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Un blog creato da cornell2 il 24/05/2009

0744 Il Velino

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ULTIMI COMMENTI

 

Più "lampredotto" per noi e più carta straccia per voi...

Foto di cornell2

"La lumachella de la Vanagloria, ch'era strisciata sopra un obelisco, guardò la bava e disse: Già capisco, che lascerò un'impronta ne la Storia". (Trilussa)

Incipit. "Caro Matteo Renzi, sulla falsariga di quanto fatto con il Decreto Salva Banche, come mai non è stato così sollecito nell'emanare un atto normativo che impedisse ai partiti, con la sola eccezione del M5S, di auto-omaggiarsi di una pluri-milionaria, indebita "tredicesima" di fine anno messa in conto ai contribuenti? Possibile che l'Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati sia stato così insolente ed ingordo, senza che Palazzo Chigi abbia avuto qualcosa da ridire? Possibile che non abbia avuto modo di dare un colpo di telefono a Laura Bordini, Signora Presidente di quel ramo del Parlamento, tanto vicina emotivamente, a suo dire, ai piccoli investitori rimasti schiacciati dagli infausti eventi? Non è che il suo duplice ruolo di Capo del Governo e di Segretario del PD l'abbia indotta a guardare altrove, mentre il tesoriere già faceva i conti"? 

Rammenti: che si chiami ‎Finanziamento Pubblico, Rimborso Elettorale, contributo politico, liberalità, regalia, sottrazione indebita, furto, o rapina, non cambia alcunché... Sempre Denaro dei contribuenti è! Detto ciò, attenderò confidente una sua esaustiva risposta che, ovviamente, non esiste (il solo tentativo di trovarne una, rappresenterebbe un inutile arrampicarsi sugli specchi, ndr).

Pierino, il ragioniere e la pulzella. Dopo gli anni del Berlusconismo, confidavo che per l'Italia si fosse aperta una stagione nuova, in cui la Politica dell'oltraggio dell'avversario, dell'avvilimento della Verità, dell'umiliazione del cittadino e del soddisfacimento dell'interesse privato, potesse lasciare spazio a quella del buon gusto, dell'etica, della giustizia, del sostentamento dei valori dell'uomo comune. Poi venne il Renzismo...

Ieri, a riscuotere la mia antipatia c'erano Silvio Berlusconi, Giulio Tremonti e il duo Mara Carfagna / Mariastella Gelmini, oggi ci sono Matteo Renzi, Pier Carlo Padoan e (ne basta una, ndr) Maria Elena Boschi. Ciò, con la grande differenza che (prendendo a prestito delle condivisibili osservazioni l'ex-Cavaliere, ndr) questo Governo sia totalmente "abusivo" e che la Democrazia continui ad essere "ufficialmente" sospesa.

Oggi come ieri, mi trovo ad ascoltare, nell'ordine: 1) le vane promesse, le auto-celebrative elucubrazioni e i mirabolanti farò di un leader di tutto "capace a modo suo"; 2) le dichiarazioni di un Ministro dell'Economia che pare non saper fare altro rassicurare i contribuenti, salvaguardare la Casta di Potere (al Potere per garantirsi eternamente il Potere, ndr) e prevedere fantomatiche uscite dalla Crisi e inesistenti segnali di crescita del PIL (salvo poi tirar fuori dal cilindro degli "imprevisti di Bilancio" che necessitino aggiustamenti "lacrime e sangue", ndr); 3) il vociare distratto, sul Nulla, delle "quote rosa" di Governo.

Ciliegina sulla torta, guardando al domani, mi trovo a ragionare di Legge ad personam e Conflitto d'interessi...

"000, al Servizio dei Poteri Forti". Non è un mistero: Matteo Renzi non mi piace e non gode della mia Fiducia. Non soltanto per il tappeto rosso che ha voluto stendere alle pretese della Confindustria, attraverso un abominio normativo chiamato Jobs Act, o mediante la cancellazione "de facto" dell'art.18 dello Statuto dei Lavoratori; non soltanto per i tentativi di stravolgere la Sacra Carta con Riforme tutt'altro che condivisibili; non soltanto per la perdurante, malcelata intenzione di metter mano alla Giustizia in maniera "punitiva" anziché risolutiva dei problemi.

E non soltanto per il famigerato pranzo di Arcore tenuto nascosto all'Opinione Pubblica, poi ammesso a mezza bocca, quando diventato innegabile. E non soltanto per  la scelta di fare le scarpe a un suo compagno di partito, Enrico Letta, nonostante le rassicurazioni del tipo "Enrico stai sereno"... E non soltanto per la sua inespressiva saccenteria (da far rimpiangere il miglior Massimo D'Alema, ndr); per il suo modo di farsi credere onnisciente, onnipresente, onnipotente; per la sua incapacità di mettersi davvero nei panni della gente normale; per l'uso di omaggiarsi di doti da Statista, muovendosi goffamente tra i cosiddetti Potenti del mondo; per il suo attendismo Diplomatico. E non soltanto per la sua vicinanza alle ragioni del Sistema Bancario...

D'altro canto, non mi piace nemmeno il Ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan. Primo, per il suo essere "Ministro Tecnico", figura che se poteva andar bene all'inizio degli anni '90, come caso unico e irripetibile causato dagli eventi, oggi non sono più disposto ad accettare.

Secondo, perché non trovo professionale che dall'alto della sua posizione, riesca a smentirsi a giorni alterni, a favore di telecamera, circa l'avviata e tanto attesa nuova era di sviluppo da un lato e il persistere delle difficoltà di crescita dall'altro.

Terzo, perché trovo ridicolo mascherare il persistente dissesto del Bilancio Pubblico con i pericoli dello Stato Islamico alle porte. E quarto, infine, per la sua vicinanza alle ragioni del Sistema Bancario...

Inoltre, inchinandomi doverosamente al suo fascino femminile da Venere di Botticelli, non mi piace neppure il Ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi. Ciò, non tanto per il suo continuo ciarlare in materia di Riforme, né per il suo essere additata come prossimo Segretario del PD; Presidente della Repubblica; Papessa; Santa subito; Vergine Maria... Quanto per la sua vicinanza alle ragioni del Sistema Bancario...

La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l'esercizio del credito (Art. 47, c.1 Costituzione Italiana). Per spiegare la repulsione che io provi verso qualsivoglia obbligo dovuto a un Sistema Bancario degenerato che, in quanto cittadino, mi tocca sopportare, basti dire che sarei favorevole al pagamento "liquido" di stipendi e pensioni. Una libera scelta che dovrebbe essere garantita a chiunque. A dispetto delle normative di salvaguardia promosse in suo favore da questo o da quell'Esecutivo. 

Ora, mettendomi nei panni di un anziano, obbligato da Mario Monti ad aprire un conto in banca per incassare il magro assegno previdenziale di sua spettanza, o di un lavoratore dipendente alle prese con le perduranti incertezze legate all'instabilità del Mercato del Lavoro, i quali avessero scelto di affidare il proprio patrimonio ad un "gentile funzionario" di Banca MarcheCariChietiBanca Etruria, o CariFerrara (con la fiducia che soltanto le persone oneste possono concedere, ndr), sarei quantomeno inquieto, o, cedendo alla licenza poetica che non mi appartiene, ma che in questo caso suona bene, sarei parecchio "incazzato". 

Certo, ogni investimento nasconde in sé una Speculazione. Tuttavia, tra la speculazione di un professionista di settore e quella di un "obbligato dell'investimento forzato" è certamente differenza. Anche perché quest'ultimo sovente deve fare i conti con promotori furbetti, infedeli o propriamente ladri, che di sotterfugi per convincere i propri correntisti ne conoscono parecchi. "Metta una firma qui (...) E' una pura formalità"...

Bail In VS Bail out. La cosa che mi lascia assai perplesso è che si sia accettato di sacrificare la sorte di migliaia di risparmiatori, quando si sarebbe potuto cercare una soluzione buona per tutti, attraverso un aiuto di Stato. Alla faccia dei regolamenti e delle direttive Europee.

Ciò, visto e considerato che manchi ancora del tempo a Gennaio 2016, data di adozione della nuova stringente normativa decisa in sede UE che impedisce ai singoli di Paesi di correre in soccorso di Istituti di Credito a rischio default e che comunque, anche rischiando una procedura d'infrazione, si sarebbe dato prova di tenere a cuore i diritti dei propri cittadini. La nostra tanto declamata "Ricchezza Privata" che da sempre riempie le bocche dei politici.

Invece, primato dei primati, l'Italia ha anticipato tutti, in maniera assurda, per la prima volta nella sua storia.

E adesso, come al solito, si cerca la soluzione al problema del problema. Credo che il dissesto bancario evitato a spese delle fasce deboli dei risparmiatori e la mossa avverata del Governo, abbiano dimostrato, semplicemente, che in questa terra sciagurata passino gli anni e cambino gli Esecutivi, ma che in fin dei conti prevalga sempre la stessa Politica: quella della "Tip-Top", o peggio, quella della "pezza" raccapezzata alla bell'e meglio... 

"I padri han mangiato l’agresto e ai figliuoli s’allegano i denti" recita un noto passo biblico. Indubbiamente, che le colpe dei padri non cadano sui figli è una conquista di civiltà, che in Italia, è supportata anche dalla Costituzione, laddove, all'art.27 affermi che la responsabilità penale sia personale.

