penare. D'altro canto, credo che qualunque norma che legalizzi e renda eterno l'impiego precario, che consenta l'abuso del "ricatto" sul posto di lavoro e che autorizzi lo "sfruttamento" del contraente debole (il lavoratore, ndr) non sia accettabile. La garanzia della "sicurezza di vita" che ti offre un posto stabile e un contratto a lungo termine dovrà essere il punto focale di ogni futura riforma del Mercato del Lavoro. 

Il Governo durerà o tornerà in auge l'aggettivo "balneare"? 

Governare, come partire, è un po' morire. Messe da parte le battaglie d'opposizione, i "vorrei ma non posso", le chiacchiere da bar, alla squadra messa in campo da Salvini e Di Maio non resta che seguire l'unica tattica possibile: "palla lunga e pedalare". A dispetto dei profeti di sventura e alla faccia degli "scommettitori di Berlino", l'Esecutivo Giallo-Verde dovrà durare per l'intera Legislatura. E' necessario che le aspettative degli elettori non siano tradite; così come è necessario far ricredere chi continui a sputare veleno... Ma soprattutto è necessario che duri per ridare slancio all'Italia; per costruire il suo oggi e per progettare il suo domani. Per troppi lustri il nostro Paese ha vestito il suolo di comparsa, provocando gli sghignazzi degli altri attori, prima ancora che degli spettatori. E' tempo che ottenga indietro la parte da protagonista, il peso che merita, sia in Europa, sia nel mondo. Concludo con una nota citazione di John Galsworthy, che così recita: "C’è una sola regola per gli uomini politici di tutto il mondo: quando sei al potere non dire le stesse cose che dici quando sei all’opposizione. Se ci provi, tutto quello che ci guadagni è di dover fare quello che gli altri hanno trovato impossibile". Ecco, prendere spunto da cotanta saggezza sarebbe già un buon inizio. Il cittadino comune, già uomo qualunque, sentitamente ringrazia...

Del Comitato di Redazione.

P.S. Grazie a D.V. 

 
 
 

"Socio di Maggioranza".

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"Agli uomini per i quali la parola «Democrazia» è sinonimo di rivoluzione, anarchia, distruzioni, stragi, ho tentato di dimostrare che la Democrazia poteva governare la Società rispettando le fortune, riconoscendo i diritti, risparmiando la Libertà, onorando la Fede; che se il Governo Democratico sviluppava meno di altri talune belle facoltà dell'animo umano (rispetto al governo aristocratico), recava tuttavia benefici grandi; e che, forse, la volontà di Dio era di diffondere una felicità parimenti mediana per tutti, e non di rendere alcuni estremamente felici e pochi soltanto quasi perfetti. Ho inteso anche ricordare loro che, quale che fosse l'opinione di ognuno a tal riguardo, non era più tempo di deliberare, poiché la Società si veniva sviluppando in una certa direzione e li trascinava con sé, tutti, verso l'uguaglianza di condizioni, sì che non restava da far altro che scegliere tra mali inevitabili. Il nostro problema, oggi, non è affatto di sapere se si può instaurare un Regime Democratico o un Regime Aristocratico, ma di scegliere tra una Società Democratica che progredisca senza grandezza ma con ordine e moralità, e una Democrazia disordinata e depravata, in preda a furori frenetici o sottoposta a un giogo più greve di tutti quelli che hanno oppresso gli uomini dalla caduta dell'impero romano fino a oggi". (Alexis de Tocqueville) 

Incipit. Indubbiamente, se c'è una "sentenza" che il popolo Italiano è stato finalmente in grado di dare, attraverso il Voto alle recenti Elezioni Politiche, è quella di "pre-morte" del Partito Democratico. Un Partito che, grazie all'atteggiamento saccente e prevaricatore di Matteo Renzi, da forza post-rivoluzionaria cui avrebbe dovuto aspirare a diventare, è assurto invece a una sorta di familistico potere reazionario. Ciò, da un lato, anteponendo al bene dei lavoratori la prostrazione e il fattuale asservimento a banchieri e finanzieri e, dall'altro, scimmiottando le peggiori politiche di Destra sia in Economia sia sul Mercato del Lavoro.

Ora, il solo pensiero che l'abortito tentativo di rendere il fu PCI-PDS-DS (più Margherita e vari altri ed eventuali, ndr) una moderna forza di Governo, abbia il diritto-dovere ovvero la facoltà di porsi quale fondamentale stampella della Maggioranza Parlamentare tuttora in gestazione, per il bene della Nazione, rappresenta un oltraggio dell'elettorato, oltreché una contraddizione in termini di Dignità.

4 Dicembre 2016 / 4 Marzo 2018. La parola data deve essere, sempre e comunque, sinonimo di Verità. In nessun caso essa può essere negata o "riformulata", facendone un mezzuccio per accomodare, giustificare o stravolgere scelte compiute. In questa considerazione, sta la differenza tra l'opportunista e l'Uomo con la "U" maiuscola. Citando Victor Hugo: "I pertinaci sono i sublimi. Chi è soltanto audace non ha che un impulso; chi è soltanto valoroso non ha che un temperamento; chi è soltanto coraggioso non ha che una virtù; l'ostinato nel vero ha la grandezza"...

Partendo da tale principio, è innegabile che il maggior colpevole dello "sfacelo Democratico" porti il nome di Matteo Renzi. Se costui avesse rispettato l'assunto per cui: "se perdo il Referendum sulle Riforme della Costituzione, lascio la Politica"; se avesse scelto di dire addio a compagni di viaggio scomodi come Maria Elena Boschi e Luca Lotti; se avesse coscienziosamente fatto "mea-culpa" su certe decisioni prese in veste di Presidente del Consiglio; se avesse parlato di problemi e soluzioni, invece di attaccare a testa bassa gli avversari su un nulla che fosse pura propaganda elettorale; se non avesse negato l'innegabile... Magari avrebbe potuto limitare il disastro. Invece... Invece, il rottamatore, alias "io sono Mr. 40%", ha finito per auto-rottamarsi.

