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0744 Il Velino

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Messaggi di Novembre 2015

"Morte al libero pensiero"! L'Apocalisse della personale Opinione.

Foto di cornell2

"Anziché «figli di Allah» in Italia li chiamano «lavoratori stranieri». Oppure «manodopera di cui v'è bisogno».E sul fatto che alcuni di loro lavorino, non v'è alcun dubbio. Gli italiani son diventati talmente signorini (...) Non puoi più associarli al proletariato, insomma, e qualcuno che lavora per loro deve pur esserci. Ma quelli di cui parlo, che lavoratori sono? Che lavoro fanno? In che modo suppliscono al bisogno della mano d'opera che l'ex proletariato italiano non fornisce più? Bivaccando nella città col pretesto della merce da vendere, droga e prostitute incluse? Bighellonando e deturpando i nostri monumenti? Ubriacandosi sui sagrati delle chiese, dicendo oscenità alle antiche signore che camminano per strada, agguantandogli il seno, «conosco i miei diritti»? (...) E sbaglia chi la prende alla leggera o con ottimismo. Sbaglia, in particolare, chi paragona l'ondata migratoria che s'abbatté sull'America nella seconda metà dell'Ottocento. Anzi verso la fina dell'Ottocento e all'inizio del Novecento. Ora ti dico perché (...) Nella seconda metà dell'Ottocento l'ondata migratoria in America non avvenne in maniera clandestina e per prepotenza di chi la effettuava. Furono gli americani stessi a volerla, sollecitarla. E per un preciso atto del Congresso (...) Ch'io sappia, in Italia non c'è mai stato un atto del Parlamento che invitasse anzi sollecitasse i nostri ospiti a lasciare i loro paesi. (...) Da noi ci sono venuti e vengono di propria iniziativa con le maledette navi, coi maledetti gommoni, e nonostante i finanzieri che cercano di rimandarli indietro. (Ora, no. Per non passar da razzisti ora vanno addirittura a raccattarli, prendere i pargoli in braccio. Anziché finanzieri sembrano Dame della San Vincenzo de' Paoli a cui manca solo il cappellino con la veletta). Più che d'una emigrazione s'è trattato dunque d'una invasione condotta all'insegna della clandestinità. Una clandestinità che inquieta perché non è pacifica e dolorosa come quella dei nostri emigranti d'un secolo fa. E' tracotante, prepotente, e protetta dal cinismo dei politici che chiudono un occhio. Magari tutti e due (...) C'è il declino dell'intelligenza. Quella individuale e quella collettiva. Quella inconscia che guida l'istinto di sopravvivenza e quella conscia che guida la facoltà di capire, apprendere, giudicare, e quindi distinguere il Bene dal Male (...) Siamo meno lucidi, meno svegli, di quando non avevamo quel che serve o dovrebbe servire a coltivare l'intelligenza. Cioè la scuola accessibile a tutti anzi obbligatoria, l'abbondanza e l'immediatezza delle informazioni, l'Internet, la tecnologia che rende la vita più facile. (...) Quando questo bendiddio non esisteva, bisognava risolvere tutto da soli. Quindi sforzarci a ragionare, pensare con la propria testa. Oggi no. Perché anche nelle piccole cose quotidiane la società fornisce soluzioni già pronte. Decisioni già prese. Pensieri elaborati confezionati pronti all'uso come cibo già cotto. (...) Ergo, la gente non pensa più. O pensa senza pensare con la propria testa. (...) Per ragionare su ciò che vedi, che ascolti, che leggi, ad esempio. Per sfruttare il tuo cervello nel campo delle idee, della coscienza, della morale. Per accorgerti che qualcosa di ciò che vedi e ascolti e leggi non va, nasconde un inganno o un'impostura. Invece no. Non lo fai perché... Perché il cervello è un muscolo. E come ogni altro muscolo ha bisogno d'esser tenuto in esercizio. A non tenerlo in esercizio impigrisce, si intorpidisce. (...) E atrofizzandosi diventa meno intelligente, anzi diventa stupido. Diventando stupido perde la facoltà di ragionare, giudicare, e si consegna al pensiero altrui. Si affida alle soluzioni già pronte, alle decisioni già prese, ai pensieri già elaborati confezionati pronti all'uso. Alle ricette che (...) l'indottrinamento gli somministra attraverso le formule del Politically Correct. La formula del pacifismo. La formula dell'imperialismo. La formula del pietismo, la formula del buonismo. La formula del razzismo, la formula dell'ecumenismo. La formula anzi la ricetta del conformismo cioè della viltà. (...) E niente è più indifeso quindi più malleabile e manipolabile d'un cervello atrofizzato, d'un cervello stupido, d'un cervello che non pensa o pensa coi cervelli altrui. Puoi ficcarci tutto, lì dentro. Dal Credere-Obbedire-Combattere alla verginità di Maria. Puoi fargli credere che Cristo era un profeta dell'Islam, che aveva nove mogli e diciotto concubine, che predicava l'occhio per occhio e dente per dente, e che morì ottant'anni di raffreddore. Puoi convincerlo che Socrate era un siriano di Damasco, Platone un iracheno di Bagdad, Copernico un egiziano del Cairo, Leonardo da Vinci un marocchino di Rabat, e che tutti e quattro avevano studiato all'Università di Kabul. Puoi raccontargli (...) che la cultura islamica è una cultura superiore, e che senza di essa l'Occidente non esisterebbe. Puoi dagli da bere che il multiculturalismo e l'imperativo categorico di cui parlava Emanuele Kant, che nel Corano sta la nostra salvezza, che le bandierine arcobaleno sono simbolo di pace le persone come me simbolo di guerra. Non essendo più capace di pensare con la propria testa (...) quel cervello accetterà ogni bugia o stoltezza senza reagire. La immagazzinerà e la disputerà col medesimo automatismo (...) Atrofizzato e basta? Dovrei dire lobotomizzato. La lobotomia è una castrazione mentale. Consiste nel recidere le vie nervose che controllano i processi cerebrali... Chi subisce la lobotomia smette di pensare ciò che potrebbe pensare, diventa docile strumento nelle mani di chi pensa per lui. E se chi pensa per lui è a sua volta lobotomizzato, buonanotte al secchio". (Oriana Fallaci)