Tuttavia, è indubbio che il Decreto Salva Banche, oltre ad aver potenzialmente "salvato" gli amici e gli amici degli amici, e ad aver messo sul lastrico migliaia di Risparmiatori, abbia unito nelle responsabilità tanto i padri quanto i figli. 

Come dire: nonostante le rassicurazioni, gli indizi giocano a sfavore di chi sieda ai posti di comando... Alla Magistratura, l'ardua sentenza. Prima o poi.

Tirando le somme. C'era una volta l'Azione Di Responsabilità verso gli Amministratori incapaci o malandrini (di fatto, in Italia, opzione rimasta sempre "lettera morta", ndr), poi venne, o meglio, poi verrà il ‎Bail In. Nel mezzo, un decreto "ad personam", voluto dal Governo di ‎Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan (e soprattutto, è inutile girarci attorno, benedetto dal padre di Maria Elena Boschi, ndr), che, azzerando i ‎Risparmi di una Vita, ha messo sul lastrico migliaia di cittadini, assieme alle poche speranze che erano rimaste loro verso il Futuro.

Se vivessimo in un Paese serio, quest'Esecutivo sui generis avrebbe già rassegnato le Dimissioni in blocco, assieme al Governatore della Banca Centrale (che nel caso di specie porta il nome di Ignazio Visco, seduto a capo di Bankitalia, ndr) e al Capo dell'Agenzia di controllo delle Società e della Borsa Valori (che in Italia si chiama Giuseppe Vegas, Presidente della Consob, ndr). 

Perché se è vero com'è vero che la sincerità verso il popolo sia un obbligo verso il popolo stesso e che la parola data valga la propria personale dignità, è vero anche che eventuali azzardi decisi in barba alle regole, per ragioni di auto-tutela personale o familiare, con piena e consapevole disonestà, siano atti penalmente perseguibili che pretendano Giustizia e Verità.

D.V.

P.S. Caro Matteo Renzi mentre pensa a come soddisfare il Diritto del raggirati di vedersi rinfondere il maltolto (che non è soltanto un fatto etico, ma un preciso obbligo economico-finanziario, ndr) mi permetta un consiglio: l'anno che verrà, cambi nome alla "fiera delle vanità", dove tutto si rottama fuorché l'auto-referenzialità: "Leopolda" richiama alla memoria i "capolavori" dell'Italico cinema pecoreccio degli anni '70... Con la grande differenza che le sue battute non facciano ridere come quelle del compianto Renzo Montagnani.

 
 
 

“Mamma li Turchi”! Se l’Europa diventasse Eurabia.

Foto di cornell2

“Ogni Veneziano della flotta sapeva che gli Ottomani stringevano d’assedio la città di Famagosta a Cipro. La capitale dell’isola, Nicosia, era caduta pochi mesi dopo l’invasione avvenuta nel Luglio 1570. Ventimila abitanti massacrati quando le truppe Turche dilagarono in città, e il resto degli isolani si sottomise per evitare lo stesso destino. Solo la piccola città di Famagosta rifiutò di arrendersi e resistette, nella speranza di ricevere soccorsi via mare. Poche ore dopo la caduta di Nicosia, i cavalieri Turchi giravano intorno alle mura di Famagosta, sbeffeggiano gli abitanti con le teste dei cittadini più in vista di Nicosia infilzate sulla punta delle lance. Ma il governatore di Famagosta, Marcantonio Bragadin, aveva preparato il suo comando a resistere a un lungo assedio e si capì subito che la città non avrebbe ceduto, nonostante l’esempio spaventoso del destino di Nicosia. All’inizio della primavere del 1571 più di 100.000 Turchi si raccolsero intono a Famagosta. Sembrava difficile che potesse resistere a lungo. Ma per quattro mesi i 4.000 difensori respinsero ogni assalto fino a che nel Luglio 1571 gli attaccanti riuscirono ad aprire delle brecce in sei punti delle mura, mentre le truppe della guarnigione di difesa erano ridotte ormai agli ultimi barili di polvere da cannone. Davanti alla prospettiva di una sconfitta ormai certa, Bragadin cercò una resa onorevole. I termini concordati il 1° Agosto con il comandante Ottomano, Lala Mustafa, furono insolitamente favorevoli: i Veneziani ottennero protezione per i cittadini superstiti, mentre la guarnigione sarebbe stata evacuata e trasferita nell’isola Veneziana di Creta. I Turchi avevano perduto più di 50.000 uomini nelle operazioni  per conquistare Nicosia e Famagosta. I termini dell’accordo erano generosi, soprattutto tenuto conto dei massacri di Nicosia. Il 4 Agosto Lala Mustafa convocò Bragadin e il suo seguito al proprio campo. Il governatore Veneziano, vestito della toga purpurea dei senatori, uscì a cavallo da Famagosta sotto un parasole decorato (contro i raggi infuocati) alla testa dei suoi ufficiali e con una guardia del corpo di quaranta archibugieri (…) Nel corso dell’incontro, il capo Ottomano lo accusò di aver rotto l’accordo per la resa della città, e chiese degli ostaggi. Bragadin rispose che questo non era nei patti. Quindi, a un segnale precedentemente concordato, alcuni giannizzeri si precipitarono nella tenda e sopraffecero i Veneziani. All’esterno, la scorta del senatore era già stata disarmata (…) Gli Ottomani di solito ripagavano la resistenza con la morte, e che ai difensori della città fosse consentito di ritirarsi con le loro armi in pugno e le bandiere al vento non aveva quasi precedenti. In occasioni analoghe gli Ottomani avevano invariabilmente massacrato o ridotto in schiavitù il grosso dei prigionieri, risparmiando solo i pochi per i quali poteva essere pagato un riscatto, o qualcuno che potesse portare indietro ai loro nemici e notizie terrificanti (…) A Famagosta i Veneziani stavano interpretando un ruolo lugubre ma di cui erano perfettamente consapevoli in un cruento dramma tradizionale (…) Gli ufficiali e il seguito di Bragadin furono decapitati davanti a lui, sicché il rivolo di sangue scorrendo sopra il suolo secco e indurito andò a lambire i suoi piedi. Poi, lui stesso fu sfigurato ritualmente, gli furono tagliati naso e orecchie come un criminale comune. Medici dell’esercito Turco (…) si accertarono che le ferite non si infettassero. Bragadin fu curato (…) in modo che recuperasse le forze. Intanto, i suoi soldati superstiti (…) furono presi e fatti schiavi, incatenati mani e piedi ai remi nelle galee Ottomane. L’atto finale fu inscenato per dileggio nei confronti dei Veneziani e per spogliare il loro comandante di tutti gli attributi di nobiltà (…) Bragadin fu condotto davanti ai soldati rivestito ancora della sua toga di senatore. Costrettolo carponi sulle mani e le ginocchia, gli fu messa addosso una sella di mulo, con le briglie e il morso in bocca. Appese alla sella, gli furono caricate due pesanti ceste piene di terra, in modo da essere piegato sotto la soma. Quindi fu costerno a trasportare la terra per riparare le brecce aperte nel terrapieno dai cannoni Ottomani (…) frustato e insultato (…) davanti alla tenda del comandante Ottomano era obbligato a prostrarsi e a mangiare un boccone di terreno secco (…) Fu messo a penzolare in catene, senza naso e orecchie, e lasciato lì a torcersi sotto il Sole infuocato (…) fu condotto alla piazza del mercato, dove fu legato e frustato pubblicamente in modo che tutta la popolazione di Famagosta fosse testimone della sua umiliazione. Quindi, nel primo pomeriggio, dopo averlo “appeso per i piedi come una pecora”, un macellaio Ottomano cominciò lentamente a scorticarlo vivo, facendo attenzione a rimuovere la pelle senza che si lacerasse. La cronaca racconta che Bragadin morì quando il coltello dello scorticatore raggiunse l’altezza dell’ombelico. Completato l’orripilante lavoro, il macellaio grattò la pelle per ripulirla dal grasso. Lala Mustafa e le sue truppe seguirono tutta l’operazione in silenzio. Il giorno successivo la pelle di Bragadin fu imbottita di paglia ed elegantemente cucita come una enorme bambola. Montato sul suo cavallo, il simulacro di Bragadin fu fatto sfilare per le strade sotto il parasole senatoriale, in una parodia della sua partenza dalla città (…) Fu quindi appeso al pennone estremo della galea di Lala Mustafa, ed era ancora lì ciondolante come una bandiera, ma oramai scurito dalla lunga esposizione, quando il trionfante conquistatore di Cipro ritornò nelle acque del Corno d’Oro. La sua destinazione finale fu la galea prigione di schiavi a Costantinopoli, dove rimase appeso come muto ammonimento a chiunque pensasse di resistere o di ribellarsi”. (tratto dal libro "Infedeli. 638-2003: il lungo conflitto fra Cristianesimo e Islam", di Andrew Wheatcroft).

Incipit. Ho sempre ritenuto che l'Europa "dei dodici" fosse già di per sé un'esagerazione amministrativa e geografica. Ben oltre le differenze idiomatiche e fonetiche, troppo diversi erano le leggi, gli usi, i costumi e gli interessi politici ed economici in gioco. E troppo diffusi erano i comuni e reciproci pregiudizi. Si sarebbe dovuto lavorare duramente e lungamente per serrare le file di quella "sporca dozzina", invece si è preferito "guardare" ad Est, in maniera scriteriata e insensata. E oggigiorno, "prigioniero" di una UE che viaggia spedita verso i trenta Paesi aderenti, il mio punto di vista trova conferma nella triste e scricchiolante realtà dei fatti.