Se mi guardo indietro, so per certo che il "Campione del Marketing di se stesso" non mi piaccia e mai mi sia piaciuto. Neppure quando, nell'incipit la sua "discesa in campo", fu acclamato come novello Salvatore della Patria, contro i "suoi", contro il Berlusconismo e contro la Crisi... Insomma, è cosa nota, ovvia e assodata: l'ex Sindaco di Firenze è il politicante "giovane" più lontano da me e dalla mia idea di Governo dell'Italia (Silvio Berlusconi lo è invece tra quelli "vecchi", ndr). Pur tuttavia, nonostante lo aspetti ancora fiducioso che decida di cambiar mestiere, voglio esprimergli un minimo di solidarietà, visto e considerato il crescente numero di compagni di partito che gli abbia voltato le spalle. Gli stessi compagni che, è bene ricordarlo, ancora il giorno prima delle Elezioni Politiche gli si prostravano innanzi, nonostante fosse chiaro anche agli stolti, che il Voto dei cittadini avrebbe premiato M5S e Lega e incenerito il PD. Perché se c'è una cosa che proprio non apprezzo della Politica (oltre all'italica pratica del "salto sul carro del vincitore", ndr), essa è la discesa furtiva dalla groppa dell'ex "cavallo vincente", per di più prendendolo a vergate...
 
Solidarietà sì, ma a "responsabilità limitata". Analogamente a quanto accadde nella "congiura delle idi di Marzo" - inscenata per saziare certe sue brame di Potere - quando infierì con una stilettata alle spalle di Enrico Letta, Renzi sta vivendo su di sé quel che la Storia tante volte ha insegnato, sotto forma di contrappasso, vale a dire: "chi di spada ferisce di spada perisce". La lezione di Etica che gli tocca subire è ai miei occhi uno spettacolo grandioso e impagabile. Anche se dubito che da ciò egli possa o voglia imparare qualcosa.

The day after. Tornando al nuovo "squilibrato equilibrio" che si è creato in Parlamento tripolare, reputo impossibile, sia per il Movimento Cinque Stelle, sia per il Centro Destra, o meglio, per la Lega "Nazionale" di Salviniana ispirazione, il tentativo d'intavolare un accordo programmatico col PD "cancerogeno" di Matteo Renzi, seppure su pochi punti specificamente concordati, quando, nel recente passato, non si sia fatto altrettanto con quello "soft" capeggiato dallo "smacchiatore di giaguari" in disarmo, Pier Luigi Bersani. L'esclusione del Partito perdente da ogni iniziativa di Governo, dev'essere il "primo paletto" da tenere bene a mente. Che si assegni un incarico esplorativo a Luigi Di Maio, o a Matteo Salvini, troppo diverse le idee e troppo rischioso fare del PD una "spina" in seno a un Governo, sia cooptandolo in Maggioranza sia chiedendone soltanto un appoggio esterno. Troppo ampio il margine di "potere ricattatorio" che gli si concederebbe in tal guisa. 

Senza nuove "regole del gioco" non si va da nessuna parte. Il "secondo paletto" da tenere a mente è la Legge Elettrorale. L'Italia non può permettersi di tornare al voto facendo perno su una norma scandalosa come il Rosatellum. Nel nostro Paese, in cui è fortemente radicato il Parlamentarismo, ritengo che che l'adozione di una legge elettorale Proporzionale, con sbarramento del 5%, il voto di preferenza, la determinazione della Coalizione d'appartenenza prima del voto, il "Vincolo Di Mandato" in capo agli eletti e una "Norma Anti-Ribaltone", con decadimento automatico per chi decidesse di tradire il voto elettorale e un "limitato" premio di Maggioranza, possa essere la soluzione più equa (ovviamente, l'assenza di pendenze con la Giustizia e il limite di eleggibilità per due Legislature consecutive, dovrebbero completare il quadro, ndr). Perché la Democrazia va ponderata attraverso la giusta dose di Governabilità e di Rappresentatività. 

La folle opzione di un nuovo ricorso alle Urne, poche settimane o mesi dopo il riultato del 4 Marzo scorso, è pertanto da escludersi a priori. In effetti, chi ci dice che non si creerebbe uno stallo ben peggiore di quello attuale? Se passasse l'idea del "voto minacciato continuato" si potrebbe teoricamente andare avanti all'infinito, perché ci sarebbe sempre qualcuno, perdente o vincitore, destinato a restare insoddisfatto. Senza contare che le parole recentemente proferite da Sergio Mattarella, riguardo al "senso di Responsabilità, per il bene dell'Italia", stiano lì a dimostrare che il Capo dello Stato non sia affatto disposto a sciogliere le Camere appena elette. Da che mondo è mondo, il Quirinale riesce sempre a tirar fuori un coniglio dal cilindro, con quella che si suole definire "moral suasion". In aggiunta, conoscendo il modo di fare e di pensare dei nostri Parlamentari, per nulla inclini a rinunciare al seggio "guadagnato" per i cinque anni a venire, una soluzione tampone si troverà di certo. 

Il "terzo paletto" che chiunque salirà al Colle per le consultazioni dovrà avere bene in vista, è l'impossibilità di soffrire a lungo la mancanza di un Esecutivo nella pienezza delle sue funzioni, soggiacendo alla moda internazionale del momento (come recentemente hanno sperimentato Belgio, Grecia, Spagna e Germania).

Nonostante i tanto vituperati Mercati fino ad ora siano rimasti alla finestra, evitando di affossare il Paese a "forza di spread" e sebbene le odiose ed odiatissime Agenzie di Rating non abbiano variato la propria valutazione finanziaria e il rischio Paese, Roma non può rimanere troppo a lungo priva di una "nuova" Amministrazione che si proponga con forza innanzi al consesso internazionale. 

"Terroristi" dello Status Quo. A dispetto delle indicazioni chiaramente espresse dagli Italiani, c'è sicuramente più di un "qualcuno" già impegnato anima e corpo a "remare contro", nell'intento d'impedire che la "Rivoluzione delle urne" si concretizzi, di riflesso, nella vita quotidiana. Potentati industriali, portaborse con smanie di Potere, Politicanti della vecchia e vecchissima guardia... Facendo un nome a caso, immagino la frenetica attività di un "puparo della Politica" come l'ex Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che , dietro le quinte, ancora scosso per la duplice vittoria "populista", starà facendo del tutto per inventarsi una Maggioranza trasversale che perseveri nell'esclusione dei pentastellati da ogni incarico governativo. Meglio insomma forzare le cose, accorpando una Destra a guida leghista (la Lega è pur sempre un Partito ormai "consolidato" nel Sistema, ndr) con una Sinistra bastonata e perdente, piuttosto che cedere il passo a un movimento-non-più-movimento antisistema, per di più guidato da un giovanotto troppo giovane per l'Italica "gerontocrazia".