Incipit. "Penso dunque sono" ebbe ad affermare Cartesio, qualche secolo fa. Ovviamente, nel sintetizzare tale Verità rivoluzionaria, la sua mente di studioso illuminato non poteva certo prevedere che il mondo avrebbe finito per cadere talmente in basso, nella scala dei valori e del raziocinio, da metterla da parte in luogo di una meno filosofica e più ignobilmente "comoda", del tipo: "Non penso. Non m'interessa. Qualcun altro lo fa già per me. Chissà come fa. Desidero essere quel qualcun altro"...

Nell'era della Informazione totale, onnipresente, onnicomprensiva, eccessiva ed invasiva; al tempo della Comunicazione futile, presuntuosa, destabilizzante, inutile e petulante; ai tempi dell'apoteosi del Web e dello "Smart Phone", impiegare il cervello per riflettere, per dire e per scrivere qualcosa di sensato pare essere diventato un faticoso retaggio del passato. Un lusso di cui fare a meno. Meglio optare per un "copia e incolla" del punto di vista dominante, condividendolo e spargendolo al vento come fosse farina del proprio sacco. 

Probabilmente, lo stesso Cartesio non aveva neanche elaborato il concetto di un'Europa sovranazionale fatta di "insiemi disgiunti", che, nonostante cerchino di dimostrare il contrario, non fanno Unione, né Intersezione... Un'accozzaglia di realtà matematicamente divergenti "che non pensa e che non è", in grado di dividersi su ogni questione politico-diplomatica, economica, etica e religiosa. Ora, una volta tanto, senza tirare in ballo l'Economia, la Finanza e le politiche di Bilancio, basti pensare alle diverse posizioni in materia di "apertura all'Islam"... Dalle braccia spalancate della Germania, fino al filo spinato dell'Ungheria, passando per l'atavica inconcludenza dell'Italia. Una vera follia!