Avremmo dovuto vivere in un "sogno realizzato". Nel sogno dei politici illuminati che in passato, negli anni '50 del secolo scorso, si sedettero attorno a un tavolo giurandosi l'un l'altro: "mai più guerre". Invece, tra ragioni delle Banche, schematizzazioni economico-finanziarie, sopraffazioni burocratiche e privilegi di casta, in quanto cittadini ci troviamo a sopravvivere in un'accozzaglia informe e decrepita, dubitando del nostro presente, prima ancora che del nostro futuro.

Per tali ragioni, la sola idea che a Bruxelles e dintorni, vi sia chi si adoperi alacremente per aprire i cancelli a un gigantesco pezzo d'Asia prospiciente il Vecchio Continente, m'inquieta parecchio... Come dire: accettare l'intera Turchia "da questa parte dei Dardanelli", significherebbe dare il colpo di grazia a qualunque "velleità unitaria", negando nel contempo la storica, vera e indiscutibile diversità culturale tra noi e le "rovine" del fu Impero Ottomano (senza considerare quelle, profonde e contrastanti, di natura religiosa, ndr).

Determi-NATO. Ad un occhio poco esperto, o distratto, lo slittamento ad Oriente dell'Europa potrebbe dunque apparire come un'ulteriore concessione della Politica all'Economia globalizzata, alle ragioni della Finanza, del Commercio e dell'Industria. Certamente è così, ma soltanto limitandosi ad osservare la "superficie" delle cose. Guardando sotto alla cenere, covano silenti ben altre ragioni. Ragioni che possono riassumersi, semplicemente, nel consolidamento delle basi che sorreggono la "teoria delle sfere d'influenza"

E' un fatto assodato che gli Stati Uniti ragionino da super-potenza mondiale e che, in tale veste, "adeguino" e "adattino" gli Alleati, alle proprie scelte di geopolitica. Parimenti, è un fatto assodato che Washington si dica da sempre d'accordo con un accrescimento sovranazionale Europeo, che, dopo aver interessato i Paesi dell'ex blocco Sovietico, tocchi anche la Turchia. 

Chiaramente, se nel primo caso ciò è stato soltanto il concretizzarsi di un puro "calcolo diplomatico", volto ad allargare la ragnatela della NATO in quello che per Mosca, fu lo zerbino sull'uscio di casa, nel secondo, viceversa, si avrebbe un ribaltamento consequenziale: l'unico Paese musulmano dell'Alleanza Atlantica, "premiato" con l'ingresso nell'Unione Europea. 

Scopo comune: rafforzare la colossale tenaglia politica e militare che stringe quegli Stati che possano virtualmente rappresentare una minaccia per la Sicurezza Nazionale... Di quella a stelle e strisce, naturalmente.

Il lato positivo di uno spocchioso. Se c'è un leader che per la sua aria saccente non ho mai sopportato, egli non può non essere che Nicolas Sarkozy. Posto che ancora oggi vedrei con favore un'azione giudiziaria del TPI contro l'ex-Presidente Francese, per la sua scelta unilaterale di attaccare la Libia (decisione presa per fare le scarpe al dispotico Muammar Gheddafi, per motivi che, tra un "finanziamento politico" e l'altro, finiscono in un mare di Oro Nero, ndr), devo riconoscere di aver sempre condiviso il suo "no" all'ingresso della Turchia in Europa, dichiarato al mondo nel 2009, respingendo le pressioni di Barack Obama e di Angela Merkel

Ovviamente, la mia ferma contrarietà è sempre lì, decisa, inflessibile e non contrattabile. Soprattutto dopo la promessa fatta ad Ankara di "riaprirle le porte", nel momento in cui le si concedevano ben tre miliardi di Euro (sfilati dalle tasche dei contribuenti, ndr) con la scusa di aiutarla ad arginare il flusso di profughi verso le nostre coste... 

Già perché, da Parigi a Berlino, passando per Londra (con Roma come sempre a ruota, ndr) mentre si studiano i tempi e i modi per gettare il ponte "dall'altra parte", si accetta di svuotare la borsa, innanzi al ricatto di non chiudere più i confini alla marea umana che "scivola" da questa parte del mondo, finanziando il più grandioso "campo di concentramento" a cielo aperto mai nemmeno ipotizzato.

Ora, inorridito dai balbettamenti di Matteo Renzi e di buona parte del Governo Italiano, la domanda che mi pongo è: "Possibile che si debba giungere all'assurdo, di dover auspicare che un impetuoso "vento di Destra" cominci a spirare in seno alle Nazioni, così da comprendere la scelleratezza di ampliare a dismisura l'accordo di partenariato in vigore"? 

La nostra Sicurezza di domani, affonda le radici nella pragmatica razionalità di oggi. A buon intenditor...

"No" all'incubo Eurabia. Mentre statisti, economisti, giornalisti e polemisti c'inondano con le loro opinioni, tutte diverse, eppure, sovente, tutte immancabilmente uguali, riguardo alle ragioni che m'inducono a respingere l'ipotesi di adesione della Turchia all'UE, non vi sono contrapposizioni ideologiche, bensì verità logiche, prima delle quali: non sono disposto a piegarmi al definitivo snaturamento di quel che sono.

Dico No, perché non si tratta con un Paese che non riconosca di dover chiudere i conti con la Storia, rifiutando d' implorare perdono, per il Genocidio degli Armeni, compiuto giusto cent'anni fa. Abituati come siamo a parlare esclusivamente del male assoluto (l'Olocausto degli Ebrei, ndr), sembriamo dimenticare che un milione e mezzo di persone chieda ancora Giustizia, pentimento e risarcimento. Beh, io non dimentico. Come si può pensare d'intavolare delle trattative con un Governo che non soltanto respinga il termine Genocidio, ma che persegua penalmente chiunque "osi" parlarne?

Dico No, perché non si tratta con un Paese che anziché contrastare lo Stato Islamico, preferisca regolare i propri conti di Politica interna, a suon di bombe, a spese dei Curdi. Distratta com'è dalle discussioni conseguenti alla vile strage di Parigi, l'Opinione Pubblica pare bearsi nell'ignoranza di cosa dovrebbe essere, o meglio, di cosa sia il Kurdistan e di cosa abbia significato la sciagurata scelta di tanti decenni fa, di tracciare i confini del Medio Oriente con un banale righello.

No, perché non si tratta con un Paese che ammetta l'omicidio politico dell'avversario, a vantaggio del Potere costituito e che poi mascheri tutto come una guerra tra bande della stessa parte della barricata. 

No, perché non si tratta con un Paese che si adoperi quotidianamente per la censura del dissenso e della libera informazione.

No, perché non si tratta con un Paese che dopo quarant'anni in barba al Diritto Internazionale, occupi ancora, militarmente, l'isola di Cipro.

No, perché, sconfinamento voluto o meno, non si tratta con un Paese che con la scusa della difesa del proprio spazio aereo, decida impunemente di abbattere un caccia la cui bandiera rappresenti un Paese (la "pericolosa" Russia di Vladimir Putin, ndr) con cui non sia in corso un conflitto armato. Specie quando il suo probabile proposito sia di nascondere gli oscuri traffici commerciali intavolati con quello che dovrebbe essere il comune nemico (il Califfato, ndr), fregandosene bellamente del rischio di poter scatenare, causa scelte belliche azzardate, la Terza Guerra Mondiale!

No, perché non si tratta con un Paese a concreto rischio di deriva Islamista, che abbia a capo un estremista "in giacca e cravatta" che porta il nome di Recep Tayyip Erdoğan, moderno Lala Mustafa... Un Personaggio per il quale l'autoritarismo e il personalismo rappresentano il pane quotidiano (assieme a uno spregiudicato affarismo familiare da nascondere contro i ficcanaso del sempre meno autonomo e libero Potere Giudiziario, ndr), capace di fomentare il fondamentalismo, di rifiutare la "modernità laica" imposta dal regime di Kemal Atatürk e di modificare la Costituzione con l'intento di fare del suo Paese l'ennesimo stato confessionale prostrato ai dettami del Corano e della Sharia

No, soprattutto, perché non si tratta con un Paese di 75 milioni di persone la cui devozione ad Allah rappresenti un attentato certo, alle indiscutibili "radici Cristiane" che, volenti o nolenti, "nutrono" il Vecchio Continente. 

E No, infine, perché una volta aperta la porta, sarà impossibile tornare indietro. Con tutte le deleterie conseguenze del caso... 

D.V.

P.S. ...Non ultima, quella di vestire prima o poi, i panni di un novello Bragadin.

 
 
 

"Morte al libero pensiero"! L'Apocalisse della personale Opinione.