Spero proprio che a tale ipotesi, che già di per sé fa accapponare la pelle, Matteo Salvini dica no. Dopo tutto, egli è destinato a rappresentare il leader del Centro-Destra per gli anni a venire. Specie quando si consideri che, pur augurandogli lunga vita, Silvio Berlusconi sia, causa ragioni anagrafiche, un "morto che cammina" e che non vi sia un esponente di Forza Italia in grado di prenderne le redini, allorquando l'ex-Cavaliere finirà per abbellire, da dentro, il proprio faraonico mausoleo. Non essendoci insomma un "democristiano" alla Franco Frattini, non a caso in passato indicato come successore dell'Uomo di Arcore, il partito-azienda sarà cannibalizzato, o per meglio dire fagocitato dalla Lega. In un mondo incattivito dagli eventi, i moderati sono destinati a diventare una sparuta minoranza, o, peggio, a divenire parte, risibile e residuale, delle ali estremiste in costante crescita di consensi. 

Così come alla Lega non conviene compromettersi col PD, per le distanze siderali in materia di Previdenza, Europa, Sicurezza ed Emigrazione, al M5S non è affatto utile perseverare nella ricerca di un accordo con esso, principalmente per la loro rispettiva, diversa "considerazione del cittadino". Al PD dei banchieri fa da contraltare il M5S dei correntisti e dei risparmiatori; al PD del "Jobs Act" si contrappone il M5S del Reddito di Cittadinanza... Il PD dei "salotti radical chic" e dell'Air Force Renzi dev'essere considerato un triste passato. Meglio guardare oltre.

And the winner is... All'indomani del responso elettorale, qualcuno ebbe modo di affermare che per Luigi di Maio sia stato come aver vinto un Oscar, senza però avere avuto la possibilità di ritiralo... Ecco, partendo da tale condivisibile paragone, credo che per lui la migliore soluzione sia quella di lasciare strada a Matteo Salvini. Dovrebbe comportarsi come il Socio di Maggioranza di una Società per Azioni, che pur partecipando alla determinazione del Management, lascia la gestione dell'Azienda al CEO di turno. Ciò, sempre con la possibilità di sfiduciarlo in seno all'Assemblea e di mandarlo a casa.

Un Governo a termine (ma senza scadenza). Il nostro Paese "merita" un Rassemblement pour la République "Giallo-Verde", che, partendo dalle basi comuni, una volta "limati" i rispettivi spigoli programmatici, cominci ad edificare la Nazione del domani, meno burocratica e meno asservita al Capitalismo di Provincia, ma, parimenti, più capace di farsi rispettare da Bruxelles e più vicina ai bisogni socio-economici dei cittadini. Dopo la sciagurata, ridicola stagione della "Grosse Koalition" all'italiana, realizzatasi con il Governo Monti, non troverei affatto scandaloso un'unione, per quanto potenzialmente temporanea, di due forze politiche meno lontane di quel che sembri.

Riposti gli slogan e le schermaglie da Campagna Elettorale, allorché ci si siederà, finalmente, per discutere delle innumerevoli cose da fare e dei troppi problemi da risolvere, si potrà avere ben chiaro se sia davvero la volta della nuova, attesissima e fin troppo auspicata "Italia 2.0".

Che Dio ce la mandi buona. Almeno stavolta!

D.V.  

 
 
 

Italia 2018. La scelta di voto di un "Italiano medio" sopra la media.

Foto di cornell2

"Il voto malavitoso condiziona e inquina la politica e le elezioni di metà del Paese. Nel 2001 Berlusconi vinse in Sicilia 61 collegi su 61. È comunque opinione che quel trionfo fu dovuto anche ai voti controllati dalla mafia. E ora il Cavaliere ritenta il colpo rilanciando il ponte di Messina, che sarebbe inevitabilmente una colossale pacchia per l'onorata società. Come insegna l'autostrada Salerno-Reggio Calabria, fatturata metro per metro dalle cosche". (Giovanni Sartori)

"Il bello della Democrazia è proprio questo: tutti possono parlare, ma non occorre ascoltare (...) Le verità che contano, i grandi principi, alla fine, restano sempre due o tre. Sono quelli che ti ha insegnato tua madre da bambino". (Enzo Biagi) 

"Un popolo che ignora il proprio passato non saprà mai nulla del proprio presente". (Indro Montanelli)

Intervista a D.V. del Comitato di Redazione. 

Bene. Eccoci qua, in procinto di tornare finalmente alle urne, dopo anni di "Democrazia sospesa", Governi Tecnici e Governi illegittimi causa "Porcellum".  Per chi voterai?

Beh, per prima cosa voglio dirti per chi non voterò. Il primo della lista è Matteo Renzi, ovviamente. Il "Campione del Marketing di se stesso", il cui unico merito, a parte aver perso il Referendum sulle Riforme della Costituzione, è indubbiamente quello di ver disintegrato il PD...

A mio avviso, nessuno meglio di lui può rappresentare l'esempio ciò che la Politica non debba, non dovrebbe, né dovrà più essere, in Italia... Non foss'altro che per un semplice e indiscutibile assunto: la sua figura è di troppo in questa Campagna Elettorale, già di per sé folle, villana e troppo spesso attorciglia su un nulla che non sia il semplice e puro attacco personale.

Di troppo dicevo, se non per Onestà, quanto meno per rispetto verso la parola data agli elettori, prima del 4 Dicembre del 2016. Hai presente la promessa di lasciare il suo lavoro da "politicante" e di cambiare mestiere? Ecco, io penso proprio a tale affermazione. Dargli ora il proprio Voto sarebbe un'offesa auto-inflitta, prima ancora che un oltraggio alla Repubblica Italiana. Se non è in grado di deciderlo da sé, mandiamolo a casa, una volta per sempre, in questa ghiotta occasione alle porte, voltandogli definitivamente le spalle. 

Vuoi dire che anche per l'ex Sindaco di Firenze valga l'adagio: "Il Potere logora chi non ce l'ha"? 