Ma per cominciare, facciamo un passo indietro. Premessa: ritengo che l'auto-compiacimento conseguente l'auto-citazione, porti dritti all'auto-commiserazione. Detto ciò, come l'eccezione che conferma la regola, devo ammettere una cosa: mi rallegro di aver dato il là al crescendo Mozartiano che ha svegliato di soprassalto la nostra Italia soporifera e al tempo stesso narcotizzata. All'indomani della strage del Museo del Bardo, in Tunisia, pubblicai un articolo intitolato "Reconquista. Oltre la Rabbia e l'Orgoglio", che nel titolo si rifaceva ad un famoso libro di Oriana Fallaci e nel quale, prendendo spunto dalla barbarie terrorista imperante, riesaminai con occhi meno critici l'eredità editoriale della giornalista-scrittrice Fiorentina. 

Le mie riflessioni non volevano certo rappresentare un manuale ad uso e consumo di altri. Erano soltanto il semplice "mea culpa" di un suo detrattore redento. Ripubblicato all'indomani degli attentati di Parigi, esso ha contribuito ad infiammare gli animi in seno all'Opinione Pubblica e a addirittura tra le alte sfere della Politica e del Giornalismo. Bene. Eccetto che per il fatto che nessuno (e dico nessuno, ndr) si sia soffermato sulla data di pubblicazione originaria... Insomma, seppur "attuale quanto l'attualità", la mia multiforme "richiesta di scuse" aveva già qualche mese sulle spalle... Ma tant'è.

"Oriana Fallaci Santa subito" VS "Oriana Fallaci al rogo, anche da morta". Per alzare il sipario sull'atto conclusivo, potrei esordire laddove avevo interrotto l'ouverture, ovvero, scusandomi nuovamente con Oriana, per averla capita troppo tardi e in maniera postuma... Ma questo non è un melodramma e io non sono Figaro. 

Sono dell'idea che a chiedere scusa debbano essere tutti coloro che continuino ad infangarne il nome in maniera detestabile e talvolta volgare, facendone il facile bersaglio di comodo, per giustificare tutto e il contrario di tutto, quando ci si trovi a parlare delle sue lungimiranti e intransigenti posizioni sullo "scontro di civiltà" in atto tra Cristiani e "Figli di Allah", o quando ci si accapigli sulla soluzione più congrua e pragmatica per far fronte all'estremismo fondamentalista, o quando, ancora, ci si arrovelli sul come fronteggiare l'azione di aggiramento, o meglio di sfondamento, dell'odierno "limes" che la sensatezza vorrebbe già eretto a difesa del Vecchio Continente, ma che, di fatto, non esiste...

Sì, dovrebbero chiederle scusa gli snervanti "Signor-so-tutto-io" che dall'alto del loro piedistallo di pseudo-intellettuali di quart'ordine, si arrogano il diritto di dirci quel che dovremmo pensare, credere e desiderare, sbandierando discorsi che, con la scusa della Solidarietà, dovrebbero indurci ad offrire riparo a chiunque. Perché se la Democrazia è l'ingranaggio del tutto, la Laicità dello Stato e la Tolleranza (cieca, ndr) sono il grasso che ne garantisce il funzionamento. Troppo facile! 

Dovrebbero chiederle scusa le post-femministe in menopausa, che per farle uno sgarbo ulteriore, in risposta al suo "sgarro editoriale" sull'aborto, mai perdonatole a distanza di quarant'anni, sembrano far spallucce al cospetto di usi "esotici" come la poligamia; che non si preoccupano di un "Istituito a-giuridico" come il ripudio della moglie; che non usano mazze e randelli per impedire il proliferare di un abominio chiamato infibulazione; che, pronte a scendere in piazza in difesa della prossima "lapidanda", accettano prone e indolenti che la deleteria tradizione musulmana tramandata dal Corano e dalla Sharia, pian piano s'insinui tra noi. Finché un giorno sarà troppo tardi per impedirla fattivamente e non soltanto per condannarla verbalmente. 

Dovrebbero chiederle scusa coloro che, schiavi del modernismo e della globalizzazione delle idiozie, dietro al paravento delle "menzogne della Religione" s'imputino contro qualunque valore, fatto o evento che discenda dalla tradizione Cristiana, salvo trovarsi poi, alla vigilia di Ognissanti, a girare per le strade con una maschera "presa a prestito" da Oltre-oceano... E a pretendere, un giorno sì e l'altro pure, la rimozione del Crocifisso nelle Scuole, con la Costituzione in mano, nel nome dell'uguaglianza, per non turbare le "altrui ragioni spirituali"...