Foto di cornell2

"Anziché «figli di Allah» in Italia li chiamano «lavoratori stranieri». Oppure «manodopera di cui v'è bisogno».E sul fatto che alcuni di loro lavorino, non v'è alcun dubbio. Gli italiani son diventati talmente signorini (...) Non puoi più associarli al proletariato, insomma, e qualcuno che lavora per loro deve pur esserci. Ma quelli di cui parlo, che lavoratori sono? Che lavoro fanno? In che modo suppliscono al bisogno della mano d'opera che l'ex proletariato italiano non fornisce più? Bivaccando nella città col pretesto della merce da vendere, droga e prostitute incluse? Bighellonando e deturpando i nostri monumenti? Ubriacandosi sui sagrati delle chiese, dicendo oscenità alle antiche signore che camminano per strada, agguantandogli il seno, «conosco i miei diritti»? (...) E sbaglia chi la prende alla leggera o con ottimismo. Sbaglia, in particolare, chi paragona l'ondata migratoria che s'abbatté sull'America nella seconda metà dell'Ottocento. Anzi verso la fina dell'Ottocento e all'inizio del Novecento. Ora ti dico perché (...) Nella seconda metà dell'Ottocento l'ondata migratoria in America non avvenne in maniera clandestina e per prepotenza di chi la effettuava. Furono gli americani stessi a volerla, sollecitarla. E per un preciso atto del Congresso (...) Ch'io sappia, in Italia non c'è mai stato un atto del Parlamento che invitasse anzi sollecitasse i nostri ospiti a lasciare i loro paesi. (...) Da noi ci sono venuti e vengono di propria iniziativa con le maledette navi, coi maledetti gommoni, e nonostante i finanzieri che cercano di rimandarli indietro. (Ora, no. Per non passar da razzisti ora vanno addirittura a raccattarli, prendere i pargoli in braccio. Anziché finanzieri sembrano Dame della San Vincenzo de' Paoli a cui manca solo il cappellino con la veletta). Più che d'una emigrazione s'è trattato dunque d'una invasione condotta all'insegna della clandestinità. Una clandestinità che inquieta perché non è pacifica e dolorosa come quella dei nostri emigranti d'un secolo fa. E' tracotante, prepotente, e protetta dal cinismo dei politici che chiudono un occhio. Magari tutti e due (...) C'è il declino dell'intelligenza. Quella individuale e quella collettiva. Quella inconscia che guida l'istinto di sopravvivenza e quella conscia che guida la facoltà di capire, apprendere, giudicare, e quindi distinguere il Bene dal Male (...) Siamo meno lucidi, meno svegli, di quando non avevamo quel che serve o dovrebbe servire a coltivare l'intelligenza. Cioè la scuola accessibile a tutti anzi obbligatoria, l'abbondanza e l'immediatezza delle informazioni, l'Internet, la tecnologia che rende la vita più facile. (...) Quando questo bendiddio non esisteva, bisognava risolvere tutto da soli. Quindi sforzarci a ragionare, pensare con la propria testa. Oggi no. Perché anche nelle piccole cose quotidiane la società fornisce soluzioni già pronte. Decisioni già prese. Pensieri elaborati confezionati pronti all'uso come cibo già cotto. (...) Ergo, la gente non pensa più. O pensa senza pensare con la propria testa. (...) Per ragionare su ciò che vedi, che ascolti, che leggi, ad esempio. Per sfruttare il tuo cervello nel campo delle idee, della coscienza, della morale. Per accorgerti che qualcosa di ciò che vedi e ascolti e leggi non va, nasconde un inganno o un'impostura. Invece no. Non lo fai perché... Perché il cervello è un muscolo. E come ogni altro muscolo ha bisogno d'esser tenuto in esercizio. A non tenerlo in esercizio impigrisce, si intorpidisce. (...) E atrofizzandosi diventa meno intelligente, anzi diventa stupido. Diventando stupido perde la facoltà di ragionare, giudicare, e si consegna al pensiero altrui. Si affida alle soluzioni già pronte, alle decisioni già prese, ai pensieri già elaborati confezionati pronti all'uso. Alle ricette che (...) l'indottrinamento gli somministra attraverso le formule del Politically Correct. La formula del pacifismo. La formula dell'imperialismo. La formula del pietismo, la formula del buonismo. La formula del razzismo, la formula dell'ecumenismo. La formula anzi la ricetta del conformismo cioè della viltà. (...) E niente è più indifeso quindi più malleabile e manipolabile d'un cervello atrofizzato, d'un cervello stupido, d'un cervello che non pensa o pensa coi cervelli altrui. Puoi ficcarci tutto, lì dentro. Dal Credere-Obbedire-Combattere alla verginità di Maria. Puoi fargli credere che Cristo era un profeta dell'Islam, che aveva nove mogli e diciotto concubine, che predicava l'occhio per occhio e dente per dente, e che morì ottant'anni di raffreddore. Puoi convincerlo che Socrate era un siriano di Damasco, Platone un iracheno di Bagdad, Copernico un egiziano del Cairo, Leonardo da Vinci un marocchino di Rabat, e che tutti e quattro avevano studiato all'Università di Kabul. Puoi raccontargli (...) che la cultura islamica è una cultura superiore, e che senza di essa l'Occidente non esisterebbe. Puoi dagli da bere che il multiculturalismo e l'imperativo categorico di cui parlava Emanuele Kant, che nel Corano sta la nostra salvezza, che le bandierine arcobaleno sono simbolo di pace le persone come me simbolo di guerra. Non essendo più capace di pensare con la propria testa (...) quel cervello accetterà ogni bugia o stoltezza senza reagire. La immagazzinerà e la disputerà col medesimo automatismo (...) Atrofizzato e basta? Dovrei dire lobotomizzato. La lobotomia è una castrazione mentale. Consiste nel recidere le vie nervose che controllano i processi cerebrali... Chi subisce la lobotomia smette di pensare ciò che potrebbe pensare, diventa docile strumento nelle mani di chi pensa per lui. E se chi pensa per lui è a sua volta lobotomizzato, buonanotte al secchio". (Oriana Fallaci)

Incipit. "Penso dunque sono" ebbe ad affermare Cartesio, qualche secolo fa. Ovviamente, nel sintetizzare tale Verità rivoluzionaria, la sua mente di studioso illuminato non poteva certo prevedere che il mondo avrebbe finito per cadere talmente in basso, nella scala dei valori e del raziocinio, da metterla da parte in luogo di una meno filosofica e più ignobilmente "comoda", del tipo: "Non penso. Non m'interessa. Qualcun altro lo fa già per me. Chissà come fa. Desidero essere quel qualcun altro"...

Nell'era della Informazione totale, onnipresente, onnicomprensiva, eccessiva ed invasiva; al tempo della Comunicazione futile, presuntuosa, destabilizzante, inutile e petulante; ai tempi dell'apoteosi del Web e dello "Smart Phone", impiegare il cervello per riflettere, per dire e per scrivere qualcosa di sensato pare essere diventato un faticoso retaggio del passato. Un lusso di cui fare a meno. Meglio optare per un "copia e incolla" del punto di vista dominante, condividendolo e spargendolo al vento come fosse farina del proprio sacco. 

Probabilmente, lo stesso Cartesio non aveva neanche elaborato il concetto di un'Europa sovranazionale fatta di "insiemi disgiunti", che, nonostante cerchino di dimostrare il contrario, non fanno Unione, né Intersezione... Un'accozzaglia di realtà matematicamente divergenti "che non pensa e che non è", in grado di dividersi su ogni questione politico-diplomatica, economica, etica e religiosa. Ora, una volta tanto, senza tirare in ballo l'Economia, la Finanza e le politiche di Bilancio, basti pensare alle diverse posizioni in materia di "apertura all'Islam"... Dalle braccia spalancate della Germania, fino al filo spinato dell'Ungheria, passando per l'atavica inconcludenza dell'Italia. Una vera follia!

Ma per cominciare, facciamo un passo indietro. Premessa: ritengo che l'auto-compiacimento conseguente l'auto-citazione, porti dritti all'auto-commiserazione. Detto ciò, come l'eccezione che conferma la regola, devo ammettere una cosa: mi rallegro di aver dato il là al crescendo Mozartiano che ha svegliato di soprassalto la nostra Italia soporifera e al tempo stesso narcotizzata. All'indomani della strage del Museo del Bardo, in Tunisia, pubblicai un articolo intitolato "Reconquista. Oltre la Rabbia e l'Orgoglio", che nel titolo si rifaceva ad un famoso libro di Oriana Fallaci e nel quale, prendendo spunto dalla barbarie terrorista imperante, riesaminai con occhi meno critici l'eredità editoriale della giornalista-scrittrice Fiorentina. 

Le mie riflessioni non volevano certo rappresentare un manuale ad uso e consumo di altri. Erano soltanto il semplice "mea culpa" di un suo detrattore redento. Ripubblicato all'indomani degli attentati di Parigi, esso ha contribuito ad infiammare gli animi in seno all'Opinione Pubblica e a addirittura tra le alte sfere della Politica e del Giornalismo. Bene. Eccetto che per il fatto che nessuno (e dico nessuno, ndr) si sia soffermato sulla data di pubblicazione originaria... Insomma, seppur "attuale quanto l'attualità", la mia multiforme "richiesta di scuse" aveva già qualche mese sulle spalle... Ma tant'è.

"Oriana Fallaci Santa subito" VS "Oriana Fallaci al rogo, anche da morta". Per alzare il sipario sull'atto conclusivo, potrei esordire laddove avevo interrotto l'ouverture, ovvero, scusandomi nuovamente con Oriana, per averla capita troppo tardi e in maniera postuma... Ma questo non è un melodramma e io non sono Figaro. 

Sono dell'idea che a chiedere scusa debbano essere tutti coloro che continuino ad infangarne il nome in maniera detestabile e talvolta volgare, facendone il facile bersaglio di comodo, per giustificare tutto e il contrario di tutto, quando ci si trovi a parlare delle sue lungimiranti e intransigenti posizioni sullo "scontro di civiltà" in atto tra Cristiani e "Figli di Allah", o quando ci si accapigli sulla soluzione più congrua e pragmatica per far fronte all'estremismo fondamentalista, o quando, ancora, ci si arrovelli sul come fronteggiare l'azione di aggiramento, o meglio di sfondamento, dell'odierno "limes" che la sensatezza vorrebbe già eretto a difesa del Vecchio Continente, ma che, di fatto, non esiste...