Ovvio che sì! Ti faccio un semplice esempio. Senza tornare a rinverdire i "successi" del suo Esecutivo delle idi di Marzo, nato e cresciuto radicandosi nel terreno di un tradimento architettato a spese di un pur sempre discutibile Enrico Letta, pensa al suo accanimento nell'aizzare i giornali di parte e la Televisione di Stato, a lui prostrati, nel creare un'artificiosa Rimborsopoli con protagonista il Movimento Cinque Stelle... Piuttosto che sproloquiare contro la sbadataggine di Luigi Di Maio e del M5S, riguardo a fatti interni a un movimento politico e a Denaro comunque attinente allo stipendio incassato da Parlamentari "poco fedeli" al proprio credo; invece di sparare qua e là promesse da marinaio che quando sedeva in capo al Governo era ben lungi dal mantenere, sarebbe meglio che ci spiegasse come mai il suo PD non abbia seguito l'esempio del Movimento Cinque Stelle, decurtando gli emolumenti ai propri Deputati e Senatori e destinando i risparmi al finanziamento del Micro Credito. 

Ma da uno che per eccesso di "grandeur" abbia affibbiato ai contribuenti Italiani, per i decenni a venire, un esosissimo Aereo di Stato e che alla parola "Banche" si perda in arzigogolate spiegazioni che tutto fanno fuorché il bene dei risparmiatori, non pretendo alcuna risposta che non sia il silenzio. Dopo tutto, delle sue "boutades" son piene le fosse...

Detto no a Matteo Renzi, ci sono comunque tante altre opzioni. Che ne pensi degli altri leaders a disposizione? 

Beh, posso dirti che non voterò neanche per l'altro Matteo (Salvini, ndr). Ti fideresti di un tipo che ciarli tanto di Lavoro, quando sappia a malapena cosa significhi rimboccarsi le maniche? O di uno che abbia perorato per anni la causa della Secessione, per poi fare una giravolta, ponendosi come Salvatore dell'Italia, con capitale "Roma ladrona"? Che faccia la guerra all'Europa e all'Euro senza avere cognizione che le "ricette economiche" proposte sarebbero ben peggiori del male causato in passato dai burocrati di Bruxelles da un lato e dagli accomodanti politici Italiani dall'altro? E infine, ti fideresti di uno che cavalchi e fomenti l'ira e l'irrazionalità di un popolo fatto "branco", con la scusa della Sicurezza? Io, no. Ecco perché rispedisco al mittente le chiacchiere che fanno tanto chiasso e che stimolano le fantasie delle menti fragili.

Né voterò il mio "nemico di sempre", ovvero Silvio Berlusconi. Assegnare il Voto a un vecchio "tombeur de femmes" dalle discutibilissime capacità di Governo, per di più condannato per Frode Fiscale dalla Magistratura, Rossa, Nera o Rosso-Nera che sia, vorrebbe dire darsi la zappa sui piedi una volta ancora. Tali, tante, troppe e innumerevoli sono le memorie storiche contro quest'uomo che negarle o passarci sopra sarebbe un atto nauseante, o meglio, un suicidio etico e morale. Quando penso all'ex Cavaliere penso sempre ad Enzo Biagi, vittima a suo tempo dell'Editto Bulgaro e alle sue parole: "Se Berlusconi avesse le tette farebbe anche l'annunciatrice"... Peccato che certi giornalisti-giornalai di oggi non abbiano imparato alcunché da certe riflessioni fin troppo illuminate.

In aggiunta, dalle dichiarazioni di Berlusconi circa la necessità di tornare subito alle Urne, qualora dall'appuntamento del 4 Marzo non scaturisse una Maggioranza, in Parlamento, capace di partorire un Governo nella pienezza dei suoi poteri, si evince, ancora una volta, che al "Caimano" non freghi un bel nulla del nostro Paese. Il suo scopo, di tutta evidenza anche agli occhi degli stolti, è già adesso quello di ripresentarsi a un'eventuale, nuova tornata elettorale, in qualità di candidato unico del Centro Destra, nella certezza, più o meno reale, che l'Alta Corte di Strasburgo dichiari l'illegittimità della sua Incandidabilità, così come imposto dalla Legge Severino. Il suo unico interesse insomma, è quello di essere riabilitato agli occhi degli Italiani e del mondo.

Credo che a questo punto della Storia, sia necessario guardare oltre... Insomma: è tempo che "Forza Italia" torni ad essere un puro e semplice incitamento sportivo; è ora che la Politica delle promesse da marinaio venga meno; è il momento giusto per dare il via libera all'Uomo di Arcore affinché si accampi, finalmente, laddove meriti, ossia tra le Piramidi d'Egitto... 

Restando a Destra, non sceglierò neanche Fratelli d'Italia della "sovranista" Giorgia Meloni, In effetti, ai Meloni preferisco i Cocomeri... A parte le battute, credo che Giorgia Meloni, recentemente "benedetta" da un tipo per nulla rassicurante come il leader Ungherese Viktor Orbán, anziché sognare Palazzo Chigi, dovrebbe cambiar mestiere, lasciando stare la politica, per dedicarsi anima e corpo alla moda. Dopo tutto, di una che appaia così piacente nei manifesti elettorali, le passerelle non possono fare assolutamente a meno. E poi, rispetto alle beghe parlamentari, vuoi mettere? 

Men che meno potrò dare credito a Forza Nuova o a CasaPound. Ma ti pare che possa considerare, senza rabbrividire, dei Partiti dalle palesi "Nere ispirazioni", sebbene edulcorate da un apparente stile social-conservatore moderno, o a Movimenti estremisti che guardino al Duce come al Salvatore della Patria? Ciò, specie quando si consideri che la Costituzione che ho difeso da troppi tentativi di scempio, sia scritta col sangue dei figli della Resistenza contro il Regime e la Dittatura, a difesa e a ripristino della Libertà. In Italia non c'è spazio per il "Fascismo 2.0". Oltre che la Legge delle leggi, lo diacono il buon senso, la dignità e la Ragione.

Dall'altra parte della barricata non potrei in alcun caso concedere il lusso del mio voto a Pietro Grasso e a Laura Boldrini. Se per quest'ultima non posso nascondere una viscerale antipatia legata alle sue dichiarazioni, agli atti e ai fatti compiuti durate la sua permanenza sullo scranno di Terza Carica dello Stato, all'ex Magistrato non perdono l'immagine del "vorrei ma non posso" che si è cucito addosso in veste di Presidente del Senato, come avvenuto in occasione delle votazioni sul Rosatellum, ovvero, della schifosa legge elettorale anti-grillini, che tutti adesso desiderano cancellare, una volta che sia terminata la conta... Inoltre, ho trovato davvero fuori luogo che delle figure istituzionali abbiano scelto di "scendere in campo" come mine vaganti, nell'arena della politica attiva, fondando addirittura un nuovo soggetto politico. 