Dovrebbero chiederle scusa i Pacifisti per moda o per diletto, che, affibbiandole l'etichetta di guerrafondaia, irridendola con l'elmetto in testa, si nascondano dietro alla bilancia dei morti, come in un destino di vasi comunicanti in cui il sangue Europeo deve fare da contraltare a quello che scorre in Medio Oriente. Perché il mondo insicuro di oggi è conseguenza dei conflitti voluti ieri dall'Occidente e perché lo Stato Islamico l'ha finanziato l'imperialismo Americano... Quindi la violenza di ritorno ce la meritiamo. Ce la meritiamo un corno! Anche prendendo per buone tutte le chiavi di lettura di oggi e di ieri, allo stato, la questione è come risolvere il dramma di domani. La nostra Società del buonismo va "chiusa", cancellata e rifondata su basi meno cedevoli. Non si costruisce il Futuro, subendo la sopraffazione di chi, facendosi un baffo del principio di Reciprocità, punti soltanto alla nostra gola di "anime pie"...

Uno contro se stesso; uno contro tutti; tutti contro uno; tutti contro tutti. Confidando nel suo perdono postumo, se c'è una cosa di cui devo ringraziare Oriana, è il fatto che sia riuscita a farmi scontrare con me stesso, con le mie ineffabili certezze, con le mie incrollabili sicurezze, dandomi modo di farmi ricredere come San Paolo sulla via di Damasco... D'altro canto, non la ringrazio per avermi "costretto" ad aver conferma di quanta confusione, di quanta ignoranza e di quanto odio regni nel nostro Paese, su argomenti tanto seri. E in tutto ciò, la piazza virtuale rappresentata dalla Rete è un vero e proprio campo di battaglia... Più di quelle reali, ormai sempre più in disuso...

Opinione Pubblica VS Se stessa. La Sicurezza, il Terrorismo, l'Immigrazione, la Fede, la Siria, l'ISIS, la Guerra... Non ci s'incontra per discutere, ma per affrontarsi a duello. Chiunque faccia un uso metodico di Internet e dei Social Networks, tocca con mano, quotidianamente, l'estremismo che si nasconde dietro alla tastiera di un computer. Se due persone la pensano in maniera contrapposta, finiscono per arroccarsi come Talebani sulle rispettive posizioni, lanciandosi improperi, offendendosi, augurandosi l'inenarrabile e trascendendo nel turpiloquio continuato, aggravato dall'anonimato. Non c'è discussione, ma vicendevole aggressione (e la "battaglia su Oriana", per Oriana o contro Oriana, ha lasciato sul campo centinaia di migliaia di vittime da ambo le parti, ndr). Ho compreso che l'Umanità sia bel lungi dall'aver compiuto il "grande passo". Una bella frase che risuona ancora sulla Luna, evidentemente...

Matteo Salvini VS tutti gli altri (o quasi). Che si tratti di oliare i cannoni, di fermare gli sbarchi, o di piantar margherite nei prati, la Politica del Governo di Matteo Renzi è sempre la stessa: la deriva in un mare di "farò". In un Parlamento smarrito e spento, diverso è invece l'atteggiamento dell'altro Matteo (Salvini, ndr) che parlando d'invasione, giusto o sbagliato che sia, cresce nei sondaggi e premia la sete di risposte che giunge da cittadini preoccupati. Populista? Demagogo? Spinto da puri scopi di propaganda? Non spetta a me dirlo, ma all'Elettorato. Siamo tutti schifati dalla Politica, io tra loro. Ma perlomeno, il segretario della Lega non ha peli sulla lingua quando parla "alla pancia della gente". Senza censure e senza paure.