Sì, dovrebbero chiederle scusa gli snervanti "Signor-so-tutto-io" che dall'alto del loro piedistallo di pseudo-intellettuali di quart'ordine, si arrogano il diritto di dirci quel che dovremmo pensare, credere e desiderare, sbandierando discorsi che, con la scusa della Solidarietà, dovrebbero indurci ad offrire riparo a chiunque. Perché se la Democrazia è l'ingranaggio del tutto, la Laicità dello Stato e la Tolleranza (cieca, ndr) sono il grasso che ne garantisce il funzionamento. Troppo facile! 

Dovrebbero chiederle scusa le post-femministe in menopausa, che per farle uno sgarbo ulteriore, in risposta al suo "sgarro editoriale" sull'aborto, mai perdonatole a distanza di quarant'anni, sembrano far spallucce al cospetto di usi "esotici" come la poligamia; che non si preoccupano di un "Istituito a-giuridico" come il ripudio della moglie; che non usano mazze e randelli per impedire il proliferare di un abominio chiamato infibulazione; che, pronte a scendere in piazza in difesa della prossima "lapidanda", accettano prone e indolenti che la deleteria tradizione musulmana tramandata dal Corano e dalla Sharia, pian piano s'insinui tra noi. Finché un giorno sarà troppo tardi per impedirla fattivamente e non soltanto per condannarla verbalmente. 

Dovrebbero chiederle scusa coloro che, schiavi del modernismo e della globalizzazione delle idiozie, dietro al paravento delle "menzogne della Religione" s'imputino contro qualunque valore, fatto o evento che discenda dalla tradizione Cristiana, salvo trovarsi poi, alla vigilia di Ognissanti, a girare per le strade con una maschera "presa a prestito" da Oltre-oceano... E a pretendere, un giorno sì e l'altro pure, la rimozione del Crocifisso nelle Scuole, con la Costituzione in mano, nel nome dell'uguaglianza, per non turbare le "altrui ragioni spirituali"...

Dovrebbero chiederle scusa i Pacifisti per moda o per diletto, che, affibbiandole l'etichetta di guerrafondaia, irridendola con l'elmetto in testa, si nascondano dietro alla bilancia dei morti, come in un destino di vasi comunicanti in cui il sangue Europeo deve fare da contraltare a quello che scorre in Medio Oriente. Perché il mondo insicuro di oggi è conseguenza dei conflitti voluti ieri dall'Occidente e perché lo Stato Islamico l'ha finanziato l'imperialismo Americano... Quindi la violenza di ritorno ce la meritiamo. Ce la meritiamo un corno! Anche prendendo per buone tutte le chiavi di lettura di oggi e di ieri, allo stato, la questione è come risolvere il dramma di domani. La nostra Società del buonismo va "chiusa", cancellata e rifondata su basi meno cedevoli. Non si costruisce il Futuro, subendo la sopraffazione di chi, facendosi un baffo del principio di Reciprocità, punti soltanto alla nostra gola di "anime pie"...

Uno contro se stesso; uno contro tutti; tutti contro uno; tutti contro tutti. Confidando nel suo perdono postumo, se c'è una cosa di cui devo ringraziare Oriana, è il fatto che sia riuscita a farmi scontrare con me stesso, con le mie ineffabili certezze, con le mie incrollabili sicurezze, dandomi modo di farmi ricredere come San Paolo sulla via di Damasco... D'altro canto, non la ringrazio per avermi "costretto" ad aver conferma di quanta confusione, di quanta ignoranza e di quanto odio regni nel nostro Paese, su argomenti tanto seri. E in tutto ciò, la piazza virtuale rappresentata dalla Rete è un vero e proprio campo di battaglia... Più di quelle reali, ormai sempre più in disuso...

Opinione Pubblica VS Se stessa. La Sicurezza, il Terrorismo, l'Immigrazione, la Fede, la Siria, l'ISIS, la Guerra... Non ci s'incontra per discutere, ma per affrontarsi a duello. Chiunque faccia un uso metodico di Internet e dei Social Networks, tocca con mano, quotidianamente, l'estremismo che si nasconde dietro alla tastiera di un computer. Se due persone la pensano in maniera contrapposta, finiscono per arroccarsi come Talebani sulle rispettive posizioni, lanciandosi improperi, offendendosi, augurandosi l'inenarrabile e trascendendo nel turpiloquio continuato, aggravato dall'anonimato. Non c'è discussione, ma vicendevole aggressione (e la "battaglia su Oriana", per Oriana o contro Oriana, ha lasciato sul campo centinaia di migliaia di vittime da ambo le parti, ndr). Ho compreso che l'Umanità sia bel lungi dall'aver compiuto il "grande passo". Una bella frase che risuona ancora sulla Luna, evidentemente...

Matteo Salvini VS tutti gli altri (o quasi). Che si tratti di oliare i cannoni, di fermare gli sbarchi, o di piantar margherite nei prati, la Politica del Governo di Matteo Renzi è sempre la stessa: la deriva in un mare di "farò". In un Parlamento smarrito e spento, diverso è invece l'atteggiamento dell'altro Matteo (Salvini, ndr) che parlando d'invasione, giusto o sbagliato che sia, cresce nei sondaggi e premia la sete di risposte che giunge da cittadini preoccupati. Populista? Demagogo? Spinto da puri scopi di propaganda? Non spetta a me dirlo, ma all'Elettorato. Siamo tutti schifati dalla Politica, io tra loro. Ma perlomeno, il segretario della Lega non ha peli sulla lingua quando parla "alla pancia della gente". Senza censure e senza paure.

Marco Travaglio VS Alessandro Sallusti. Nel terremoto mediatico amplificato dai media, provocato dallo scontro tra pro e contro Oriana, ho provato una strana sensazione nel trovarmi su quella che qualche tempo fa avrei appellato come "l'altra parte della barricata". Come dire: io, libero pensatore, a condividere la trincea con Maurizio Belpietro, Pierluigi Battista ed Ernesto Galli Della Loggia, per respingere l'attacco di Massimo Gramellini, Andrea Scanzi ed Antonio Padellaro... E in tutto ciò, la cosa che mi ha scombussolato di più, devo ammetterlo, è stato il fatto di ascoltare uno scontro televisivo tra colui che, a torto o a ragione, ho incoronato mio mentore (Travaglio, ndr) e un giornalista che non "leggo" spesso (Sallusti, ndr), prendendo posizione a favore di quest'ultimo. Pur se stupito, ho avuto conferma di non essere stupido... In effetti, è sempre bene che ciascuno di noi non penda dalle labbra di alcuno, cercando di formarsi una propria, libera opinione. L'idea del "l'ha detto tizio", è un'offesa alla sana Libertà individuale di ragionare, che, come detto, oggigiorno si sta affievolendo al punto di rischiare di spegnersi.

L'esperienza rende follemente saggi. Guardiamoci in faccia: la nostra Comunità è il risultato di tanti conflitti, armati e non; del boom economico; della contestazione "Sessantottina" (che con la sua contrapposizione permanente all'Autorità costituita ci ha condotto man mano alla rovina, ndr); delle crisi di oggi e di ieri; del tentato compromesso storico; dell'orrore brigatista; del pentapartito e del PC; del Craxismo; di Tangentopoli; del Berlusconismo e dell'Anti-berlusconismo, del Renzismo... Siamo divisi, eppure siamo uniti dalla Storia. Tifiamo per Coppi, ma anche per Bartali. Siamo Guelfi eppure siamo anche Ghibellini. Insomma, siamo Italiani e in quanto tali, non possiamo non comprendere che senza difenderci per tempo, questa sponda del Mediterraneo che ha dato i Natali a Leonardo e a Michelangelo, che suona Verdi e Vivaldi, si dissolverà nell'oscurantismo di ritorno, portato dal medioevo Islamico. Se proprio dobbiamo "essere contro" non è certo in una lotta fratricida che ci dobbiamo lanciare. Non sia mai che il 29 Novembre 2015 sia ricordato come 17 Safar 1437...

Una promessa che vale l'Onore di una vita. Cara Oriana, stai pur tranquilla, non parlerò più di te. Il rispetto che ti devo, resterà eterno e immutabile e non merita l'inflazione dei raffronti di cui, ahimé, sei stata fatta oggetto, anche per mia "colpa innocente" e disinteressata. 

Preferisco lasciar riposare la tua anima inquieta, evitandole i tormenti causati dal clamore di tristi fatti terreni che un tempo ti avrebbero toccata nel cuore, ma che, oggi, non ti riguardano più... Soffermandomi plaudente, ancora una volta, sulla tua penna severa, consapevole che essa sia stata, resti e non dubitare, resterà, un ineguagliabile "gingillo di Verità". 

D.V. 

P.S.: Grazie di avermi fatto continuare a pensare, Oriana... Grazie di avermi fatto essere. Riposa in Pace. Amen!

 
 
 

“Amen”. La Forza della (stessa) Ragione.