E poi, restando a Sinistra, non se ne può più di vedere sempre le stesse facce che ingrassatesi a nostre spese, lustro dopo lustro, in veste di "professionisti del seggio". Possibile che nel 2018 si debba ancora avere a che fare con "comunisti-ex-comunisti-post-comunisti" come Pierluigi Bersani e Massimo D'Alema? O con liberisti-libertari radicali, con il piede in due staffe ad elezioni alternate, come Emma Bonino (che considero una delle più sopravvalutate esponenti della Politica di tutti i tempi)? 

A ben guardare restano ben poche frecce nella tua faretra... Devo supporre che il Movimento Cinque Stelle sarà il simbolo sui cui metterai la tua "X" nel segreto della cabina elettorale?

In tutta sincerità, sebbene non condivida alcuni punti del programma del Movimento fondato da Grillo e Casaleggio, ormai cresciuto e capace di correre autonomamente; nonostante alcuni scivoloni organizzativi, tipo quello sui mancati rimborsi; a dispetto di Virginia Raggi... Il 4 Marzo, assegnerò il mio voto al M5S per ricostruire il Futuro dell'Italia, dando fiducia a Luigi Di Maio e alla sua squadra di Governo. 

Detto ciò, confidando che tanti altri milioni di connazionali facciano lo stesso, che si vinca o che si "pareggi" sono sicuro che assisteremo a una svolta epocale. E sarà davvero un bello spettacolo vedere un gruppo di giovani - incapaci di arrendersi alla gerontocrazia che ha affossato un'intera Nazione - diventare la prima forza del Parlamento, alla faccia delle speranze e degli intendimenti di gente come Sua Maestà "Re Giorgio Napolitano", noto e perdurante puparo dietro le quinte. E sarà interessante vedere come un Presidente della Repubblica sotto-tono nei fatti, come Sergio Mattarella, vorrà muoversi allorché dovesse trovarsi con le spalle al muro. 

Comunque vada sarà un successo. In alto i cuori! 

Del Comitato di Redazione.

Grazie a D.V.

 
 
 

"L'Italia s'è Destra"...

Foto di cornell2

"Delle cause e degli aspetti del Fascismo, storici di diverse tendenze hanno già dato svariate interpretazioni: e hanno messo in evidenza, secondo le premesse politiche o filosofiche da cui partivano, i fattori psicologici e morali, o quelli sociali ed economici di questa crisi: la esasperazione contingente del primo dopoguerra, o le lontane tare tradizionali di servaggio e di conformismo, o l'ultimo tentativo reazionario di una classe conservatrice, che tenta di sbarrare il cammino alle nuove forze progressive che avanzano. Forse in ognuna di queste concezioni c'è una parte di vero. Ma ciò che soprattutto va messo in evidenza del Fascismo è, secondo me, il significato morale: l'insulto sistematico, adoprato come metodo di governo, alla dignità morale dell'uomo: l'umiliazione brutale ostentata come una gesta da tramandare ai posteri, dell'uomo degradato a cosa. [...] Nel macabro cerimoniale in cui gli incamiciati di nero, preceduti dai loro osceni gagliardetti, andavano solennemente a spezzare i denti di un sovversivo o a verniciargli la barba o a somministrargli, tra sconce risa, la purga ammonitrice, c'era già, ostentata come un programma di dominio, la negazione della persona umana. Il primo passo, la rottura di una conquista millenaria, fu quello: il resto doveva fatalmente venire (...) Il ventennio fascista non fu, come oggi qualche sciagurato immemore figura di credere, un ventennio di ordine e di grandezza nazionale: fu un ventennio di sconcio illegalismo, di umiliazione, di corrosione morale, di soffocazione quotidiana, di sorda e sotterranea disgregazione morale. Non si combatteva più sulle piazze, dove gli squadristi avevano ormai bruciato ogni simbolo di libertà, ma si resisteva in segreto, nelle tipografie clandestine dalle quali fino dal 1925 cominciarono a uscire i primi foglietti alla macchia, nelle guardine della polizia, nell'aula del Tribunale speciale, nelle prigioni, tra i confinati, tra i reclusi, tra i fuorusciti. E ogni tanto in quella lotta sorda c'era un caduto, il cui nome risuonava in quella silenziosa oppressione come una voce fraterna, che nel dire addio rincuorava i superstiti a continuare: Matteotti, Amendola, don Minzoni, Gobetti, Roselli, Gramsci, Trentin. Venti anni di resistenza sorda: ma era resistenza anche quella: e forse la più difficile, la più dura e la più sconsolata". (Piero Calamandrei)

Intervista a D.V. - Del Comitato di Redazione.  

Incipit. Nonostante l'inesorabile scorrere del tempo, è indubbio che il Fascismo, con tutte le sue oscure sfaccettature pro e contro, perorate a giorni alterni da una parte o dall'altra, affligga ancora il nostro Paese. La scelta di non fare i conti col passato, nell'ottica di una "rappacificazione nazionale" e con l'intento di non rinfocolare una guerra civile che covava ancora sotto alla cenere; la volontà di abortire sul nascere ogni ipotesi di una "Norimberga Italiana" e di portare alla sbarra centinaia di gerarchi di primo piano, di interessati portaborse e sciagurate mezzecalzette, poi sapientemente riciclati nel burocratico groviglio del Potere Istituzionale, ha lasciato una ferita mai rimarginata nel nostro tessuto sociale, politico e culturale. Basta guardarsi attorno e prestare orecchio. In una terra dove si dibatta ancora sui presunti "meriti" di "eroi" del calibro di Rodolfo Graziani; dove si celebrino ricorrenze in "onore" dei caduti della marcia su Roma; dove si guardi al regime dittatoriale di ieri come una panacea contro i "giri a vuoto" della Democrazia di oggi e dove, soprattutto, si continui ad acclamare il "fu" Benito Mussolini come "Duce" e salvatore della Nazione, fuorviando la sola Verità che non può non ricordarlo come mortale pena della propria Patria, massacratore del proprio popolo (e dal popolo, prima ancora che dalla Storia, condannato, ndr) e folle esaltato in grado di rinnegare le proprie radici politiche; è evidente che qualcosa non proceda proprio come dovrebbe...

Cominciamo con una domanda a brucia pelo, tanto per riscaldare gli animi... Sebbene tu non abbia mai fatto mistero della tua simpatia per il Movimento Cinque Stelle, se ti volgi al passato senti prevalere in te degli ideali di Destra o di Sinistra?