Marco Travaglio VS Alessandro Sallusti. Nel terremoto mediatico amplificato dai media, provocato dallo scontro tra pro e contro Oriana, ho provato una strana sensazione nel trovarmi su quella che qualche tempo fa avrei appellato come "l'altra parte della barricata". Come dire: io, libero pensatore, a condividere la trincea con Maurizio Belpietro, Pierluigi Battista ed Ernesto Galli Della Loggia, per respingere l'attacco di Massimo Gramellini, Andrea Scanzi ed Antonio Padellaro... E in tutto ciò, la cosa che mi ha scombussolato di più, devo ammetterlo, è stato il fatto di ascoltare uno scontro televisivo tra colui che, a torto o a ragione, ho incoronato mio mentore (Travaglio, ndr) e un giornalista che non "leggo" spesso (Sallusti, ndr), prendendo posizione a favore di quest'ultimo. Pur se stupito, ho avuto conferma di non essere stupido... In effetti, è sempre bene che ciascuno di noi non penda dalle labbra di alcuno, cercando di formarsi una propria, libera opinione. L'idea del "l'ha detto tizio", è un'offesa alla sana Libertà individuale di ragionare, che, come detto, oggigiorno si sta affievolendo al punto di rischiare di spegnersi.

L'esperienza rende follemente saggi. Guardiamoci in faccia: la nostra Comunità è il risultato di tanti conflitti, armati e non; del boom economico; della contestazione "Sessantottina" (che con la sua contrapposizione permanente all'Autorità costituita ci ha condotto man mano alla rovina, ndr); delle crisi di oggi e di ieri; del tentato compromesso storico; dell'orrore brigatista; del pentapartito e del PC; del Craxismo; di Tangentopoli; del Berlusconismo e dell'Anti-berlusconismo, del Renzismo... Siamo divisi, eppure siamo uniti dalla Storia. Tifiamo per Coppi, ma anche per Bartali. Siamo Guelfi eppure siamo anche Ghibellini. Insomma, siamo Italiani e in quanto tali, non possiamo non comprendere che senza difenderci per tempo, questa sponda del Mediterraneo che ha dato i Natali a Leonardo e a Michelangelo, che suona Verdi e Vivaldi, si dissolverà nell'oscurantismo di ritorno, portato dal medioevo Islamico. Se proprio dobbiamo "essere contro" non è certo in una lotta fratricida che ci dobbiamo lanciare. Non sia mai che il 29 Novembre 2015 sia ricordato come 17 Safar 1437...

Una promessa che vale l'Onore di una vita. Cara Oriana, stai pur tranquilla, non parlerò più di te. Il rispetto che ti devo, resterà eterno e immutabile e non merita l'inflazione dei raffronti di cui, ahimé, sei stata fatta oggetto, anche per mia "colpa innocente" e disinteressata. 

Preferisco lasciar riposare la tua anima inquieta, evitandole i tormenti causati dal clamore di tristi fatti terreni che un tempo ti avrebbero toccata nel cuore, ma che, oggi, non ti riguardano più... Soffermandomi plaudente, ancora una volta, sulla tua penna severa, consapevole che essa sia stata, resti e non dubitare, resterà, un ineguagliabile "gingillo di Verità". 

D.V. 

P.S.: Grazie di avermi fatto continuare a pensare, Oriana... Grazie di avermi fatto essere. Riposa in Pace. Amen!

 
 
 

“Amen”. La Forza della (stessa) Ragione.

Foto di cornell2

"Il declino dell'intelligenza è declino della Ragione. E tutto ciò che oggi accade in Europa, in Eurabia, ma soprattutto in Italia è declino della Ragione. Prima d'essere eticamente sbagliato è intellettualmente sbagliato. Contro Ragione. Illudersi che esista un Islam buono e un Islam cattivo ossia non capire che esiste un Islam e basta, che tutto l'Islam è uno stagno e che di questo passo finiamo con l'affogar dentro lo stagno, è contro Ragione. Non difendere il proprio territorio, la propria casa, i propri figli, la propria dignità, la propria essenza, è contro Ragione. Accettare passivamente le sciocche o ciniche menzogne che ci vengono somministrate come l'arsenico nella minestra è contro Ragione. Assuefarsi, rassegnarsi, arrendersi per viltà o per pigrizia è contro Ragione. Morire di sete e di solitudine in un deserto sul quale il Sole di Allah brilla al posto del Sol dell'Avvenir è contro Ragione. E contro Ragione anche sperare che l'incendio si spenga da sé grazie a un temporale o a un miracolo della Madonna." (Oriana Fallaci)

Incipit. Da ‎New York a Parigi, cresce la conta dei morti causati dal "fanatismo fondamentalista" comandato dal Corano. Non è più un ragionamento di "causa-effetto". A questo punto della Storia, nonostante vi sia ancora chi predichi o si auguri il contrario, la parola d'ordine è "scontro di civiltà": essi contro di noi; noi contro di loro... Non è più tempo di offrire l'altra guancia, ma di alzare le barricate a difesa del proprio domani.