Foto di cornell2

"Il declino dell'intelligenza è declino della Ragione. E tutto ciò che oggi accade in Europa, in Eurabia, ma soprattutto in Italia è declino della Ragione. Prima d'essere eticamente sbagliato è intellettualmente sbagliato. Contro Ragione. Illudersi che esista un Islam buono e un Islam cattivo ossia non capire che esiste un Islam e basta, che tutto l'Islam è uno stagno e che di questo passo finiamo con l'affogar dentro lo stagno, è contro Ragione. Non difendere il proprio territorio, la propria casa, i propri figli, la propria dignità, la propria essenza, è contro Ragione. Accettare passivamente le sciocche o ciniche menzogne che ci vengono somministrate come l'arsenico nella minestra è contro Ragione. Assuefarsi, rassegnarsi, arrendersi per viltà o per pigrizia è contro Ragione. Morire di sete e di solitudine in un deserto sul quale il Sole di Allah brilla al posto del Sol dell'Avvenir è contro Ragione. E contro Ragione anche sperare che l'incendio si spenga da sé grazie a un temporale o a un miracolo della Madonna." (Oriana Fallaci)

Incipit. Da ‎New York a Parigi, cresce la conta dei morti causati dal "fanatismo fondamentalista" comandato dal Corano. Non è più un ragionamento di "causa-effetto". A questo punto della Storia, nonostante vi sia ancora chi predichi o si auguri il contrario, la parola d'ordine è "scontro di civiltà": essi contro di noi; noi contro di loro... Non è più tempo di offrire l'altra guancia, ma di alzare le barricate a difesa del proprio domani.

Perché l'Estremismo della Tolleranza porta alla follia sociale e alla sopraffazione e ciò, in tutta onestà, mi rende estremamente intollerante.

In virtù di una sciagurata politica del "prego si accomodi", nata e cresciuta sull'onda lunga dei pentimenti post-coloniali, l'Occidente, con l'Europa in testa, ha nutrito e cresciuto il nemico in grembo e ora, spogliata e impreparata, si trova a soffrire della "Sindrome dell'assedio permanente", sulla falsariga di quanto da settant'anni patisce il tanto vituperato Stato d'Israele.

Dov'eravamo rimasti. Eccomi di nuovo qua, dopo la personale Reconquista, che, inaspettatamente, tante riflessioni ha indotto nella gente e che fiumi di parole e d'inchiostro ha originato, anche negli ambienti dell'Informazione con la "I" maiuscola... 

Eccomi qua, ancora stordito dagli echi tragici della vile, multiforme e ubiqua strage che ha spento la "Ville Lumière", a piangere piegato ed incredulo il freddo elenco di nomi e volti, delle sue vittime inconsapevoli e innocenti. Qua, a soffocare in gola il mio grido di dolore, in un impalpabile misto a odio e rimpianto. A domandarmi: "Cielo, perché"? A graffiare l'asfalto dell'ipocrisia, alla spasmodica ricerca di risposte ai quesiti che mi arrovellano la mente; delle cause e delle soluzioni... D'accapo. 

Eppure, dopo aver vissuto in diretta NY 9/11, l’apoteosi dell’orrore, con lo "scenografico" scempio delle Torri Gemelle, confidavo di non essere più costretto ad inseguire la truce statistica dei morti causati dal Terrorismo sospinto dal "vento del Profeta". Perché in cuor mio celavo la flebile certezza che il tempo, pur non cancellando il ricordo, non avrebbe più dato spazio alla tragedia, appiattendo la contemporaneità ad un'eterna overture...

Invece, i tre lustri che chiudono l'alba del "nuovo millennio", hanno avuto sempre, immancabilmente, lo stesso colore: il Rosso del sangue.

L'ovvia verità: la Religione ha vinto, la Laicità ha perduto. C'era un tempo in cui rifiutavo l'oltranzismo religioso. In cui la nostra Costituzione “dei Diritti” era per me il simbolo del progresso e in cui mai sarei stato disposto a modificarla in senso “limitativo” (riguardo alle prescrizioni dell’art. 3, per esempio, ndr). 

Un tempo nel quale l'altrui opinione era imperturbabilmente rispettata e l'accomodamento verbale, in base al motto "vivi e lascia vivere" era la regola. Quando il Rispetto e la pacifica convivenza tra Fedi diverse era un obiettivo possibile e raggiungibile e la Democrazia era l'antidoto contro i mali di qualsivoglia Sharia. Un tempo in cui il politicamente corretto era un dovere e l'integralismo, sotto qualsiasi forma, un male da negare e da combattere.

Oggi no. Non è più così. Poggiando i piedi sulla Cronaca e guardando allo scontro in divenire, come in un crescendo sinfonico, tra noi e lo Stato Islamico, non ho remore ad affermare: "siamo in Guerra"

Sì, siamo in guerra... Così come seppe affermare tanti anni or sono, colei che oramai rappresenta per me un modello di Libertà e di libero pensiero, nonostante tutto e nonostante tutti: Oriana Fallaci. Una voce fuori dal coro, che con coraggio non si è mai lasciata intimidire. Una "penna nervosa" che continua a dividere in pro e contro, così come solo Coppi e Bartali, o meglio, prendendo spunto dalla Storia, così come soltanto i Guelfi e Ghibellini che tanto animarono la sua Firenze, seppero fare. 

Una mente illuminata, Oriana, che riesce ancora a scatenare l'astio di frotte di pseudo-intellettuali che si accaniscono sulle sue spoglie mortali e sulla sua inquieta anima trapassata, non riuscendo a perdonarle il "gran rifiuto" che volle indirizzare alla Sinistra Italiana, secolarizzata ed "interessatamente distratta". Lei, un'ex-partigiana finita su posizioni antitetiche. Inconcepibile? Non per me.

Personalmente non ho dubbi riguardo a cosa avrebbe pensato; a cosa avrebbe scritto, riscritto e fieramente riaffermato, con la Forza della stessa Ragione, con Rabbia e con Orgoglio, se la vita le appartenesse ancora e se avesse visto coi suoi occhi questa nuova Apocalisse, insanguinare la "Francia dei benpensanti" che ebbe l'ardore di accusarla penalmente, per le sue idee sui Musulmani. 

Quella stessa Francia che oggi si ricrede sulla sua stessa pelle. Anzi, sulla pelle di parecchie decine di uomini e donne, inconsapevolmente e loro malgrado "vittime innocenti" di turno...

Quella stessa Francia dove la satira del "tutto è lecito e consentito", partorita dai fumi della contestazione post-68, ha saputo incitare ad un "odio di ritorno", sotto lo scudo della parola “Liberté”, generando mostri come Charlie Hebdo. 

Quella stessa Francia che adesso dubita che i restanti due del “triunviro dei valori rivoluzionari”, “Égalité” e “Fraternité” possano davvero valere per tutti. 

Vorrei che le risposte che idealmente conosco, riuscissero a penetrare la corazza di quanti continuino nello scempio postumo del suo nome, del suo ricordo, del suo insegnamento. Vorrei un "rigurgito di sincerità" da parte dei molti che preferiscono non vedere. Anzi, che non vogliono vedere, negando l'evidenza e perdendosi in iconiche, barbare ironie. 

Di coloro che la descrivono come una guerrafondaia... Proprio lei, che vedeva nella Guerra l'extrema ratio, avendola vissuta in prima linea, a più riprese. E che si fermano a puntare il dito contro la sua difesa delle rappresaglie armate volute da George W. Bush, dimenticando che, a dispetto del complottismo imperante, tali conflitti (pur discutibili nei tempi e nei modi, ndr) furono "falli di reazione". 

L'insano piacere della zappa sui piedi. Pare dominare un insulso compiacimento. Pare far presa l'ignoranza delle idee e degli ideali di taluni, che si beano del fatto che i "figli di Allah" siano riusciti nuovamente a colpire: perché l'ISIS l'ha creato l'imperialismo USA; perché è la Legge del Mercato delle Armi che si ritorce contro i suoi fautori; perché si bombarda la Siria; perché l'Afghanistan; perché l'Iraq; perché le Crociate... 

Già, addirittura si parla di Crociate come un paravento a giustificare il tutto... Io non guardo al trapassato remoto, ma al presente e al futuro. Non tiro in ballo le conquiste Arabe del Nord Africa, antecedenti all'anno Mille, né le scorrerie mortali dei Mori tra una sponda e l'altra del Mediterraneo... A quanto pare, invece, certi "pensatori da bar" non sanno fare altro: "Perché a prescindere"...

"E poi la maggioranza dei morti causati da ISIS / ISIL / DAESH è musulmana". Ancora più fastidiosa è l'idea che si possano fare raffronti tra le vittime, soppesandole in base all'etnia o al Credo. Ignorando, nel caso specifico, che la maggior parte delle vittime sia musulmana, soltanto perché all'interno del mondo Islamico va avanti da secoli una "semplice" Lotta di Potere

Tale è quella che si compie quotidianamente in Iraq, Siria, Egitto, Libia e Tunisia. Senza dimenticare l'Afghanistan, il Mali e la Nigeria. O quella, a suon di bombe, che gli Sciiti di Moqtada Al Sadr "dedicarono" ai nemici Sunniti, a Baghdad, tra il 2003 e il 2008. O, ancora, in tempi più recenti, il massacro degli Yazidi dello Yemen ad opera delle ricche Nazioni del Golfo (Sunnite). 

La lotta per il predominio è insita nella natura tribale dei popoli Arabi. Credere e far credere diversamente, vuol dire porsi fuori dalla realtà, storica o contemporanea che sia. Perché l'Islam è sopraffazione reciproca e soprattutto, sopraffazione del "cane infedele". Nonostante gli intendimenti di Lawrence d'Arabia…

La botte in cui matura il vino dell'opinione si chiama esperienza. Guardando ai fatti presenti e passati raccontati dalla Storia, rifuggendo l'idea di dover fare proseliti, sono pronto ad affermare che i musulmani, in realtà, siano tutti uguali e che l’idea che ne esistano di moderati sia un non-senso di comodo. Insomma, è soltanto una questione di tempo e di modi, perché la bomba scoppi. 