Beh, che dire? Non c'è male come inizio. Partiamo dal principio della tua domanda. Da simpatizzante del M5S non posso non riaffermarne la cultura di base, ovvero, che io mi senta distaccato da tutte le "cause ideali" che nel corso dei decenni abbiano devastato il nostro Paese. Cause che devono essere ascritte tanto all'una quanto all'altra parte dell'emiciclo Parlamentare, ossia al Centro-Sinistra del Pentapartito e alla Sinistra Comunista prima (fino allo scandalo Tangentopoli, ndr) e al Centro-Destra di Forza Italia & Co. e alla "Cosa" PDS-DS-PD poi (dal tramonto di quella rivoluzione mancata che fu l'inchiesta "Mani Pulite", fino ad oggi, ndr).

Mi permetto di osservare: una risposta un po' qualunquista. Non trovi?

Qualunquista? Realista direi! I responsabili della rovina del nostro Paese hanno "nomi e cognomi" precisi e provenienza politica certa e risaputa. La possibilità di impegnarsi direttamente e senza l'obbligo di far leva su "insegnamenti" preordinati e prestabiliti... Qui, a mio giudizio, sta ancora la forza del partito-non-partito creato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Ci sono argomenti, idee, proposte e soluzioni, utili al tanto declamato "Bene Comune"? Chi se ne frega se abbiano radici di Destra o foglie di Sinistra! Il compito di una forza politica moderna, che voglia ristabilire regole certe, legalità, giustizia, giusta pena, opportunità per i cittadini e via dicendo, è quello di prendere il buono ovunque esso alberghi.

Ho notato che nel tuo raffronto la parola Destra sia stata evitata nel primo caso, e sapientemente "edulcorata" dalla parola Centro nel secondo. Come mai? Eppure, la Repubblica Italiana ha avuto a che fare con una forza di Destra, il MSI di Giorgio Almirante, che è un pezzo di Storia di questo Paese.

Ottima osservazione, se non fosse che citando il MSI si tiri in ballo un partito d'ispirazione Fascista che in base ai dettami della Costituzione non avrebbe potuto né dovuto essere... Ma da qualcuno assolutamente voluto, all'interno delle Istituzioni cui sarebbe spettato il compito di vigilare sulla rinascita della Democrazia in Italia, dopo  il "nero ventennio". Per me, a norma di Legge, il Movimento Sociale non sarebbe esistito e oggi non ne parleremmo affatto. 

Dalle tue parole colgo un sentimento anti-fascista e da ciò deduco che tu non sia un "Conservatore". Rispolverando un termine di uso comune fino a qualche tempo fa, sei dunque un "Progressista"?

"Progressista" non lo direi nemmeno alla sorella del mio peggior nemico. Se soltanto sapessi di avere dei nemici... Lasciamo cotanto appellativo ai Prodi, ai Veltroni, ai Rutelli, alle Meandri e a tutti gli arrampicatori del "fu" Ulivo e agli aderenti della "fu" Unione... D'altro canto, nonostante a sentir dire "anti-qualunque-cosa" mi si accappona la pelle, sull'aggettivo antifascista devo darti ragione. Credo nella Resistenza, nei valori Repubblicani, nella Costituzione della Repubblica e condanno un passato di vergogna fatto di manganello e olio di ricino; della guerra del "Mi serve qualche migliaio di morti per sedermi al tavolo delle trattative" e ovviamente, delle leggi razziali. E non mi basta affatto cercare quel poco di buono che un Regime sanguinario avrebbe fatto, stando ai ragionamenti squilibrati di tanti connazionali. Non metto le mani in una cloaca con l'intento di raccattare qualche pagliuzza d'Oro... Sempre che ve ne siano davvero!

Che rapporto hai con la Sinistra?

Mi sento oltraggiato dalla Sinistra. Spinto da una tradizione familiare, ammetto di aver tentato più volte di comprenderne i valori, cercando di combinarli con i miei princìpi, ma sempre in vano. Al di là delle posizioni ideali e identitarie di quella parte dell'emiciclo Parlamentare, il punto comune avrebbe dovuto essere l'opposizione al Regime che fu: un fronte comune, nel ricordo di quel che fu e che mai più avrebbe dovuto essere. Tuttavia, non ho mai digerito il suo atavico odio per il Tricolore, sostituito da una bandiera Rossa transnazionale, né la sua velleità di cucirsi addosso la toppa di difensore della Democrazia. Nonostante abbia un buon ricordo, seppur un po' sbiadito, di Enrico Berlinguer e sebbene la Storia m'induca ad avere una pessima opinione di Palmiro Togliatti, quando penso a coloro che oggi ne dovrebbero rappresentare i diretti discendenti, mi vien da ridere... Ho in mente la Sinistra mondialista e "banchiera" e allo stesso tempo no-global, in grado di tirar fuori l'Antifascismo come fosse un bicchiere di benzina da buttare sul fuoco, tanto per vedere l'effetto che fa, nel tentativo di sviare altrove il dito puntato contro le sue eterne incapacità.

Non potrei mai riconoscermi nella Sinistra-non-Sinistra del decisionista, ineguagliabile "campione del Marketing di se stesso", noto all'anagrafe come Matteo Renzi. Non potrei mai condividere un'opinione con la Sinistra ultra-buonista e anti-nazionale di Laura Boldrini, né con quella di partitucoli che, apparendo e scomparendo nell'arco di una Legislatura, si permettano il "lusso" di disfare quel poco di buono che rimane in Italia, ad esempio minando le basi della famiglia, lavorando in favore della Legalizzazione, o facendo guerre di minoranza per allargare a dismisura e follemente i Diritti Civili, per concedere lo Ius Soli o per fare dell'Italia un pezzo d'Africa...

E quali rapporti con la Destra? Se non erro, un tempo apprezzavi Gianfranco Fini.