Perché l'Estremismo della Tolleranza porta alla follia sociale e alla sopraffazione e ciò, in tutta onestà, mi rende estremamente intollerante.

In virtù di una sciagurata politica del "prego si accomodi", nata e cresciuta sull'onda lunga dei pentimenti post-coloniali, l'Occidente, con l'Europa in testa, ha nutrito e cresciuto il nemico in grembo e ora, spogliata e impreparata, si trova a soffrire della "Sindrome dell'assedio permanente", sulla falsariga di quanto da settant'anni patisce il tanto vituperato Stato d'Israele.

Dov'eravamo rimasti. Eccomi di nuovo qua, dopo la personale Reconquista, che, inaspettatamente, tante riflessioni ha indotto nella gente e che fiumi di parole e d'inchiostro ha originato, anche negli ambienti dell'Informazione con la "I" maiuscola... 

Eccomi qua, ancora stordito dagli echi tragici della vile, multiforme e ubiqua strage che ha spento la "Ville Lumière", a piangere piegato ed incredulo il freddo elenco di nomi e volti, delle sue vittime inconsapevoli e innocenti. Qua, a soffocare in gola il mio grido di dolore, in un impalpabile misto a odio e rimpianto. A domandarmi: "Cielo, perché"? A graffiare l'asfalto dell'ipocrisia, alla spasmodica ricerca di risposte ai quesiti che mi arrovellano la mente; delle cause e delle soluzioni... D'accapo. 

Eppure, dopo aver vissuto in diretta NY 9/11, l’apoteosi dell’orrore, con lo "scenografico" scempio delle Torri Gemelle, confidavo di non essere più costretto ad inseguire la truce statistica dei morti causati dal Terrorismo sospinto dal "vento del Profeta". Perché in cuor mio celavo la flebile certezza che il tempo, pur non cancellando il ricordo, non avrebbe più dato spazio alla tragedia, appiattendo la contemporaneità ad un'eterna overture...

Invece, i tre lustri che chiudono l'alba del "nuovo millennio", hanno avuto sempre, immancabilmente, lo stesso colore: il Rosso del sangue.

L'ovvia verità: la Religione ha vinto, la Laicità ha perduto. C'era un tempo in cui rifiutavo l'oltranzismo religioso. In cui la nostra Costituzione “dei Diritti” era per me il simbolo del progresso e in cui mai sarei stato disposto a modificarla in senso “limitativo” (riguardo alle prescrizioni dell’art. 3, per esempio, ndr). 

Un tempo nel quale l'altrui opinione era imperturbabilmente rispettata e l'accomodamento verbale, in base al motto "vivi e lascia vivere" era la regola. Quando il Rispetto e la pacifica convivenza tra Fedi diverse era un obiettivo possibile e raggiungibile e la Democrazia era l'antidoto contro i mali di qualsivoglia Sharia. Un tempo in cui il politicamente corretto era un dovere e l'integralismo, sotto qualsiasi forma, un male da negare e da combattere.

Oggi no. Non è più così. Poggiando i piedi sulla Cronaca e guardando allo scontro in divenire, come in un crescendo sinfonico, tra noi e lo Stato Islamico, non ho remore ad affermare: "siamo in Guerra"

Sì, siamo in guerra... Così come seppe affermare tanti anni or sono, colei che oramai rappresenta per me un modello di Libertà e di libero pensiero, nonostante tutto e nonostante tutti: Oriana Fallaci. Una voce fuori dal coro, che con coraggio non si è mai lasciata intimidire. Una "penna nervosa" che continua a dividere in pro e contro, così come solo Coppi e Bartali, o meglio, prendendo spunto dalla Storia, così come soltanto i Guelfi e Ghibellini che tanto animarono la sua Firenze, seppero fare. 