Mine vagantiNon è più tempo di chiedersi chi e perché, bensì quando. Fin troppi sono i casi di giovani integrati, che non andavano in moschea, che "vestivano all'occidentale", che amavano la "bella vita" e via discorrendo, che di punto in bianco hanno preso ad esempio personaggi come Abu Musab al-Zarqawi, Osama Bin Laden, arruolandosi con Al-Qaeda (ieri, ndr) o con lo Stato Islamico (oggi, ndr). E' la fede del Profeta che invita alla Guerra Santa (il Jihad, ndr). Abdelhamid Abaaoud o Jihadi John sono soltanto la punta dell'Iceberg. E chi continui ad affermare il contrario, è un sognatore...

"Take it or leave it". Prendendo spunto da un noto discorso più volte adattato, sulla cui autenticità si dibatte, ma che tuttavia si rifà alle idee dell'ex Premier Australiano, John Howard, credo che sia in Italia, sia in Europa, si debba dichiarare apertamente che le persone provenienti da oltre-confine, nello specifico dai Paesi Islamici, debbano adattarsi ai nostri usi e ai nostri costumi, alla nostra cultura e al nostro stile di vita e soprattutto debbano comprendere che le nostre radici siano salde nei principii della Cristianità. E’ una questione di “reciprocità alla rovescia”.

Il fallimento del multiculturalismo. In questo angolo del mondo non valgono le Sure del Corano; non si lapidano le persone; non si ripudiamo le donne; non si pratica l'infibulazione; non vige la poligamia; non si ammazzano gli apostati; non si festeggia il Ramadan. Né si pagano esose "tasse sulla fede", in alternativa alla lama della spada... In questo lato del mondo vigono le Leggi dell'uomo, per l'uomo, improntate su "10 comandamenti base" e si festeggia il Natale...

Perché mai dovrei rinunciare ai nostri divertimenti? Alla musica, al ballo, allo sport? E ai nostri “diabolici” vizi? E perché dovei rinunciare al Presepe, o al Crocifisso? Checché ne dica l'Imam di turno, se proprio devo fare a meno di qualcosa, ciò è il lamento del Muezzin: un esotismo che sta bene dall'altra parte del Mediterraneo. Se ai nuovi arrivati non stanno bene o credono, male, d'imporre le loro regole, prego, quella è la porta... Sai che Giubileo! 

"Non sono d'accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu lo possa dire"... Beh, magari una volta. Così come seppe fare Oriana, atea convinta, anch'io, cattolico dubbioso, non ho dubbi nello scegliere sempre e comunque le nostre radici. Perché tra Bianco e Nero, non si ammettono "tonalità di Grigio". Accettare proni, di rinunciare alla propria Storia, alla propria tradizione, alle proprie leggi (soltanto perché certe Istituzioni hanno deciso che ciò sia giusto, ndr), chiudendosi in casa e cercando di nascondere le proprie paure, prima ancora che se stessi, è un abominio etico e morale.

E non dubito che anche Voltaire, con l'intera schiera degli Illuministi al seguito, davanti alla tragedia di Parigi e all'oltranzismo della Mezza Luna, si ricrederebbero... A dispetto delle sacre "incerte sicurezze" della Dea Ragione

D.V.

 
 
 

Sulla strada. (Senza regole).

Foto di cornell2

"L'automobile del futuro sarà più veloce del suono. Così il guidatore sarà all'ospedale prima di accendere il motore". (Henny Youngman)

Incipit. Lungi da me la volontà di scimmiottare le virtù dell'opera letteraria di Jack Kerouak, il titolo scelto (che ne richiama vagamente il ricordo, ndr) con postilla al seguito, non riassume il racconto di esperienze di viaggio, ma racchiude in sé alcuni dei malcostumi più noti degli Italiani sulla strada, siano essi pedoni, ciclisti, motociclisti, camionisti, o automobilisti.

L'idea del rispetto delle Regole, siano esse quelle basilari di come realizzare in maniera composta e ordinata, una coda alle Poste, al Supermercato e in Banca, o, per l'appunto, quelle un po' più complesse inerenti alla Circolazione Stradale, sembrano del tutto avulse dal modo di fare e di pensare degli Italiani. Anzi, la volontà d'infrangerle pare essere diventata una moda insulsa, insolente e pericolosa, al punto di "svuotare" l'intera Società dai propri principii fondativi, tra i quali, in particolare, quello del rispetto del prossimo.

Scherzi della memoria. Non so perché, ma nella mia mente è rimasto fisso e indelebile, il ricordo di quel giorno in cui alla televisione, dissero: "il parco dei veicoli circolanti in Italia ha toccato quota ventisette milioni". Erano gli anni '90 e il concetto di mobilità di massa (mediante mezzo privato, ndr) concretizzato dalla Politica per conto della FIAT, pareva non soffrire crisi. 

Oggigiorno, all'alba dei quaranta milioni di mezzi che "scorrazzano" su una rete viaria pressoché invariata e comunque, non al passo coi tempi, soggiogata dalla sempre maggiore scarsità di risorse economiche, a farmi "balzare sul sedile" (espressione quantomai all'uopo, ndr), sono i comportamenti molesti, le scorrettezze e la maleducazione di tanti miei concittadini "in movimento".

Direbbe Totò: "Modestamente, la circolazione ce l’ho nel sangue". Indubbiamente, chiunque di noi può dire, a torto o a ragione, che la maturità non sia arrivata con i diciott'anni, ma con la "conquista" della patente, dopo l'obbligato passaggio per le forche caudine, rappresentato dall'esame di guida. Ah, che fremiti! Per così poco...

Lasciamo correre riguardo alle losche vicende raccontate dalla Cronaca, che talvolta vedono protagonisti esaminatori sui generis, sempre aperti alla promozione facile dietro "lauta oliatina". Purtroppo, nel nostro Paese, i furbastri sono un cancro al pari della Mafia. O per meglio dire, sono la Mafia sotto mentite spoglie... 

Quel che m'interessa, è sottolineare il fatto che una volta che si sia agguantata la licenza di guida, giovani e non più giovani perdano ogni cognizione delle norme di comportamento, si facciano beffa dei Codici e sempre più spesso si mettano sull'occhio la benda dei pirati... Della strada.

Partiamo dal principio. 

I pedoni. No, non sto parlando di una partita a scacchi. La prima categoria di cittadini cui mi riferisco, è quella cui potenzialmente apparteniamo tutti, una volta scesi da un veicolo a due, a tre, o a quattro ruote: gli "attraversatori stradali". 

In particolare, ho in mente quelli che non rispettano la segnaletica, che passano col rosso e che non badano alle strisce pedonali o che "per induzione" se ne appropriano quel tanto che basta, ma due metri più in là (perché passarci sopra costa proprio tanta fatica, ndr). Ma anche quelli che si buttano giù dal marciapiede senza guardare, o guardando verso gli abitacoli con aria di sfida, o peggio che tagliano le corsie in diagonale, senza guardare affatto chi passi! Perché tanto, in base all'insulsa logica loro propria: "ho ragione io, perché ho la precedenza e se non ce l'ho, me la prendo comunque... Ci vediamo in tribunale"! Certo. Bella storia pretendere la ragione, sempre e comunque, per vedersi poi, nel peggiore dei casi, chiusi in una bara, non senza aver messo nei guai un ignaro conducente. 

I ciclisti. Ah! Che bello quando il babbo tolse le rotelle alla mia bicicletta, sfidando me e la sorte a proseguire spedito, da solo, verso l'ignoto. Altri tempi. Oggigiorno, inforcare un velocipede è una scommessa con la morte in mezzo al traffico. 

Tuttavia, non può negarsi che molte volte le responsabilità di certi temerari non siano da meno, rispetto ai fruitori di mezzi motorizzati, nel causare incidenti, troppo spesso mortali. Insomma, non dubito che sia capitato a tutti di battibeccare con plotoni di "pseudo-campioni della Domenica", i quali, vestiti di tutto punto, procedano appaiati, con istinti anarcoidi, per le vie delle nostre città e delle nostre campagne, senza rispetto dei precetti della circolazione stradale. 

A proposito di ciclisti, non riesco proprio a comprendere le battaglie combattute da taluni, circa la possibilità di pedalare contromano, nelle nostre città caotiche e piene di buche. Sembra un "regalo" alle Compagnie Assicurative. In un Paese senza auto-disciplina, dove la segnaletica è sempre considerata un punto di vista, mi pare assurdo chiedere che l'istituzionalizzazione di un'infrazione bella e buona. 

Ad avvalorare la mia "restrittiva" opinione, basti citare l'obbligo di giubbino catarifrangente notturno, imposto da diversi anni dal Codice della Strada e a quanto pare, "non pervenuto" negli "usi e costumi" dei ciclo-amatori. Ergo, prima di chiedere (o meglio, di pretendere, ndr), si dev'essere disposti a dare e a dimostrare di essere rispettosi della Legge esistente e della Legalità in generale. 

La tigre nel motore. A mio parere, tutti i mezzi a motore dovrebbero essere considerati armi improprie, perché tali sono... Se fosse per me, sarebbe introdotto l'obbligo di procedere a "passo d'uomo", quando un veicolo si trovasse ad incrociare un pedone, o un ciclista, soprattutto fuori dai centri abitati. Già, se fosse per me... 