La Destra è uno strumento di demotivazione dell'elettore. Il fatto di aver messo una pietra sul ventennio, senza fare piazza pulita delle sconcezze e dei misfatti e senza condannare vertici del Potere dittatoriale, ha privato il cittadino-elettore, del diritto di dirsi di Destra se non a rischio di essere tacciato per "nostalgico". O peggio, di essere idealmente accomunato ai fautori dello "Stragismo di Stato", nel nome dell'anticomunismo. Di conseguenza, parlare di Patria, salutare la bandiera, difendere il concetto di Nazione, pretendere Ordine, Legalità e Sicurezza, oltreché il semplice rispetto della Legge, sono inscindibilmente legati all'idea di dover giocoforza indossare un'ideale camicia nera. Eppure, non dev'essere così. Per cinquant'anni, l'Italia di Destra moderata non è andata più in là della Democrazia Cristiana, proprio perché non esisteva una Destra Repubblicana che tenesse a freno i figli di Salò, raccolti nel Movimento Sociale Italiano. Per altri quattro lustri ed oltre, la Destra moderata è stata rappresentata dal "Berlusconismo" e non occorre aggiungere altro... Fini rappresentava una speranza, perché avendo compiuto dei passi storici, come il riavvicinamento allo Stato di Israele, avrebbe "liberato" l'elettore di Destra da ogni etichetta. Purtroppo, si è rivelato l'uomo sbagliato. Ad oggi, lo ammetto, egli rappresenta la mia più grossa delusione politica. E' "trapassato" senza possibilità di tornare in sella. E se meriti anche un colpo di grazia giudiziario, sarà la Magistratura a deciderlo. Come dire: ai giudici "l'ardua sentenza"... 

Per "Par Condicio" emotiva, se a Destra guardavi a Fini, puoi fare un nome per l'opposto schieramento?

In tutta onestà, non ce n'è uno... Tuttavia, facendo uno sforzo, aprendo un quotidiano di questi tempi potrei citare il Ministro degli Interni, Marco Minniti. Pur non gradendo il suo storico legame con Massimo D'Alema, apprezzo molto la sua volontà di mettere fine allo scandalo ONG e di dare una stretta alla di fatto assente Politica in tema di migrazione, in seno al Governo di Paolo Gentiloni. Dopo tutto, ho una posizione alquanto netta riguardo alla cosiddetta "invasione delle nostre coste". Per di più, mi piace che con le sue scelte risulti antipatico ai suoi stessi compagni di partito, come nel caso del suo collega, Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Graziano Delrio. Nel vedere come su muove, sono dell'idea che anche in veste di Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, con delega ai Servizi, abbia ben lavorato, nel buio delle segrete stanze... E' un vero peccato che nel suo ruolo non si attivi, anima e corpo, anche per rivelare le scomodo Verità su Ustica, sulla Strage di Bologna e su ogni altro oscuro attentato che abbia sconvolto la nostra vita negli ultimi cinquant'anni almeno.

Andando per deduzione, senza pretendere una risposta alla mia ipotesi, potrei definirti a buon diritto un elettore di Destra, antifascista e "grillino".   

Rispondo semplicemente dicendo: "Libertà di pensiero propria di menti libere". Detto ciò, sono dell'idea che i Partiti e i movimenti che si richiamino al Fascismo, o che si definiscano come una sorta di sua discendenza naturale, debbano essere messe fuori legge come fatto in talune occasioni, negli anni '70 del Novecento. Troppe volte, oggigiorno, con la scusa della Libertà di opinione si passa sopra ad un reato, l'Apologia del Fascismo, grave non soltanto perché nato e cresciuto sul sangue di milioni di Italiani, ma anche perché destinato ad impedire che il futuro possa prima o poi macchiarsi del passato... E troppe volte, oggigiorno, capita che chi inneggi all'onore e alla lealtà, rendendo omaggio ai "repubblichini" e definendosi patriota, non sappia neppure cosa voglia dire giurare la propria vita in difesa dei quella stessa Patria, non avendole neanche "regalato" un anno di leva, perché troppo giovane o perché immancabilmente imboscato.

Da qualche tempo, la vuota quotidianità del Parlamento è stata alterata dalla proposta di Emanuele Fiano, di rivedere proprio la normativa sull'Apologia di Fascismo. Che ne pensi?

Punto primo: Emanuele Fiano non mi è simpatico. O meglio, non lo è dai tempi in cui per difendere le Riforme della Costituzione si mostrava con altezzosità davanti ai microfoni dei TG, come fosse l'unico portatore di Verità. Prima di allora, quasi non sapevo chi fosse. Punto secondo: la Propaganda elettorale sempiterna del PD mi dà la nausea. Ciò premesso, sono dell'avviso che l'Apologia del Fascismo, fattispecie richiamata dalla cosiddetta Legge Scelba n. 645/1952, sia un reato gravissimo che vada contro i princìpi fondanti della nostra Democrazia, così come definita dalla Costituzione vigente. Coloro che ciarlino sul fatto che "le opinioni non si processino", come ad esempio Matteo Salvini e Maurizio Gasparri (ma anche oltre a qualche noto esponente del M5S, ndr) sono caldamente invitati a studiare un po' di Storia, andando a pregare sulla tomba di Giacomo Matteotti per esempio. Ciò, per avere ben chiare le maniere spicce del Regime di Benito Mussolini, sul come imporre il "pensiero unico", al costo della Vita... Altrui!

Rimanendo sullo stesso tema, qual è la tua opinione sull'idea di taluni che, come nel caso della Signora Presidente della Camera dei Deputati, vorrebbero cancellare i simboli, i monumenti e gli edifici Littori, che sovente ancora oggi decorano le nostre città?

Trovo che certe idee siano quantomeno strampalate. La recente presa di posizione di Laura Boldrini sul fatto che i monumenti fascisti offenderebbero chi contro il Fascismo abbia combattuto è un affronto alla Storia e un'offesa, in questo caso reale, verso chi veda in essi un richiamo e un ammonimento per gli errori del passato. Senza contare che per dare credito alle parole della Terza Carica dello Stato, si dovrebbe avere un grosso lanternino, utile ad individuare queste schiere di tristi alfieri della Resistenza, visto l'inclemente passare degli anni, a favore della "Nera Mietitrice". Non vorrei che la Signora Presidente della Camera si sia lasciata incantare dall'eccessi di zelo a stelle e strisce che, negli Stati ex Confederati, vede una campagna di rimozione delle statue degli eroi sudisti. La Storia, per quanto triste e dolorosa, è la base su cui si erge ogni Nazione. E il caso del Fascismo (e della successiva lotta di Liberazione, ndr) non può essere da meno. I Monumenti di quella famigerata "Era", fanno comunque parte, a pieno titolo, di quel che siamo, nel bene e nel male. Non è il marmo, né il travertino, a dover incutere terrore, bensì le idee, gli intendimenti, gli atti, i fatti, le azioni e le parole. Quando sento certe uscite mediatiche di Laura Boldrini; quando guardo alla sua figura di maestrina intransigente e bacchettona e ovviamente, quando prendo atto della sua assurda dualità, femminista e "anti-maschio" per eccellenza da un lato e "Madonna velata" al cospetto dei Governanti di fede Musulmana dall'altro, mi chiedo come sarebbe uscita la sua figura, dalla penna tagliente di una grandissima giornalista chiamata Oriana Fallaci...