Una mente illuminata, Oriana, che riesce ancora a scatenare l'astio di frotte di pseudo-intellettuali che si accaniscono sulle sue spoglie mortali e sulla sua inquieta anima trapassata, non riuscendo a perdonarle il "gran rifiuto" che volle indirizzare alla Sinistra Italiana, secolarizzata ed "interessatamente distratta". Lei, un'ex-partigiana finita su posizioni antitetiche. Inconcepibile? Non per me.

Personalmente non ho dubbi riguardo a cosa avrebbe pensato; a cosa avrebbe scritto, riscritto e fieramente riaffermato, con la Forza della stessa Ragione, con Rabbia e con Orgoglio, se la vita le appartenesse ancora e se avesse visto coi suoi occhi questa nuova Apocalisse, insanguinare la "Francia dei benpensanti" che ebbe l'ardore di accusarla penalmente, per le sue idee sui Musulmani. 

Quella stessa Francia che oggi si ricrede sulla sua stessa pelle. Anzi, sulla pelle di parecchie decine di uomini e donne, inconsapevolmente e loro malgrado "vittime innocenti" di turno...

Quella stessa Francia dove la satira del "tutto è lecito e consentito", partorita dai fumi della contestazione post-68, ha saputo incitare ad un "odio di ritorno", sotto lo scudo della parola “Liberté”, generando mostri come Charlie Hebdo. 

Quella stessa Francia che adesso dubita che i restanti due del “triunviro dei valori rivoluzionari”, “Égalité” e “Fraternité” possano davvero valere per tutti. 

Vorrei che le risposte che idealmente conosco, riuscissero a penetrare la corazza di quanti continuino nello scempio postumo del suo nome, del suo ricordo, del suo insegnamento. Vorrei un "rigurgito di sincerità" da parte dei molti che preferiscono non vedere. Anzi, che non vogliono vedere, negando l'evidenza e perdendosi in iconiche, barbare ironie. 

Di coloro che la descrivono come una guerrafondaia... Proprio lei, che vedeva nella Guerra l'extrema ratio, avendola vissuta in prima linea, a più riprese. E che si fermano a puntare il dito contro la sua difesa delle rappresaglie armate volute da George W. Bush, dimenticando che, a dispetto del complottismo imperante, tali conflitti (pur discutibili nei tempi e nei modi, ndr) furono "falli di reazione". 

L'insano piacere della zappa sui piedi. Pare dominare un insulso compiacimento. Pare far presa l'ignoranza delle idee e degli ideali di taluni, che si beano del fatto che i "figli di Allah" siano riusciti nuovamente a colpire: perché l'ISIS l'ha creato l'imperialismo USA; perché è la Legge del Mercato delle Armi che si ritorce contro i suoi fautori; perché si bombarda la Siria; perché l'Afghanistan; perché l'Iraq; perché le Crociate... 

Già, addirittura si parla di Crociate come un paravento a giustificare il tutto... Io non guardo al trapassato remoto, ma al presente e al futuro. Non tiro in ballo le conquiste Arabe del Nord Africa, antecedenti all'anno Mille, né le scorrerie mortali dei Mori tra una sponda e l'altra del Mediterraneo... A quanto pare, invece, certi "pensatori da bar" non sanno fare altro: "Perché a prescindere"...

"E poi la maggioranza dei morti causati da ISIS / ISIL / DAESH è musulmana". Ancora più fastidiosa è l'idea che si possano fare raffronti tra le vittime, soppesandole in base all'etnia o al Credo. Ignorando, nel caso specifico, che la maggior parte delle vittime sia musulmana, soltanto perché all'interno del mondo Islamico va avanti da secoli una "semplice" Lotta di Potere

Tale è quella che si compie quotidianamente in Iraq, Siria, Egitto, Libia e Tunisia. Senza dimenticare l'Afghanistan, il Mali e la Nigeria. O quella, a suon di bombe, che gli Sciiti di Moqtada Al Sadr "dedicarono" ai nemici Sunniti, a Baghdad, tra il 2003 e il 2008. O, ancora, in tempi più recenti, il massacro degli Yazidi dello Yemen ad opera delle ricche Nazioni del Golfo (Sunnite). 

