Creato da: tanderod il 29/07/2005
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Ieri sera...

Post n°20 pubblicato il 07 Settembre 2006 da tanderod
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Ieri sera...a Spello! Il mitico Minotauro con radici a Calitri è stato esagerato...un altro agguato del destino che mi ricorda ed invoca con me "Ancora proteggi la grazia del mio cuore. Adesso e per quando tornerà l'incanto. L'incanto di te, di te vicino a me".

 
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io cerco

Post n°19 pubblicato il 03 Settembre 2006 da tanderod
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L'eterno istante del jazz...

 
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Dove...

Post n°18 pubblicato il 02 Settembre 2006 da tanderod
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Andiamo dove ci conducono i prodigi degli insonni

 
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Eros e tanatos...

Post n°17 pubblicato il 05 Agosto 2006 da tanderod
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Romance & cigarettes, l’ossimoro classico di eros e tanatos, la vitalità e l’istinto di autodistruzione che si guardano in cagnesco. L’amore che fa cantare e il fumo che fa morire.
Bello il film di John Turturro, che recita, e bene, con i Coen, ma ascolta, assorbe, elabora pensieri e ricordi della vita vissuta, recitata, sbirciata sugli schermi.
Ne esce un film snello, delicato, leggero sull’eterna storia della donna preda e dell’uomo cacciatore, un musical con un tappeto di musiche deliziose (da Red haired girl del Boss a Scapricciatiello, in versione inglese e napoletana!).
L’uomo è cacciatore, sì anche contro la sua volontà. Sì e lo è anche il pacioccoso James Gandolfini, svestiti i panni di mafioso italoamerico dei Sopranos. Lui è Nick Murder (che sia un nome preso dai fumetti?) alle prese con la storia con una provocante e sboccata ninfetta, la rossa Kate Winslet.
Il cugino Bo, Christopher Walken, libero dalla maschera tragica, è un po’ la summa dell’uomo cacciatore: viene chiamato a fare il moralista quando si scopre la storia di Nick per poi confessare il suo debole: quando vede una ragazzina con gli hot pants che sale sull’autobus ha i pensieri peggiori, e poi se ne pente. Ma dura poco.
Sulla scia della maestra, preciso: mentre scrivo ascolto Madeleine Peyroux e poi Charlie Mingus.

 
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La Crisi...

Post n°16 pubblicato il 05 Luglio 2006 da tanderod
Foto di tanderod

C’è chi saggiamente ha detto che Inghilterra e cinema sono due parole inconciliabili. Be’ ma Francia e Cinema insieme suonano troppo bene. Ho incontrato sulla mia strada una delizia di film, La crisi di Coline Serrau, con al centro Monsieur Victor, stravolto dalla perdita del lavoro e della moglie. Inizia così un viaggio verso la sua cerchia di amici e familiari alla ricerca di Marie, la moglie in fuga. Ne rimane sconvolto. Sulla sua strada trova persone se possibile più in crisi di lui. Mentre lui ripete la cantilena del suo dramma personale, i suoi interlocutori sono presi dalle loro crisi familiari, tra famiglie allargate e signore arzille (anche la mamma di Victor è in fuga con un uomo più giovane). L’unico a dargli ascolto è un grandioso uomo della strada, il candido Michou, che in cambio di una birretta gli tiene compagnia.
Il film è delizioso per il suo modo di giocare, entrandoci dentro e smontandoli pezzo a pezzo, con i luoghi comuni della modernità, dal razzismo alla omeopatia, l’educazione dei figli e la politica progressista.
Monsieur Victor non è cattivo, è come tutti noi: distratto, disperato, confuso, debole, inconsapevole, incerto.
E pensare che è tutta colpa della vita moderna!
Meno male che nell’ombra c’è Marie…

 
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