E così come non discuto la "pietra", non discuto nemmeno il valore del 25 come Festa di Liberazione dal Nazi-Fascismo, da cui è scaturita la Repubblica che nonostante tutto mi ha dato i Natali e da cui è poi nata la Costituzione a cui quotidianamente certo di rifarmi e che ostinatamente difendo.

A quali valori di ispiri?

Se non avessi la sicurezza di apparire bigotto, risponderei: "a Dio, padre e Famiglia". Mi limito pertanto a quei Valori Cristiani "normali" con cui sono cresciuto e che mi ricordano che in Italia si festeggino la Pasqua e il Natale e non il Ramadan; che la donna sia libera ed emancipata e non reclusa e velata; che vigano la giustizia e la carità Cristiana e non la legge del Taglione... E ovviamente, sul versante "laico", aggiungo le parole di un giuramento che ebbi modo di prestare qualche anno or sono, che racchiude tutto il resto: "Giuro di essere fedele alla Repubblica italiana, di osservarne la Costituzione e le leggi e di adempiere con disciplina e onore tutti i doveri del mio stato per la difesa della Patria e la salvaguardia delle libere istituzioni". Tanto mi basta per definirmi una persona onesta, titolata a pretendere onestà da chiunque altro, sia esso un cittadino sia esso un esponente del Vertice dello Stato. 

Cosa ti aspetti per futuro?

Sono del parere che fintantoché non si consenta al corpo elettorale di esprimersi con un voto libero, sia azzardato fare supposizioni. Quel che è certo è che qualunque risultato si otterrà alle Elezioni Politiche del 2018, sulla base di questa o di quella legge elettorale, esso rappresenterà la "conseguenza negativa" delle velleità, delle presunzioni e delle prevaricazioni perpetrate dall'Ex Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Sulla falsariga della domanda di apertura: oggigiorno, in Italia, senti prevalere degli ideali di Destra o di Sinistra? 

Indubbiamente, in questo mondo sempre più "incattivito", dove Politica e Diplomazia hanno le sembianze di Donald Trump, di Vladimir Putin, di Recep Tayyip Erdoğan, di Bashar al-Assad, di Kim Jong Un, di Boris Johnson, ecc. ecc. In cui l'Europa va in frantumi sull'onda lunga della Brexit e nel quale il Sud-America pare ripiombato negli anni '70 del Novecento... In Italia ha indubbiamente ripreso a spirare il vento: un vento di Destra, di una destra oltranzista ed estremista, che non sa fare altro che ispirarsi dal Passato da un lato e darsi in pasto a un Padano, Matteo Salvini, che con calcolo maniacale, parlando alla "pancia della gente", abiurando la Secessione e svestendo la propria "camicia Verde", punta dritto ad arrivare nella "stanza dei bottoni". E non è detto che il colpo della vita non gli riesca. Anzi!

E' dunque lecito aspettarsi una "Alba Dorata" in salsa Italica? Ovvero, più che "l'Italia s'è desta" potremmo affermare che "l'Italia s'è Destra"?

Tastando l'umore della gente, è evidente che il baricentro politico si stia spostando su valori tradizionali e conservatori. E non avrebbe potuto essere altrimenti dopo anni in cui la Sinistra asservita alle Finanza non ha saputo fare altro che scimmiottare le peggiori ricette liberiste in tema di Lavoro e Previdenza, né è stata in grado di farsi rispettare in Europa o di mettere un paletto in difesa dei propri confini. Ciononostante, non credo che in Patria nostra sia all'orizzonte un'Alba Dorata. Tuttalpiù un'ennesima Resurrezione di Silvio Berlusconi, "condita" dall'escalation della Lega Nord. Dopo tutto, è cosa nota, l'Italiano medio "guarda le figure", s'informa poco e male e ha la memoria corta... O meglio, ne è totalmente privo, essendo sovente privo di cervello. Ecco perché certi personaggi decotti siano destinati ad avere sempre un passato, un presente e un futuro. A tal proposito, Indro Montanelli ebbe modo di affermare: "In Italia a fare la dittatura non è tanto il dittatore quanto la paura degli italiani e una certa smania di avere, perché è più comodo, un padrone da servire. Lo diceva Mussolini: «Come si fa a non diventare padroni di un paese di servitori»?"

La Storia è una ruota che gira e che troppo spesso, purtroppo, si muove nel verso sbagliato. Per quanto mi riguardi, comunque, voglio ancora aver fiducia nel nostro "comune domani" di Nazione. E nel farlo, ovviamente, confido nella luce buona delle Stelle...

Del Comitato di Redazione.

P.S. Grazie a D.V.

Addendum. "Questa è l’epoca degli ismi: comunismo, capitalismo, marxismo, storicismo, progressismo, socialismo, deviazionismo, corporativismo, sindacalismo, fascismo: e nessuno s’accorge che ogni ismo fa rima con fanatismo. Questa è l’epoca degli anti: anticomunista, anticapitalista, antimarxista, antistoricista, antiprogressista, antisocialista, antideviazionista, anticorporativista, antisindacalista, antifascista: e nessuno s’accorge che ogni ista fa rima con fascista. Nessuno dice che il vero fascismo consiste nell’essere anti per principio, per bizza, cioè nel negare a priori che in ogni corrente di pensiero vi sia qualcosa di giusto o qualcosa da usare per cercare il giusto. È ad incasellarsi nel dogma, nella cieca certezza d’aver conquistato la verità in assoluto, sia essa il dogma della verginità di Maria o il dogma della dittatura del proletariato o il dogma dell’Ordine e Legge, che si perde il senso anzi il significato della libertà: unico concetto inappellabile e indiscutibile. Tant‘è vero che la parola libertà non ha sinonimi, ha solo estensioni o aggettivi: libertà individuale, collettiva, personale, morale, fisica, naturale, religiosa, politica, civile, commerciale, giuridica, sociale, artistica, di espressione, di opinione, di culto, di stampa, di sciopero, di parola, di fede, di coscienza. Al limite essa è l’unico ismo cioè l’unico fanatismo ammissibile: perché senza di essa un uomo non è un uomo e il pensiero non è pensiero”. (Oriana Fallaci)

 
 
 
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