La lotta per il predominio è insita nella natura tribale dei popoli Arabi. Credere e far credere diversamente, vuol dire porsi fuori dalla realtà, storica o contemporanea che sia. Perché l'Islam è sopraffazione reciproca e soprattutto, sopraffazione del "cane infedele". Nonostante gli intendimenti di Lawrence d'Arabia…

La botte in cui matura il vino dell'opinione si chiama esperienza. Guardando ai fatti presenti e passati raccontati dalla Storia, rifuggendo l'idea di dover fare proseliti, sono pronto ad affermare che i musulmani, in realtà, siano tutti uguali e che l’idea che ne esistano di moderati sia un non-senso di comodo. Insomma, è soltanto una questione di tempo e di modi, perché la bomba scoppi. 

Mine vagantiNon è più tempo di chiedersi chi e perché, bensì quando. Fin troppi sono i casi di giovani integrati, che non andavano in moschea, che "vestivano all'occidentale", che amavano la "bella vita" e via discorrendo, che di punto in bianco hanno preso ad esempio personaggi come Abu Musab al-Zarqawi, Osama Bin Laden, arruolandosi con Al-Qaeda (ieri, ndr) o con lo Stato Islamico (oggi, ndr). E' la fede del Profeta che invita alla Guerra Santa (il Jihad, ndr). Abdelhamid Abaaoud o Jihadi John sono soltanto la punta dell'Iceberg. E chi continui ad affermare il contrario, è un sognatore...

"Take it or leave it". Prendendo spunto da un noto discorso più volte adattato, sulla cui autenticità si dibatte, ma che tuttavia si rifà alle idee dell'ex Premier Australiano, John Howard, credo che sia in Italia, sia in Europa, si debba dichiarare apertamente che le persone provenienti da oltre-confine, nello specifico dai Paesi Islamici, debbano adattarsi ai nostri usi e ai nostri costumi, alla nostra cultura e al nostro stile di vita e soprattutto debbano comprendere che le nostre radici siano salde nei principii della Cristianità. E’ una questione di “reciprocità alla rovescia”.

Il fallimento del multiculturalismo. In questo angolo del mondo non valgono le Sure del Corano; non si lapidano le persone; non si ripudiamo le donne; non si pratica l'infibulazione; non vige la poligamia; non si ammazzano gli apostati; non si festeggia il Ramadan. Né si pagano esose "tasse sulla fede", in alternativa alla lama della spada... In questo lato del mondo vigono le Leggi dell'uomo, per l'uomo, improntate su "10 comandamenti base" e si festeggia il Natale...

Perché mai dovrei rinunciare ai nostri divertimenti? Alla musica, al ballo, allo sport? E ai nostri “diabolici” vizi? E perché dovei rinunciare al Presepe, o al Crocifisso? Checché ne dica l'Imam di turno, se proprio devo fare a meno di qualcosa, ciò è il lamento del Muezzin: un esotismo che sta bene dall'altra parte del Mediterraneo. Se ai nuovi arrivati non stanno bene o credono, male, d'imporre le loro regole, prego, quella è la porta... Sai che Giubileo! 

"Non sono d'accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu lo possa dire"... Beh, magari una volta. Così come seppe fare Oriana, atea convinta, anch'io, cattolico dubbioso, non ho dubbi nello scegliere sempre e comunque le nostre radici. Perché tra Bianco e Nero, non si ammettono "tonalità di Grigio". Accettare proni, di rinunciare alla propria Storia, alla propria tradizione, alle proprie leggi (soltanto perché certe Istituzioni hanno deciso che ciò sia giusto, ndr), chiudendosi in casa e cercando di nascondere le proprie paure, prima ancora che se stessi, è un abominio etico e morale.

E non dubito che anche Voltaire, con l'intera schiera degli Illuministi al seguito, davanti alla tragedia di Parigi e all'oltranzismo della Mezza Luna, si ricrederebbero... A dispetto delle sacre "incerte sicurezze" della Dea Ragione

D.V.

 
 
 
 
 
 
 

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