Quando alla guida di tali "armi improprie" si pongano persone incapaci di fatto o di diritto, come quelle in stato di alterazione psico-fisica, la frittata è fatta. 

Si parla tanto dell'introduzione del reato di Omicidio Stradale, nel nostro Codice Penale. Ecco, proprio mentre Parlamento e Governo sono affaccendati su tutt'altri fronti (almeno fino al prossimo "mortale patatrac", ndr), resto dell'idea che il primo colpevole di tale "reato in divenire" sia l'insieme di Istituzioni dello Stato che, severo a parole ma debole nei fatti, chiude un occhio, se non entrambi, al cospetto di troppe irregolarità commesse dai cittadini. 

A mio giudizio, nell'insopportabile ludibrio dedicatoci dal mondo intero, tra indicibili figuracce e ridicole barzellette, una delle pochissime cose buone che vent'anni di Berlusconismo hanno prodotto (l'altra è la cosiddetta "Legge anti-fumo", ndr) c'è la Patente a punti

Rammento ancora quel 1° Luglio del 2003, in cui si circolava tutti nel pieno rispetto dei limiti di velocità, si cedeva cavallerescamente la precedenza, si evitava il parcheggio in doppia-fila, ecc. ecc. Eppure, nel "Paese dei mille ricorsi", proprio un ammorbidimento della normativa in questione, avallato da quelle Istituzioni, ha finito per ridurne l'efficacia. 

I motociclisti. In tutta onestà, in un'altra vita inforcherò una motocicletta, capelli al vento e realizzerò la mia idea di "Easy Rider". In questa vita, invece, preferirei che i centauri imparassero che la strada non sia un circuito su cui  dimostrare le proprie capacità a tutta manetta. Né su cui "tirare", partendo dal rettilineo dietro casa. Se vogliono saggiare Assen, Donington Park, o Misano Adriatico, che ivi si rechino, lasciando tranquillo e sereno chi, per emulare Valentino Rossi & Co., si accontenti di accendere la tv, dopo essere tornato a casa senza incidenti. 

Un capitolo a parte bisognerebbe aprire per la sotto-categoria degli "scooteristi", che, soprattutto d'Estate, affollano le strade e che non ammettono vie di mezzo: o sono fermi, o tengono la manopola a fine corsa, con la conseguenza di trovarsi spesso a fare il botto definitivo, se non per distrazione, per vera e propria follia. Ben per loro, peccato per chi si trovi sulla traiettoria...

I camionisti. Devo ammettere che il lavoro del conducente di mezzi pesanti non sia facile. Tante ore in mezzo al traffico; tante ore in coda per caricare e per scaricare le merci; tante ore lontano dalla famiglia... Proprio per questo, tra sempiterna fretta da un lato e perpetuo ritardo dall'altro, capita sovente che i TIR finiscano per rappresentare delle vere e proprie mine vaganti, che mettono a rischio la sicurezza su Strade ed Autostrade. 

Sono noti i loro modi spicci e sbrigativi in fase di sorpasso e l'opinabilità dei limiti di velocità e dei tempi di guida/riposo. Così come sono noti i loro tentativi di aggirare o di disattendere del tutto le prescrizioni, circolando quando non si debba (avete presente le Domeniche e i "dì di Festa comandati", o quando nelle giornate di neve, senza catene, decidano di proseguire il viaggio, per la somma "gioia" degli atri utilizzatori della rete viaria? Ndr) e i tentativi di certi malandrini di fare una revisione del mezzo "alla buona". Tanto è sempre e solo questione di prezzo... Purtroppo. 

E la cosa inquietante è che anche gli autisti d'importazione si adeguino alla perfezione, a certe pessime abitudini.

L'automobilista. Un paio d'appunti, al riguardo, per realizzare un'Italia migliore. 

Caro Automobilista (si fa per dire, ndr), quando ti metti al volante con una sigaretta tra le labbra, ricorda: le strade non sono il tuo posacenere privilegiato. Né il cestino delle immondizie tuo proprio, gentilmente offerto dalla Comunità. 

Se c'è una cosa che mi manda letteralmente in bestia, sono gli incivili che come se nulla fosse, seminano mozziconi, cartacce, bottiglie, lattine e via discorrendo, semplicemente aprendo e chiudendo un finestrino, secondo una logica vile e godereccia del tipo: "quel che è mio è mio, quel che è di tutti è mio"... Un comportamento del genere mi ricorda quei vigliacchi schifosi, che in palestra, si dilettano a pisciare nella doccia poco distante dalla tua. O quelli che in piscina evitino di uscire per recarsi verso i servizi igienici, per compiere un'analoga barbara pratica nelle acque della vasca... Perché "tanto c'è il Cloro"! O ancora, quelli che allontanandosi dai vespasiani, tirino dritto, facendo spallucce al cospetto del lavandino e magari incrociandoti abbiano anche la faccia tosta di darti la mano! Lerce, ripugnanti, immonde canaglie. Contate pure sulla mia più totale riprovazione. 

E se permetti, caro automobilista, quella telefonata dalla dubbia utilità che ti porta a "zigzagare" tra le vie, anziché allungarti la vita, magari potrebbe accorciare quella di qualcun altro. Se proprio devi inviare un sms o un "tweet"; usare WhatsApp; farti un "selfie" e (emulo del "caro leader", Matteo Renzi, ndr) condividerlo su Instagram e se proprio non puoi fare a meno di bighellonare su Facebook, fermati in un angolo, tira il freno a mano e dài sfogo ai tuoi istinti bambineschi alimentati dallo "Smart Phone" che domina i tuoi giorni, ma evita di mettere a rischio l'altrui incolumità!

E no, caro automobilista, l'utilizzo degli indicatori di direzione non è un'azione facoltativa, lasciata al tuo buon cuore. Possibile che sia così difficile muovere due dita per azionarli ed evitare gli infelici epiteti a te rivolti da chi ti segua? Non mi dire che sia soltanto una questione di avarizia "perché la macchina è nuova" e che pertanto tu non voglia consumare le lampadine. E ti prego non mi dire nemmeno che il tuo comportamento criminale sia soltanto un modo, tutto tuo, per "contrapporti al Sistema". Sei patetico!

E no, caro automobilista, il seggiolino sul quale devi "legare" tuo figlio, non è un'oltraggiosa imposizione calata dall'alto, ma un salvavita per il tuo pargolo in grado di evitarti "rimorsi postumi"... E' incredibile notare quanti genitori (soprattutto mamme, ndr) si muovano per le strade, consentendo alle proprie innocenti creature di sgattaiolare da un sedile all'altro, senza preoccupazione alcuna e senza cognizione dei potenziali pericoli cui si vada incontro. Bisognerebbe privarli della patria potestà, se non fosse che ben pochi se ne curino, all'interno delle Autorità.

E no, caro automobilista, le strisce pedonali non rappresentano un graffito post-moderno di qualche sofferente e malinconico "viaggiatore d'Africa". Non sarà mica che l'ansia provocata in te dal tuo "inseguitore" sia una buona ragione per investire, o rischiare d'investire un povero pedone? Quando hai un attimo, prova a chiederti: "quanto vale la vita di una persona? Due, tre, dieci minuti del mio tempo? Magari di un'ora che mi porta da casa all'ufficio, o da casa al luogo di svago designato"? Pensaci.

E no, caro automobilista, i parcheggi per i disabili non sono lì ad aspettare i tuoi comodi, giustificati dall'idea: "vabbè, me ne vado subito... E poi di questi parcheggi per gli handicappati ce ne sono troppi... E poi la maggioranza dei permessi per invalidi è fasulla... E poi non ci sono vigili in giro". Il Diritto di chi sia menomato nel fisico ha un qualcosa in più di quello di chi goda di ottima e radiosa Salute. Non trovi anche tu, barbaro "figlio del me-ne-frego"? 

"And last but not least", caro automobilista, allacciando una volta tanto la cintura di sicurezza, allorché tu sia sobrio e gli effetti delle sostanze stupefacenti non ti annebbino la mente, piuttosto che protestare veementemente e vanamente contro la rigidità delle norme, arrovellandoti sul come "fregare" l'Etilometro e sul quando presentare ricorso al giudice di Pace, o a chicchessia, fregandoti le mani innanzi a Prefetti "burloni" che anziché essere inflessibili, impongono alle Forze dell'Ordine di non ritirare più le patenti dopo positività all'alcol-test (come ripicca verso la presunta manica larga di parte della Magistratura in tema di "sospensione", ndr), faresti bene a pensare al tormento che ti aspetterebbe nel caso in cui tu provocassi un incidente, specie nella triste eventualità in cui tu non fossi tra le vittime e ti restasse soltanto una vita di rimpianti e pentimenti.

Imparare dal Passato, gestire al meglio il Presente, confidare coscientemente nel Futuro. Ci vuol così poco per evitare di diventare dei "Cittadini di serie C": basta cominciare a rispettare poche e semplici Regole, come quelle del Codice della Strada. Perché quando manchi l'esempio della Politica, è il senso civico di ciascuno a rappresentare la prima pietra su cui costruire non soltanto la propria Comunità d'appartenenza, ma l'intera Società

D.V.

P.S. Al babbo, che tolte le rotelle dalla mia bici, mi spinse libero lungo le strade della vita.

 
 
 
 
 
 
 

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